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Autore: Ria    28/10/2017    3 recensioni
Da quanto andava avanti quella storia?
La cosa più irritante era che non riusciva a smettere. Lo aggrediva a male parole, lo evitava, gli ribadiva ogni volta che non voleva assolutamente più ripetere la cosa, e appena la baciava la sua testa decideva di andarsene in vacanza.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Mint Aizawa/Mina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Non essere indifferente!
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Sono vivaaaaah 

Speravate mi fossi tolta dalle balle eh? Invece no xD!

Scusate la lunghiiiissima assenza, ma è stato un periodo particolarmente pesante, sia psicologicamente (davvero devastante) che fisicamente. Ora mi sto riprendendo, un passino alla volta, ho ripreso con regolarità il lavoro e le sere per me per scribacchiare :3

Mentre il capitolo di Crossing si avviva verso l'agognata fine, dopo quasi due mesi che vegetava in un angolo del pc e mi guardava male ^-^"", tanto per vi posto una cosina fatta qualche tempo fa, senza tante pretese :3 just a pinch of love ♥ 

Sì so i tortorelli, fatevene una ragione ♥  punto ♥ 

 

 

 

 

 

 

 

 

~ I'm addicted to you ~

 

 

 

« Oggi non è aria, Kisshu. »

« E quando mai passerotto? »

« Finiscila. »

Lui rise a labbra chiuse, con quella lucina da monello negli occhi dorati, e lei sentì un pizzicore maligno torturarle lo stomaco.

« Erano ben due giorni che non ci vedevamo. – disse con fare triste – Mi mancavi cornacchietta. »

« Non è che se cambi volatile le cose migliorino. Anzi. »

Sbuffò e abbandonò la sua tazza di the rassegnata a non poterla finire e desiderosa di mettere quanto più spazio possibile tra sé e il verde.

Lui le lasciò compiere qualche metro, il sorriso che si allargò dietro la mano su cui aveva poggiato il mento, quindi spuntò alle sue spalle con un leggero schiocco afferrandola per la vita. Minto si irrigidì mostrandosi piccata e offesa, in barba al brivido che le increspò la pelle avvertendo il suo torace contro di sé.

« Perché scappi sempre via? »

« Perché non sopporto i maniaci. »

Ribattè prontamente, troppo prontamente e lo avvertì sorriderle, il mento sulla sua spalla ed entrambe le braccia che le cinsero la vita. Inspirò a fondo sapendo benissimo di non aver nascosto il tremito nel proprio respiro.

« Perché scappi? »

Le domandò di nuovo e stavolta fu più serio. Lei mise le mani sui suoi polsi come se volesse allontanarli, ma riuscì solo a lasciarle dove si trovavano:

« … Perché non sono… Razionale quando tu sei implicato. »

Borbottò cupa e lo sentì di nuovo ridere prima di soffiarle piano contro l'orecchio; lei affondò appena le unghie contro di lui, lo stomaco che ebbe un guizzo.

« Non è così male, sai? »

« Per te forse. »

Ribattè lasciando che la voltasse, le mani che si chiusero sulla curva della sua schiena e la fronte poggiata alla sua. Kisshu sorrise furbo:

« Io adoro quando non sei razionale. »

« Questo l'avevo capito. »

Sbuffò e lui rise di nuovo sfregando delicatamente il naso contro il suo:

« Ti adoro in generale, ma non mi credi se te lo dico. »

« E chi ti crederebbe con quella faccia da schiaffi? »

Ribattè ancora arrossendo un poco e lui rise più convinto prima di sorridere malizioso:

« Quindi a te non sono mancato nemmeno un po'? »

Minto non gli rispose, i pugni stretti contro il suo torace che allentarono appena la morsa, e trattenne il fiato quando – finalmente – lui inclinò la testa per baciarla.

Quanto odiava quella cosa…!

Gli bastava così poco. Un bacio, un abbraccio, un sussurro all'orecchio e lei capitolava come l'ultima delle principessine idiote.

