Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.6
Il compleanno di Squalo
Gokudera
si portò la sigaretta alle
labbra, espirando il fumo dalle narici. Scostò la tenda e
guardò Squalo seduto
in giardino sotto il gazebo.
"Mi
stai dicendo che il Boss dei
Varia è così preso dalla contabilità
della famiglia da essersi scordato il compleanno
di Squalo? Sicuro che solitamente gl'interessi?" chiese, voltandosi
verso
Takeshi.
Takeshi
sorrise, con la mazza da
baseball poggiata su una spalla.
"Ti
sto dicendo che Xanxus si era
messo a fare i calcoli per quanto poteva spendere per la festa di
compleanno di
Squalo senza far arrabbiare sensei,
ha trovato dei buchi nella contabilità e ne è
stato risucchiato talmente tanto
da dimenticarsi quando c'era il compleanno" disse.
Guardò
il giovane di fianco a sé,
sorrise ampiamente chiudendo gli occhi.
"Quindi
è ovvio che se lo ricordi e
che gli interessi! È finito nei guai con la matematica
proprio perché pensava a
quello!".
Mugugnò
sporgendosi a guardare Squalo,
strinse le labbra.
"Quando
Xanxus fa così, strapparlo
dallo studio è più difficile che vincere una
partita quando hai solo un
battitore, ma non è giusto che appaia come non gli importi
del suo
Capitano".
Gokudera
diede le spalle alla finestra e
vi si appoggiò, arrivando a metà della sigaretta.
Si strinse la cravatta e
assottigliò gli occhi.
"E
hai delle idee per 'aiutarli'
Maniaco del baseball?" chiese.
Takeshi
gli si poggiò di fianco, mise la
mazza in terra ticchettandola ritmicamente.
"Anche
se riuscissimo a far uscire
Xanxus da lì, cosa che vedo difficile, non avrebbe comunque
tempo per organizzare
tutto quello che voleva, e si sentirebbe davvero un pessimo Boss!".
Sorrise
mettendosi davanti ad Hayato, si
piegò con le ginocchia per guardarlo negli occhi.
"Quindi
ci vuole una quest secondaria del
GDR! Dobbiamo
organizzare un compleanno a sensei
degno
di questo nome, e far uscire Xanxus dallo studio prima dello scadere
del
tempo!".
Gokudera
lasciò cadere la sigaretta per
terra e ghignò.
"Ci
sto. Voglio proprio vedere la
faccia di Xanxus" disse roco.
***
Gokudera
si sbottonò l'ultimo bottone
della camicia e scese dalla scala, guardando le campanelle d'oro appese
sopra
la finestra.
Si
girò e guardò le posate d'argento sul
grande tavolo, la tovaglia candida decorata da un merletto e le
composizioni
floreali.
"Anche
qui è tutto pronto. Come va
con il camino? Si è acceso?" chiese.
Takeshi
si tirò seduto, passò la mano
sulla fronte sudata sporcandosi di cenere e sorrise, facendo una v con
indice e
medio.
"Sono
ridotto peggio di
Cenerentola, ma il fuoco è acceso e scoppiettante!"
esclamò.
Si
alzò in piedi, si guardò intorno e
fischiò dilatando gli occhi castani.
"Questo
è davvero un ottimo
lavoro!".
"Vatti
a lavare. Devi occuparti di
Squalo, adesso.
Io
controllo arrivi il cibo che abbiamo
ordinato e se il Decimo ha ordini per noi. Siamo stati occupati tutto
il
giorno" ordinò Gokudera.
Takeshi
batté i talloni e portò la mano
alla fronte.
"Agli
ordini!" esclamò.
Lo
raggiunse, gli scompigliò i capelli
argentei a pugno chiuso e ridacchiò, allontanandosi.
"Ma
sono convinto che Tsuna
approverà la nostra lotta per il 'vero amore'!".
Gokudera
gli premette indice medio sulla
fronte, allontanandolo.
"Fila,
spilungone" scherzò.
***
Squalo
accarezzò il gambo di una rosa
bianca, si sporse e ne inspirò il profumo. Su
voltò, udendo dei passi.
