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Autore: Iron_Captain    25/10/2017    3 recensioni
Un killer misterioso che sta terrorizzando la città... Una verità che sconvolgerà la vita di Judy... Cosa accadrà e come riuscirà Judy Hopps ad affrontare e gestire queste situazioni?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 16: Faccia a faccia con l'assassina

Dopo essere uscito dal ristorante, Nick notò la sua migliore amica seduta sul marciapiede, con la testa piegata in avanti. Nonostante non poté vedere la sua espressione, non gli fu difficile intuire che fosse turbata.
“Tutto bene?” chiese la volpe che, dopo averla raggiunta, si sedette accanto a lei.
“Se tu fossi un assassino professionista, e venissi assoldato da qualcuno per uccidere un mammifero in particolare; che motivo potresti avere per uccidere colui che ti ha assoldato?”
Nick iniziò a riflettere.
“Magari perché io e il mio datore di lavoro abbiamo litigato…magari perché non gli andava bene il mio modo di agire.”
Nonostante la teoria del suo partner sembrasse aver senso, a Judy non le convinceva affatto.
“No: non penso sia andata così.”
“E perché no?”
“Ti ricordi quando avevo informato te e il nostro capitano che l'assassina mi aveva inviato il video in cui menzionava di essere stata assoldata da Dawn Bellwether per uccidermi?”
“Certamente…”
“E se non avesse inviato quel video per dirci che era stata assoldata dalla pecora per uccidermi?” disse Judy.
A quelle parole, Nick iniziò ad essere molto perplesso; chiedendosi quale teoria avesse elaborato la sua collega.
“E per quale altro motivo te lo avrebbe inviato?”
La poliziotta si alzò in piedi ed iniziò a camminare; dopo aver fatto qualche passo in avanti, volse lo sguardo verso il suo partner; e come se avesse avuto una sorta di illuminazione, rispose alla sua domanda: “Per dirmi chi era una delle sue vittime che avrebbe ucciso questa settimana.”
A quella risposta, La volpe fu molto turbata, addirittura scossa, da quella risposta.
“Ricordi cosa aveva detto quella killer: fino a che non sarei riuscita a scoprire la sua vera identità, avrebbe ucciso un mammifero ogni settimana.” continuò la coniglietta.
Nick ascoltò in silenzio, poi tornò a riflettere.
“Ma…Se veramente l'assassina aveva sin dall'inizio l'intenzione di eliminare la pecorella-terrorista, perché farsi assoldare da lei per ucciderti? E perché rubare la parte del pagamento anticipata?”
“Per attirare la sua attenzione.” fu la risposta di Judy.
Prima che i due partner continuassero a parlare e a fare supposizioni, videro da lontano due piccoli mammiferi che si stavano avvicinando all'ingresso dell'edificio, dove c'era il via vai dei poliziotti. Erano due castori, vestiti come dei normalissimi civili, e uno di loro portava una grande telecamera.
Bastardi, disse tra sé la coniglietta, che si diresse verso i due giornalisti che stavano tentando di intrufolarsi sulla scena del crimine.
Nonostante ci fosse un altro poliziotto che si era accorto della loro presenza e che stava tentando di allontanarli, Judy si fece comunque avanti.
“Signori, non dovreste essere qui. Tornate…”
“Per voi le notizie non sono mai abbastanza, non è vero?”
Il poliziotto e i due giornalisti osservarono la coniglietta che stava avanzando con passo deciso, seguita dal suo partner, il quale era molto preoccupato per ciò che sarebbe potuto accadere.
“Siete sempre alla ricerca delle notizie che possano fare più scalpore possibile, non è vero?” domandò acidamente Judy, facendo finta di essere sarcastica.
“Calmati Carotina…” disse Nick a bassa voce, bisbigliando al suo orecchio, nel tentativo di calmarla.
“Stai zitto!” rispose aspramente la leporide allontanando bruscamente il canide.
Ignorando il tono ostile dell'agente, la reporter iniziò l'intervista.
“Agente Hopps: è vero che un pericoloso assassino vaga per la città e sta uccidendo poliziotti?”
Non appena quel castoro le avvicinò il microfono, la coniglietta si arrabbiò, e con un forte schiaffo le tolse dalla zampa il microfono, che poi cadde a terra a qualche metro di distanza.
“E cosa avete intenzione di scrivere?! Che non siamo al sicuro?! Di quanti poliziotti siano stati uccisi, di quante mogli stiano piangendo la morte dei loro mariti ed i figli cresceranno senza un padre solo perché avevano svolto il loro dovere?! Voi giornalisti dovreste soltanto vergognarvi del lavoro che fate! Siete insensibili, e le vostre notizie hanno portato alla rovina tanti mammiferi! Se fosse per me vi farei arrestare tutti quanti…!”
