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Autore: rocchi68    27/10/2017    3 recensioni
“La giovinezza è sia una bugia, che un male. Quelli che elogiano la giovinezza stanno solo ingannando se stessi e chi gli sta vicino. Credono che quelli che gli stanno attorno approvino sempre gli atti che compiono.
Usando la parola giovinezza, loro alterano e stravolgono il buonsenso e qualsiasi cosa ci sia di logico.
Per loro bugie, segreti, peccati e insuccessi non fanno altro che aggiungere pepe alla loro giovinezza.
Se il fallimento è il simbolo dell’essere giovani come dicono, allora qualcuno che non è riuscito a farsi degli amici dovrebbe essere all’apice della sua giovinezza, giusto?
Ma di certo, nessuno di loro lo ammetterebbe mai perché tutto deve andare come più gli torna comodo.
Per concludere: gli idioti che si godono la loro gioventù dovrebbero suicidarsi”.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Dawn, rimasta sola nella sua stanza, si sentì subito più leggera.
Il macigno che aveva portato nel cuore era svanito non appena lo aveva rivisto.
Avrebbe ricordato per sempre il volto stravolto di Chris, tendente al bianco, che sembrava vicino all’infarto.
E poi aveva sentito ricomporsi la sicurezza che era andata perduta con la sua fuga.
L’unica cosa che le dava fastidio era il non avergli detto la verità.
Si era accontentata del suo volto e della sua voce per tornare a vivere.
Aveva sognato di restare da sola con lui e di ammettere i suoi sentimenti, tuttavia non era riuscita a proseguire.
Si era scontrata con la sua fragilità emotiva e aveva desistito perché non voleva confonderlo ulteriormente.
Gli era stato difficile tornare nella sua città e Dawn era convinta che una dichiarazione simile potesse distruggere le sue poche certezze.
Non appena si sarebbe sentito bene, avrebbe tentato quella pazzia.
Intanto ringraziava il destino per averlo spinto a tornare e sorrideva nel ripensare che l’indomani avrebbero passato il pomeriggio insieme.
Sperava che nulla s’inserisse nel silenzioso club e che quelle ore passassero con il loro intenso scambio di sguardi.
 
