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Autore: unika    28/10/2017    0 recensioni
Corinna, come moltissime altre persone, ha una situazione familiare non esattamente idilliaca con cui ha imparato a convivere da tempo.
I dubbi e problemi però incominciano di pari passo con l'avverarsi del suo sogno; entrare nel corpo di ballo della sua boy band giapponese preferita, i Rebel Soul, per il loro tour mondiale.
Poter ballare fianco a fianco con il suo gruppo preferito, specialmente con il leader, Hayato Fukuda, le sembra un sogno.
Un sogno che nemmeno la consapevolezza del patto fatto con il padre è l'atteggiamento distaccato del bel cantante riescono a oscurare, fino a quando il suo cuore non incomincia a battere non solo per la musica e la danza...
E il cuore di qualcun altro inizia a battere insieme al suo.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tamashī
 
Capitolo 1

All’arrivo nel grande aeroporto il gruppo di quattro giovani ragazzi stette ben attento a non perdersi di vista fra le molte persone intorno loro. Corinna a causa del suo scarso metro e sessantacinque di altezza per potersi vedere intorno deve alzarsi sulle punte dei piedi. Appoggia una mano sulla spalla di Tommaso, che credendo gli volesse parlare si gira facendole perdere l’equilibrio. Con i riflessi pronti il ragazzo la sorregge afferrandola per un soffio. –Cosa stavi facendo?- gli chiese perplesso rimettendola in piedi. –Cercavo il nostro cartello. Qualcuno ci sta aspettando senza neanche sapere chi siamo con il nostro cartello in mano- gli ricordò. Salì nuovamente sulle punte ed aguzzò bene la vista. Troppi cartelli si sovrastavano, per quel che ne poteva sapere Corinna il loro era l’ultimo in fondo o il più esterno ai lati.
-Pensiamo prima alle valige- -Hai ragione Estella, ragazzi andiamo dai, ci penseremo dopo al cartello- convenne la più giovane del gruppo, Altea. 
Iniziarono a farsi spazio fra la folla e  non appena arrivarono al nastro trasportatore con le valige sopra dovettero aspettare diversi minuti prima che sbucassero fuori lentamente, una ad una le loro. –Le mie!- esclamò Corinna allungandosi sulle due valige grigie che erano appena apparse. Con un po’ di fatica riuscì a prendere la prima, mentre la seconda continuava ad andare avanti. –Tom! Tom la mia valigia!- pregò il suo amico indicandogli la valigia che gli stava passando davanti agli occhi. Lui non appena si rese conto di cosa stesse succedendo prese la valigia e la depose vicino le sue.
-Grazie, mi hai salvato- gli saltò addosso lei sollevata. –Ci siamo tutti?- domandò Altea guardandosi intorno poco convita. In quello stesso momento un uomo si presentò dietro di loro con uno sguardo ammonitore. –Ragazzi avevo detto rimanere uniti o sbaglio- chiese retorico.
Non appena l’intero gruppetto si rese conto della presenza del loro manager sobbalzò per la sorpresa. Erano talmente presi dall’emozione dell’atterraggio e la preoccupazione delle valige che si erano scordati dell’uomo che li aveva portati sino a li. La persona che ha reso il loro sogno realtà.
Corinna si vergognò terribilmente di una simile dimenticanza, visto quanto fosse semplice la richiesta. Annuì appena e si sistemò a mo’ di barriera le valige davanti a se. 
Le scuse erano inutili, lui non le avrebbe ascoltate e i ragazzi questo già lo sapevano. Senza fiatare, uno ad uno seguirono l’uomo che dopo le occhiatacce aveva fatto che tirare dritto per uscire dal mucchio di gente.
-Aspettiamo qui- decretò il manager sedendosi sull’unico posto libero in una panchina. Altea sapendo che lui non l’avrebbe potuta vedere gli fece una linguaccia. Estella invece decise di tirare fuori il foglio del loro programma. –Meno male che una ragazza intelligente fra di voi c’è! Dammi qua- l’uomo strappò dalle mani in malo modo il foglio ad Estella e lo studiò attentamente per qualche minuto.
Corinna iniziando a sentire male alle gambe decise di sedersi sulla valigia più robusta. Tamburellò un po’ con le dita sulla gamba poi tirò fuori il cellulare per vedere l’ora. Mezzogiorno spaccato in Italia “ma ci sono sette ore di fuso orario, perciò qui sono le diciannove” pensò mestamente. Doveva cercare di abituarsi agli sbalzi di fusi orari che avrebbe avuto da oggi sino ai prossimi tre mesi. Più  facile a dirsi che a farsi visto i numerosi viaggi che l'avrebbero attesa.

