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Autore: lonewolf87    26/10/2017    1 recensioni
A causa di un brutto incidente stradale in cui il povero Na-San perse la vita, Kilari si ritirò dal mondo dello spettacolo e si trasferì a New York, abbandonando tutti i suoi amici e il ragazzo di cui era innamorata. Quindici anni dopo, un improvviso malore del padre costringerà l’ex idol a tornare in Giappone, dove farà la conoscenza di una ragazzina che la spingerà ad affrontare il proprio passato.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroto Kazama, Kilari Tsukishima, Nuovo personaggio, Seiji Hiwatari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la discussione con Hiroto, Kilari vagò in giro senza meta fino a trovarsi casualmente nel parco vicino l'agenzia Muranishi. Rendendosi conto del luogo in cui era finita, si sedette su una panchina e scoppiò a piangere.
“Signora, perché piangi?” domandò incuriosito un bambino dai capelli blu con gli occhiali che si era avvicinato a lei.
“Eh?” balbettò lei, in lacrime.
“Qualcuno ti ha fatto male?” chiese ancora lui.
“Kotaro! Quante volte ti ho detto di non parlare con gli sconosciuti?” lo richiamò una donna dalla voce familiare.
“Ma mamma, quella signora è triste, sta piangendo.” rispose il figlio, indicando Kilari.
“Cosa? Kilari? Che ci fai qui?” chiese la signora Kumoi, che non si aspettava di incontrarla fuori.
“Mi lasci in pace, signora Kumoi! Non ho voglia di ascoltare le sue prediche!” rispose malamente Kilari.
La moglie di Muranishi capì che non era il caso di tormentarla e si sedette accanto a Kilari. “Ci penso io, Kotaro. Vai a giocare con i tuoi amichetti.”
“Okay, mamma.” obbedì il bambino, lasciando la madre in compagnia di Kilari, che non smetteva più di piangere e a quel punto, la signora Kumoi la consolò con un abbraccio. Kilari rimase sorpresa dal suo gesto, perché la sua ex agente non aveva mai avuto manifestazioni di affetto nei suoi confronti, specialmente dopo il suo ritorno in agenzia. Ma dopo la brutta discussione con Hiroto, quel suo abbraccio era ciò di cui aveva bisogno.
“Quel bambino... è figlio suo e del direttore?” domandò Kilari.
“Già. Si chiama Kotaro e ha nove anni.” rispose la signora Kumoi.
“E’ così simpatico. Assomiglia molto a suo marito.”
“Perché ti sei assentata in questi giorni? E’ successo qualcosa di grave?”
“Io....aspetto un bambino, signora Kumoi.”
“Che cosa? Un bambino?”
“Sì.”
“E tu non lo vuoi?”
“No, lo voglio assolutamente. Però...”
“Però il tuo fidanzato non è d'accordo, non è così?”
“Non ho nessun fidanzato.”
“Ma ce l'avevi prima.”
“E’ durato per un breve periodo. Quello che credevo sarebbe stato l'inizio di una nuova vita per me, mentre in realtà è stata solo una misera illusione.”
“Chi è questa persona?”
“Lei lo conosce molto bene, signora Kumoi. E’ una persona che si è rovinata per colpa mia e in questo momento io sto pagando le conseguenze del suo cambiamento.”
“Non vorrai dirmi che...il padre è Hiroto?” domandò sorpresa Kumoi. Kilari non rispose, ma quel silenzio valeva molto più di un sì. “Santo cielo! Com'è possibile che sia accaduto? Credevo che avesse perso completamente la testa per Fubuki. Quindi...la causa del comportamento indisciplinato che ha tenuto in questi anni è stata la tua partenza. Era innamorato di te. Come ho fatto a non capirlo?”
“La cosa assurda è che anch'io lo amavo, ma a bloccare i nostri sentimenti era stata per lui la convinzione che mi piacesse Seiji e per me la paura di perdere la sua amicizia. Poi l'incidente e il mio trasferimento in America c’ha allontanati definitivamente. Quando quella notte venne a trovarmi a casa mia e facemmo l'amore, credevo che insieme avremmo costruito un futuro tutto nostro. Invece... si è divertito alle mie spalle. E quando l'ho incontrato per parlargli della mia gravidanza, mi ha offerto dei soldi perché rinunciassi....” non riuscì a terminare che scoppiò nuovamente in lacrime.
“Kilari…” mormorò Kumoi, sconvolta dal racconto della sua ex assistita. Non l’aveva mai vista piangere in quel modo. Hiroto si era comportato in modo squallido con lei, peggio di tutte le volte in cui si faceva beccare dai paparazzi ubriaco e in compagnia di altre donne.
E’ diventato un mostro per colpa mia.” continuò ancora Kilari.
“Coraggio, non piangere. Non è colpa tua.” provò a consolarla Kumoi. “Tu sei mancata a tutti, ma nessuno è arrivato a comportarsi come Hiroto. Certo, per gli altri eri un'amica mentre per lui qualcosa di più, ma sei stata importante per tutti. L'affetto che io, il direttore, Seiji e tutti gli altri abbiamo avuto per te non era assolutamente inferiore al suo amore. Ci siamo rimasti male per la tua partenza, io forse più di tutti, pensando agli sforzi che avevo fatto per aiutarti a diventare una stella e ti chiedo perdono, per non essere riuscita a capire il momento che stavi attraversando e per essere rimasta la solita donna insensibile fissata col lavoro.”
“Non è vero. Sono io che ho mollato. Potevo continuare dopo l'incidente, come aveva fatto Akane dopo che il suo sogno di diventare una ballerina si era spezzato per sempre, ma non ho trovato la forza.”
