Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    29/10/2017    1 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Cinque


C on molta circospezione e un forte senso di turbamento, Sandy accetta di seguire lo strano incubo per accertarsi di quale possa essere il problema che lo ha spinto a chiedergli aiuto. Fa ancora parecchia fatica a credere che una cosa simile sia appena accaduta, ma gli è sufficiente osservare l’andatura nervosa e sostenuta della creatura del buio che lo precede di poco per accettare i fatti per quello che sono.


Nel momento in cui giungono al covo dell’Uomo Nero, il guardiano scruta attorno a sé con preoccupazione e un certo disagio, chiedendosi se sia una scelta saggia continuare a seguire l’incubo anche dentro quel labirinto sotterraneo. E se si trattasse di una trappola di Pitch? Se fosse tutto un elaborato piano per catturarlo e… usarlo, in qualche maniera? Solleva lo sguardo e incontra quello dorato dell’incubo che lo fissa, apparentemente più ansioso di quanto lo sia lo spirito stesso. Sospira, rassegnato. Se desidera sapere che cosa sta succedendo, dovrà proprio decidersi a fare la sua mossa, oppure finiranno con il rimanere bloccati in eterno in quella scomoda situazione ai limiti della realtà.


L’incubo sbuffa nervoso e Sanderson annuisce piano. “Sì, d’accordo, vengo” conferma, seguendo la sua bizzarra guida giù per gli oscuri cunicoli della tana di Pitch Black.


*


Le gallerie sono veramente scure come l’inchiostro, tanto che l’unica luce a disposizione del guardiano è quella che emana dal suo stesso corpo. Le grotte che di tanto in tanto si spalancano di fronte ai suoi occhi stupiti, al contrario, sembrano possedere fonti di luce alternative che rischiarano fiocamente l’ambiente senza però creare bagliori fastidiosi.


L’incubo tuttavia non si ferma mai in nessuna di queste, ma prosegue deciso, scendendo sempre di più senza badare affatto agli innumerevoli occhi dorati che compaiono sinistramente negli antri bui e che seguono il loro cauto avanzare.


Alla fine anche il loro cammino ha termine proprio di fronte a uno stretto arco oltre il quale il guardiano può chiaramente distinguere una modesta stanzetta dalle pareti in legno e dal pavimento in pietra nera levigata. “Una camera da letto” riflette Sanderson, sorpreso. Curioso si guarda intorno e infine individua il piccolo baldacchino in rame sul quale è adagiato lo spirito oscuro al quale appartiene.


Il guardiano sgrana gli occhi e velocemente si avvicina alla figura distesa, accertandosi del fatto che si tratti effettivamente di Pitch, ma anche che non sembra semplicemente addormentato, quanto piuttosto privo di sensi.


Cosa gli è capitato?” domanda confuso, voltandosi a incontrare lo sguardo allarmato dell’incubo.


Purtroppo quest’ultimo non sembra nella condizione di fornirgli delle risposte, limitandosi ad agitarsi senza sosta sul posto. Così Sanderson torna a dare attenzione all’altro spirito e, dopo un più accurato esame, nota uno squarcio che parte dalla spalla sinistra e termina a metà del petto. “Qualcosa lo ha aggredito” si ferma a riflettere, senza tuttavia riuscire a immaginare cosa. Forse qualche grosso animale magico? Ma il danno appare un po’ troppo netto e lineare per essere stato provocato da qualsivoglia genere di artigli. Quindi? Il guardiano non ha una risposta alle proprie domande, e comunque ritiene che in quel momento la precedenza vada al modo in cui poter essere d’aiuto allo spirito oscuro. Incerto, si accosta maggiormente e allunga una piccola mano a sfiorare i lembi danneggiati della veste di Pitch, ma lo spirito oscuro si tende e mugola a quel contatto appena accennato, così il guardiano si scosta velocemente e rimane a fissarlo con preoccupazione crescente.


Non posso fare molto, purtroppo” ammette all’indirizzo dell’incubo. Stiracchia un piccolo sorriso mentre questi abbassa mestamente le orecchie. “Forse potrei portarlo da Nicholas” propone incerto. L’incubo trema e scuote violentemente il capo, atterrito. “Ma lui non gli farebbe del male. Inoltre ha molte più conoscenze di quante ne abbia io. Forse saprebbe come aiutare il vostro padrone” insiste con maggior convinzione. Attende, paziente, mentre la creatura del buio scalpiccia su e giù per la stanza, agitata. “Potresti accompagnarlo tu stesso, così che tu possa accertarti che sia al sicuro” aggiunge incoraggiante.


