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Autore: vortix    29/10/2017    1 recensioni
Per creare un classico della letteratura non basta un grande talento e una vivida ispirazione, ma una penna speciale.
Senza di questa non hai alcuna speranza di poter entrare a far parte nella lista degli Autori che hanno fatto la storia.
C’è un problema però: se la penna può dar vita ad un nuovo capolavoro letterario, al contrario questo piccolo oggetto (se finisce in mani sbagliate) può dare il potere di distruggere qualsiasi tipo di libro, compresi tutti i testi che testimoniano la mitologia greca e romana.
E se vi dicessi che questa penna è sparita dalla biblioteca del Campo Giove?
Storia che segue “L’ultimo dei Re”.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, I sette della Profezia, Nico/Will, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una serie di (sfortunati) eventi.'
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(Daniel Sherman aka Logan in versione """romana""", prego non c'è di che)
4





Trovo incredibile che io sia riuscita a farmi fregare una seconda volta: senza accorgermene mi ritrovo con in mano una spada e uno scudo rettangolare di bronzo, indossando un’armatura ancora più pensante di quella del Campo Mezzosangue e che prude così tanto che sono sul punto di strapparmela di dosso e urlare dalla frustrazione.
“Vedrai che ti piacerà” mi ha detto Hazel.
La ragazza mi ha trascinato di forza fuori dal quartiere residenziale del Campo Giove per poi portarmi in una vallata completamente deserta, se non fosse per i vari sentieri scavati nel terreno, i massi accumulati uno sopra l’altro per creare delle postazioni di sicurezza e una serie di strisce bianche che segnano il terreno come un campo da calcio. Vicino ad alcuni massi ci sono già la gran parte dei semidei che si preparano per l’allenamento, come se dovessero solo fare una semplice corsa di riscaldamento; alcuni ridono e scherzano, mentre altri stanno controllando se le loro spade sono ben pulite e affilate.
«Non fate sul serio.»
«Eccome. E sei stata anche fortunata, oggi non ci sono i cerchi di fuoco.» Hazel decisamente non ha la concezione di “fortuna”.
Facciamo qualche passo in avanti, e una volta che mi trovo davanti ad un insieme di semidei romani parecchi incazzosi e vogliosi di usare le loro armi nuove di zecca provo un senso di rabbia: io non voglio fare questa esercitazione, e non voglio combattere. Perché nessuno sembra ascoltarmi?
Ad un certo punto Reyna e Jason sbucano fuori dalla massa indistinta di soldati, e la prima cosa che noto è lo sguardo stanco della ragazza; anche Jason non sembra essere molto tranquillo, ma di certo sa nasconderlo molto meglio rispetto alla sua collega.
«Allora, semidei. Ci siamo, oggi è la giornata della battaglia a squadre. Ognuno di voi pescherà un bigliettino da questa scatola e verrà assegnato ad una delle due squadre, capitanate rispettivamente da me e Reyna. -fa una pausa- Le regole sono sempre le stesse, ma le ripeto per i nuovi arrivati.»
Tutti improvvisamente si mettono a fissarmi. «Jason, sono piuttosto sicura di come funzioni una guerra.»
«Certo, come no.» Una voce familiare sbuca fuori dal gruppo.
Logan si fa avanti con fare prepotente, tenendo ben saldo tra il suo braccio e il fianco l’elmetto in bronzo.
«E tu che ne sai?» Rispondo io a tono.
«A partire da come hai messo l’armatura: è storta.»
Mi guardo verso il basso e con orrore scopro che la parte posteriore della mia armatura è effettivamente nel verso sbagliato. Dannazione.
Tutti i semidei di fianco a me si mettono a ridacchiare, a eccezion fatta di Hazel e il suo ragazzo Frank che è arrivato da pochi minuti.
Quando rialzo lo sguardo sono furiosa, detesto essere presa in giro, e Logan lo sta facendo piuttosto bene. Improvvisamente ho una gran voglia di ucciderlo.
