“È
per
questo, dunque”.
La voce di
Sehun rispecchia la desolazione che li circonda. Scheletri di edifici
devastati
dalla guerra, strade divelte, non un refolo di vento. Macerie di una
città che
fu, di un mondo che ha smesso di esistere. Tutto è ormai
polvere e tenebra. Le
stelle non brillano nemmeno più, osserva Jongin con amarezza.
“È
per questo
che ci siamo ridotti così”, prosegue Sehun,
“che abbiamo lottato, che ci siamo
annientati a vicenda. Com’è possibile?
Perché non lo abbiamo impedito?”
Jongin carica
la propria pistola mentre pondera le parole del compagno. Non
è molto lontano
il tempo in cui l'illusione collettiva di stare gettando le basi per un
futuro prospero
ha unito la popolazione globale, salvo ridurla di lì a breve
nella condizione
attuale di miseria e devastazione. Jongin lo ricorda bene. All'epoca
lui e
Sehun avevano appena terminato il servizio militare.
Sembrava la soluzione a tutti i problemi, l'opzione più
desiderabile nonché
ragionevole. Il progresso, signore e signori. Migliori condizioni di
vita,
sviluppo, competitività, lotta alle disuguaglianze sociali,
giustizia, tutela
dell'ambiente. Libertà. Uguaglianza. Fratellanza. Nobili
intenzioni, senza
dubbio. Magnifiche prospettive. Nulla che non si potesse ottenere senza
un po'
di buona volontà e cooperazione. L'utopia perfetta. Ma quel
nuovo mondo tanto
decantato non è mai stato costruito, e del vecchio restano
solo le ombre. I
pochi sopravvissuti resistono sapendo di avere le ore contate.
“Cosa
è
andato storto, Jongin?” arriva la domanda.
Jongin offre
l'unica verità che conosce. “La colpa è
nostra. Non siamo mai all'altezza dei
nostri ideali”.
Sehun ci
riflette
su. Gli uomini distruggono ciò che amano; i sogni sono i
primi a venire
sacrificati. Sapere che l'altro ha ragione non è di alcuna
consolazione.
Annuisce tristemente, rassegnato. Imbraccia un mitra e si sporge verso
Jongin. “Pregherò
gli dèi” mormora.
“Non
dirlo-”
“Pregherò
per la salvezza di entrambi” insiste. “Che mi
restituiscano a te anche stanotte”.
“Possano
ascoltarti
e avere pietà di noi” la voce di Jongin
è graffiata. Le mani di Sehun cercano
le sue, le stringono con forza.
“Ti
amo. Resta
vivo”.
“Torna
da me
ed io farò lo stesso”.
Il loro
bacio di congedo viene interrotto dal lamento penetrante della sirena
d'allarme.
La pattuglia dell'area E12 deve lasciare il quartier generale e
mettersi in
marcia. Combattere.
“Andiamo,
amore mio” Sehun indossa un paio di occhiali protettivi.
“Gli androidi ci
aspettano”.
Jongin si
allaccia il casco sotto al mento. “Sterminiamoli tutti,
cazzo”.
Un mese dopo
l’uscita del mv, ecco una ficcyna piccina picciò
ispirata a Power ma in chiave
più cupa. C’è anche
un pizzico di Blade Runner dentro.
(Non abbattetevi, nonostante la trama allegrona io mi immagino un
lieto fine
per i piccioncini guerrieri!)
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