Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: k_Gio_    01/11/2017    6 recensioni
In mezzo all'oceano succedono cose strane, si impartiscono lezioni di vita e si fanno incontri inaspettati.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una convivenza forzata

 

 



«Ora dovremmo ripulire tutto questo...» disse il capitano agitando la mano verso quel mare luminescente che si ritrovava in cabina «Varranno una fortuna...» e già pregustava quell'enorme ricchezza che gli era letteralmente saltata sulla nave.
Ancora seduta sulla sedia la non più sirena lo guardava con la faccia livida, ancora turbata per quello che gli era appena capitato «Sono mie» disse con tono cupo.
«Mmm ?» il pirata si voltò con faccia interrogativa, non l'aveva minimamente udita troppo perso com'era nei suoi sogni sfarzosi «Cosa hai detto?»
«Ho detto che sono mie» ripeté lei stringendo sempre di più il pezzo di stoffa tra le sue mani. Lui scacciò quelle parole con un gesto della mano.
«In quanto mia prigioniera ciò che è tuo è mio.» poi scese con lo sguardo «E vestiti, non possiamo stare nella stessa stanza con te senza niente indosso» e nella testa si rendeva conto di quanto gentiluomo davvero fosse, in altre circostanze non ci avrebbe pensato due volte a saltarle addosso...
Emma abbassò gli occhi verso ciò che provocava tanto turbamento nell'uomo, ma non capiva. Aveva visto diverse volte uomini e donne senza vestiti lungo la spiaggia o mentre lei insieme alle altre sirene spiavano i marinai sulle navi...ma non le era mai sembrato che fossero turbati. Ma era in territorio nemico e per quanto non lo conoscesse affatto era meglio dargli ascolto, dove lo reputava più idoneo almeno. Dopo l'ennesimo sbuffo mal celato cercò di infilarsi quella strana cosa.
Intanto lui si era prodigato a prendere un bauletto e a svuotarlo di quello che conteneva, poi chinatosi aveva iniziato a raccogliere tutte quelle squame divenute piccole gemme preziose. «Avanti, muoviti».
Non la vide ma lei lo fulminò, si accostò i lembi di quella cosa e cercando di non rovinare di nuovo a terra si accucciò al fianco di lui e prese a raccimolare i resti della sua vita da creatura del mare.
«Ora le mettiamo qui dentro e po...DANNAZIONE Emma!» era arrossito come un adolescente inesperto quando si era accorto che la ragazza aveva sì messo la camicia ma non se l'era abbottonata, lasciando così ai suoi occhi di pirata in astinenza da donne, tutto quello che la natura le aveva regalato. Emma invece aveva sobbalzato un po' spaventata.
«Che c'è?!»
Hook si passò una mano sugli occhi. Doveva aspettarselo, che ne sapeva una sirena di come si abbottonava una camicia. Niente. Si voltò verso di lei ed allungò la mano. Pazienza, doveva avere pazienza.
«Che hai intenzione di fare?!» si era messa sulla difensiva ma non perdendo quello sguardo battagliero.
«Cerco di preservare la mia sanità mentale» lei non parve capire « Ti abbottono la camicia, ed impara.».
Anche se provvisto di una sola mano riuscì abilmente a far passare i bottoncini nelle asole, lei lo guardava attenta ma tesa per quel contatto troppo ravvicinato. «Visto? E' facile. Devo darti anche dei pantaloni, assolutamente. Tu continua a metterle dentro al baule» si alzò verso una cassettiera e ne trasse dei pantaloni anch'essi neri come la camicia.
Glieli lanciò in testa. «Mettili» e riprese a mettere apposto.
«Cosa ti fa pensare che io non ti uccida nel sonno?» era furente.
«Nulla, ma sarebbe un vano tentativo di fuga visto che fuori c'è la mia ciurma e tu non hai più la coda» la guardò sorridente e con una faccia da schiaffi fastidiosa. Emma scosse la testa e prese ad armeggiare con quella diavoleria.
«Ci devo far passare le gambe, giusto?» si era alzata ma temeva di cadere senza il supporto di entrambi gli arti.
«Din Din Din! E' anche intelligente» era un bastardo quando si comportava così, lo sapeva.
Lei non gli diede peso, troppo intenta a capire come funzionasse quel mondo.
«Appoggiati al letto per non cadere» stavolta il suo tono di voce era stato più dolce e la spiava con la coda dell'occhio. Fece come suggeritole e dopo qualche minuto indossava dei pantaloni leggermente troppo larghi per lei.
«Molto meglio no?!» disse soddisfatto.
«Sta zitto».
Finirono di riporre tutto nel baule.
«Ora dobbiamo davvero dormire, domani mi devo alzare presto»
«E io dove dovrei dormire?»
«Beh,» fece con fare ovvio «il pavimento è abbastanza comodo no?!».
Gli occhi di Emma si ridussero a due fessure «Sei davvero un mostro, i kraken sono delle dolci creature in confronto»
«Ognuno ha le sue qualità» sorrise sghembo mentre le dava le spalle nascondendo ad occhi indiscreti il baule. « Avanti, puoi dormire sul letto, ma tieniti lontana...puzzi di pesce».
«Sei un villano, e non considerare vuote le mie minacce.»
«Basta che lasci il mio viso intatto, altrimenti ci rimarrei male io e tutto il resto del genere femminile». Era egocentrico fino all'inverosimile.
«D'accordo, infilati nel letto che spengo le luci». Sempre più restia ad assecondare i suoi ordini si mise sotto le coperte e trovò il tutto davvero piacevole...nonostante un po' di disagio. Disagio che aumentava nel dover condividere quel nuovo letto con uno sconosciuto che l'aveva fatta prigioniera.
«Va bene,» disse lui mentre si coricava «allora buonanotte.»
«Mmm» si accovacciò su un fianco dandogli le spalle e meditando sulla sua nuova condizione da umana. L'indomani sarebbe dovuta uscire assolutamente da quella stanza, doveva sperare che le sue amiche fossero lì per aiutarla a capire.
«Comunque» esordì nel completo buio della stanza «non puoi più esaudire i miei desideri ora che hai perso la coda vero?».
E di nuovo con quella storia, roteò gli occhi color smeraldo.
«No»
«Mmm...e le tue lacrime non si traformano in perle, vero?»
Quell'uomo era pazzo, fece una smorfia che lui non poté vedere.
«No»
«Mmm...quindi oltre alla bellezza mi sei completamente inutile» sentenziò infine.
Un calcio arrivatogli all'improvviso lungo le gambe lo fece gemere. Alla fine lui tacque definitivamente.
Almeno stava imparando ad usare le sue nuove gambe, e il modo in cui lo sentì lagnarsi sommessamente le piacque. Se era quello il modo in cui si poteva difendere non era male.