«Stavo dicendo, -riprende il discorso Jason, cercando di placare gli animi- questa non è una guerra vera e propria Chiara, ma una simulazione. Quindi ogni morte sarà penalmente punibile, ma questo non vuol dire che non ci si possa ferire, perciò occhi aperti. Ogni guerra in passato c’è stata per conquistare nuove terre, e questa non sarà da meno: vedete queste linee bianche dipinte sul terreno? Delimitano rispettivamente il territorio di ciascuna squadra che voi dovete conquistare. La simulazione si riterrà vinta quando almeno la metà dei semidei di una squadra avrà raggiunto il territorio dell’altra; oh e dimenticavo, sono ammessi i propri poteri divini.»
«Okay, non è difficile da capire. Basta che corro dall’altra parte del campo, no?» Questa volta cerco di non farmi sentire da molti, e mi avvicino di più ad Hazel, ma Logan si mette a ridere.
«Si vede che sei del Campo Mezzosangue. Voi greci non avete la minima concezione di strategia ed organizzazione.»
Sto per rispondere a tono, ma Frank prende le mie difese avanzando verso il ragazzo dagli occhi verdi con uno sguardo intimidatorio degno di un lupo.
«Amico, stai esagerando.»
Logan alza gli occhi al cielo, e se ne va verso Reyna per andare a pescare il bigliettino nella scatola.
Ringrazio velocemente Frank, e poi con un’innata voglia di mettermi a combattere, mi metto in fila per pescare il mio bigliettino.
Dopo pochi minuti tutti hanno in mano il proprio foglietto: Logan è in squadra con Reyna (che sembra particolarmente felice della cosa) come Frank, Hazel invece è con Jason. Guardando rispettivamente le due squadre direi che quella di Reyna è messa molto meglio come uomini per una serie di semidei adulti e piuttosto muscolosi, mentre invece quella di Jason sembra un insieme mal assortito di persone che non avevano la minima voglia di finire in questa situazione.
Come li capisco.
Dopo questa veloce panoramica, decido di aprire il mio bigliettino.
Jason.
Bene, quando mai sono capitata nella squadra dei più forti?
A pensarci bene però se fossi finita in quella di Reyna avrei dovuto collaborare con Logan, perciò la squadra di Jason mi va più che bene, anche se ci distruggeranno in meno di dieci minuti.
Quando tutti sono stati smistati i gruppi si riuniscono qualche secondo per decidere la tecnica da portare avanti, ma quando Jason comincia a parlare io non capisco un tubo di quello che sta dicendo.
«Allora, Rebecca e Andrew insieme a Luke e William saranno i maggiori attaccanti, mentre io ed Hazel ci occupiamo degli invasori rispettivamente a est e ovest, per quanto riguarda…»
Miei dei, sembra di star parlando di una partita di calcio.
Così per disperazione smetto di ascoltare del tutto, e decido che farò a sentimento; dopotutto ha funzionato fino ad ora.
Quando la piccola riunione di squadra si scioglie ci mettiamo tutti quanti in posizione, pronti con le proprie armi e scudi. Con la coda dell’occhio vedo Frank dall’altra parte del campo lanciare un occhiolino ad Hazel, mentre Reyna sorride a Jason passandosi il pollice lungo il collo, come per dire: “Ti farò il culo, bello.”
Poco più in là vedo Logan troppo occupato a concentrarsi sul campo di combattimento per accorgersi di me, ma il suo sorrisetto troppo sicuro mi convince ancora di più a corrergli incontro per fargliela pagare.
Una sensazione strana di eccitazione mi scorre nelle vene, mi sembra essere in una scena di un film, ma sono altrettanto sicura che molto probabilmente finirò per vomitare oggi.
Improvvisamente un fischio assordante riempie tutta la vallata, poi il panico.
Tutti i semidei della mia squadra cominciano a correre verso i nemici distribuendosi perfettamente in un quadrato fatto di scudi e armi mentre Reyna e Logan si scagliano sui semidei che Jason aveva messo come attaccanti.
Nel frattempo Frank si è trasformato in una specie di rinoceronte, e in questo momento non vorrei essere nei panni di quella ragazza che è costretta a vedersela con lui.
Voi giustamente vi starete chiedendo, e io?
