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Autore: Reika76    21/06/2009    2 recensioni
Nell'ora del tramonto, una semplice parentesi tra Sesshomaru e Rin
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sunset

by Reika

Disclaimer: tutti i personaggi che compaiono qui sono di proprietà di Rumiko Takahashi nessuna violazione del copyright si ritiene pertanto intesa.
Questa fanfict nasce come estensione degli eventi narrati in L'odore del sangue.



Con gesti rapidi e armoniosi è scesa dal carro, dopo averti lanciato uno sguardo pieno di gioia ha lasciato cadere a terra il suo prezioso kimono.
La seta verde ornata da foglie d' oro è  adesso insignificante, e priva di fascino.
E' lei a renderla speciale.

E' lì a pochi metri da te, immersa fino al collo nella calda fonte termale,senti chiaramente lo sciabordio lieve dell'acqua che ne lambisce il corpo.
Vorresti raggiungerla?
No, se anche così fosse non lo ammetteresti mai.
Tu algido demone innamorato di una fragile umana...Con un gesto della mano allontani tali molesti pensieri.
Resti immobile seduto presso la riva, sotto la chioma di un salice frondoso.
Attendi, in un silenzio innaturale, nell'ora del tramonto , quando tutto tace, che lei completi la sua toletta.
Accompagnano le tue riflessioni, le sue risa insieme al suono degli schizzi.

Non la guardi perchè sai bene che non è più una bimba da molto molto tempo.
E perchè comunque conosci tutto di lei e del suo magnifico corpo.
La carnagione eburnea, le chiome seriche e corvine, i seni pieni e la dolce curva dei fianchi.
Quello che non capisci è perchè si ostini a voler fare il bagno lì e non al castello, dove con una scusa qualsiasi potresti tenerti alla larga.

I demoniaci destrieri del tuo carro, non sembrano in grado di dare una plausibile risposta al tuo interrogativo, Jaken non è con te e questo è un bene, sfogheresti su di lui la tua rabbia.

Sì, la desideri come mai hai desiderato altro, eppure il tuo orgoglio ti impedisce di ammetterlo persino a te stesso.
Ancora bambina ti chiese, con l'ingenuo tono dei suoi anni
"Ti ricorderai ancora di me, quando sarò morta?"
Allora hai liquidato la sua domanda con una scrollata di spalle, ora non potresti più farlo.

Ora che Naraku è morto e tutto si è concluso, è lei a riempire le tue giornate, nell'avita dimora che fu dei tuoi avi.
Intreccia per te corone di fiori, danzando sotto la luna al suono spettrale degli shamisen.


Rin emerge lentamente dall'acqua e si avvicina, non puoi fare a meno di guardarla .
Non c'è nulla di più bello del suo giovane corpo, coperto solo da un velo d'acqua, nell'ultimo raggio di sole del tramonto.
Ti sorride con dolcezza, mentre afferra con grazia il kimono che ha lasciato ai tuoi piedi.
E' la tua mano a fermarla, non pare sorpresa, ma arrossisce un poco prima di sfiorarti il volto con una mano.
"Sesshomaru, mio Signore...."
Non le lasci il tempo di parlare, perchè le tue labbra la reclamano con foga.
Rin è dolce e profumata come un frutto maturo, come possa la sua pelle avere un tale aroma, quando di solito l'odore umano offende il tuo sensibilissimo fiuto resta un mistero.
La accarezzi dolcemente, mentre ti liberi delle tue vesti.
Il suo corpo è ancora umido,la sua pelle morbida più della seta.
La ami con passione crescente, solo i rami del salice vi nascondono allo sguardo delle stelle.
La proteggi con la tua coda dall'umido freddo della notte, sai bene del resto che mai coperta le fu più gradita.

Restate a lungo abbracciati ed immobili nel groviglio delle vostre vesti.

*So cosa ti turba mio Signore, ma non c'è ragione per tutta la tristezza che vedo riflessa nel tuo sguardo.
Il tempo degli uomini è breve, se paragonato a quello dei demoni, ma di ciò non mi do pensiero.
Neppure la tua prodigiosa Tenseiga potrà nulla per me quando verrà il momento.
Ma di ciò non mi rattristo, ho ancora molti anni da poter trascorrere con te ed ogni giorno che passa ringrazio gli Shikon per averti incontrato.
Mio Signore, mio demone, mio amato*

Sollevo il capo e depongo lieve un bacio sul tuo petto scolpito, c'è sorpresa nel tuo sguardo, meglio questa, della tristezza che vi albergava un momento fa.

Pesavi stessi dormendo? Spossata dal tuo amplesso? Lo sono, ma tale è il timore di non trovarti al mio fianco al risveglio, che sono restia ad abbandonarmi al sonno.
Mi sciolgo a fatica dal tuo abbraccio e accosto rapida i lembi della mia veste, la seta pesante non mi compensa della perdita del tuo calore.
"Andiamo mio signore, torniamo a casa"

Questa ultima parola suona buffa sulle mie labbra.
Per chi come me è nata in una misera capanna e cresciuta libera tra i boschi è difficile vivere in un castello con nugoli di servitori demoniaci.
Per questo spesso ti chiedo di portarmi qui, perchè mi sento di nuovo bambina, perchè non potrei mai rinunciare alla luce che splende nei tuoi occhi quando esco dall'acqua.
Mio silenzioso Signore, non ti avrei mai tutto per me tra le mura del castello.

Mi stringo a te sul pianale del carro, lasciando che il vento faccia svolazzare ovunque i miei capelli come vessilli impazziti.
Ridi dei miei tentativi di tenerli a posto, la tua risata è calda e roca, non credo esista al mondo suono più carezzevole.

Lascio che la mia si perda nel vento, mentre le stelle riempono lente il cielo.

Fine




  
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