"Voooi! Chi c'è?!"
sbraitò.
Takeshi
fece capolino, con un ampio
sorriso. Alzò la mano avvicinandosi al maggiore.
"Yo, sensei!"
salutò.
Squalo
puntò la spada verso di lui.
"Che
diamine vuoiiii?!" gli
urlò contro.
Takeshi
ridacchiò alzando le mani in
aria, camminò lateralmente fino ad essergli davanti.
"Su,
su! Mi chiedevo solo se ti
andava di far pratica!".
Sorrise
ampiamente chiudendo gli occhi,
piegò il capo di lato.
"Devo
finire di sporcare questi
vestiti, o papà si lamenterà che li metto a
lavare senza motivo!".
Squalo
ghignò, mostrando i denti aguzzi.
"Allora
preparati, moccioso!"
gridò, correndo verso di lui con la spada alzata.
Cercò
di colpirlo dall'alto facendo
calare la lama.
Takeshi
sfoderò la spada, si acquattò
scartando di lato e la spada di Squalo sibilò alla sua
sinistra, il ragazzo
picchiò con il piatto della spada contro la gamba del Varia
e si mosse
all'indietro.
<
Devo spingerlo verso una zona
fangosa, se non si sporca sarà ancora più
difficile convincerlo a fare il bagno
> si disse.
Squalo
lo raggiunse con una spallata,
facendolo indietreggiare.
"Non
ti distrarre, come tuo
solito!" lo rimproverò.
Takeshi
strinse i denti, girò attorno al
più grande tenendo la spada in posizione di guardia.
"Non
puoi usare il corpo a corpo
durante uno scontro di spada, sensei!"
protestò.
"Voooi! Tu non devi usare il piatto della
spada. Ferisci se
devi!" lo riprese il più grande.
Takeshi
rise, annuì e scartò verso
destra, si spostò di scatto in avanti e cercò di
colpire il fianco di Squalo.
"Non
cambi mai!" esclamò.
Si
umettò le labbra, stringendo l'elsa.
<
Non posso usare lo Shiguren per
cose che non sono serie, ma se utilizzo tecniche con la pioggia lo
bagno e
costringo a lavarsi > stabilì.
<
Il ragazzino sembra troppo
depresso. Che abbia litigato con Sawada? > si chiese Squalo. Lo
spintonò
nuovamente e lo fece cadere nell'aiuola, sporcandolo di terra. Un po'
di fango
schizzò anche il viso di Superbi.
"Hai
intenzione di mettere radici,
bocciolo?" lo punzecchiò.
Takeshi
avvampò, le fiamme della pioggia
avvolsero la lama della sua spada e il ragazzo la premette sul terreno,
il
fango sporcò la lama e lui lo lanciò contro
l'uomo, macchiandogli il vestito
nero. Rise, si alzò lasciando strofinare la punta della lama
in terra, creando
del fango lungo tutto il percorso. Provò nuovamente a
colpire Squalo mettendo
forza nel movimento, in modo che il fango e l'acqua sulla lama
volassero verso
il Varia.
Squalo
saltò all'indietro, facendo
mulinare i suoi lunghi capelli.
"Fila
a lavarti quel vestito...
temo di avere bisogno anche io di un bagno urgente.
Voi!
Piccola peste" borbottò.
<
Sembra essersi ripreso, meno male
>.
Takeshi
abbassò la lama con un sorriso
da orecchio a orecchio, si poggiò la spada sulla spalla
premendo il piatto
contro la maglia, sporcandola di fianco.
"Sarà
un piacere, sensei!"
trillò.
*
* *
Squalo
affondò nella vasca da bagno e
osservò il soffitto candido della casa, inspirò
l'odore pungente dei sali da
bagno e alzò una gamba. L'acqua scivolò sulla
pelle liscia e con le dita
affusolate, e umide, fece esplodere una bolla di sapone sul suo alluce.
<
Boss sembra essersi completamente
dimenticato che giorno è oggi, ma almeno era sereno. Non si
sentiva così utile
da tanto tempo >. Riabbassò la gamba e
giocherellò con il nastrino rosso tra
i suoi capelli, le ciocche argentee gocciolavano.