“Ok Judy, adesso basta…” disse Nick, che oltre a cercare di calmarla, le afferrò una delle sue braccia per provare a portarla via.
“Lasciami…!” si dimenò Judy, liberandosi dalla presa. “E adesso sparite immediatamente dalla mia vista…E guai a voi se manderete quelle riprese in onda!” li minacciò la leporide, che non si era affatto dimenticata della telecamera che uno di quei castori stava usando per riprendere tutto. Poco dopo essersi allontanata, la piccola agente si voltò: vide chiaramente che i due giornalisti stavano andando via, accompagnati da quel poliziotto, che oltre ad essere presente e ad aver assistito alla propria sceneggiata, non si era degnato di intervenire per calmare le acque. Quella “reazione” fece riflettere Judy, che al posto suo sarebbe intervenuta.
“Ma come ti è venuto in mente di reagire in quel modo?”
A causa della domanda di Nick, la piccola agente fu costretta a interrompere le proprie riflessioni.
“I giornalisti non fanno altro che criticare e provocare il panico!” rispose irata.
“Tuttavia non hai il diritto di prendertela con dei mammiferi che vengono pagati per fare quel lavoro.” spiegò la volpe.
“Si, certo: uno schifo di lavoro!...Ti devo forse ricordare che era stato a causa loro se le prede avevano iniziato ad avere paura dei predatori ed erano arrivate ad allontanarli senza sapere che erano state vittime dell'effetto degli Ululatori Notturni?”
A quella risposta, Nick la squadrò infastidito.
“Ed io forse dovrei ricordarti e rinfacciarti il fatto che in verità era stato a causa tua se le prede avevano iniziato a temere i predatori e ad allontanarli come se fossero una piaga? E se devo dirla tutta, i giornalisti e i telegiornali si erano soltanto limitati ad informare i poveri cittadini di Zootropolis. Per non parlare del fatto che ti avevano nominata la “Paladina di Zootropolis” che avrebbe protetto le prede da noi predatori?”
A quel punto Judy diede un forte schiaffo al suo partner.
“Non ricordarmi quel periodo, stupido idiota!...E se devo proprio dirlo, è anche a causa di quei fatti che odio i giornalisti!”
Nick riprese a guardarla con uno sguardo serio e cupo. Persino la leporide ebbe un leggero brivido che le percorse la schiena non appena lo vide.
“Sei tu la stupida: il tuo ragionamento da ipocrita è proprio uguale a coloro che pensano che la polizia sia inutile e che non dovrebbe esistere.”
Per qualche secondo la coniglietta rimase in silenzio, prima di tornare ancora alla carica.
“Tu non capisci la situazione che sto attraversando!”
“Se non la capissi, non sarei così serio; e non mi vorresti tra i piedi!”
Detto ciò, il predatore si voltò e si diresse verso la macchina con passo deciso.
Judy lo squadrò mentre si incamminava; poi, istintivamente, si voltò: i due giornalisti di prima e quel poliziotto la stavano osservando…Probabilmente avevano assistito alla discussione che aveva avuto fino adesso con il suo partner. Mostrando apertamente il suo totale disprezzo per i due reporter, la coniglietta sputò per terra. Non appena i due castori furono scortati dall’agente di polizia verso l’esterno delle transenne, Judy andò a raggiungere Nick; ma non appena fece qualche passo, iniziò a sentirsi male: si toccò il petto, che iniziò a farle male, con una zampa e si inginocchiò per terra.
Da lontano, Nick, che stava andando a prendere la vettura, non appena si voltò e vide la sua partner che era per terra, la raggiunse di corsa.
“Judy!”
“Nick…” rispose affannosamente. “Non…riesco a respirare!”
Non solo era accaduto tutto così velocemente, ma più tentava di resistere, più si sentiva male. Era appoggiata sul marciapiede con le ginocchia e una delle sue zampe, mentre con l'altra si toccava la pancia, e aveva lo sguardo rivolto verso il basso. Non aveva le vertigini, ma questa volta si sentiva peggio.
“Non ti agitare Judy…” disse Nick tentando di farle mantenere la calma.
La coniglietta cercò di dargli ascolto, ma non servì a nulla: le sue condizioni stavano peggiorando sempre di più; ebbe addirittura la sensazione di morire.
“Judy!...Resisti…”
La voce del suo partner diminuì sempre di più, fino a non riuscire a sentirla più. Dopo essere stata presa per le spalle dalle zampe di Nick, al quale riuscì a rivolgergli uno sguardo, anche se impaurito, la coniglietta perse i sensi e cadde pesantemente a terra.

