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Autore: nikita82roma    26/10/2017    5 recensioni
Una delle cose più belle è parlare di Castle ed ispirarsi a vicenda. Così parlando con Uni del famoso "Ti è piaciuto?" di Kate è venuta fuori anche questo mio punto di vista, un po' più giocoso e meno serio, visto sempre dalla parte di una Beckett meno sicura e decisa di come siamo abituati a vederla... più Kate!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Partner in Crime. Partner in Life'
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Cosa le era saltato in mente? Come le era passato per la testa di fargli quella domanda. L’ultima volta che aveva chiesto ad un uomo se le era piaciuto aveva forse... no, non lo aveva mai fatto, nemmeno quando era adolescente, nemmeno nella sua prima, disastrosa, volta, anche se lì da chiedere c’era ben poco visto che era finita con delle grosse risate di entrambi. Ora è una donna, non più una ragazzina impacciata, anche piuttosto sicura di sé, eppure dopo una notte che senza alcun dubbio avrebbe giudicato perfetta, si è ritrovata a chiedere a lui se gli sia piaciuto, come se non avesse ricevuto durante tutta la notte abbastanza prove che è stato così.
Era uscita dal loft in fretta e furia, perché si sa che con Castle nulla è mai normale o va come deve andare, con il rischio di essere beccati in flagrante da sua madre, quello sì proprio come due adolescenti, ed ora se ne sta nel suo appartamento a ripensare a quello che è successo poco prima. A tutto quello che era successo nelle ultime frenetiche ore, dalla paura di morire, più di quando le avevano sparato perché il giorno prima era stata sempre cosciente, al sentirsi viva, con lui e grazie a lui, come mai le era capitato prima. Avrebbe voluto dirgli molte cose, più sensate, più profonde, che spiegassero meglio quello che sentiva, quello che c’era stato, quello che ci sarebbe stato da quel momento in poi, ma non ne ebbe prima la capacità poi il tempo.
Suona il campanello. È lui. Entra e tutto si confonde, ancora. Perché le parole quelle che aveva pensato svaniscono e torna quel gioco delle parti più divertente e scanzonato più facile da sostenere per non sembrare troppo vulnerabile, troppo coinvolta, anche se crede di averlo già dimostrato con i fatti quanto lo sia.
Ci sarà tempo, pensa Kate, magari dopo, perché lì non li può disturbare nessuno, non Martha o Alexis e nessuno dal distretto chiamerà. Hanno tutto il tempo per fare prima e dirsi poi...



Era arrivato Ryan e tutto aveva preso una piega diversa da quello che avrebbe voluto. Si era ritrovata catapultata nel caso di sua madre senza nemmeno volerlo. In poco tempo, invece, aveva scoperto più che in tutti quegli anni. Aveva rischiato di morire, ancora, questa volta con lui, ma come sempre quando sono insieme, ne erano venuti fuori. Aveva trovato un nome, aveva dato un volto al mandante dell’assassinio di sua madre, lo aveva guardato negli occhi e aveva vinto la sua voglia di vendetta, capendo che non era quello che sua madre avrebbe voluto. Aveva bluffato e stretto un accordo che le avrebbe permesso di vivere in tranquillità intanto che poteva cercare altre prove. Era stata riammessa al distretto, ma dopo aver scontato la sospensione. Insomma la solita vita frenetica che non la abbandonava mai da quando lui era entrato prepotentemente a farne parte.
Lui, Castle, anzi Rick, l’uomo che è dietro il bancone della sua cucina e sta aprendo una bottiglia di vino appena comprata, prima di salire, che fruga tra i pensili in cerca di bicchieri e si muove con una naturalezza tra quelle mura come nessun uomo ha mai fatto. Sa che lei lo sta guardando, lo ha capito da come sorride compiaciuto mentre versa il vino nei calici.
- Tieni, sono sicuro che ti piacerà - le dice porgendole un bicchiere e poi la bacia cogliendola di sorpresa. Non è ancora abituata a quell’aspetto di loro, mentre per lui sembra la cosa più normale del mondo, come se lo avesse sempre fatto o come se non avesse mai aspettato altro.
- Di certo questo mi piace. - Risponde con le labbra sul bicchiere, ancor prima di assaggiare e lui sa che non sta parlando del vino.
- Piace anche a me. Moltissimo. - Anche Rick beve un sorso di quel vino rosso.
- Châteauneuf du Pape del 2009. Una grande annata. - Continua Castle con il sapore di vino ancora in bocca mentre ne osserva il colore intenso prima di poggiarlo sul tavolo vicino a lui.
- È stata una buona vendemmia? - Chiede lei domandandosi perché vuole parlare di vino proprio in quel frangente.
- Non pensavo al vino. Pensavo a noi. È quando ci siamo conosciuti.
- Già... una grande annata. - sorride Kate bevendo un altro sorso e poi appoggiando il bicchiere proprio vicino a quello di lui.
