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Autore: Akicchi    25/10/2017    2 recensioni
{ SPOILER EPISODIO PROMPTO E DEL GIOCO. }
Eppure... eppure mi dimentico sempre di non essere come loro, perché mi diverto così tanto in compagnia dei miei amici, a tal punto da dimenticarmi di non valere nulla e, quando questo accade, voglio provare di valere qualcosa e di essere abbastanza.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare il mio racconto, voglio premettere una cosa: la timidezza e l'insicurezza non sono adorabili. Non lo sono per niente, perché ti impediscono sempre di socializzare e, di conseguenza, perdi sempre delle occasioni per farti degli amici, ma, se ci riuscivo, non ero capace di farmi degli amici, degli amici veri. Per questo mi sentivo sempre solo, inutile.

Nonostante l'apparenza del tipico ragazzo felice, sorridente e scherzoso, al pari di un pagliaccio, nascosta dietro tutta questa facciata, c'è un disastro, un fallimento.

Inoltre, mi sempre sentito inferiore a tutti, proprio tutti, inclusi Noctis, Gladio e Ignis. Non appartengo alla nobiltà, non sono forte, per questo non sono niente di speciale. Non sono nobile e dotato di un buon autocontrollo come Noctis; non sono bravo ad interagire con le persone come Gladio, per questo vorrei avere la sua empatia e il suo essere abile nell'apertura, nella connessione con gli altri; non sono intelligente come Ignis né so cucinare, se non fosse per lui sicuramente non sopravvivrei un giorno.

Eppure... eppure mi dimentico sempre di non essere come loro, perché mi diverto così tanto in compagnia dei miei amici, a tal punto da dimenticarmi di non valere nulla e, quando questo accade, voglio provare di valere qualcosa e di essere abbastanza.

 

 

 

Amicizia, s. f. [dal lat. amicitia, der. di amicus «amico»]. 1. a. Vivo e scambievole affetto fra due o più persone, ispirato in genere da affinità di sentimenti e da reciproca stima.

 

 

 

Per tutta la mia vita non ho mai chiesto nulla, solo una cosa, forse egoistica o forse no, non saprei dirlo con esattezza: volevo degli amici. Solo che nessuno mi voleva a propria volta, ero soltanto un inutile, noiosissimo ragazzino ciccione con la passione per la fotografia e gli animali. Chi mai avrebbe voluto perdere parte del suo tempo, della sua vita con uno sfigato come me?

Per questo quando trovai Noctis e gli altri, i quali mi volevano davvero, oltre che lasciarmi sorpreso, feci di tutto per farli rimanere con me. Sono persino dimagrito per loro, per diventare e restare amici, ciò nonostante vivevo divorato dalla paura della verità.

Se avessero scoperto la verità sul mio conto, mi avrebbero abbandonato, ne ero certo.

Chi avrebbe mai e poi mai amato ed accettato un esperimento fallimentare come me?

 

Casa mia non era quel laboratorio, era Lucius. Sono nato e cresciuto lì, niente e nessuno potrà convincermi del contrario, neanche le registrazioni contenenti quello che potrebbe essere un diario di bordo, neanche mio padre, per non parlare di Ardyn.

Sono loro coloro che mi hanno salvato dal diventare un mostro, presumibilmente, come quelli che avevo trovato e visto in giro, sono loro a cui sono devoto e devo ringraziare, Noctis in primis.

Non mi sarei mai aspettato di star simpatico al principe di un futuro regno come quello, neanche nella mia più fervida immaginazione.

 

Non posso neanche permettermi di rivederli, non ora che ho scoperto ciò che sono, non sono come loro né condividiamo la stessa provenienza o condizione famigliare.

Se loro erano di Lucius, io ero di Nifhehim.

Se loro avevano una famiglia, felice o disastrata qual era, io ero creato in un laboratorio.

Se loro esistevano con uno scopo ben preciso nella vita, io ero al mondo solo per renderli miserabili e infelici.

Non mi accetterebbero mai se scoprissero tutto questo. Mai. Non mi vorrebbero mai più tra i piedi o, in caso contrario, non farei altro che causar loro guai su guai, perché non so come convivere con me stesso.

 

Mi preoccupo sempre di cosa vogliono gli altri, ma cosa voglio io? Non me lo sono mai chiesto, è tempo di farlo, comprendere i miei desideri ed abbracciarli e finalmente, dopo tanto tempo, l'ho capito ed è restare con loro fino alla fine e confessare la verità.

Non posso scegliere da dove vengo, ma posso scegliere la strada da intraprendere.

Non saprò mai se mi accetteranno o no, se non correrò il rischio di rivelare ciò che sono, perché questa è la mia vita da vivere.

Sono i soli amici che ho. Se non sono onesto con loro, con chi mai lo sarò?

Spero solo che le cose restino come sempre, non cambino, ma poi mi ricordo che la mia provenienza non ha importanza per loro. Non ho mai trattato Noctis come un principe, dunque perché mai dovrebbero trattarmi diversamente loro?

Ho degli amici e per loro sono abbastanza, così lo sono anche per me stesso, ed è per questo che terrò duro. Sono abbastanza. Valgo qualcosa. Ho degli amici. Sono amato e accettato. Non sono solo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

PUNTO PRIMO: TANTI AUGURI AL MIO RAGGIO DI SOLE PROMPTO!!!

Facciamo la persona seria e matura, Akicchi, okay?

Okay.

Era da un sacco che pensavo di fare questa fiction, soprattutto dopo aver visto l'episodio dedicato a Prompto, e che bella la vita che va avanti di gameplay, dunque ho dovuto rivedermelo mentre scrivevo questa fiction (e anche la scena del tetto e quando Noctis e co. salvano Prompto). Dunque si può dire che mi hanno ispirata queste tre cose, oltre ad una delle canzoni della mia vita (Good Enough – Little Mix). ;v;

E niente, davvero, questa fiction andava fatta, per questo ho fatto di tutto per finirla oggi, in quanto è il suo compleanno e ci tenevo a scrivere qualcosa per lui!

Detto questo, adieu ragazzi, alla prossima fiction! ;3

Ps: è da sette anni che non uso la prima persona in una mia storia, dunque non mi mangiate viva, plz.

   
 
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