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Autore: karma neutral    04/11/2017    1 recensioni
"Con l'arrivo della nuova sfilata di Gabriel Agreste , Marinette si ritrova più indaffarata che mai.La stessa dovrebbe anche incontrare un nuovo studente di scambio proveniente dall'Italia il quale si prospetterà più particolare del previsto e non privo di secondi fini.Come Ladybug invece dovrà scontrarsi con nuovi arrivi e una misteriosa organizzazione che dà la caccia allo stesso Adrien Agreste , inserendo nuovi nemici forse troppo abili per i Miracoulus."
WARNING : questa storia è anche un test per verificare alcuni miei OC tra vecchi e nuovi. Ci saranno temi più pesanti rispetto allo show , non sarà del tutto ROMANCE come vorreste ma cercherò di ampliare il contesto e fornire una trama ove in due stagioni ancora si fatica ad avere.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Le ciel en rouge
Capitolo 1 : Pavor Nocturnus
Ore  21:30  13/02/17


Parigi di sicuro non era come la grande mela , con gang e tutto il resto. Ma ciò non significava che la città fosse esente da pericoli.
Prevalentemente costituiti da guidatori disattenti , e esponenti della piccola criminalità come scippatori e borseggiatori.
"Stasera sarebbe stata una occasione perfetta per andare in giro assieme a lei." disse in tono drammatico solo per riempire il silenzio in cui si trovava per tenersi compagnia. 
Il suono della sua voce che colmava il vuoto. Si sentiva poetico.
Qual'ora l'effetto del Miracoulus si fosse esaurito avrebbe dovuto aspettare qualche minuto per far riposare Plagg e poi ritrasformarsi , e riprendere la ronda.
Sorrise , pensando di avere una fetta di Camembert nascosta , in tasca come sempre.
Dove lo tenesse rimane ancora oggi un mistero...(Commento post produzione)
Con l'intenzione di ammazzare un pò il tempo decise di alzarsi dal cornicione , prese la rincorsa saltando  , usando il palo di un semaforo come pedana arrivando dall'altra parte.
 Volevo fare in modo che allungasse il suo bastone per attraversare , ma non c'era modo di non trasformarlo in un doppio senso...(Commento post produzione)
Conoscendo bene quell'area dellla città si apprestò ad attraversare i tetti degli edifici retaggio delle precedenti rivoluzioni industriali.
Fu allora che alla mente gli balzò un pensiero , una cosa che avrebbe sempre desiderato fare.
"Comunque , paia non accadere nulla stanotte. Mi farò una scampagnata." ghignò scattando in direzione della cattedrale più famosa della città.
Anche con la sua agilità e velocità si rese conto ormai a tre quarti dalla sua destinazione , che non avrebbe fatto in tempo a raggiungere Notre Dame prima che Plagg si stancasse.
Fece la cosa più logica , cosa che non era da lui. Cercò un luogo appartato , in questo caso un vicolo per appartarsi e uscire senza destare sospetti.
Plagg si era già nascosto nel suo taschino della giacca , sgranocchiava il suo Camèmbert per energizzarsi. Così avrebbe assecondato il , per una volta , egoistico desiderio di Adrien di scalare Notre Dame.
Coprendosi il volto , o guardando in un'altra direzione tentava di non farsi riconoscere dalle poche persone che vagavano nei dintorni della cattedrale.
Passò un paio di vie , svoltò a destra per poi attraversare la strada. 
La cattedrale era veramente magnifica in tutta la sua grandezza , e anche lo stile gotico con le statue che sembravano scrutare i passanti aveva il suo effetto.
In quel momento era davvero grato di aver studiato arte a scuola. Passò lungo la parete , avvicinandosi alla facciata della cattedrale.
Plagg in dieci minuti sarà...
"Apri questa c*zz* di porta!" 
...attivo?Chi è quello?  pensò avvicinandosi dietro ad lampione . Un'individuo dall'aria decisamente disperata stava dando di matto battendo le mani con tutta la forza che poteva su una porta laterale della cattedrale.
"Plagg! Hai finito?!" bisiglio mettendosi spalle al muro dietro alla facciata sinsitra del muro. 
"Shono ancora shtanco , perchè?" mormorò Plagg sporgendo la testolina dalla tasca , mangiucchiava il suo camèmbert.
"Perchè potremmo avere..." si sporse nuovamente e gli si raggelò l'anima vedere colui che prima si disperava puntare una pistola contro la porta.
"...ç'est putain de merde!" quasi gridò vedendo il tipo allungare le dita sul grilletto.
Adrien istintivamente si accovacciò coprendosi le orecchie , non era mai stato così spaventato. Con il cuore in gola che gli pulsava , Plagg non era ancora carico , e sentire ben tre spari gli ricordò , infatti , quanto fosse diversa la realtà da un film.
Dovrei fare qualcosa, ma sono inutile finchè Plagg... *BLAM* *BLAM* altri due spari. 
E se avesse centrato il custode?! si domandò  Adrien , capace che lo stesso stesse arrivando e che gli avesse sparato attraverso la porta.
Avvertì le porte venire aperte "Sto arrivando str*nz*!" 

