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Autore: Eternity_Hook    04/11/2017    1 recensioni
L'Elisio brillava come una pietra preziosa rispetto alla terra, era un paradiso in cui tutto pareva così puro da togliere il fiato, il verde smeraldo delle piante che sorgevano dalla terra, le gocce di rugiada che risplendevano sotto la luce unica ed imitabile che proveniva da sopra la sua testa.
Milo dello Scorpione si scostó i capelli con una mano, lasciando che la chioma mossa e dorata si disperdesse sulle sue spalle, buttando fuori un respiro profondo.
Era morto davvero quindi.
Il pensiero stranamente non lo disturbava come avrebbe pensato durante la sua vita, ma la cosa non lo stupí.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Eccoti qua di nuovo

Serie: I cavalieri dello zodiaco

Ship: Milo x Camus (Scorpio x Acquarius)

Genere: Yaoi

Tema: incontro

Ratings: verde

Richiesta da:-_Shuu_-

Parole: 1005

~Ω~

L'Elisio brillava come una pietra preziosa rispetto alla terra, era un paradiso in cui tutto pareva così puro da togliere il fiato, il verde smeraldo delle piante che sorgevano dalla terra, le gocce di rugiada che risplendevano sotto la luce unica ed imitabile che proveniva da sopra la sua testa.
Milo dello Scorpione si scostó i capelli con una mano, lasciando che la chioma mossa e dorata si disperdesse sulle sue spalle, buttando fuori un respiro profondo.
Era morto davvero quindi.
Il pensiero stranamente non lo disturbava come avrebbe pensato durante la sua vita, ma la cosa non lo stupí.
Guardó il proprio corpo, semplicemente scrutandolo per cogliere qualcosa, qualsiasi cosa.
Una cicatrice, un graffietto... non c'era niente di tutto questo, fatto abbastanza bizzarro se doveva dirla tutta, contando che se era morto era perché aveva praticamente sacrificato se stesso insieme agli altri Gold pur di aprire il muro del Pianto... già, si era sacrificato insieme a...
Immediatamente l'immagine del francese fece capolino nella sua testa, strappandogli un battito e interrompendo il suo respiro.
"Camus" pensó subito, vedendolo, vedendo la sua immagine che gli sorrideva nella mente.
I suoi occhi azzurri furono presi da un involontario fremito, mentre si apprestava a mettersi in piedi.
Voleva cercarlo.
Voleva continuare quel discorso che aveva provato a fargli quando ormai non vi era stato più tempo.
Voleva dirgli che lo amava, nonostante tutto ciò che era accaduto, lo amava ancora.
Il rapporto tra lui ed il gelido francese era sempre stato molto complicato, più che pieno di discussioni, 'garbate' ma assassine dalla parte dell'altro, rabbiose e prive di risultati dalla sua.
Voleva dirgli che non lo avrebbe lasciato andare, non più, non di nuovo.
Dopotutto erano entrambi già morti.
Almeno all'Elisio potevano amarsi, non importavano le idee che gli altri si sarebbero fatti.
Era solo un piccolo dettaglio di sfondo, contando che poi, il loro rapporto non era stato l' unico ad essersi formato e a venir così nascosto agli occhi della divinità.
Aveva decisamente notato gli sguardi che altri si erano lanciati.
Prese dunque a procedere a vuoto, sentendosi libero dal peso dell' Armatura che aveva sempre indossato, libero dalle responsabilità opprimenti di doversi creare un nome, libero dal proteggere la sua divinità, nonostante avrebbe continuato a servirla con l'anima.
Perse il conto del tempo in cui continuó a camminare, cercando e pensando solo e soltanto a lui.
Lui, Acquarius, il gelido ma dolce Cavaliere della undicesima casa.
Lui ed i suoi capelli rossi, lisci e morbidi come seta, gli occhi di un dissimile colore, la pelle lattea che ricordava le tonalità del marmo di una colonna di uno dei tanti templi greci, se non delle statue stesse.
Per non dire poi che la sua espressione stessa, a momenti, appariva di pietra.
Era sempre stato così impassibile davanti alle persone... ma stando con lui aveva visto quelle sfaccettature che nessuno che lo conoscesse poteva notare.
Lo aveva perfino visto arrossire una volta e quello... quello era stato il suo piccolo segreto, nell'insieme di vederlo sorridere.
Un segreto che nulla mai avrebbe rimosso dalla sua mente, risultando irresistibile ai suoi occhi.
Irresistibile come la visione che ne seguí in quel momento, trovandolo appoggiato ad una colonna, con le palpebre abbassate, l'espressione rilassata in una maniera dolcissima che gli scaldó il petto, i ciuffi di capelli rossi che, ribelli e dispettosi, si spostavano, fluttuando in aria al passare della corrente fresca che inondava quel paradiso divino.
E Camus stesso sarebbe potuto sembrare una divinità con quell'aspetto così fragile con cui appariva dormendo.
Pareva davvero una visione celeste, tanto che l'Ateniese si avvicinó il più piano possibile, cercando di non strappare il minimo rumore all' erba tramite le scarpe.
Gli andó davanti ad una lentezza cauta, il viso illuminato da un sorriso involontario.
Era così perfetto da togliergli il fiato.
Ai suoi piedi sorgevano fiori dello stesso colore dei suoi capelli, un carminio vivo e brillante simile a sangue, simile alla passione più accesa e fiammante che potesse esistere, l'amore.
L'amore che faceva impazzire uomini e donne, che portava le persone a fare gesti estremi.
L'amore che lo collegava al francese, il quale, dopo qualche istante in cui il biondo lo aveva raggiunto, si riassopí, aprendo lentamente quegli occhi non dissimili a rubini, mentre la sua espressione era tra il sorpreso ed il felice, cosa che Milo capiva dal piccolo movimento delle sue labbra, una sorta di tic e dal suo alzare il sopracciglio sinistro.
Tacque a lungo, forse ancora preso dal sonno, forse incapace di collegare per i primi momenti dove fosse, o ancora, un po' stordito, mentre respirava piano.
Ed il cuore di Scorpio parve perdere un battito quando sentí la sua voce pronunciare il suo nome, con quel tono un po' confusionario e roco, simile ad uno schiarirsi di gola, in cui sentiva le emozioni del francese, non trattenute da nulla, non raccolte dalla maschera della sua freddezza.
-Eccoti qua, di nuovo- aggiunse subito dopo il rosso, alzandosi leggermente con la schiena dalla colonna a cui era appoggiato mentre riposava.
Il guardiano dell' ottava casa gli accennó un secondo sorriso tranquillo, traboccante della sua gioia.
Ed i loro sguardi parvero incastrarsi tra di loro, l'azzurro di un Cavaliere caldo come il deserto, il rosso di uno freddo come le distese siberiane.
Un controsenso bellissimo, che rendeva impossibile che uno dei due potesse perdere di vista gli occhi dell' altro, che tra di loro sembravano come calamite.
E si guardarono a lungo, i loro colori che dicevano molto di più di quanto le loro parole avrebbero potuto esporre, immergendosi in un apnea in cui potevano sopravvivere solo se c'era l'altro ad accompagnarli.
-Anche tu- rispose semplicemente il biondo, piegandosi lentamente in direzione dell' Acquario, così da rendere le loro distanze assolutamente minime, tali che un contatto tra le loro labbra avrebbe potuto suggellarsi a momenti, dando vita ad un loro bacio, che fosse passionale o a stampo non importava.
Importava soltanto che erano loro due, finalmente, dopo guerre, separazione e morti che avevano solo aumentato il loro desiderio.


 
   
 
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