Anche per l’indomani avrebbe dovuto avere pazienza.
Scott era un ritardatario cronico e quel pomeriggio sarebbe entrato con 10 minuti di penalità, anche per colpa di Chris.
Il supervisore lo aveva invitato a fermarsi nel suo ufficio e gli aveva consigliato di recuperare il tempo perso.
Come se il rosso non sapesse d’essere ripartito dopo quasi 2 mesi di inattività.
Tuttavia era riuscito a trovare il coraggio per chiedere al professore un grande favore.
Sapeva che lui poteva fare ogni cosa e sperava che potesse accontentarlo.
“Ho bisogno di un favore.” Esordì subito il ragazzo.
“Nemmeno sei tornato e sei già nei guai?”
“No.”
“Di che genere di favore avresti bisogno?” Chiese l’uomo, firmando una verifica che aveva appena finito di correggere.
“Ho bisogno che qualcuno abbia dei crediti extra.”
“I crediti non sono dei regali che puoi dare con troppa libertà.”
“Vorrebbe forse dirmi che ci sono dei limiti?”
“Esattamente.”
“E i crediti che ha assegnato a Mike e agli altri a cosa sono serviti? Loro sono stati inutili durante il campeggio.” Gli fece notare il ragazzo, facendo annuire il supervisore.
“Si trattava di una promessa.”
“Lei ci ha sempre detto che gli aiuti vanno premiati con dei crediti.”
“Vi ho anche detto che non devono essere vincolati alle attività dei club.”
“Chi ha parlato di club?” Domandò serafico il ragazzo, massaggiandosi una spalla indolenzita e fissando con furbizia il professore.
“Sei davvero impossibile.” Sbuffò l’uomo.
“Se il Preside venisse a sapere di questi regali, come la prenderebbe?” Chiese il giovane.
“Nemmeno tu saresti al sicuro se quello lo venisse a sapere.”
“Sembra che l’accordo sia vicino.”
“Cosa vuoi infine?” Domandò l’uomo.
“Io voglio che Dawn abbia dei crediti extra.”
“Ora sì che capisco molte cose.” Ghignò, scontrandosi tuttavia con lo sguardo glaciale e impassibile del ragazzo.
“Lei mi sta aiutando a studiare, nonostante tutto.”
“State usando il tempo del club.”
“Tempo del club o meno, lei mi ha promesso una cosa durante lo scorso festival.” Gli fece presente, mentre Chris scrollava le spalle.
“Non ricordo.”
“Lei mi ha detto che potevo chiedere qualcosa in cambio.”
“Non mi sembra d’aver parlato di premi.” Tentò il professore, sistemando una fila di fogli che stava scivolando.
“Io desidero che lei abbia questi crediti.” S’impuntò il giovane.
“Perché?”
“Se li merita, non crede?” Ridacchiò il ragazzo.
“Spiegati meglio.”
“Lei mi ha aiutato a cambiare, mi ha fatto affrontare difficoltà che credevo insormontabili, mi ha sempre sostenuto e mi ha spronato a migliorare.”
“Sbaglio o è la prima volta che ti fissi così?” Chiese il professore, raccogliendo dal secondo cassetto della scrivania un foglio che arrecava il timbro e la firma del Preside.
“Spesso funziona.”
“In effetti la signorina Dawn ha mostrato un gran impegno nell’anno passato e credo che l’aiuto attuale possa essere considerato come un’attività di recupero crediti.”
“Gliene sono riconoscente.” Borbottò il rosso, mentre Chris apponeva anche la sua firma sul foglio e lo consegnava nelle mani dell’allievo.
“Ci tieni tanto alla sua felicità, vero?”
“È stata l’unica a preoccuparsi per me.”
“Almeno l’hai capito.”
“Potevo capirlo prima, se non mi fossi intestardito nel volerla considerare come una ragazzina insopportabile.” Sbuffò Scott, riponendo il documento appena ricevuto in una cartellina del suo zaino.
“Il tempo è tutto dalla vostra parte.”
“Anche se credo d’averne sprecato fin troppo.”
“Almeno potrai spendere questi mesi con maggior giudizio.” Tossicchiò il professore, prima d’accendersi una sigaretta.
“Lo so.”
“Ricordati un’altra cosa.” Riprese Chris, allontanando la cicca dalle sue labbra e riempiendo l’ufficio con l’aroma intenso del tabacco.
“Che cosa dovrei ricordare? Lei, piuttosto, dovrebbe sapere che fumare qui dentro, potrebbe causarle molti guai.”
“Non parliamo delle mie brutte abitudini.” Aspirò l’uomo, gustando con attenzione ogni piccola nota derivante dalla sigaretta.
“E di cosa?”
“Te l’ho spiegato diverse volte: aiutare gli altri non è un buon motivo per farsi del male. A volte, Scott, bisogna saper mettere la propria felicità prima di quella altrui, anche se ciò va contro i nostri principi.”
“E lei prof?”
“Io non ho nulla da rimproverarmi.”
“Sa che il club è aperto anche a voi, vero?” Chiese il ragazzo, facendo sussultare il professore che si ritrovò irrigidito lungo lo schienale.
“Lo terrò in mente.”
“L’aspettiamo.” Ridacchiò, uscendo poco dopo dallo studio del supervisore, salendo le scale e avviandosi verso l’aula del club.
 
