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Autore: MrsDema    29/10/2017    0 recensioni
Nel tardo pomeriggio le arrivò un messaggio da una sua compagna di classe su Facebook. Rimase un attimo perplessa leggendo "Ilaria" sullo schermo del telefono perché si, erano compagne di classe ma non così amiche da scambiarsi messaggi. Comunque incuriosita aprì il messaggio e lesse: "Didi hai fatto colpo su un mio amico, domenica pomeriggio ci sei per uscire?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era un giorno come gli altri, una domenica come le altre che lei stava passando in casa rilassandosi con un libro, un po di tv e qualche chiacchera in famiglia. Nel tardo pomeriggio le arrivò un messaggio da una sua compagna di classe su Facebook. Rimase un attimo perplessa leggendo "Ilaria" sullo schermo del telefono perché si, erano compagne di classe ma non così amiche da scambiarsi messaggi. Comunque incuriosita aprì il messaggio e lesse: "Didi hai fatto colpo su un mio amico, domenica pomeriggio ci sei per uscire?" 
"Cosa?! E mo chi è questo?!" pensò lei subito, non avendo interesse nel conoscere nuove persone dal momento in cui era cotta di un ragazzo della suo scuola da due anni. Scrisse in fretta e furia la risposta per l'amica, aveva deciso nonostante tutto di provare a conoscere questo fantomatico ragazzo. L'amica le mandò il nome e ovviamente cercò il suo profilo e... Rimase un po delusa. Certo, non era il Brad Pitt del quartiere, ma vabbe provare non costa nulla. Nella foto profilo era cicciottello e con i capelli corti, era insieme ad un amico. Non era bellissimo, ma si era comunque incuriosita.
Quella domenica uggiosa primaverile passò molto lentamente, quando finalmente arrivò l'ora di infilarsi sotto le coperte. Purtroppo però quella notte non passò come suo solito. Non si addormentò subito, rilassata dal calore delle coperte, ma rimase sveglia a rimuginare su quel messaggio. "E se fosse la volta buona in cui riesco a scordarmi di Andrea?" questa era la frase che le risuonava in testa, si ripeteva e ripeteva all'infinito, fino a che finalmente la stanchezza prese il sopravvento. 
Alle 5:30 suonò la sveglia e, come tutte le mattine, dopo aver realizzato che si sarebbe dovuta alzare, lo fece molto controvoglia. Da quel momento cominciò la sua routine: di corsa al bagno, una truccata veloce giusto per non sembrare uno zombie, due vestiti al volo e via di corsa fuori casa. Nemmeno il tempo per la colazione. Quindi ancora con il buio della notte si avviò alla fermata dell'autobus che sarebbe passato alle 6:30. Ed è proprio in quel mare di gente stretto come sardine, proprio in quell'autobus che si ricordò del messaggio arrivatole il pomeriggio precendete dalla sua amica. Era contenta. Si rese conto di essere contenta del fatto che qualcuno fosse interessata a lei, non aveva mai provato una sensazione simile e per questo rimase un po interdetta.
7:00, l'autobus arrivò alla stazione del treno. Camminava a testa bassa coprendosi il più possibile il collo con il giacchetto di pelle perché, nonostante fosse primavera, la mattina c'erano ancora quelle temperature che ti facevano venire i brividi sulle braccia. Facendosi strada tra i numerosi pendolari che ogni mattina si recavano a lavoro o scuola, si avviò all'entrata della stazione. Una volta entrata si mise in un angolo per cercare il portafoglio tra le mille cose sparse nello zaino, quando finalmente riuscì a trovarlo, passò indisturbata nei tornelli della stazione obliterando la tessera annuaria dei mezzi pubblici. 
7:15, passò il treno. "E che to dico a fà, strapieno come sempre!". Salì con molta difficoltà, tra vari spintoni e gente che urla PERMESSO! per cercare di entrare per forza, altrimenti chi arriva più. Durante il viaggio continuò a pensare a lui, pensò che forse era stata troppo critica nel vederlo in foto e che aveva voglia di sapere di più.
Prese altri due mezzi pubblici, quando dopo un'ora e mezza arrivò a scuola alle 7:55. La sua amica era già davanti il cancello, aspettando che lo aprissero per entrare. Ilarial a vide e sorrise: "Didiiii ti devo raccontare!"
"Sono tutta orecchie, sono molto curiosa di sapere come sono andate le cose."