"Adesso basta!" agì d'impulso dominato dalla paura , scattando dinanzi alla porta destra.
Apparentemente aveva sparato alla serratura per entrare.
Il soggetto si voltò nella sua direzione , follia totale possedeva i suoi occhi.
Avvertì le sue vene ghiacciarsi con impeto.
"Tu chi c*zzo sei? Vattene questo non ti riguarda!" gesticolò con il braccio
"S-s-senti mon amis..." e qui alzò le mani per risultare innocuo "...qualunque cosa tu stia tentando di fare..." deglutì sono sicuro che c'è una..." il sorrisetto ambiguo sul suo volto ebbe vita breve.
"Soluzione?!No! Non c'è soluzione , tu non sai niente!" estese le braccia , era decisamente più alto di lui. Sulla trentina , emanva un'odore pungente come se l'igiene per lui fosse solo un ricordo.
Indossava una maglietta bianca macchiata in più punti , la barba contribuiva a renderlo ancora più trasandato di quanto lo era.
La voce gli morì in gola , era terrificato oltre ogni aspettativa.
"Nessuno...nessuno...può salvarsi." il suo blatericcio venne attirato da dei "bip" ripetuti provenienti dall tasca dei suoi pantaloni.
Adrien ponderò rapidamente di battersela , ma il derelitto era passato a puntare la pistola nella sua direzione.
Anche volendo non avrebbe fatto in tempo a sottrarsi alla traiettoria del colpo. 
"E ora non puoi salvarti nemmeno te..." lo vide mostrare un debole sorriso , avvertendo una certa pervesione dietro lo stesso.
"PLAGG...!" grido il nome del Kwami facendolo volare fuori dalla sua tasca
*click*
*BLAM*
Il suo cuore sembrò fermarsi , per poi riprendere a battere a ritmo impossibile per un ragazzo della sua età. Riaprì gli occhi aspettandosi di ritrovarsi a terra , invece intravide una macchia rossa spargersi nell'aria.
Il corpo del derelitto arrivò a terra con un tonfo sordo.
Le sue braccia erano coperte del materiale nero della tuta da Chat Noir. Ad un rapido esame , potè effetivamente constatare di essersi trasformato 
"Ma allora..." alzò lo sguardò solo per rigirarsi dall'altra parte. Una pozza color cremisi adornava il marmo della cattedrale , accompagnata dall'odore ferreo che andava intensificandosi impregnando le sue narici.
Incespicò sui frammenti di legno , appogiando la mano sulla metà sinistra del portone. Inspirando rapidamente "Scoprirò..."
Raccolse il suo coraggio osservando con la coda dell'occhio verso ciò che rimaneva dell'uomo alle sue spalle.
"...perchè questo è accaduto."
***
La stanza era buia , unica fonte di luce data dai monitor delle videocamere che sorvegliavano i dintorni della cattedrale.
Sistemate su e giù per Notre Dame e connesse alla rete elettrica della chiesa , quelle telecamere erano frutto di un lavoro casalingo  fine e sofisticato.
Non visibili dall'esterno , esse erano i suoi occhi e orecchie fuori della stessa. 
Negli anni l'uso delle videocamere era perlopiù diventato un hobby per beccare vandali e giovani drogati e spacciatori al di fuori della stessa.
Un modo per non sprecare l'uso di quell'impianto , pensò. 
La aveva installate lui stesso , essendo il custode nessuno si sarebbe insospettito vedendolo armeggiare in giro. Frutto dei suoi anni di studio a un'istituto informatico. 
Il ragazzo , ora potè vederlo sulle videocamere esterne , apparentemente Chat Noir. Era fuggito , chiaramente in stato di panico. 