Una volta entrato, si accomodò al suo posto e per un breve istante studiò Dawn.
Era sempre così carina e angelica.
Persa nel suo mondo, di cui avrebbe tanto voluto farne parte.
Inoltre sfogliava quel libro con interesse, anche se ogni tanto i suoi occhi spaesati si posavano altrove.
Vedendola così tranquilla, si era convinto che quello fosse il regalo migliore per una come lei.
Per una che si era sempre impegnata e che non aveva mai ricercato nulla in cambio.
Per una che mai si era approfittata della sua fama per ottenere risultati.
Per una che metteva spesso il bene degli altri prima del proprio e che, almeno ai suoi occhi, risultava perfetta.
“Credo dovremo iniziare a studiare.” Tentò il giovane, facendola sorridere.
Non era nelle sue intenzioni riportarla alla realtà, rovinarle quel momento e perdersi il suo volto rilassato.
Eppure sentiva che era giusto così.
Ne avrebbe avuto di tempo per bearsi di quella visione non appena tutto si fosse risolto.
“Sì.”
“Hai qualche idea, Dawn?”
“Un argomento vale l’altro, tanto dovremo rivederli tutti.” Borbottò, sedendosi vicino a lui e aprendo i libri.
“Prima però devo darti una cosa.”
“Non puoi aspettare?” Chiese, notando la sua rigidità.
“Ho paura di dimenticarmene.”
“Qualsiasi cosa tu voglia darmi, io sono già felice.” Tentò, facendolo sussultare.
“Come?”
“Prima che ritornassi ero infelice e non riuscivo a trovare nulla di positivo in ciò che mi circondava.” Ammise, abbassando il capo.
“Non dovevi cambiare solo perché ero assente.”
“Credevo non saresti più tornato.” Si rattristò, versando qualche lacrima che Scott raccolse immediatamente.
“Ora sono qui e andrà tutto bene.”
“E ciò mi rende felice.” Borbottò, asciugandosi il volto, mentre il rosso l’abbracciava e le accarezzava la schiena.
“Ed io sono felice d’essere tornato.”
“Io credo d’essere in debito con te, Scott.”
“Non lo sei.” Ribatté il ragazzo, raccogliendo lo zaino ed estraendo la cartellina contenente il documento che doveva consegnarle.
“Sì invece.”
“Oggi ho fatto tardi perché dovevo parlare con Chris.” Sviò il giovane.
“E di cosa?”
“Qualcuno in questa scuola non è passato inosservato.”
“Di chi stai parlando, Scott?”
“Pensavo ti piacessero i misteri.”
“Solo quando riesco a risolverli con le mie forze.”
“Allora questo premio ti piacerà.” Ridacchiò, porgendo, nelle delicate mani dell’amica, il foglio contenente i 3 crediti che le sarebbero stati affidati a fine anno.
Giusto il tempo di leggere quelle poche righe che lei si ritrovò ad alzare gli occhi e a posarli su Scott.
Senza volerlo si ritrovò ad arrossire e ringraziò nuovamente il rosso per quel regalo improvviso.
“Io…non dovevi.”
“Ti meritavi qualcosa di speciale e questo è il massimo che posso fare per te.”
“Perché?” Chiese, guardandolo negli occhi, mentre lui li distoglieva per evitare d’essere troppo impacciato.
“Perché mi hai sempre aiutato e mi hai dato dei consigli preziosi.”
“Questo comunque non è sufficiente per smettere d’impegnarti.” Ridacchiò, strappando all’amico un sorriso appena accennato.
Dawn era quasi certa che da quando era tornato, quello era il suo primo momento di felicità.
Mai aveva sorriso o si era mostrato rilassato.
Era sempre stato teso o preoccupato.
Almeno ora poteva recuperare un po’ di tranquillità.
Tanto quel problema non si sarebbe più ripresentato e sarebbe sempre stato lontano dalla sua vita.
 