Io sto cercando di dare un senso a tutto questo e non dare di matto. Una serie di spade e scudi volano davanti al mio volto, fasci di magia accompagnati da qualche trappola nascosta nel terreno si uniscono a corpi di ragazzi che cadono a terra come birilli; alcuni semidei decidono di fare fronte comune e difendere in gruppo il proprio territorio, mentre altri corrono con la spada alzata e imprecano qualcosa in latino. Diciamo che un quadro di Picasso sarebbe meno incasinato.
Aspettate, quello che è appena volato sopra alla mia testa è davvero un mattarello? Decido di non indagare.
Proprio mentre cerco di mettermi in salvo dietro ad una piccola montagna di massi, la voce di Jason che chiama il mio nome mi distrae.
«Chiara! Vieni con me!» Urla lui.
Faccio un respiro profondo, e cercando di convincermi di essere finita per sbaglio in un orribile videogioco, esco dal mio nascondiglio e raggiungo il biondino saltando in modo goffo un semidio dell’altra squadra giacente a terra.
Le urla in sottofondo mi confondono più di quanto io pensassi, e comincio a rimpiangere la Caccia alla Bandiera al Campo Mezzosangue.
Ad un tratto mi accorgo che la squadra avversaria sta avendo decisamente la meglio di noi, e io non ho la minima idea di cosa fare se non scappare difronte alle urla intimidatorie di Reyna.
«Vedi quel piccolo passaggio a destra? Dobbiamo infilarci lì per poter prendere Reyna dalle spalle, in modo tale da colpirla a sorpresa.» Spiega Jason ormai con il viso sporco di terriccio e…sangue?
«Vorresti colpire Reyna da dietro? Non è meschino?»
«È l’unico modo per fermarla. Sta mandando troppi nemici nel nostro territorio.»
«E cosa dovremmo farle? Pugnalarla alla schiena perché sta facendo bene il suo lavoro?»
«No, anche perché mi ucciderebbe con le sue stesse mani. Dico solo di distrarla in modo tale che la squadra non abbia più degli ordini da seguire. È sempre stato uno dei suoi punti deboli: pretende di avere la situazione sotto controllo in ogni singolo secondo, e così i ragazzi sono sempre ai suoi ordini. Ma se il capo viene eliminato, i soldati non sanno più cosa fare.»
Vedere Jason così preso da tutta questa simulazione mi trasmette un’adrenalina che non avevo mai provato. E’…eccitante.
«Non fa una piega. Ma come facciamo ad arrivare in quel sentiero? Sarà lontano un centinaio di metri, possono ucciderci in venticinque modi prima che arriviamo fin laggiù. O essere colpiti da un mattarello, perché usate i mattarelli in guerra?»
Io e Jason vediamo che verso di noi stanno arrivando due semidei della squadra di Reyna parecchi vogliosi di fare male a qualcuno, per cui sfoderiamo rispettivamente le nostre spade e cominciamo ad affrontarli insieme.
Il mio nemico è particolarmente grosso, ma io sono più piccola e di conseguenza molto più veloce, per cui riesco a cavarmela senza che lui non mi infilzi con il suo pugnale.
«Per arrivare fin laggiù ho io la soluzione.» Esclama poco dopo Jason togliendo la spada al suo nemico con una certa nonchalance.
Poco dopo il ragazzo mi lancia quello che sembrerebbe un cappello blu con una visiera dello stesso colore.
«Stai scherzando spero.» Dico ad alta voce, mentre raccolgo l’indumento.
Vorrei tanto sapere il perché il figlio di Giove abbia portato con sé un cappello in guerra, cosa me ne faccio? A meno che non si trasformi in una mitragliatrice non ho idea di quale sia la sua utilità adesso.
«Me lo ha dato Annabeth un po’ di tempo fa. Indossalo e ti renderà invisibile; in questo modo mentre io cerco di sistemare questi due bestioni tu vai avanti e distrai Reyna. Se non ti vede è ancora più divertente.»
Genio.
Decido di non fare altre domande, così mi infilo il cappello in testa e improvvisamente le mie braccia spariscono dalla mia visuale; mi concedo qualche altro secondo per ammirare il potere di questo cappello, e realizzo che finalmente il mio desiderio di essere invisibile si è realizzato.
