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Autore: Usagi_84    27/10/2017    1 recensioni
- E’ una voglia normale o è una voglia matta? - chiese Minako.
- Bè… non saprei, ho solo voglia di cioccolata - rispose la “quasi mammina” in tutta la sua ingenuità.
- Pensaci bene Usagi, è di vitale importanza... -
Dopo il successo di "Più viva che mai", Usagi_84 torna con il seguito "Tre è il numero perfetto"
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 6: Com’è bello il mondo accanto a te
 
Mamoru.
“Credo di avere l’impressione di ondeggiare mentre cammino, non è una posizione molto comoda, ma devo ammettere che è piuttosto soddisfacente camminare accarezzandosi la pancia, guardare le vetrine con parecchio interesse, molto più di quanto sia abituato io.
Alcune persone ci guardano dedicandoci un sorriso, forse penseranno che siamo una bella coppietta. Altre persone, quelle più anziane, ci squadrano con sguardi di disapprovazione… chissà perché” Mamoru cercava di catturare tutte le sensazioni possibili finchè si trovò a guardare la propria immagine riflessa nella verina di un negozio. “Che la mia Usako fosse bella lo sapevo, ma che accanto a me sembrasse una ragazzina… non credevo così tanto… forse sono io che ho sempre quel cipiglio serio a sembrare troppo adulto… credo sia per questo che alcune persone ci guardano male”
Guardando oltre la vetrina, all’interno del negozio, Mamoru scoprì il bancone di una pasticceria, ricco di torte, dolci alla frutta, pasticcini al cioccolato… cioccolato…
Improvvisamente Mamoru percepì il netto, forte e inconfondibile desiderio di mangiare quel pasticcino al cioccolato, e con l’acquolina in bocca e un poco di imbarazzo chiese a Usagi se potevano entrare a mangiare qualcosa.
- Hai fame? Bè effettivamente è quasi ora di pranzo, che ne dici di andare in quel nuovo ristorante? Mi piacerebbe assaggiare gli spaghetti che tanto pubblicizzano –
- Spaghetti? Ehm… si magari più tardi… perché non ci concediamo uno spuntino prima di pranzo? – insistette Mamoru sperando che Usagi si decidesse ad entrare proprio nella pasticceria davanti alla quale si trovavano casualmente.
- Hai ragione, forse è presto per il pranzo, che ne dici allora di gelato alla frutta? Qui vicino c’è un’ottima gelateria -
Mamoru non avrebbe resistito ancora per molto… anzi non osava aprire la bocca per paura di poter mangiare la vetrina… dannazione ora sentiva chiaramente anche il profumo di quel pasticcino al cioccolato… dolcissimo cioccolato al latte… delicato… di quelli che si sciolgono in bocca…
- Ok! Ok! Lo ammetto!!! Non ce la faccio più! Usagi voglio un pasticcino al cioccolato! -
- Ma certo tesoro mio, tutto quello che desideri –
Mamoru si affrettò a seguirla e una volta all’interno si riempì gli occhi con tutte le prelibatezze che erano esposte.
- Ora dovresti fare il cavaliere Usagi e chiedere il dolce alla signorina per la tua bella fidanzata incinta – ordinò Mamoru senza togliere gli occhi dal bancone.
- D’accordo, tu aspettami seduto a quel tavolino –
Mamoru si diresse verso il tavolo indicato sorridente e spensierato, e pensò a quanto era rilassante ogni tanto concedersi un momento di assoluto svago fuori controllo. Purtroppo quella parola gli fece venire in mente quello che c’era nel suo portafogli, che ora Usagi teneva in mano in attesa di pagare il suo dolcetto.
Era sempre andato fiero del suo modo di organizzare le finanze, ma ora, attraverso le emozioni di Usagi, se ne vergognava, non dell’organizzazione in sé, ma di quello che avrebbe potuto pensare Usagi.
Infatti la vide voltarsi verso di lui con un’espressione piuttosto triste.
La vide pagare il dolce e venire verso di lui.
Gli si sedette accanto, posò il dolce e lo abbracciò stretto.
- Mamo, io non pensavo fosse così complicato… mi dispiace tanto per tutte le volte che non mi sono resa conto di quanti soldi ti ho fatto spendere –
Mamoru l’abbracciò di rimando.
- Dispiace a me non guadagnare ancora abbastanza, ma quando sarò un medico a tutti gli effetti, potrò davvero comprarti tutto quello che desideri, tutto ciò che è degno di una Regina –
- Mamo, io non ho bisogno di nient’altro se non del mio Re, medico o non medico, ricco o povero, mi dispiace davvero di non aver mai prestato attenzione a questa parte importante della nostra vita –
Mamoru si sentì improvvisamente sciocco per non aver mai parlato ad Usagi delle sue difficoltà, erano o no una famiglia? Si sentì immensamente fortunato.
- Ti bacerei Usako, ma… -
- Si, lo so… sarebbe fin troppo strano -
 
 
 
