Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Il corsaro nero    31/10/2017    2 recensioni
A volte, non riusciamo a capire a cosa serva un fratello minore.
Forse, per capirlo, è necessario guardare un film dell'orrore e provare, sulla pelle, la paura e l'ansia di perderlo per sempre...
Genere: Horror, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tarble, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IL DOVERE DI UN FRATELLO


Vegeta non riusciva ancora a crederci.

Era riuscito ad ottenere il permesso dei suoi.

Il permesso di andare a vedere, al cinema, “It”, il film horror più atteso dell'anno.

Aveva temuto che i suoi non lo lasciassero andare.

Com'erano insopportabili i grandi!

Lui aveva già quattordici anni, frequentava il primo anno di scuola superiore, quindi aveva tutti i diritti per vederlo!

E, poi, lui aveva già visto moltissimi film horror, tutti vietati ai minori, tra cui “Shining” e “Non aprite quella porta!” e non aveva mai avuto paura in quelle occasioni!

Inoltre, l'estate precedente aveva letto il primo romanzo di Stephen King “Carrie”.

Perciò, era vaccinato contro gli horror e poteva vederlo tranquillamente.

Peccato che i suoi, all'inizio, l'avevano pensata diversamente.

Entrambi gli avevano detto che era troppo piccolo per vederlo e che doveva aspettare i diciotto anni, ma, fortunatamente, alla fine era riuscito a convincerli.

Adesso, niente e nessuno poteva guastare quel grande momento di gioia e trionfo...

CRASH

Tarble! Brutta piccola scimmia imbranata, hai fatto cadere il mio cellulare!” “Scusa, Vegeta. Non sapevo che l'avevi messo a ricaricare...”

O meglio, niente e nessuno a parte suo fratello minore.

Vegeta, adirato, andò a controllare le condizioni del suo amato cellulare.

Fortunatamente, non si era rotto.

La devi piantare di farlo cadere!” “Ma sei tu che lo metti vicino alla scatola dei biscotti...” “Perché è lì che c'è la presa di corrente, zuccone!”

Invidiò, come al solito, tutti coloro che erano figli unici.

Loro non dovevano temere che una stupida cosa di nove anni toccasse la propria roba privata!

Invece, i suoi avevano avuto la bella idea di dargli un fratello, per giunta minore.

Fino a cinque anni andava tutto alla grande, dato che non doveva condividere niente con nessuno, ma poi la mamma gli aveva annunciato che presto avrebbe avuto un fratellino e i suoi piani erano andati in fumo.

Quel piccolo dinosauro col ciuffo, appena nato, strillava come se lo stessero squartando vivo a ogni minuto ed era sicuro al cento per cento che stava facendo finta ma, per qualche assurda ragione, i suoi ci cascavano.

Quando lui sarebbe diventato padre, non sarebbe cascato negli infami trucchi del marmocchio di turno.

Una volta, aveva raccontato a sua madre che l'intruso strillava solo per attirare la sua attenzione e, per tutta risposta, sua madre gli aveva detto che non doveva essere geloso di suo fratello perché lei gli avrebbe sempre voluto bene.

Per poco non era scoppiato a ridere.

Lui geloso del nanerottolo?!

Era la cosa più stupida che avesse mai sentito!

Perciò, aveva cominciato a evitare quel piccolo usurpatore di pochi anni.

Purtroppo, quel moccioso era veramente stupido e continuava a ronzargli come una mosca, solo per dargli fastidio.

In più, aveva cominciato a imitarlo.

Ripeteva sempre tutto quello che diceva, andava dove andava lui e se lui faceva una cosa quel brutto pappagallo spelacchiato la faceva anche lui.

Era veramente insopportabile!

Sfortunatamente non esisteva un centro reclami dove mollare quel coso.

Finalmente, Vegeta avrebbe potuto fare qualcosa senza il fratello tra i piedi.

Non vedeva l'ora di andare al cinema...


Mi raccomando, Vegeta. Comportati bene al cinema.” “Sì, mamma.”

Quelle raccomandazioni erano inutili.

Cosa avrebbe potuto combinare al cinema?

Lui ci andava per vedere il film, mica per far stupidate.

Senti, Vegeta...” gli domandò Tarble prima che potesse uscire.

Vegeta lo guardò con aria seccata.

Ma cosa diavolo voleva quel moccioso?!