Ma la cosa parve non generargli stupore alcuno.

"Così è stato uno...sviluppo interessante." pensò ad alta voce in tono quasi mesto , allungando le mani sulla scrivania ne estrasse un revolver RhinoD60 iniziando a inserire i proiettili calibro .357 magnum nel tamburo da 6 colpi. 
Qull'arma era un retaggio delle sue precedenti battaglie , ma di recente aveva iniziato a ponderare di "procurarsi" un'arma con un caricatore , piuttosto che un tamburo.
I tempi di ricarica sarebbe stati ridotti drasticamente , dunque un'aumento dell'efficiena e volume di fuoco relativo.
"Quel ragazzo starà panicando in questo momento." osservò  attraverso il monitor. 
Comprendeva come mai Dmitrj si fosse tolto la vita. E non poteva certo biasimarlo. 
Se Dmitrj aveva reagito così disperatamente vi era una buona ragione,semplicemente non poteva più rivivere quell'inferno.
Uccidere sè stesso si era rivelato un gesto nato dalla disperazione. 
Crying Howl chiuse le finestre del software che controllavano le telecamere aprendo un mappa cittadina dal sistema informativo territoriale. La morte di Dmitrj sanciva l'arrivo di una minaccia incombente , e ciò significava mettersi in gioco prima di subito.
"Dmitrj può aver lasciato informazioni da qualche parte , devo assicurarmi che vengano distrutte." doveva giungere al suo appartamento prima che gli investigatori , che sarebbero giunti presto a perquisirlo , ne avessero l'opportunità.
Gli sarebbe servita della benzina , pensò. O forse sarebbe stato meglio prelevare ciò che gli serviva senza lasciare tracce ?
Mise alcuni file in download per poi inviarli al suo palmare. Tra questi figuravano le mappe cittadine e alcuni layer sulla rete di sorveglianza cittadina. 

Armeggiò con il Python , per il linguaggio informatico aprendo un programma che aveva elaborato lui stesso  sul monitor dinanzi a lui apparve una mappa della Francia. 
La mappa delimitava confini , città e vie di comunicazione. E a seconda del Layer utilizzato poteva evidenziare ciò che voleva.
*Attivazione rete Assets.Segnale inviato. Calcolo: Assets saranno totalmente operativi in...una settimana* 
"Così tanto? Diavolo...quelli se la saranno presa comoda nel corso degli anni." 
*Avvio protocollo CurtainCall. Verifica stato agenti in attività...richiamo agenti in servizio...*
"Ora di muoversi." si alzò dalla sedia lasciando il sistema in attività , avvertì a vibrazione del suo palmare , conferma che il suo sistema e il dispositivo portatile erano ora sincronizzati.

Passò un paio di corridoi , andando a premere un pulsante vicino alla parete. La stessa cominciò a scivolare sul terreno rivelando le camere del custode. Un unico monolocale comprendente , camera da letto , cucina e bagno.
Passò oltre la stanza , ricordandosi all'ultimo di richiudere il muro a scomparsa.

"Ah già , devo anche rimuovere il corpo dall'entrata..." gli sarebbe servito un sacco e della candeggina.
Ore  23:45  13/02/17
Alex Armitage si svegliò di soprassalto nel suo posto sul treno , ansimando pesantemente in preda alle palpitazioni.
I suoi occhi saettarono da una parte all'altra tentando di trovare un qualche punto di riferimento. Dopo alcuni secondi di smarrimento rallentò il respiro riconoscendo i sedili della carrozza del treno.