Così, presa dall’euforia, comincio a correre tra i vari ragazzi in armatura che lottano tra di loro per arrivare il più velocemente al nascondiglio che mi ha indicato Jason.
Per i primi cinquanta metri le cose vanno grandiosamente: riesco a non farmi colpire da una mina di un figlio di Marte ed evito una trappola seminascosta nel terreno. Poi la situazione precipita drasticamente: un qualcosa di affilato mi colpisce il braccio destro tanto da provare una bruciatura piuttosto dolorosa, e io lascio cadere il mio scudo per coprirmi la ferita. Il dolore mi distrae tanto da non guardare più dove sto andando, così finisco per andare a sbattere contro un corpo umano, facendo cadere entrambi.
In un primo momento non mi rendo conto di cosa stia succedendo, ma quando riapro gli occhi il mio cervello si rifiuta di credere che il mio corpo è proprio sotto a quello di Logan giusto qualche metro più in là dal sentiero.
Una piccolissima possibilità che io abbia ancora il cappello indosso mi fa sperare di essere ancora invisibile, ma gli occhi verdi di Logan mi fanno capire il contrario. Infatti quando muovo leggermente la testa vedo che il cappellino giace vicino alla mia mano, e io posso abbandonare l’idea di aver evitato la figura di merda.
Senza dire nulla, lui fissa il mio braccio sporco di sangue e sul suo volto compare un’espressione che io non riesco a decifrare. È contento? È preoccupato? Si è pentito di qualcosa?
Aspettate un attimo…
«Sei stato tu!» Grido, levandomi il suo corpo dal mio. «Mi hai colpito tu con la spada!»
«Volevo colpirti sullo scudo, ma sei abbastanza sgraziata da aver rovinato i miei piani. Anche quando sei invisibile ti fai notare comunque.»
Non riesco a capire se l’ultima frase è un complimento o meno.
La sua mascella è squadrata, il tono è impassibile, come se fosse ovvio che abbia ragione lui.
«Oh, quindi ora sarebbe colpa mia?»
«Questo l’hai detto tu.»
Sono così scioccata che per i primi secondi non so cosa rispondere, finché non butto per terra le mie armi e la mia armatura, frustrata ed umiliata. La simulazione di guerra sta continuando ad andare avanti, ma io ormai non ci faccio più caso.
«Senti, non volevo farti male…» Comincia lui, ma io lo fermo subito.
«Non so quale problema ti affligga, ma io sono stufa. Non ti ho fatto niente, non hai nessuna cazzo di scusa per comportarti da stronzo nei miei confronti. Sono appena tornata da una missione contro uno dei re di Roma e ci ho quasi rimesso la pelle, e quando dovrei prendermi del tempo per riflettere sulla cosa sono qui in mezzo al fango cercando di vincere una dannata simulazione di guerra! E poi arrivi tu che mi lanci una spada contro solo per il piacere di farlo! Che razza di figlio di Venere sei?»
Sono così furiosa che le mie mani cominciano a prudere proprio come all’inizio della mia avventura da semidea, e l’esperienza mi dice che non finirà bene.
«Forse uno di quelli che non si vantano di quello che ha fatto e che non ha paura di quello che è.»
La sua risposta mi lascia così spiazzata che rimango senza fiato. Uno strano silenzio avvolge entrambi come un lenzuolo, e quando mi guardo intorno mi accorgo che tutti i semidei hanno smesso di combattere.
«Ragazzi, la guerra è finita.» Improvvisamente Jason compare vicino al nostro nascondiglio, e io mi ricordo che dovevo distrarre Reyna per sabotare tutta l’altra squadra, ma dall’espressione del biondo sembra che la questione sia passata in secondo piano.
«Cosa vuoi dire?»
«A quanto pare Reyna ha ricevuto un messaggio importante da Chirone, e ha dovuto sospendere l’addestramento.»
«Che tipo di messaggio era?» Chiedo questa volta io.
«Non ne ho idea, ma stanno aspettando te. A quanto pare Chirone vuole che ci sia anche tu.» La voce di Jason è particolarmente insicura, cosa che non avevo mai pensato accadesse.
Così la rabbia che provavo prima scompare del tutto, e senza aspettare un secondo di più seguo Jason, cercando di non guardare negli occhi Logan.