Usagi.
E’ piuttosto rilassante camminare ben diritti.
Non ondeggiare ad ogni passo, certo la pancia le mancava parecchio, ma ora si godeva la sensazione di essere alta e atletica.
Osservava Mamoru nel suo corpo accarezzarsi la pancia e guardare il mondo con occhi diversi, curiosi, i suoi occhi insomma, mentre lei guardava tutto con molta più attenzione, attenzione studiata, esattamente l’attenzione con cui due ragazze la stavano squadrando in quel momento… o meglio, squadravano il suo fidanzano con aria piuttosto interessata.
Lei assunse lo sguardo più serio di cui Mamoru fosse capace, quello che tutti temevano e impossibile da sostenere, alla presenza del quale tutti si sentivano in soggezione… stava esagerando? Certo che no! Poi notò che alla mano di Mamoru non c’era nessun anello, forse non era così scontato per i passanti che fosse un ragazzo fidanzato, lei non gli aveva mai regalato nulla del genere. Poi guardò la sua di mano e colse immediatamente il brillare luminoso dell’anello che portava all’anulare della mano sinistra. Chiaro. Inconfondibile.
Poi la sua attenzione fu catturata dallo sguardo di Mamoru, e nel seguirlo si accorse che puntava dritto all’interno di una pasticceria accanto alla quale stavano passando… e rallentando.
“Se non cade qui, io non mi chiamo più Usagi”
- Usagi, che ne dici di mangiare qualcosa? –
Ed ecco la caduta… metaforica ovviamente, verso l’irresistibile cioccolato. Ci avrebbe scommesso tutto quello che possedeva.
Nonostante Mamoru avesse nascosto molto bene quella sua voglia smodata, Usagi conosceva benissimo quella sensazione, decise perciò di provocare un po’ il suo fidanzato per obbligarlo ad ammettere di avere voglia di cioccolato.
- Hai fame? Bè effettivamente è quasi ora di pranzo, che ne dici di andare in quel nuovo ristorante? Mi piacerebbe assaggiare gli spaghetti che tanto pubblicizzano – propose Usagi, aspettando la reazione di Mamoru.
- Spaghetti? Ehm… si magari più tardi… perché non ci concediamo uno spuntino prima di pranzo? –
- Hai ragione, forse è presto per il pranzo, che ne dici allora di gelato alla frutta? Qui vicino c’è un’ottima gelateria – continuò la ragazza pazientemente, fortunatamente Mamoru aveva pazienza da vendere, non era affatto complicato… ora capiva molte cose, e si rendeva conto di quanto poca ne avesse lei, e infatti proprio su questa contava, Mamoru era al limite, stava per confessare!
- Ok! Ok! Lo ammetto!!! Non ce la faccio più! Usagi voglio un pasticcino al cioccolato! -
Vittoria!
Usagi non aveva bisogno di altro.
- Ma certo tesoro mio, tutto quello che desideri – sogghignò Usagi dirigendosi verso l’entrata della pasticceria.
Mamoru si precipitò al bancone… esattamente come avrebbe fatto lei, e invece in quel corpo non era affatto attratta da tutte quelle golosità, o almeno non in modo così evidente.
- Ora dovresti fare il cavaliere Usagi e chiedere il dolce alla signorina per la tua bella fidanzata incinta –
- D’accordo, tu aspettami seduto a quel tavolino – sorrise Usagi alla vista di un Mamoru saltellante.
Chiese finalmente l’oggetto del desiderio, quello più grande, ed estrasse il portafogli per pagare.
Organizzazione perfetta.
Maniacale, ma perfetta.
Ogni gruppetto di soldi era tenuto insieme da una spilla e un foglietto con scritto a cosa erano destinati.
Il gruppetto più consistente era quello dedicato a lei e alle spese per la bambina.
Non si era mai resa conto di quanto poco lei contribuisse alle spese, ora viveva a casa di Mamoru, e le spese di casa erano abbastanza onerose. Notò infatti, i foglietti con le diciture “affitto” e “bollette”, e i soldi raccolti erano meno di quelli necessari.
Improvvisamente si sentì una vera egoista, si sentì infantile e sciocca a ripensare ad ogni volta che aveva chiesto a Mamoru di comprarle questo o quello o di regalarle una cosa carina.
Si voltò a guardare Mamoru piena di vergogna, e notò che lui aveva capito cosa aveva visto.
Si affrettò a pagare il dolce e si diresse verso il tavolo.
Gli si sedette accanto, posò il dolce e lo abbracciò stretto.
- Mamo, io non pensavo fosse così complicato… mi dispiace tanto per tutte le volte che non mi sono resa conto di quanti soldi ti ho fatto spendere – si sentì abbracciare a sua volta.
- Dispiace a me non guadagnare ancora abbastanza, ma quando sarò un medico a tutti gli effetti, potrò davvero comprarti tutto quello che desideri, tutto ciò che è degno di una Regina –
Si sentì ancora più misera, lui si preoccupava che lei si sentisse una Regina a discapito di tutto il resto, e lei aveva sempre dato per scontato il suo atteggiamento protettivo, non avrebbe più permesso a se stessa di fare un errore tanto grande.
- Mamo, io non ho bisogno di nient’altro se non del mio Re, medico o non medico, ricco o povero, mi dispiace davvero di non aver mai prestato attenzione a questa parte importante della nostra vita –
- Ti bacerei Usako, ma… -
- Si, lo so… sarebbe fin troppo strano -
  
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