"Hai presente Matteo? Ecco, io devo uscire con lui ma da sola mi vergoganvo, così lui ha detto che avrebbe portato due amici. Quando poi mi ha detto che sarebbero venuti Riccardo e Federico gli ho mandato i nomi delle mie amiche per fargliele vedere e per scegliere quelle che gli piacevano di più, così Federico ha scelto te. Ha detto che gli interessavi e che avrebbe voluto conoscerti."
"Ah. Wow." Non riuscì a dire altro, ma era veramente contenta di aver fatto colpo così come nulla fosse. 
I giorni passarono e lei era sempre più ansiosa di quella domenica che stava per arrivare. Cosa mi metto? Come mi comporto? Cosa dico? E se non gli piaccio come aveva detto? Un sacco di domande risuonavano nella sua testa, un sacco di pensieri si facevano strada rendendola ancora più agitata di quanto non era già.
Quella domenica arrivò, era il 5 maggio 2013 ed il tempo era brutto. Nuvoloso, nuvole molto scure, ma non faceva freddo. Quindi che poteva mettersi? Passò un'ora davanti lo specchio, cambiandosi molte volte, chiamando la madre per avere dei consigli ma purtroppo lei non ci capiva molto di moda. Comunque dopo tutto quel tempo la disperazione si faceva sentire sempre di più, così optò per un jeans nero, stivaletti e maglioncino anch'essi neri, abbinati con una canottierina blu elettrico. Non si piaceva, non le piacevano i vestiti che aveva scelto, ma a quell'epoca non le interessavano molto quindi aveva poche cose nell'armadio che le dessero soddisfazione. Rubò una borsa nera a sua madre, la riempì delle cose più inutili, ma sai com'è "non si sa mai" ed uscì di casa con il padre che per fortuna l'averebbe accompagnata con la macchina. Aveva l'appuntamento alle 14:30 davanti la scuola per prendere la sua amica Ilaria, per poi andare alle 14:45 a recuperare a lezione di scout l'altra amica che sarebbe venuta per Riccardo. Nel frattempo cominciò a piovere, così si diedero appuntamento alle 15:00 al centro commerciale della zona con i ragazzi, ma ovviamente loro erano in ritardo. Le tre amiche arrivarono e si misero su una panchina cercando di risolvere un enigma su un gioco del telefono, ma nemmeno dopo cinque minuti l'ansia si fece sentire, così dovettero alzarsi e fare due passi.
15:15, si vedono in lontananza due ragazzi arrivare. Uno biondo altissimo, Matteo, l'altro moro, Riccardo. "E Federico?" pensò un po titubante Diana, credendo che non fosse venuto.
Ilaria puntò il dito poco più dietro: "eccolo!", come se le avesse letto nel pensiero.
Eccolo là, un ragazzo bassino con una montagna di capelli ricci che camminava velocemente per raggiungere i compagni. 
"Scusate il ritardo, 'sto genio del male doveva comprare le cuffie." incalzò Matteo, neanche prima di arrivare del tutto vicino alle ragazze, indicando Federico.
"Comunque loro sono Federico e Riccardo. Federico, Diana; Diana Federico. Riccardo, Veronica; Veronica, Riccardo." continuò dopo aver preso in giro l'amico.
Diana imbarazzatissima alzò la mano e fece il gesto del ciao, sforzandosi di fare almeno  un accenno di sorriso.
"Ok è diverso dalla foto che ho visto, ma no, non mi piace." pensò Diana amareggiata. 
Da lì in poi fu solo un passeggiare tra i negozi cercando di fare un sorriso ogni tanto, ma di chiaccherare non se ne parlava. Lei timidissima, lui pure. E questo non era un bene perché così nessuno dei due avrebbe fatto un passetto avanti.
Si sedettero ad un tavolo nella zona ristorazione del centro commerciale e Matteo ebbe la brillante idea di giocare a carte, ma nessuno le aveva. 
"Andate tu e Fede a comprlare" intervenne Ilaria. Diana si girò di scatto e la fulminò con gli occhi. Non aveva niente contro Federico, ma era veramente troppo timida anche solo per stargli accanto due minuti. Comunque dopo aver insistito qualche minuto, i due ragazzi si convinsero e si avviarono verso il tabaccaio al piano di sotto. Arrivati alle scale mobili lui azzardò una domanda: "quindi sei in classe con Ilaria?"
"Si" rispose lei velocissima. 
"Sapevo che era stata bocciata"
"Si, anche io purtroppo. Infatti ci siamo incontrate ora che io sto rifacendo il secondo. Tu?" 
"Io sono in quarto."
Lei fece un mezzo sorriso, un po imbarazzata in quanto si sentiva inferiore a lui.
   
 
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