Prima che quella settimana avesse fine, ricevettero una visita insolita.
Una richiesta che fece sgranare gli occhi di Dawn e che fece sorridere Scott.
Il rosso non aveva motivo di stupirsi.
Lui aveva gettato l’amo, conscio che avesse bisogno d’aiuto e che non sarebbe passato poi molto, prima che lui varcasse la porta.
Inoltre quella persona era così influente che avrebbe donato qualcosa d’importante al club.
Non che il ragazzo volesse ricattarlo, anche perché era da mesi che aveva intuito le preoccupazioni di Chris.
“Io sono qui per esporvi un problema personale.” Iniziò subito, facendoli annuire.
“Credevo non si sarebbe mai presentato.”
“Non ho paura del giudizio altrui, ma di quello che potrebbe accadere.”
“Comprensibile.” Borbottò Scott, mentre Dawn restava in silenzio e cercava di capire di cosa stessero parlando.
“Forse è meglio partire dall’inizio.”
“Sì, altrimenti Dawn capirà ben poco.” Sorrise il giovane, volgendo la sua attenzione verso la ragazza che si ritrovò a riporre i libri nella borsa.
“Questo comunque non ti eviterà di ripassare con me.” S’inserì la diretta interessata, minacciando l’amico.
“Ovviamente.”
“Forse nemmeno Scott conosce tutta la storia e poi potrebbe avere qualche notizia non corretta.”
“Possibile.” Ribatté il giovane.
“La prego, prof McLean, cominci pure.”
“Se sono qui, oggi, è solo perché ho bisogno di un consiglio spassionato. Ne ho parlato anche con Chef, ma lui, essendo un caro amico, non mi ha dato una risposta imparziale.”
“E qui entra in gioco il nostro club.” Borbottò il rosso.
“Di voi mi fido e so che non ne fareste mai parola con nessuno.”
“Vedremo di non deluderla.” S’inserì nuovamente Dawn, facendo annuire il professore che sentitosi tranquillo, prese posto su una sedia e cacciò un profondo respiro.
In situazioni di ansia avrebbe sempre afferrato il pacchetto di sigarette, ma non essendo nel suo studio quello era un azzardo.
Con Scott non correva pericoli, ma Dawn non sembrava propensa d’accettare un fumatore nella loro stanza.
Così Chris si ritrovò senza lo strumento che più di tutti gli tornava utile per rilassare i nervi e per trovare una qualche risposta ai suoi dubbi.
“È da quasi 2 anni che cerco d’evitare guai.”
“Non le sembra di esagerare?” Azzardò Scott che, conoscendo la storia, poteva permettersi simili discorsi.
“Essere nella mia posizione non rende le cose facili.”
“Almeno ha l’ottima scusante della reputazione.” Sorrise sarcasticamente il giovane, mentre la Presidentessa seguiva quell’intenso scambio di battute.
“La potete smettere con questi misteri?” Chiese Dawn.
“Credo sia meglio.” Ammise Scott.
“Vedete ragazzi, io e la signorina Blaineley ci conosciamo da quando facevamo le superiori e oggi siamo colleghi in questa scuola.”
“Questo lo sappiamo.” Borbottò Scott, mostrandosi poco interessato a quelle parole.
“Siamo fidanzati da quasi 2 anni, ma temo che la nostra relazione possa essere malvista in questa scuola.”
“Malvista?” Chiese Dawn.
“È raro che due innamorati frequentino lo stesso luogo di lavoro.” Spiegò Scott, anticipando il professore.
“Temo che qualcuno possa spargere la voce in giro e che mettano in risalto il lato positivo di una relazione con un superiore.”
“In che modo?” Domandò ingenuamente la ragazza.
“La risposta è semplice. Il nostro prof è supervisore della classe e questo lo rende il braccio destro del Preside.”
“Continuo a non capire.” Borbottò Dawn.
“La signorina Blaineley, la mia fidanzata, non è ancora sicura del posto.”
“Non è assunta?” Chiese la giovane, facendo negare l’uomo.
“Riceve lo stipendio della scuola, ma è precaria.”
“E quindi?” Domandò la ragazza.
“Immagina Dawn cosa accadrebbe se lei ottenesse il posto e se tutti venissero a sapere di questa storia.” Borbottò Scott.
“Tutti crederebbero, erroneamente, che è venuta a letto con me solo per il posto.”