“Invece la colpa è nostra, Kilari. A causa delle nostre pressioni, hai visto l'agenzia e tutte le persone con cui hai lavorato, tra cui Hiroto, come un qualcosa di negativo. Contavamo sul fatto che avresti trovato la forza per continuare e che quello che ti era accaduto si sarebbe presto risolto come tutte le difficoltà che avevi affrontato in passato. Invece non avevamo tenuto conto che prima di essere una idol, eri una semplice ragazza, che in quel preciso istante stava attraversando uno dei periodi più brutti della propria vita e che aveva perso un amico fraterno come il povero Na-San. E io sono stata una stupida a non averlo capito. Per questo te ne sei andata a New York con tuo padre. Volevi chiudere per sempre col passato e ricominciare una nuova vita.”
Kilari si asciugò le lacrime e non disse nulla per qualche secondo, finchè…
“Ho deciso di andarmene.” decise lei.
“Cosa?” domandò la sua ex agente.
“Ormai ho concluso da un pezzo i contratti con i fornitori del ristorante di mio padre. Non ha più alcun senso per me stare in Giappone.” spiegò Kilari.
“Ascolta, Kilari. Non puoi abbandonare tutto per colpa di Hiroto.” obiettò Kumoi.
“Signora Kumoi, qui non si tratta di me o di Hiroto, ma del mio bambino. Voglio che cresca in un ambiente sano, lontano da quell'uomo falso ed egoista che è suo padre. Lei è madre da diversi anni e sa bene quanto sia importante per un bambino crescere con l'affetto di entrambi i genitori. Ma nel mio caso questo è impossibile, perché il padre non vuole il bambino che porto in grembo e quindi devo fare di tutto per proteggerlo.”
La donna rimase in silenzio delusa. Kilari voleva di nuovo scappare, come aveva già fatto quindici anni prima, ma in questo caso non si sentì di biasimarla. Aspettava un bambino e Hiroto l’aveva vigliaccamente abbandonata al suo destino. Kilari aveva bisogno di qualcuno che non la lasciasse sola, e lei sapeva bene che le uniche persone che potevano aiutarla erano i suoi familiari, che vivevano tutti a New York.
“Cerchi di capire la mia situazione.” insistette ancora Kilari.
“Dimmi come farai con Shizuka. Lei è molto legata a te, lo sai?” chiese la donna.
“Lo so. E vorrei chiederle un favore,signora Kumoi.”
“Vuoi che sia io la sua nuova agente?”
“Esatto. Il direttore finora non ne ha trovato uno disponibile, probabilmente a causa delle interferenze della signora Higashiyama, ma credo che lei sarebbe la persona perfetta per prendersi cura di Shizuka.”
“Beh...visto che vuoi andartene e io non posso farti cambiare idea, mi sa che non ho altra scelta. Lo farò con molto piacere.”
“La ringrazio di cuore, signora Kumoi.”
“Shizuka è una ragazza speciale. L'avevo notato fin dalla prima volta che l'ho vista. Possiede quella che noi chiamiamo l'aura dell'artista, la stessa che avevi tu alla sua età. Non volevo ammetterlo perché ero ancora arrabbiata con te, ma ora che abbiamo chiarito le nostre divergenze, è giusto che tu lo sappia.”
“Ah,un'altra cosa. Non racconti a suo marito o agli altri che sono incinta.”
“Che cosa? E perché?”
“Non voglio che qualcuno faccia pressioni a Hiroto per fargli cambiare idea. Deve riflettere da solo sul modo in cui si è comportato.”
“Kilari...ho un'altra domanda da farti. Sei sicura di non amarlo più?”
“Che importanza ha? Lui vuole sposare Fubuki. Me l'ha detto chiaramente.”
“D'accordo, ma provi ancora qualcosa per lui?”
“Io...non lo so. Hiroto è stato l'unico ragazzo che abbia amato in tutta la mia vita. Per quanto mi abbia fatto male, non riesco proprio a dimenticarlo e a far in modo che qualcun’altro possa prendere il suo posto nel mio cuore.”
“Sei così buona, Kilari...quando avresti intenzione di partire?”
“Non lo so. Il prima possibile, spero.”
“D'accordo. Ti accompagno in agenzia, così avvisi gli altri.”
 
Poco dopo, Kilari e la signora Kumoi giunsero all'agenzia Muranishi dove l’ex idol comunicò al direttore e a Seiji la sua decisione.
“Cosa? Vuoi tornare a New York?” domandò sorpreso Muranishi.
“Sì.” annuì Kilari, senza nascondere la propria delusione.
“Sigh! E io che mi stavo abituando alla tua presenza.” singhiozzò il direttore.
“Mi dispiace che l'abbiate saputo solo adesso, ma è una decisione che ho preso in questi giorni. Mio padre non sta molto bene, ha avuto un infarto di recente e non me la sento di lasciarlo solo. Ha bisogno del mio aiuto.” mentì lei, preferendo non raccontare al resto del gruppo della sua gravidanza.
“Non importa. Del resto l'avevi detto fin dall'inizio che eri tornata in Giappone per occuparti degli affari del ristorante. Però sei stata così tanto tempo con noi… ci mancherai, Kilari.”  disse Seiji, anche lui dispiaciuto.
“Mi mancherete anche voi. Però ho una buona notizia. La signora Kumoi ha accettato di fare da agente a Shizuka.”
“Che hai detto?” domandò incredula Shizuka da dietro la porta, attirando l’attenzione di tutti i presenti, compresa Kilari.
  
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