Mentre lui sarebbe stato al cinema, quella scimmia in bermuda sarebbe stato a casa a vedere un film in DVD della Disney, s'intitolava “La carica dei 101” e raccontava di un gruppo di cani che doveva sfuggire alle mire di una vecchia pazza e dei suoi due scagnozzi idioti, assieme a mamma e a papà.

Tarble gli aveva detto qualche giorno prima, con una nota d'orgoglio, che per cena avrebbero mangiato pizza con anche la coca cola e, poi, durante il film avrebbero preso una bella ciotola di popcorn.

Vegeta, per tutta risposta, gli aveva detto che anche lui avrebbe comprato i popcorn e che quelli del cinema erano mille volte migliori di quelli del supermercato.

Il piccolo gli aveva urlato che non era vero e avevano iniziato a darsele di santa ragione finché non era arrivata la mamma a dividerli.

Ma... tu non avrai paura?” “Io? Paura? Tsk, tu sogni mostriciattolo!” gli rispose a tono Vegeta ma sembrava che Tarble non avesse nessuna intenzione di lasciarlo andare: “Ma sei proprio sicuro sicuro? Un mio compagno di classe mi ha detto che suo fratello maggiore dice che è un film vietato ai minori di diciotto anni e tu ne hai quattordici...” “Sì, sono sicuro al mille per mille! Sta' un po' zitto, moccioso! Se speri d'impedirmi di andare a vedere il film che progetto di vedere da mesi ti sbagli di grosso! Io non avrò mica paura di uno stupido film!” “Ok, fa' come vuoi... io ti ho avvertito.” lo avvisò il bambino.

Vegeta stava per dirgliene quattro quando il citofono suonò.

Era Radish, il migliore amico di Vegeta, con cui si era accordato per vedere il film al cinema e, soprattutto, da soli!

Ciao, gente. Ci vediamo più tardi.” li salutò velocemente Vegeta prima di uscire.

Una volta fuori casa, raggiunse l'amico, che lo aspettava assieme alla madre, che li avrebbe accompagnati al cinema per poi venirli a prendere una volta finito il film, e salì in macchina.

Una volta dentro, il ragazzino sbuffò: “Finalmente sono uscito...” “Qualche problema con la tua famiglia, Vegeta?” “Più precisamente con quel cretino di mio fratello...” “A chi lo dici! Prima che me ne andassi, quel moccioso si è messo a piangere come una fontana perché non voleva che me ne andassi!” “Tuo fratello aveva solo paura che It ti rapisse e ti portasse lontano da lui...” s'intromise la madre di Radish ma il figlio sbuffò: “Figurati se uno stupido clown ammazza - marmocchi urlanti che appare solo in un film horror mi fa qualcosa!” “Ricordati che tuo fratello è ancora piccolo... crede che quello che compare in tv sia la realtà. E' così preoccupato per te che vuole venirti a prenderti assieme a me.” “Ti prego, mamma, no. Mi rovinerà la serata.” “Invece, verrà.”

Mentre l'amico e la madre discutevano, Vegeta si mise a guardare fuori dal finestrino.

I fratelli minori erano solo una piaga vivente... ma per quale ragione li avevano inventati?!


Il bambino di sei anni mise la barchetta di carta con la scritta SS Georgie nel piccolo scorcio d'acqua sotto un marciapiede mentre la pioggia continuava a scendere sempre più forte.

La barca cominciò a navigare velocemente e, per starle dietro, il piccolo dovette correre all'impazzata, in mezzo alle pozzanghere.

Era così impegnato a guardare la barca che non si accorse di un blocco per la strada e ci andò a sbattere con la testa, cadendo per terra.

Quanto assomiglia a quello scemo di mio fratello... commentò Vegeta mentre si metteva in bocca un po' di popcorn presi dalla scatola che condivideva con Radish.

Il film era iniziato da poco e, per ora, non aveva visto nulla di spaventoso.

Era iniziato con una ridicola scena tra due fratelli: quello maggiore aveva fatto una ridicola barchetta di carta per il moccioso con l'impermeabile, che, come un vero idiota, voleva giocare in mezzo alle pozzanghere sotto il diluvio universale senza aspettare che smettesse.

Allora era proprio vero che i fratelli minori erano dei mocciosi che non possedevano un minimo di cervello...

Come se non bastasse, prima che se ne andasse, il fratello maggiore l'aveva pure abbracciato!