-Fra non molto dovrebbe arrivare un pulmino che ci porterà a Nagoya. Non voglio ripeterlo perciò state ben attenti- mise subito le cose in chiaro il manager squadrando i quattro ragazzi che lo circondavano. -Ci saranno più di due ore di viaggio col pulmino, arriveremo la che saranno quasi le ventuno. Voglio che appena arrivati in albergo ve ne andiate nelle vostre camere, vi ordinerò io qualcosa che farò portare nelle vostre camere. Poi il prima possibile filate a dormire che quando a colazione incontreremo la band vi voglio il  più lucidi possibile- 
Uno ad uno annuirono per poi tornare a farsi i fatti propri. Tutti provati dal lungo viaggio anche volendo non se la sentivano di stare alzati o qualsiasi altra cosa non comprendesse lo stare coricati su un letto a ricaricare le energie. Per una volta Corinna, Altea, Tommaso ed Estella potevano dirsi d'accordo col loro manager senza l'ombra della più piccola obiezione.
Durante il lungo viaggio verso Nagoya si addormentarono tutti ad eccezione di Corinna. Non riusciva a chiudere gli occhi perché il panorama che la circondava l'affascinava troppo. Tutto così diverso dall'Italia e dalla sua cittadina del nord. E poi il manager era stato chiaro, visto che lei è l'unica a saper leggere e parlare il giapponese è l'interprete ufficiale, non aveva molta altra scelta alla fine.
All'interno del pulmino c'era una tale pace che gli occhi di Corinna avevano più volte minacciato di chiudersi, l'autista teneva della musica bassissima che non faceva che peggiorare la situazione e tentandola sempre di più. Si passo una mano sulla fronte e scosse il capo buttando fuori l'aria. -Devo resistere-
-Signorina siamo arrivati- l'uomo al volante aveva smesso di guidare e si era girato verso la giovane che aveva appena chiuso gli occhi sconfitta dal volo affrontato ed il fuso orario. -Signorina- Corinna sobbalzò aprendo gli occhi un po’a fatica e non appena si rese conto di cosa stesse accadendo ringraziò l'autista.
Altea sentendo la mano dell'amica sulla propria spalla si svegliò nel giro di pochi istanti e come una bambina piccola si strofinò gli occhi con le mani chiuse a pugno. -Aiutami a svegliare anche gli altri- riuscire a svegliare gli altri non fu facile, le due ragazze avevano scosso le spalle per non dover far rumore parlando, ma vedendo che fosse tutto inutile erano passate al chiamarli.
Estella aveva dimostrato quello che aveva sempre ammesso, ovvero di avere un sonno profondo. Le due ragazze non sapendo cosa fare con lei, non erano certo grandi sollevatrici di peso da portare uno ad uno i due ragazzi ed anche il loro manager. -Tommaso svegliati diamine!- Altea allo stremo della sua pazienza aveva dato un pizzicotto sulla guancia al ragazzo e gli urlò nel orecchio. Riuscì egregiamente nel suo intento di svegliare il ragazzo, ma il suo modo alternativo svegliò anche il manager oltre che ad aver attirato l'attenzione dei passanti presenti nei dintorni.
Corinna partì subito a scusarsi con i passanti facendo inchini uno dietro a l'altro, la sua ammirazione per un paese in cui il rispetto va prima di tutto l'aveva fatta agire di conseguenza in modo naturale. -Smettila e dacci una mano, Estella non si è svegliata e bisogna portarla in spalla- l'uomo che era il loro manager e supervisore in quel viaggio l'aveva afferrata arredata per il polso e trascinata verso il bagagliaio. 
Altea stava aiutando Tommaso a caricarsi Estella sulle spalle, brontolando quanto l'amica fosse pensate ed avesse anche il sonno pesante. A Corinna invece era toccato il dover scaricare i bagagli insieme all'autista, il loro supervisore se ne era lavato le mani raccogliendo le sue valige ed andando alla reception. Erano un totale di otto valige belle grandi e pesanti, che per una ragazza minuta come lei già solo le sue erano troppe! Si era caricata uno zainetto in spalle e una valigia per mano iniziando a raggiungere la hall, Altea vedendola in così tanta difficoltà corse fuori dall'hotel a recuperare altre valige, ma anche lei come l'amica non riusciva più di tanto con tutto quel peso.
-Meno male che l'autista ci sta dando una mano, quel coso che dovrebbe essere il nostro tutore o manager che sia è sparito subito dopo averci lanciato le tessere per le nostre camere ed è evaporato... lo faccio evaporare quell'idiota!- la stanchezza stava giocando brutti scherzi ad Altea e Corinna l'aveva subito notato dal suo essere particolarmente irrita, di solito riusciva a nascondere questo lato di se, ma la comprendeva molto bene. Erano tutti molto stanchi e provati da qual lungo viaggio, ma non per questo se ne fregavano degli altri pensando solo a se stessi egotisticamente. -Lascia perdere, Estella sta ancora dormendo e dobbiamo portarla nella sua camera- mormorò Corinna che ormai si era rassegnata all'idea che il loro accompagnatore dimostrasse di essere un minimo umano. Vennero aiutate da un facchino dell'hotel col trasporto delle valige in ogni singola camera e come già erano state avvertite gli era anche stato portato da mangiare per la cena. Altea era rimasta colpita dal misero piatto di riso con semi di sesamo e qualche salsina che gli era stato portata ed una bottiglia d'acqua, avrebbe preferito qualcosa di più sostanzioso, ma aveva capito che chi aveva scelto quel cibo aveva fatto economia. 