Quando si svegliò, Judy poté sentire le carezze delicate che quel mammifero, molto probabilmente Nick, le stava facendo sul viso.
“Ehi Nick…” disse con un tono delicato e gentile.
A causa della scarsa luce che proveniva dalla Luna, non riuscì a capire dove fosse; a parte il fatto che si trovasse sul letto, sotto le coperte. E fuori dalla finestra si potevano vedere gli enormi grattacieli di Zootropolis illuminati.
“Dove mi trovo?”
“In ospedale.”
Judy riconobbe quella fastidiosa voce metallica; ma soprattutto riuscì a intravedere quella figura nera che si trovava di fronte a sé, seduta sul letto.
“Tu!” esclamò la coniglietta, che per tutta risposta aggredì l'assassina con tutte le proprie forze che aveva. Le due mammifere, avvinghiate tra loro, caddero dal letto e iniziarono a lottare per terra.
“Dimmi dov'è Nick, brutta stronza!” chiese la leporide furiosa, tenendo stretto tra le proprie zampe il collo della sua maglia nera.
“Semplice: è qui fuori; e l'ho ucciso.” rispose sarcastica la killer.
A quelle parole, Judy fu invasa dalla rabbia e dallo stupore; per un’istante si sentì pietrificata, oltre che incredula.
“Nooooooooo!!!!!!!” urlò la coniglietta, che iniziò a picchiare selvaggiamente quella mammifera sul volto.
Più pensava a quelle parole, più la sua rabbia e il disprezzo crebbero, facendole nascere il desiderio di volerla massacrare, addirittura sbranarla.
Dopo averle prese per un po', la killer bloccò i suoi pugni afferrandole con gran forza i polsi, poi ribaltò le posizioni: erano entrambe sdraiate, ma lei stava sopra la poliziotta, che si stava dimenando per liberarsi.
“Giuro che ti ammazzo, maledetta bastarda!” disse la coniglietta, talmente furiosa da non riuscire a controllare i propri istinti omicidi.
“Voglio proprio vedere se lo farai veramente.” fu la risposta della killer.
A quel punto, Judy rotolò nuovamente; ma non di riuscì a sedersi sopra il petto dell'assassina, la quale riuscì ad allontanarsi agilmente dalla sua vittima, che stava difendendosi disperatamente. Non appena le due mammifere si rimisero in piedi, la poliziotta si lanciò alla carica, mollando un pugno molto forte sul volto mascherato della sua assalitrice, che non perse tempo a restituirglielo nello stesso punto. Per un momento, le due lottatrici si colpirono, a turno, sul viso con i pugni; i quali erano talmente forti da riuscire a spaccare la mascella ai teppisti. Non sapendo quanto avrebbe resistito ai prossimi ganci, la leporide decise di andare addosso alla sua acerrima nemica, che riuscì a spingerla contro il muro.
“Perché mi stai facendo questo?!” urlò la coniglietta colpendo con i pugni i fianchi della killer. “Che cazzo ti ho fatto per meritarmi ciò? !...Rispondimi, stronza!!!”
A quel punto, l'assassina prese il collo di Judy; e dopo averla messa contro il muro, iniziò a stringere la presa.
“Vuoi veramente sapere cosa mi hai fatto?!” urlò la criminale.
In quel momento, la coniglietta si sentì impaurita: per la prima volta vide quella killer furiosa, come se stesse cercando vendetta contro qualcuno che le aveva fatto un torto.
“Ti basta sapere che tu sei riuscita a realizzare i tuoi sogni e a crearti una vita; mentre io no. Ed è per questo motivo che io annienterò tutto, a cominciare dai tuoi cari, e a finire da te.” rispose con voce fredda e pacata.
Nel sentire ciò, Judy le diede una forte ginocchiata sul linguine.
“Mi stai dicendo che sei gelosa di me e della vita che mi sono creata?!” gridò la poliziotta incredula, iniziando a pensare che quella mammifera fosse veramente fuori di testa.
La killer, ancora dolorante, non rispose.
La coniglietta, furiosa più che mai, e senza aspettare la prossima mossa della sua nemica, che al momento sembrava che stesse soltanto osservando la sua vittima, fu sul punto di saltarle ancora addosso, ma proprio in quel momento qualcuno aprì a calci la porta ed entrò nella stanza.
“Judy!” urlò il canide, che a differenza della leporide, vedeva molto bene al buio.