Che cosa ridicola!

Lui non avrebbe mai abbracciato il suo nemmeno sotto tortura!

Intanto, il moccioso si era rialzato ma, ormai, la barca si era allontanata.

Il bambino cominciò a correre ma, purtroppo per lui, la barca finì dritta dritta in un tombino.

Nooo!” urlò il marmocchio mentre la barca ci finiva dentro.

Vegeta alzò gli occhi al cielo.

Possibile che quel moccioso dovesse fare tante scenette per una ridicola barca di carta che era finita in uno scarico?!

I fratelli minori erano proprio degli idioti...

No!” sbuffò il bambino del cinema mentre si chinava davanti allo scarico per vedere se magari poteva tentare di recuperarla.

Ma come si poteva essere così stupidi?!

Ormai era finita nello scarico e ci sarebbe rimasta per sempre, era inutile illudersi che, per magia, sarebbe riapparsa.

Si era appena chinato, che si udì un ruggito provenire da lì dentro e il bambino non poté trattenere un urlo.

Ad un tratto, si udì una voce provenire dallo scarico: “Ciao, George.” e, quasi immediatamente un viso comparve.

Era in gran parte nascosto in penombra ma mostrava chiaramente degli occhi che brillavano nel buio e un sorriso.

Vegeta sentì un brivido.

Quel sorriso faceva venire i brividi e lo rendeva nervoso.

Sentiva che stava per accadere qualcosa di molto brutto...

Che bella barchetta...” disse il clown mostrando al piccolo, anch'esso molto nervoso, la barca di carta.

Se solo avesse potuto, Vegeta avrebbe preso il bambino per un braccio per allontanarlo da lì.

Quel clown non gli piaceva...

La rivuoi indietro?” propose l'essere, col suo solito sorriso perfido.

Aveva sentito dire in giro che It era una creatura che si nutriva di bambini, ma non poteva essere così spietata!

George era troppo piccolo... forse aveva addirittura la stessa età di Tarble!

Emh... sì, per favore.” disse il bambino, con una punta di paura nella voce.

E chi non l'avrebbe avuta di un clown nelle fogne?!

Rinuncia a quella stupida barca! Scappa! Vattene via! Non capisci che ti vuole ammazzare?! Lo pregò, mentalmente, Vegeta.

Si sentiva così in ansia per la sorte quel bambino che gli sembrava di soffocare!

Sei proprio un bravo ragazzo.” lo lusingò il clown.

Non osare fargli del male, brutto naso finto o giuro che gonfio di botte quella tua brutta faccia! Lo minacciò, adirato, Vegeta.

Vuoi anche un palloncino, George?” domandò la cosa.

Rifiutalo e corri subito a casa! Solo lì sarai al sicuro!

Non mi è permesso prendere cose dagli sconosciuti.”

Bravo! E adesso torna subito a casa, dai tuoi genitori e da tuo fratello! Con loro accanto non ti succederà niente!

Oh, bene, io sono Pennywise, il clown danzante.”

Maledetta carogna, ho capito dove vuoi arrivare!

Ora non siamo più sconosciuti, vero?”

Non cadere nella sua trappola, George! Non accettare niente da lui!

Penso che andrò, ora.”

Sì, bravo! Vattene via e torna da tuo fratello! Allontanati da quel mostro!

Oh, senza la tua barchetta?”

No! No! No!

George era confuso, non sapeva cosa fare...

Sì... prendi – la.” lo tentò il clown, mentre un sorriso maligno e falso appariva sul suo volto.

Non prenderla! Scappa! E' una trappola!! gli urlò Vegeta.

George allungò la mano per prenderla, ma It l'allontanò un po'.

Vuole farlo sporgere di più! Vuole che s'infili ancora di più nelle fogne! Nella sua casa... nella sua bocca... capì Vegeta, sempre più spaventato.

George allungò ancora di più la mano.

Fu allora che accadde.

Per alcune sequenze vi fu il nero, tanto che Vegeta pensò che la cinepresa si fosse rotta, e le sequenze furono più sfocate e orientate verso il viola.

Quando George ebbe allungato tutto il braccio, It rivelò dei denti lunghi e aguzzi come rasoi e, con essi, morse il braccio al bambino.

George urlava e si dimenava ma il mostro non intendeva lasciarlo andare.