Certo non era proprio un atteggiamento da principessa delle fiabe quello che aveva quando si ritrovava da sola con lui, ma il concetto funzionava ugualmente.

Non avrebbe mai immaginato si potesse provare un desiderio così bruciante.

Il modo in cui la baciava, delicato eppure eccitante – quante ne aveva baciate prima, il bastardo, per essere così bravo? O era dote naturale? – come le accarezzava ogni curva beandosi dell'effetto che sapeva di procurarle e allo stesso tempo incantato dal suo sospirare, dal suo tendersi per lui, dal suo supplicarlo muta e con l'orgoglio che ruggiva per altre attenzioni.

Come le sue labbra le sfiorassero la pelle, il collo, le clavicole, il seno, chiudendosi su di esso con cura studiata, stuzzicandolo con dolcezza coi denti e la punta della lingua – quella linguaccia velenosa e perfida, volgare e maliziosa, che maledizione adorava la sfiorasse nei punti giusti, adorava i brividi cocenti che le provocava. Come lui scendesse lento su di lei, lungo la linea dell'ombelico e più giù, assaggiandola con una cura che pareva perfezionare di volta in volta solo per farla tremare di piacere.

Ma la cosa che più le piaceva – e non c'era verso non arrossisse al pensiero – era quando finalmente smetteva di torturarla e si portava su di lei, mai entrando senza il suo ultimo permesso che chiedeva a volte solo premendo smanioso le mani sulle sue cosce, altre chinandosi fino al suo orecchio dove le sussurrava ti voglio e lei sentiva il cuore esploderle mentre gli cingeva la vita con le gambe.

E la guardava con quegli occhi come oro fuso, la fissava con quel sorrisetto insopportabile e allo stesso tempo dolce, quasi non potesse desiderare niente di più di essere lì, con lei.

Da quanto andava avanti quella storia?

La cosa più irritante era che non riusciva a smettere. Lo aggrediva a male parole, lo evitava, gli ribadiva ogni volta che non voleva assolutamente più ripetere la cosa, e appena la baciava la sua testa decideva di andarsene in vacanza.

« Minto… »

Gli alieni dovevano avere una qualche frequenza vocale strana, che inebetiva i terrestri o cose così. Non vedeva altra ragione perché il suo nome pronunciato da Kisshu le rimescolasse tanto e piacevolmente lo stomaco.

Lui rallentò appena il ritmo e Minto lo guardò confusa fermarsi sopra di lei. Cercò di non innervosirsi più del dovuto nel trovarsi lì, unita a lui e immobile, né di dimostrargli quanto avrebbe voluto continuasse:

« Cosa c'è? »

« Niente. »

Le posò un morbido bacio sulla bocca e sorrise posandosi contro il suo seno:

« Pensavo solo che ti adoro. »

Minto avvertì il cuore smettere un secondo di battere.

« Ultimamente diventi rossa spesso eh? »

« Cretino! »

Kisshu rise basso e inarcò lievemente la schiena e il bacino strappandole un sospiro tremulo, che imprigionò tra le labbra sorridendo e poi le strinse la mano:

« Sei carinissima… »

Lei, ancora rossa e con le iridi lucide e frementi, si impuntò per aggrottare la fronte e guardarlo torva, ottenendo una buffa espressione da bambina imbronciata:

« E tu sei un idiota… »

Era… Sbagliato. Tutto sbagliato, lei non era il tipo di persona da relazioni di quel genere.

Non importava quanto le piacesse il profilo del suo viso o la sua voce che la chiamava con il solito, odioso, adorabile nomignolo, né quanto le piacesse il modo in cui la baciava – che aveva fatto di male, perché baciava così bene?! – o il modo in cui facevano l'amore.

Sesso. Si chiama sesso.

Forse a furia di ripeterselo se ne sarebbe persuasa.

