Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: __roje    03/11/2017    0 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 20.5

Aki Nomura, estate dei suoi 10 anni.

“Hayatooo!” urlai nel vederlo camminare per strada. Tutto mi aspettatavo ma non di rivederlo dopo così tanto tempo, e la gioia fu immensa, tanto che mi precipitai verso di lui prendendolo di sorpresa. Gli saltai addosso e lo abbracciai da dietro, la sua reazione fu puro vero sgomento.
“Ma chi è!” urlò e quando si rese conto che ero io sgranò gli occhi “Aki! Lasciami stupido...!”
Obbedii e gli sorrisi ancora più felice che fosse davvero lui “Sei tornato!”
Hayato abbassò lo sguardo senza guardarmi direttamente negli occhi “Sì, ieri.”
“Eh? E perché non sei venuto a chiamarmi? Lo sai che non vedevo l’ora di rivederti!”
“Ho avuto delle cose da sistemare.”
Era sempre così evasivo. Non amava parlare di se ed era stato via due mesi senza mai rispondere ad una mia singola mail, ma non vi avevo dato peso immaginando che stesse trascorrendo delle belle giornate col padre. “Allora?”
Hayato inarcò un sopracciglio “Allora cosa?”
“Com’erano gli Stati Uniti?” Non arrivò risposta, come al solito, così cercai di far nascere la conversazione in altro modo. “Sai mio padre invece è tornato a casa per tutto il periodo estivo, e siamo andati spesso al mare e Mei ha imparato a stare a galla, ma ogni tanto affogava ahaha”
“Nemmeno tu sai nuotare baka.”
Era vero “Non puntualizzare ogni volta!”
Hayato sembrò tornare del suo solito umore, e cercò e rispondere a ciò che gli dicevo. Forse sentiva già la mancanza del padre, o forse non si era ancora abituato a stare di nuovo in Giappone quindi gli serviva solo tempo.
Lo trascinai nel solito parchetto dove di solito andavamo per perdere tempo, mi arrampicai sullo scivolo e mi andai a sedere proprio li sopra mentre Hayato da giù mi guardava.
“Quindi hai imparato l’americano?” domandai curioso.
“Lo parlo già bene da quando sono piccolo, lo sai.”
“Deve essere figo conoscere più lingue ed essere metà americano, sai certe volte ti invidio.”
Non parve capirmi, “Mi invidi?”
“Sì, sei speciale” ridacchiai nel dirlo, “hai una storia che puoi raccontare, non sei uno qualunque, e certamente non passi inosservato tra tutti i nostri compagni e poi parli due lingue! E’ figo!”
Lo vidi fare una strana smorfia con la bocca “Tu trovi che io sia speciale...”
“Certo!” Hayato sollevò di nuovi i suoi occhi azzurri verso di me mi fissò sorpreso, la smorfia sparì. “Sei la persona più speciale che esiste per me, sei mio amico!”
“Amico...” calò di nuovo lo sguardo  a terra.
“Ho detto qualcosa che non va? Ehi!” scivolai giù per raggiungerlo, con la paura nel cuore che si fosse messo improvvisamente a piangere. Gli andai vicino e lo scrollai per le spalle “Che hai Hayato?”
E in quel momento fece una cosa che non aveva mai fatto. Era sempre stato freddo, distaccato e mai aveva apertamente espresso se mi volesse bene o meno, ma quel giorno prese e mi abbracciò. Si strinse a me avvolgendomi con le sue braccia e affondò la testa nella mia spalla.
La cosa mi spiazzò completamente e pensai sul serio che avesse la febbre o qualche parassita nel corpo.
“Ehi.. Hayato! Sul serio mi stai facendo preoccupare adesso!”
I missed you so much.”
Quelle furono le sue uniche parole in quel momento e le borbottò con la voce resa ovattata dalla mia spalla. “Eh? Non ho capito che cosa hai detto. Non parlare lingue che non conosco! Ti odio!”
Quel giorno non capii affatto quelle parole, e col tempo neppure mi interrogai più sul loro significato ma dal modo in cui Hayato mi strinse per la prima volta, e dal dolce suono di quelle parole potei immaginare che fossi speciale anche per lui in qualche modo.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: __roje