La successiva sequenza mostrò il gatto dei due fratelli che guardava fuori dalla finestra, aspettando un padrone che non sarebbe mai tornato.

La scena si spostò di nuovo sul bambino che era riuscito a sfuggire dal morso letale del mostro e stava strisciando per allontanarsi il più possibile, ma la sua liberazione gli era costata cara.

Il mostro gli aveva staccato il braccio che stava mordendo.

George tentò di scappare ma It non aveva alcuna intenzione di farsi scappare la preda.

Con una mano, infatti, afferrò il piccolo e lo trascinò con sé nelle fogne.

La musica di sottofondo divenne simile a un ruggito e a un risucchio.

Faceva venire i brividi.

BIIIILLL!!!!” urlò il bambino mentre spariva nelle fogne, nella bocca di It.


Ti è piaciuto il film, fratellone?” domandò Tarble a Vegeta una volta che fu tornato a casa.

Vegeta non sapeva che cosa rispondere.

Il film era stato molto spaventoso e ben fatto, doveva ammetterlo, ma gli aveva fatto provare anche qualcosa che lui non avrebbe mai ammesso a nessuno.

Aveva avuto paura di perdere suo fratello.

Durante il film, aveva capito che It faceva parte della città e, pertanto, nessun luogo era sicuro.

Il pensiero di vivere in una città dove puoi trovarti in ogni momento una creatura che rappresenta le tue peggiori paure, pronta ad uccidere, nel modo più sadico possibile, tuo fratello l'avrebbe fatto impazzire.

Era quasi scoppiato a piangere alla vista della crudele e ingiusta morte di George e, durante l'intervallo, Radish aveva ammesso che aveva provato le stesse sensazioni.

Quando la madre e il fratello minore di Radish erano venuti a prenderli a fine film, Radish aveva preso per mano il piccolo e, mano nella mano, si erano diretti alla macchina.

Vegeta non si era sentito di prenderlo in giro.

Sì, era carino. Ma ho sentito degli spettatori dire che il film è molto diverso dal libro.” dichiarò Vegeta mentre si versava da bere.


Sei uno stupido, Vegeta!” “Ti sbagli, qui lo stupido sei solo tu, Tarble!”

Vegeta stava, per la centesima volta, litigando con Tarble.

Il motivo del litigio era molto semplice: il più piccolo voleva giocare con la play station ma Vegeta se ne era impossessato e stava giocando a un gioco di guerra vietato ai minori dove solo una persona poteva giocare.

Se non mi fai giocare, chiamo la mamma!” lo minacciò Tarble ma Vegeta ridacchiò: “La mamma è andata a fare la spesa con papà e torneranno fra un'ora, salame.”

Tarble fece una smorfia e scese le scale che portavano al pianoterra, dove c'era la cucina.

Si mise a guardare fuori dalla finestra.

Pioveva a dirotto là fuori e, inoltre, i tuoni erano così potenti che facevano tremare i vetri.

Suo fratello era solo uno stupido senza cervello che non lo capiva!

Infuriato, si diresse verso l'appendiabiti della cantina e prese il suo impermeabile giallo preferito e degli stivali rossi.

In seguito, uscì dalla porta, sotto la pioggia battente.

Ma perché la mamma doveva dire a Vegeta di fargli da baby sitter?!

Vegeta se ne infischiava di lui!

Il bambino camminò nelle strade buie, illuminate solo da dei lampioni che creavano un effetto spaventoso, camminando in mezzo a grandi pozzanghere.

Avrebbe camminato per un quarto d'ora per sbollire la rabbia e poi sarebbe tornato a casa.

Vegeta sarebbe stato così concentrato con i videogiochi da non accorgersi neanche della sua sparizione.

Certo che con questo tempo sembra di essere in uno di quei film che danno per Halloween...” commentò Tarble mentre si dava un'occhiata in giro.

Oh oh oh!” fece una risata maligna alla sua destra.

Incuriosito, il bambino si voltò e vide una misteriosa creatura illuminata dalla luce del lampione.

Era poco più alto di un ragazzo, completamente bianco a parte delle strane sfere viola sul corpo, con una lunga coda da lucertola bianca, un sorriso strano e degli spaventosi occhi rossi che sembravano fatti di sangue e, inoltre, aveva una mano sul petto ed era leggermente chinato, come se volesse salutarlo.