Si sarebbe convinta che i loro baci non valevano niente. Che le carezze dolci e passionali che Kisshu le dava, il modo in cui affondava con le dita tra le sue cosce, lungo la schiena, sul suo viso, fossero solo gesti dei suoi istinti più bassi; non erano un cercarla, non erano pieni del desiderio di lei e del bisogno di farla stare bene, piegati ai suoi ritmi e alle risposte del suo corpo più che alle proprie. Forse si sarebbe convinta a non dare peso alla sua voce che la chiamava in ogni momento, che le diceva quanto fosse bella e mormorava tenerezze a volte sciocche, ma che la facevano palpitare come una ragazzina. A non dare peso al suo restare vicino a lei sempre più a lungo dopo averlo fatto, sordo alle sue proteste, restando ad abbracciarla e accarezzarla quanto più tempo poteva.

« Quando avrai intenzione di lasciarmi in pace? »

« Come se lo volessi. »

La stuzzicò e Minto si rannicchiò ancora di più su se stessa dandogli imperiosa la schiena; lo sentì mandare uno sbuffo divertito, poi il fruscio del lenzuolo e il suo torace contro la sua schiena, una mano che le si appoggiò mollemente oltre la vita e l'altra che prese a giocare pigra coi suoi capelli sciolti sul cuscino.

Sì, in effetti come domanda suonava ridicola, specie se detta mentre erano entrambi nudi nel suo letto.

« … Te ne vuoi andare adesso? – bofonchiò, le coperte strette contro il viso – Vorrei finirmi il mio the in santa pace. »

« Potresti offrirmene un po' per una volta passerotto. »

« Tu bevi the? »

« No. È una brodaglia insapore e penso che tu sia pazza a berla con questo caldo. – disse divertito – Ma sarebbe un gesto carino. »

Minto roteò gli occhi esasperata e scese dal letto prendendo a cercare nervosa i suoi vestiti; Kisshu invece si mise seduto a gambe incrociate a guardarla, il solito sorrisetto indisponente:

« Grazie del panorama bis. »

« Piantala. – gli soffiò lei contro, dandosi della scema per stare girando per la stanza senza niente addosso – E dove cavolo hai ficcato il mio…?! »

Sbattè un piede stizzita mentre lui, il viso abbandonato su una mano, le mostrò il suo reggiseno sventolandolo sull'indice. Minto glielo strappò di mano soffocando imprecazioni indicibili.

« Dai passerotto acido, torna qui. »

Disse battendo il palmo sul materasso e lei per tutta risposta indossò in un lampo la biancheria, strappandogli un lamento.

« Insomma, quanto puoi essere affamato? »

« Di te? Sempre. »

Lei ringraziò di dargli la schiena raccogliendo il suo vestito, perché quella frase le diede un tale tonfo al cuore che fu sicura di essere arrossita perfino sulla gola.

« Però adesso pensavo solo a starmene un po' qui. »

Concluse tranquillo. Minto voltò un millimetro la testa e rimase qualche momento a guardarlo, il vestito tra le mani e le labbra socchiuse, un rombo sordo nelle orecchie.

Non seppe perché fece marcia indietro posando il vestito ai piedi del letto e si riaccucciò sotto il lenzuolo fresco, non riuscendo a non sorridere mentre lui la strinse con un sospiro esagerato.

« Però non sarebbe più corretto se ripareggiassimo i conti di vestiario? »

« Stai buono e zitto, Ikisatashi, o ti sbatto fuori per davvero. »

  

 

 

 

 

 

~   ~

 

 

 

Bum! Voilà, fatta, finita, consegnata con tanti bacini e abbracciotti :3 mi piace Mintuccia che fa la sostenuta ♥ 

Devo tornare a scrivere cosine veloci che mi tengano attivo il cervello (così poi quando sto sul capitolo non mi deprimo troppo çwç che brutte cose che scrivo!), vorrei avere delle buone ispirazioni per qualche Paitasu e magari RyoIchi, suggerimenti :3? Ah se avete dei fiori che vi piacciono (???) scrivetemeli, Flowers attende da troppo tempo altre perle dolciose dei miei patatelli ^-^
cosciente di avere una riga di recensioni da fare che va da qui a Montreal, prometto che mi ci impegnerò ♥  intanto vi saluto e vi abbraccio

 

Mata ne ~♥!

Ria

 

   
 
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