Rick la prende per mano e la porta verso la camera da letto, lasciando il vino e tutto il resto sul tavolo. Kate è sorpresa da quel gesto, ma lo segue, proprio come aveva fatto lui al loft, ognuno intraprendente nel rifugio dell’altro.
Le piace come l’accarezza, quella mancanza di fretta, i lunghi baci, le mani che si muovono ad esplorare i corpi. Le piace quando si stendono e Rick non cerca subito quello che lei poteva immaginare, ma continua in quelle attenzioni che sembrano quasi venerarla, mentre lei cerca nella penombra gli occhi di lui che brillano.
Ripensa a quella mattina, a quando non aveva saputo dirgli nulla di più che chiedergli se gli era piaciuto, come se tutto quello che era successo si riconducesse solo al sesso, come se in quella notte ci fosse stato solo quello e non tutto il di più che non sapeva ancora razionalizzare. Si immagina a quali possono essere i pensieri di lui, adesso. Magari è convinto che lì c’è solo una donna impacciata che ha bisogno di essere rassicurata o che le importa solo quello tra loro o che…
- Sono stata una stupida a farti quella domanda - Le parole le escono più veloci dei pensieri mentre si mette seduta sul letto, sottraendosi alle sue attenzioni
- Quale domanda? - Rimane interdetto e non capisce.
- Se ti era piaciuto io… Non volevo dire quello, cioè sì, speravo che ti fosse piaciuto ma… non era solo quello, quella notte è che… - Sbuffa. Si rende conto che solo peggiorando le cose, che la confusione che c’è dentro di lei sta uscendo dalla sua bocca mettendola ancora più in ridicolo. - insomma non sono una ragazzina inesperta e…
Castle Ride e lei si blocca. Se quella non fosse casa sua sarebbe già scappata via mettendo quella in cima alle figure peggiori che ha fatto con i ragazzi.
- Credimi, non ho mai pensato a te come una ragazzina inesperta e poi dopo quello che è successo e che abbiamo fatto, non potrei mai dirlo, non credi? - Le alza il viso per guardarla negli occhi e lei vorrebbe sprofondare, ma non legge ironia nel suo viso e poi non vede proprio più nulla, perché lui è troppo vicino e la sta baciando di nuovo.
- Non credi sia stato stupido? - Gli sussurra appena lascia le sue labbra.
- No, è stato dolce. Non me l’aveva mai chiesto nessuna. Di solito sai, per noi è abbastanza, ehm… evidente la cosa… Siamo più noi a doverlo chiedere… È stato bello che tu ci abbia pensato…
- Beh, è successo tutto così velocemente, cioè, no non in quel senso… quello è stato… è stato giusto… - Castle ride ancora mentre lei parla e si rende conto che non riesce a dire nulla di sensato o che non sia male interpretabile.
- Tempo giusto sì, per ogni round… forse solo il terzo è stato più uhm… veloce ma Beckett tu… wow… - Se Rick deve descrivere quella notte in una parola userebbe perfetta, ma sta solo cercando di farla ridere e metterla a suo agio e quando lei lo colpisce al fianco capisce di esserci almeno in parte riuscito e le lascia di nuovo la parola.
- Voglio dire… Ci eravamo lasciati non proprio bene, io ho rischiato di morire… Quando sono venuta a casa tua non sapevo nemmeno se mi avresti aperto la porta o lasciata entrate. - Ammette sospirando.
- Sei entrata senza lasciarmi molto tempo per decidere, ti devo ricordare come mi sei saltata addosso? - La stuzzica un po’ facendola sorridere.
- Già… - Kate abbassa lo sguardo imbarazzata, certo che ricorda ogni istante di quella sera, come potrebbe essere altrimenti - Ma credevo veramente che se non avessi agito così, non mi avresti nemmeno lasciato parlare.
- Sul serio? - Le chiede stupito spostandole una ciocca che le copriva in parte gli occhi.
- Sì, credevo di averti perso per sempre. - Kate gli accarezza la nuca passando le mani tra i capelli. - E quello che voglio dirti è che non è stata solo una notte e che non è stato solo sesso e non era quella la cosa importante che avrei dovuto dirti. C’è tanto altro ed è ancora così complicato che…
- Non devi dirmi niente Kate. Non adesso. Lo farai quando vuoi tu. - La fa scivolare di nuovo nel suo abbraccio e poi si distende vicino a lei. Riprendono a baciarsi come quando si erano interrotti poco prima, con la stessa tenerezza, la stessa calma di chi sa che il tempo è appena iniziato per loro, mentre i vestiti cadono a terra ai lati del letto, lasciando i loro corpi nudi, liberi di conoscersi ancora meglio.
- Ti amo Rick - Gli sussurra mentre lui la stringe a se, lasciando che una lacrima le bagni il viso, consapevole che quello è tutto quello che doveva dirgli.
   
 
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