Tu...” fece Tarble e l'essere disse: “Salve. Che ne diresti di venire in un bel posto con me?” “Io con te non vado da nessuna parte! Non mi piaci!” “Sicuro?” “Sì, adesso torno a casa. Arrivederci, signore.” lo salutò frettolosamente Tarble, non accorgendosi che l'essere stava sorridendo in modo sadico.

Il bambino sentì qualcosa colpirlo alle spalle e si schiantò di schiena contro un albero lì vicino.

AHIA!” urlò di dolore Tarble, prima che la mano bianca della creatura gli tamponasse la bocca.

Quella stretta faceva tremendamente male.

Cosa voleva quell'essere da lui?!

Che peccato, visto che non intendi seguirmi con le buone, dovrò usare le cattive maniere.” sibilò l'essere e gli disse: “Quando avrò finito con te, andrò a giocare con il tuo fratellone.”

Per tutta risposta, Tarble gli tirò un calcio allo stomaco e, una volta liberatosi dalla presa di quell'essere, cercò di scappare il più lontano possibile ma esso lo afferrò al collo con la coda.

Dove scappi? Tu vieni con me.” gli sussurrò e scese in un tombino aperto mentre il bambino gridava, terrorizzato: “VEGETAAAA!”


Vegeta guardò con soddisfazione la scritta HAI VINTO! Sullo schermo.

Con un sorriso sul volto, il ragazzino gridò: “Ehi, Tarble. Indovina chi è che ha appena battuto il record?”

Inaspettatamente, nessuno rispose.

Senti, mostriciattolo, hai intenzione di tenermi il muso per tutto l'anno?” lo provocò Vegeta mentre scendeva le scale.

Una volta scese si accorse, con sgomento, che Tarble non era lì.

Tarble! Smettila di fare questi scherzi del cavolo!” sbuffò Vegeta mentre apriva la porta della cantina.

Si accorse subito che c'era qualcosa che non quadrava.

L'impermeabile giallo di Tarble era sparito.

Nervoso, Vegeta cominciò a controllare tra le scarpe, trovando ben presto la conferma ai suoi peggiori sospetti.

Gli stivali rossi di Tarble non c'erano più.

Quello scemo era uscito sotto la tempesta!

Doveva ritrovarlo al più presto o mamma e papà l'avrebbero ammazzato all'istante!

Indossò il suo impermeabile e i suoi stivali e uscì anche lui sotto la tempesta.

Ma guarda cosa mi tocca fare...” mugugnò il ragazzino, adirato, e, poi, cominciò a urlare: “TARBLE!! DOVE CAVOLO SEI?!”

I minuti passavano e del bambino non c'era nessuna traccia.

Vegeta era sempre più preoccupato.

Ma dov'era finito?!

Non avrebbe mai dovuto fregarsene di lui e, soprattutto, litigare con lui!

Ma perché non lo aveva lasciato giocare?!

Ad un tratto, vide uno strano coso giallo vicino a un cespuglio.

Si avvicinò e trasse un sospiro di sollievo.

Era l'impermeabile di Tarble.

L'aveva trovato.

Senti un po', brutto cretino, che ti è saltato in mente di andartene in giro da solo con questo clima?!” lo sgridò mentre prendeva una manica di esso.

Per poco non cacciò un urlo.

Non c'era nessuno al suo interno.

Vegeta si sentiva sempre più nervoso.

Suo fratello non era così stupido da togliersi il cappotto sotto la pioggia.

Qualcuno glielo aveva tolto.

Vegeta ebbe la conferma dei suoi pensieri quando si accorse, all'interno dell'impermeabile una scritta color rosso sangue che diceva: VA' NELLE FOGNE!


Vegeta camminava da un bel pezzo in quelle buie e cupe fogne, illuminando il cammino con la torcia del suo cellulare.

Appena avrebbe trovato il rapitore di Tarble gliela avrebbe fatta pagare cara, poco ma sicuro!

Era cintura verde di karate e gliela avrebbe fatta vedere a quel miserabile che si divertiva a prendersi gioco di lui.

Non solo aveva avuto la faccia tosta di dirgli dove doveva andare ma, a pochi passi dall'impermeabile, aveva trovato un tombino aperto e lui non aveva dovuto far altro che scendere.

Ad un tratto, si accorse di una luce color cremisi provenire da una curva in fondo.

Vegeta si diresse verso quella luce.