“Teme che sia così?” Tentò Dawn, sperando di non ferire il suo professore.
“Io e Blaineley ci conosciamo da tanto e non sarebbe capace di una cosa simile.”
“Però temete le conseguenze.” S’inserì Scott.
“Se venisse assunta e questa notizia dovesse uscire, allora la tratterebbero come una raccomandata.”
“Lei è convinto della sua fedeltà?” Chiese il rosso.
“Certo.”
“È solo questo che la preoccupa?” Soffiò la ragazza.
“Temo che la scuola possa perdere una figura che ha sempre svolto bene il suo lavoro e che ama insegnare.”
“Cosa ci sta chiedendo infine?” Borbottò Dawn.
“Vorrei sapere come devo comportarmi.”
“Ognuno ragiona in base alla propria esperienza ed io ho qualche buon consiglio da darle.” Rispose il rosso.
“Se è per questo, anch’io ho qualche idea.” S’inserì la giovane.
“Sentiamo.” Tossicchiò Chris, spostando la sua attenzione verso Scott.
“Secondo me dovrebbe fregarsene di ciò che gli altri pensano. Voi dovete vivere la vostra vita e poco importa se qualcuno pensa male di voi.”
“Ma noi…”
“Fategli credere quello che volete, ma voi dovete costruire il vostro futuro insieme, senza preoccuparvi del giudizio altrui.”
“Mi sembra difficile.” Tentò il professore.
“Io sono d’accordo con Scott.”
“Anche lei, signorina Dawn?”
“Dopotutto non è una cosa di cui vergognarsi e il nostro Preside potrebbe essere felice di apprendere l’operato della sua ragazza. Poi, come ha detto Scott, ignorate le voci che potrebbero inserirsi tra voi e continuate ad amarvi.” Spiegò la giovane, facendo annuire il rosso che non aveva minimamente pensato di giocarsi l’amicizia con il Preside.
“Quindi noi…”
“Domani andrete dal Preside e gli spiegherete la situazione.” Riprese Scott.
“Io temo che possa farsi un’idea sbagliata.”
“Il Preside è un brav’uomo e poi cos’ha da perdere?” Chiese la giovane.
“In effetti…”
“Questi sono i nostri consigli e non è obbligato a fare come le abbiamo consigliato.”
“Lo so, Scott.”
“Pensate bene a quello che dovete dire.” Consigliò Dawn, lasciando il professore a riflettere.
Nel silenzio del club, lui aveva trovato una risposta che potesse andargli bene e rinfrancato da ciò, si rialzò in piedi e se ne tornò in ufficio.
Giusto il tempo di chiudere la porta alle sue spalle che i 2 ragazzi tornarono a riprendere a studiare.
“Sei migliorata molto in questi mesi.” Commentò lui, al termine di un’ora di ripasso.
“Non potevo lasciare il peso del club sulle tue sole spalle.”
“Credo tu abbia ragione.”
Gli ultimi 5 minuti di pausa volarono in un attimo e senza nemmeno accorgersene, si ritrovarono a camminare per il tragitto che seguivano abitualmente.
Anche quel problema si era risolto con facilità e li aveva lasciati con una sola domanda: chi sarebbe stato il prossimo a varcare la porta del club?
 



Angolo autore:

Buonasera lettori e scusate se aggiorno con qualche giorno di ritardo.

Ryuk: Vorrete sapere il motivo per questa nostra assenza e ne avete tutto il diritto.

Nella zona dove abito hanno iniziato i lavori per la fibra ottica e giù casini con la connessione che va e viene.
In questi momenti non riesco nemmeno ad accadere e, quindi, non ho modo di pubblicare.
Avrei potuto usare l'Internet che ho sul cell, ma per ricopiare tutto il testo ci avrei messo una vita.
Prima ancora ho avuto una lieve influenza e ho saltato lo scorso venerdì.

Ryuk: Solo ora riusciamo a pubblicare.

Sembrerebbe, ma preferisco dirlo sottovoce, che abbiano terminato i lavori e che per un po' riuscirò a continuare con i miei ritmi.
Il capitolo 23 dovrebbe uscire martedì e vi avviso che questo di oggi potrebbe essere con qualche svista.
Preferisco andare di corsa e aggiornare piuttosto di rimanere senza connessione e di tenere questa storia in ghiaccio.

Ryuk: Tutto qua...ne più ne meno.

Ancora una volta mi scuso per il ritardo e vi auguro un buon week-end.
Alla prossima!

 
   
 
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