<
In fondo io e quel baka-boss siamo
legati. Non abbiamo
bisogno di inutili festeggiamenti. Siamo Varia, non ragazzine >
pensò. Finì
di lavarsi utilizzando la schiuma e si alzò, sul suo corpo
pallido scivolavano
le gocce d'acqua. Si guardò intorno e inarcò un
sopracciglio, notando l'assenza
dell'accappatoio. Cercò gli asciugamani nel
porta-asciugamani e nel mobiletto,
ma non li trovò.
"VOOOIH!
Dove diamine sono i
vestiti?!" gridò, guardando la tavolozza abbassata del bagno
senza niente
di sopra. Si nascose il membro con l'unica mano, avvertendo delle fitte
provenire dal moncherino. Abbassò la maniglia con il tallone
e spalancò la
porta con un calcio. Entrò nella sua camera da letto e
impallidì, vedendo una
tavola imbandita e una serie di decorazioni.
<
Questi non erano in cucina? Pensavo
fossero per qualche stupida festa dei mocciosi. Perché
diamine si sono
materializzati qui?! >.
"VOOOOI! CHE DIAMINE SUCCEDE?!"
tuonò.
Xanxus
sollevò il capo dalla tavola,
spalancò gli occhi osservando Squalo nudo e gocciolante e
gli occhi cremisi
divennero liquidi. Rizzò la schiena curva, portò
una ciocca nera dietro
l'orecchio e avanzò verso di lui. Lo attirò a
sé, bagnando la propria camicia
spiegazzata, e si chinò vicino al suo orecchio.
"Pensavo
fosse il tuo, di
compleanno, amore" sussurrò, roco.
Si
sfilò il cappotto e lo avvolse
attorno alle spalle del Capitano dei Varia, coprendolo completamente.
Squalo
arrossì e gli appoggiò la testa
contro il petto, gli posò un bacio sulla porzione di pelle
che la camicia di
lui lasciava scoperta.
"Voooi. Ti giuro che non è
stata una mia idea" disse con voce
molto bassa.
Xanxus
rise piano, gli baciò la testa e
si guardò intorno.
"Non
avevo in mente proprio questo,
per il tuo compleanno, ma devo ammettere che è molto
più pratico ...".
Sorrise
dolcemente, spostando una ciocca
bagnata dalla guancia del Varia.
"...
e ci tiene separati molto
meno".
Squalo
si strinse nel cappotto di lui e
si lasciò guidare fino al tavolo, si accomodò su
un'altra sedia.
"Se
fossi meno bagnato, forse
sarebbe anche meglio" scherzò.
Xanxus
entrò in bagno, ci furono degli
schiocchi secchi. Uscì con due asciugamani lunghi, li porse
a Squalo e sorrise.
"Finirai
anche per raffreddarti,
quindi è decisamente meglio se ti asciughi".
Guardò
le finestre osservando fossero
chiuse, si sedette sulla sedia e osservò la pelle candida
del giovane vicino a
sé, che spiccava sotto il cappotto.
<
Ho passato tutto quel tempo a calcolare
quanto potessi o non potessi spendere per non farlo arrabbiare e non
sottrarre
fondi alla Famiglia, ma quando me lo trovo davanti penso solo che il
tesoro dei
Vongola non vale un suo singolo sorriso > pensò.
Squalo
si asciugò, abbandonò i due asciugamani
umidi sullo schienale della sedia e si avvolse nuovamente nella giacca
di
Xanxus.
"
Non ho mai cenato in camera, ma
almeno se dopo vogliamo...". Deglutì, aveva le orecchie di
un rosso
acceso. "... Continuare, abbiamo già il letto" propose.
Xanxus
lo guardò, si passò la mano tra i
capelli scarmigliati e sorrise appena.
"Sicuro
di non preferire
vestirti?" chiese.
Sogghignò
guardandolo dal basso verso
l'alto.
"A
me non dispiace, ma se per il
tuo compleanno vuoi solo cenare e restarmi vicino, non credo di
potermene
lamentare, visto che ti stavo ignorando".
Squalo
gli prese la mano nella propria.
"Va
bene così" lo rassicurò.