Prima di arrischiarsi a spostarlo da dove si trova, Sanderson prova sperimentalmente a sfiorare l’altro spirito in un punto qualsiasi che non sia danneggiato. Quando nulla di spiacevole accade, crea quattro larghi nastri con la sua sabbia dorata e li guida ad attorcigliarsi attorno alle ginocchia e alle braccia di Pitch, così da sollevarlo agevolmente e posizionarlo comodamente su di una morbida nuvoletta dei sogni. Ci prova, ma a quella visione non riesce proprio a evitarsi di ridacchiare, piuttosto divertito dall’assurdità di quanto sta vedendo. Uno sbuffo contrariato da parte dell’incubo dietro di lui gli rammenta che non stanno giocando e che sarebbe opportuno sbrigarsi. Così salta a sua volta sulla nuvola al posto di comando, fa segno all’incubo di fare strada e insieme ripercorrono a ritroso il dedalo di cunicoli oscuri che li riporterà all’aria aperta.


*


Sfrecciano a gran velocità nella notte, diretti al Polo Nord. Sandman di tanto in tanto corregge la rotta in modo da rimanere nel lato buio del pianeta; l’incubo che lo segue da presso sembra apprezzare questa accortezza e immagina che con tutta probabilità sarebbe lo stesso anche per il suo padrone. A tratti non può fare a meno di voltarsi indietro e osservare crucciato la figura ancora priva di sensi di Pitch, chiedendosi per l’ennesima volta con chi mai possa essersi scontrato per finire in quello stato pietoso, ma immancabilmente scuote la testa senza poter trovare una risposta. Si augura che, una volta sveglio, accetti di fornirgliela lui stesso; anche se, in effetti, qualche dubbio su quella possibilità ce l’ha. Perché dovrebbe farlo? Non ha mai apprezzato particolarmente l’aver a che fare con lui; si sono sempre accanitamente detestati dal primo momento in cui si sono incontrati, dopotutto. No, in realtà è Pitch che sembra odiarlo, peraltro per un motivo totalmente sbagliato, e Sanderson dal canto suo non ha mai cercato davvero di parlare seriamente con lui per provare a chiarire l’equivoco. “Forse però, questa volta, chissà…” soppesa il guardiano, in qualche modo fiducioso.


Un forte nitrito allarmato lo riporta bruscamente al presente, giusto in tempo per rendersi conto che ormai sono praticamente arrivati: di fronte ai loro occhi già si scorgono le variopinte e caratteristiche luci della fabbrica di Nicholas St. North. Sandy sorride, più rilassato, e porta la propria attenzione sull’incubo, trovandolo prevedibilmente più nervoso di quanto già non fosse stato in precedenza.


Non preoccuparti. Andrò avanti da solo e cercherò un modo per spiegare il problema, così che nessuno provi a farvi del male” lo rassicura gentilmente.


L’incubo si limita a un piccolo sbuffo e a un’occhiata di sbieco, visibilmente scettico riguardo al piano messo a punto dal guardiano. Ma poiché non sembra ci siano altre possibilità realizzabili al momento, titubante annuisce e insieme atterrano leggeri sulla distesa di neve a lato dell’enorme edificio. Sanderson salta giù dalla nuvola, fa segno all’incubo di attenderlo lì e si avvia per entrare.


Dopo aver facilmente superato gli yeti di guardia, trotterella per i vasti e colorati corridoi e si augura di avere la fortuna di poter trovare lì anche Toothiana. In effetti si accontenterebbe di non dover spiegare subito la faccenda ad Aster, rimandando quest’altro problema a un momento più tranquillo. Per sua immensa fortuna non si scorgono altri guardiani in giro per l’edificio e riesce a scovare Nicholas esattamente dive si aspettava di trovarlo: nel suo studio.


«Oh, Sandy. Bentornato! Come mai già qui a quest’ora?» lo accoglie benevolmente il padrone di casa.


Sanderson struscia con leggero imbarazzo un piedino a terra e riflette attentamente su come spiegare gli ultimi accadimenti all’amico. Non è poi così semplice come aveva sperato; ma Nicholas sembra comunque intuire che qualcosa non va dal singolare atteggiamento dell’Omino dei Sogni.


«Problemi in vista, Sandy?» chiede infatti con espressione seria.


L’altro annuisce, fissa uno sguardo preoccupato su di lui e tende una piccola mano, chiedendogli silenziosamente di seguirlo. Così lo conduce fuori dalla sua fabbrica, cosciente che nulla come la realtà dei fatti potrà spiegare a North ciò che angustia i pensieri del guardiano dei sogni.


  
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