L'indomani mattina il capitano della Jolly Roger si svegliò alla solita ora, alle prime luci dell'alba, sole o non sole, il suo corpo si risvegliava automaticamente. Si rotolò verso il centro del letto aspettandosi di far urlare la sua ospite, ma trovò il letto vuoto. Strizzò gli occhi ancora addormentati e la vide vicino alla finestra che guardava il mare sotto di loro.
Notò che si era tolta i pantaloni. Una mano era poggiata alla vetrata e l'altra era stretta in un pugno. I capelli biondi le ricadevano sinuosi lungo la schiena in netto contrasto con il tessuto nero.
«Dormito bene, tesoro?» chiese con voce roca.
Lei sobbalzò ma non si voltò.
«Ti consiglio di rimetterti i pantaloni perché stiamo per arrivare in un Regno dove le temperature non sono particolarmente miti in questo periodo» e nel mentre la informava si apprestava ad alzarsi e rimettersi in sesto.
Continuava a non parlare e la cosa non è che gli dispiacesse molto appena mattina... «Tutto bene?»
«Oggi posso uscire?»
Le guardò le spalle dato che non accennava a voltarsi, ci pensò su anche se in realtà era dalla sera precedente che ci aveva pensato « Non subito, quando attraccheremo al porto attenderemo il momento opportuno e ti farò uscire». Non era un'opzione, era l'ordine del capitano.
«Va bene»
Lui sorrise con un piccolo sbuffo e sentendolo Emma si voltò «Che c'è?»
«Mi fa strano sentirti così accondiscendente»
«Posso darti un altro calcio se preferisci»
«Sei adorabile»
«E tu un egocentrico»
«Si fa quel che si può. Vestiti che farà freddo. Ti porto qualcosa da mangiare...anche se non so cosa mangiano le sirene...ti adeguerai» e detto ciò uscì, lasciandola da sola nella stanza.
Dopo averle fatto visita per portarle della frutta si era congedato di nuovo, lei lo aveva mandato al diavolo un'altra volta per quella situazione e poi era rimasta a guardare il mare. Si avvicinava mal tempo, e una tempesta era inevitabile. Sperò che arrivassero il prima possibile, se avessero naufragato non sapeva come sarebbe finita. Avendo la coda ogni tanto si era avvicinata a quelle navi che piano piano cadevano negli abissi. Ma ora con le gambe era come tutti gli altri umani, fragili e inermi davanti alle calamità naturali come una tempesta.
Respirò profondamente per non perdere la calma e la concentrazione. Ma era sempre più difficile. Non aveva uno scopo ora, aveva perso se stessa, era come una zattera in balia delle onde. Non sapeva dove si sarebbe diretta o dove sarebbe approdata. Era semplicemente una naufraga.
Sentiva che gli uomini urlavano di fuori, e nello stato d'animo in cui versava se avesse avuto la coda non avrebbe esitato un solo istante a sedurli e affogarli uno dopo l'altro. Indipendentemente. Avrebbe iniziato dal capitano però, di quello ne era certa.
Man mano che le ore passavano e il sole andava a nascondersi dietro nuvoloni carichi di pioggia, anche l'aria mutava. Le temperature, come aveva accennato il pirata, erano calate repentinamente. Non si ricordava di aver mai patito il freddo così tanto. Si era raggomitolata nelle coperte ma seduta sulla sedia di fronte alla finestra. Non voleva perdere di vista nemmeno per un istante il suo oceano.
Complice la noia, si era addormentata, e furono i movimenti dell'attracco a destarla. Stando tutta rannicchiata sulla sedia si accorse di ciò che comportava avere gambe e piedi. Si sentiva le dita tutte intorpidite e quel formicolio che cresceva man mano lo trovò davvero insopportabile e fastidioso. Cominciò a punzecchiarsi ma solo dopo qualche minuto presero a svegliarsi e fu ancora più irritante.
«Con la coda non è mai successo» bofonchiò arrabbiata contro i suoi nuovi arti. Poggiò i piedi per terra e rabbrividì per il freddo del legno. «Accidenti a me e a quando sono salita qua sopra» e si arrotolò meglio nella coperta continuando a guardare fuori.
Mentre le nuvole andavano ad incupirsi, la sua attenzione cadde su quel nuovo paesaggio che si stava affacciando alla finestra. Quel mondo visto da lontano ora era ad un palmo di naso da lei. Sapeva di essere in acque inesplorate e che il pericolo era ovunque...ma si sentiva euforica e non poteva farci niente.
La nave si assestò ma solo dopo diverso tempo la porta della cabina si aprì.
«Oh...involtino di pesce sei pronta a mettere piede sulla terra ferma? Arendelle ci aspetta».
Possibile che fosse così idiota? Inutile rispondersi. 