Solo una coppettina di riso? Dimmi che sto già dormendo ed è un sogno ti prego Corin!


Nel leggere quel messaggio l'amica comprendeva benissimo, anche lei sperava in qualcosina di più, ma si era accontenta decidendo di dare retta al suo stomaco che brontolava prendendo fra le mani le bacchette.


Ci rifaremo domani mattina a colazione, ho talmente tanta fame che non mi interessa che sia solo riso a me basta mangiare ora come ora.


Altea non era stata dello stesso avviso, lei a differenza di Corinna non sapeva nemmeno usare le bacchette, così per rallegrare un po' la situazione le aveva inviato un foto dove teneva fra le mani la pallina compatta di riso cotto a vapore, nel mentre le stava per dare un morso tutta perplessa.




Ehi! Rieccomi, non sono sparita ma ben peggio lavoro e perciò fatico a trovare il tempo per rilassarmi due minuti.
Spero di non arrivare mai fare ritardì stratosferici da farvi arrivare a pensare alla mia scomparsa effettiva da questo mondo ;D
Ma insomma, ecco i ragazzi che sono atterrati nel suolo giapponese e parecchio stanchi ed affamati si ritrovano una miser cena pre dormita che lascia insoddisfatta Altea e anche Corinna. Ma quanto la pancia brontola ci si fa nadare bene tutto pur di mangiare qualcosa ;)
Ora vi lascio

By unika
   
 
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