Sapeva che doveva andare lì.

Una volta che ebbe svoltato rimase di sasso davanti al macabro spettacolo che c'era.

C'era un enorme portale fatto interamente di ossa e teschi, da cui proveniva un'accecante luce rossa.

Una goccia d'acqua cadde sulla testa di Vegeta e, quando il ragazzino alzò la testa, trasalì.

Sopra di lui, c'erano i corpi senza vita di molti bambini, maschi e femmine di tutte le età, legati ai polsi, le braccia e le gambe da dei fini fili argentei come delle marionette.

Sembrava di essere davanti a una grossa ragnatela di un ragno piena zeppa di mosche.

Vegeta, tuttavia, decise di superare il portale.

Doveva ritrovare Tarble e riportarlo a casa.

Era il suo dovere.

Il dovere di fratello maggiore.

Oh oh oh. Ben arrivato.” lo accolse una voce glaciale non appena ebbe superato il portale.

Davanti a Vegeta, vi era un'enorme scalinata con in cima un trono di ossa su cui vi era seduto un mostro tutto bianco con una coda da rettile.

L'essere scese dal trono e, una volta che si fermò davanti a lui, Vegeta gli sibilò: “Dov'è mio fratello?” “Mi sembra di aver visto galleggiare qualcosa in mezzo alla laguna. Se la cosa ti può interessare...” gli rivelò la creatura, con un sorriso sadico.

Vegeta corse nella laguna nera accanto al trono.

L'acqua era gelida e gli faceva venire i brividi ma non gli importava.

Raggiunse la sagoma nera in mezzo al lago e per poco non urlò.

Era Tarble.

Morto.

I suoi grandi occhi neri erano spalancati ma vuoti.

Non brillavano più di vita.

Vegeta non riuscì a trattenersi.

Abbracciò il corpo gelido del fratellino mentre le lacrime gli rigavano il volto, sussurrando: “Tarble...”

Ma che scenetta commovente.” commentò la creatura con un ghigno mentre si avvicinava, levitando a pelo d'acqua, ai due fratelli.

Gli occhi neri di Vegeta si rifletterono su quelli rossi della cosa.

L'hai ucciso...” sibilò Vegeta e l'altro ammise: “Sì. E' stato divertente giocare con lui. Nonostante tutto il dolore che gli infliggevo con le mie torture, non piangeva e non urlava. Diceva che il suo fratellone Vegeta non avrebbe mai voluto che piangesse come una femminuccia. Poi, quando mi sono stancato, non ho dovuto far altro che spezzargli l'osso del collo.”

Vegeta tremava dalla rabbia.

Come aveva potuto quell'orribile essere...

Ma non preoccuparti, lo rivedrai molto presto. Nell'aldilà.” gli rivelò, con un ghigno, l'essere mentre puntava i suoi lunghi artigli verso i due, aggiungendo: “Sarete i pezzi migliori della mia collezione.”


Vegeta si rizzò a sedere sul letto mentre ansimava profondamente.

Era stato solo un incubo.

Uno stupido e ridicolo incubo.

Però era stato davvero spaventoso.

Mentre si asciugava la fronte sudata, Vegeta si accorse che nel suo letto c'era un piccolo intruso addormentato.

In un'altra occasione, Vegeta l'avrebbe buttato fuori dal suo letto a calci ma quella notte non ci riusciva.

Con una mano, accarezzò la testa di Tarble.

Il corpo del suo fratellino era caldo eppure nell'incubo l'aveva sentito così gelido...

Vegeta guardò in tutte le direzioni.

Anche se era notte fonda e tutti dormivano dalla grossa da ore era meglio non correre rischi.

Una volta capito che non c'era nessuno, Vegeta si sdraiò di fianco a Tarble e, con delicatezza, in quanto temeva di svegliarlo, lo avvicinò a sé e lo abbracciò.

Era una cosa che andava contro il suo orgoglio ma, solo per quella notte, avrebbe abbracciato suo fratello.

I respiri vivi del piccolo lo cullavano come una silenziosa ninna nanna e quando Vegeta sentì le palpebre diventare sempre più pensanti, si avvicinò all'orecchio di Tarble e gli sussurrò: “Se It o qualcosa del genere dovesse arrivare... ti proteggerò io, fratellino.”

Poi, sempre abbracciandolo stretto, si addormentò.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Il corsaro nero