Una piccolissima parte di me è convinta che non volesse davvero farmi del male, ma la sua palese avversione nei miei confronti non la capisco, e non la merito.
«Sei ufficialmente una legionaria, adesso.» Cerca di rompere il ghiaccio Jason mentre raggiungiamo il Senato, ma io non capisco.
«Hai avuto la prima ferita in battaglia, se fossi una vera semidea romana avresti superato la probatio. Chi te l’ha fatta?» Continua lui, indicando il mio braccio ferito leggermente.
«Il peggior figlio di Venere che io abbia mai incontrato.»
«Beh, se non sbaglio non ne hai incontrati molti, a parte Piper.»
Prima che io possa rispondere però io e Jason siamo arrivati davanti al palazzo del Senato, ed entriamo fino ad arrivare nell’aula principale dove siamo stati ieri sera.
Oggi le gradinate bianche sono completamente vuote, al centro vedo solo Reyna con ancora la spada e lo scudo della battaglia e un braccio sporco di terra che sta parlando davanti ad una nuvola.
Per mia esperienza posso dire che si tratti di un messaggio Iride e chi l’ha voluto è sicuramente Chirone, che se ne sta davanti a Reyna cercando di farla ragionare su qualcosa che io non capisco.
Jason inizialmente si schiarisce la voce per far capire di essere arrivati, ed entrambi si girano verso di me.
«Chiara! Che piacere, come stai lì al Campo Giove?» Mi chiede Chirone con un sorriso forzato.
«Sanguinante, ma bene.» Mi limito a rispondere.
Reyna fa un piccolo sorriso, poi torna dal centauro dall’altra parte dell’arcobaleno (no, non è un modo di dire).
«Bene, sono contento. Ora che ci siete tutti quanti, voglio dirvi una cosa che non poteva aspettare oltre. Qui al Campo Mezzosangue è arrivato un…ospite particolare.»
«Ospite particolare? E’ Taylor Swift? State organizzando un suo concerto al Campo Mezzosangue? Vorrei troppo andarci.» La piccola cicatrice che Jason ha vicino alla bocca si piega leggermente insieme al suo sorriso, ma io e Reyna non possiamo fare a meno di fissarlo sconvolte.
«Ehi, perché ad un ragazzo non può piacere Taylor Swift?» Continua imperterrito il ragazzo.
«In ogni caso… -riprende il discorso Chirone- Non è Taylor Swift. La persona in questione non si faceva vedere da millenni, e la sua presenza ha sconvolto tutti qui. Ha chiesto esplicitamente di Chiara, per questo vi sto avvisando.»
«E chi sarebbe questa persona misteriosa che vorrebbe parlare con lei?» Chiede per me Reyna.
E soprattutto, perché una persona che non si fa vedere da millenni vorrebbe parlare con me?
Chirone aspetta qualche secondo, per poi pronunciare un nome che mai e poi mai avrei pensato di sentire in questo momento.
«Omero.»
 
 
 
 
 
 
 
………
Eeeee sbam.
Salve a tutti e buona domenica.
Eccoci qui al quarto capitolo della storia. Dato che volevo fare una specie di parallelismo con la Caccia alla Bandiera che avevo fatto nell’altra storia ho pensato che una simulazione di guerra al Campo Giove sarebbe stata abbastanza carina. Soprattutto perché me la immagino mooooolto più incasinata di una semplice Caccia alla Bandiera.
Qui Logan continua ad essere più o meno odioso, ma vi giuro che ha le sue motivazioni. 😊
E poi c’è l’ultima parte, con un personaggio che non ho mai trovato nei libri di Rick. (o almeno non ricordo).
Prima di scrivere questa storia ho pensato che in Percy si parla solo di personaggi mitologici e che provengono da storie di miti, quindi perché non parlare anche degli scrittori di questi miti? A me sembrava una idea carina, fatemi sapere cosa ne pensate, sarei molto felice di leggere i vostri pensieri a riguardo!
E vi ricordo che la Penna d’Autore continua ad essere scomparsa, per cui…
Grazie mille per essere passati a leggere!
Potete trovarmi su Twitter (@glaukopsis)
Un bacio, Claire
   
 
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