___________________________________________

Okay bella gente, sono qui con un altro capitolo :') spero vi faccia piacere.
Non so dove andrò a parare...ve lo dico fin da ora ^-^ mi ha fatto enormemente piacere ricevere le vostre recensioni e spero quindi che anche questo seguito vi piaccia. Di solito aggiorno il giovedì e lo avrei fatto anche in questa occasione...ma domani non so come andrà la giornata e visto che il capitoletto era pressocché pronto ho deciso di postarvelo xD 
E' brutto dirlo, ma se vedo che la storia non piace ritorno sui miei passi e rimetto la storia come one shot,  penso che sia giusto anche nei vostri confronti. 
Cooooomunque, non so voi ma la l'ultima puntata di once è stata devastante...porca trota che colpo basso giocare con le nostre emozioni così, che brutte persone T.T non me lo aspettavo proprio un risvolto del genere. Ma in ogni caso è stata una bella puntata :') e non picchiatemi ma a livello emotivo è stata più bella anche rispetto alla puntata con Emma. Si l'ho detto. Ma almeno Emma è ancora viva Lol. Ok basta.
Non so che altro dire...ah si, secondo voi i personaggi sono verosimili ? Riprendono un po' gli originali? E' più difficile questa volta perchè mi muovo in altre acque (LOL). In attesa di vostri riscontri, positivi o negativi che siano, vi auguro buona serata. 
Alla prossima!

Gio

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: k_Gio_