La criminale non perse tempo a iniziare a correre verso la finestra, seguita dagli spari della pistola del predatore. Dopo averla raggiunta, l'assassina saltò: poiché aveva lasciato la finestra aperta subito dopo essere entrata nella stanza, per prepararsi la via di fuga, non ci furono frammenti di vetro che caddero insieme a lei.
I due agenti corsero verso la finestra: a differenza di Judy, che non sapeva a che piano si trovassero, Nick lo sapeva benissimo. Non appena si affacciarono, videro la criminale sopra il tetto di un grosso furgone, in piedi; e poiché si trovava soltanto al primo piano, ed aveva saltato abbastanza lontano da atterrare sul grande mezzo, l'assassina era rimasta incolume.
Il primo istinto di Judy fu quello di inseguire la mammifera psicopatica, che rapidamente aveva preso la sua pistola e si preparò a sparare. Tuttavia fu trattenuta dalla volpe, che decise di mettersi in mezzo tra il proiettile partito dall'arma dell'assassina e la sua migliore amica, venendo colpito al posto suo.
“Nick!” esclamò Judy, che sorresse il suo corpo non appena iniziò a cadere davanti a sé.
In quel preciso momento, la coniglietta sentì il rumore del motore di un mezzo di trasporto; senza alzarsi per vedere dalla finestra, intuì che si trattava di quel furgone che l'assassina, grazie a un altro suo complice, aveva appena utilizzato per fuggire via…ancora una volta.
Tuttavia non si curò di ciò, poiché le sue preoccupazioni erano rivolte al suo partner, che per proteggere la sua migliore amica, si era beccato una pallottola.
“Resisti, Nick.” disse Judy, che si alzò rapidamente in piedi per cercare il pulsante di emergenza, che doveva trovarsi al fianco del letto del paziente, e che veniva usato quando c'era un problema. Dopo qualche minuto di ricerca, e diverse imprecazioni causate dalla paura di perdere il suo migliore amico, lo trovò e lo azionò; poi raggiunse di nuovo il canide per stargli vicino.
“Adesso stai tranquillo, che tra poco arriverà un'equipe medica.” lo tranquillizzò Judy.
“Calmati...Carotina.” disse Nick con tono calmo, dopo essere stato per un bel po' in silenzio per sopportare il dolore e cercare di stare sveglio. “Io sto bene.”
Dopo aver sentito ciò, la leporide abbassò le orecchie e sgranò gli occhi per la paura.
“Che stai dicendo Nick! Sei ferito!” esclamò Judy, temendo che stesse delirando.
“Va bene così: io…io ho il compito di proteggerti…L'importante è che tu stia bene.” disse la volpe con tono calmo; era come se non stesse dando importanza alla ferita che aveva, come se avesse già saputo che sarebbe accaduto così. Con un gesto delicato, accarezzò una delle guance di Judy, e le sorrise con dolcezza.
Nel vedere ciò, la coniglietta abbracciò Nick, e iniziò a piangere a dirotto.
“Carotina…” disse la volpe ricambiando l'abbraccio.
In quell'attimo, la leporide ebbe la sensazione di aver bisogno di quell'abbraccio, perché si sentiva vulnerabile: era come se la sua forza di volontà fosse stata piegata e fatta a pezzi, e quando aveva sentito dire dall’assassina che aveva ucciso Nick aveva avuto l'impressione che una parte di sé fosse morta: si era sentita addolorata e infuriata, ma soprattutto aveva sentito un'altra cosa, dentro di sé, che per un istante aveva preso vita: sembrava essere la “Vendetta”, ma sentiva che era qualcosa di più, ed era potente e pericolosa. E ciò la spaventava parecchio, perché si era sentita diversa…e non in senso positivo.
Dopo qualche ora, la luce si accese, e alcuni medici entrarono nella stanza in cui si trovavano i due agenti abbracciati. Dopo aver visto il canide ferito, che aveva perso tanto sangue, fu portato con estrema urgenza in un'altra stanza per essere ricoverato. Nonostante dovesse sottoporsi a delle analisi, Judy disse ai medici che voleva stare vicino a Nick fino a che le sue condizioni non si fossero stabilizzate.

Angolo autore
E finalmente…sono tornatooooo!!!! Dopo tanti mesi di inattività, sono riuscito a tornare di nuovo in carreggiata: tra blocchi dello scrittore, lavoro sulla mia Tesi di Laurea e altri impegni che mi si sono aggiunti in questo periodo, posso dire di aver attraversato un “periodo nero”; e probabilmente è vero che sento un po' fuori allenamento…ma ho fatto del mio meglio in questi giorni. E spero non abbia iniziato male il mio ritorno.
Concludo col dire che “Sono felice di rivedere i miei fan-scrittori che seguono con attenzione le mie fanfiction.

   
 
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