E altresì aveva capito di stare sudando.

Sbadigliò guardando l'orologio da polso , marca Omega elegante e dal desgin sobrio. Era quasi mezzanotte.
Ancora mezzo intontito si guardò intorno tentando di tranquillizarsi. Quello , qualunque fosse , era stato l'incubo peggiore della sua esistenza.
Avvertiva ancora la sensazione fisica di avere delle mani avvolte attorno al suo corpo.

"Nngh...eppure ho preso il Tavor prima di salire." si lamentò ripensando al farmaco che prendeva regolarmente.
Sebbene avesse venti anni , i suoi genitori non si fidavano del tutto a mandarlo in giro per l'Europa , sopratutto se considerate le sue sporadiche crisi di panico.

Armitage era tutto fuorchè un ragazzo , ormai giovane uomo , dal cuore debole. Conosciuto per essere un filo eccentrico e delle volte distaccato , esso sapeva rivelarsi spesso imprevedibile.  

Levatosi dal suo posto del vagone passò oltre gli altri due passegeri dirigendosi verso il bagno . 
Fatto ciò che doveva fare , si sciaquò le mani nel lavello rimanendo a fissare lo specchio addormentandosi in piedi per un momento. Scosse la testa riprendendosi quel tanto che bastava per non crollare sul pavimento lercio del bagno del treno.
Si sporse per afferrare un fazzoletto di carta , tornato in linea con lo specchio potè contemplare...

...una faccia diversa dalla sua.

"Ma che...?" nel panico potè vedere un volto affusolato , e due occhi rossi taglienti osservarlo da attraverso lo specchio. Sembrava di contemplare il volto di una belva di quelle che apparivano nei cartoni giapponesi. Ma i tratti della figura sembravano instabili , contorcendosi e ribollendosi faceva fatica a distinguerla.

I tratti affusolati  ma eleganti , ricordavano un incrocio tra una belva e una donna.
"Sa...saranno le mie allucinazioni." allungò una mano avvicinando le dita allo specchio , nel mentre anche la mano dellla creatura seguiva i suoi movimenti.
Appoggiati i polpastrelli alla superficie riflettente la mano della creatura non si fermò passando oltre le sue dita e riducendo lo spazio tra lei il suo volto.

La mano andò piano piano a appogiarsi sulla sua guancia sinistra. 
Il battio cardiaco accellerato al livello di un maratoneta , e il torace che continuava a espandersi spasmodicamente per la paura.
La creatura si avvicinò sempre di più con il suo volto passando oltre la barriera dello specchio.
"40,07,03,07,13." mormorò nel suo orecchio allontanandosi lentamente, un brivido corse lungo la schiena , mentre la lingua della creatura passava con la medesima lentezza sulla sua guancia.

Piano piano staccò anche la sua mano lentamente , quasi non volesse rompere il contatto.
Uno scossone del treno gli fece perdere contatto visivo con lo specchio , costringendolo ad afferrare la maniglia della porta per evitare di finire sul pavimento lercio del bagno.
Capì che il treno doveva aver fatto scalo ad una stazione per essersi fermato così all'improvviso. Tornò in linea con lo specchio cercando la belva in questione asimando pesantemente.
 Più animato da curiosità che da paura si accorse che il riflesso nello specchio era retrocesso alla sua forma originaria , ossia il suo volto rasato da vent'enne.

Spalancò la porta imboccando il corridoio tenendo una mano sull guancia e un'altra sulla testa. 
Scorse alcuni passeggeri al di fuori dei finestrini ,mentre i pochi ancora seduti non notarono lui tornare al suo posto o i suoi tremori.
Il treno azzardò una avanzata , guadagnando lentamente velocità.

Si assettò stringendo le dita sui braccioli come se la sua vita dipendesse da quello , riuscendo a graffiare le gomma sugli stessi.
Lanciò uno sguardo sulla tasca destra sulla sua borsa da viaggio rossa e blu , più adatta per i viaggi in montagna che in treno , resistendo alla tentazione di ingoiare un'altra pillola di Tavor.
Si prospettava un'incarico a Parigi veramente estenuante.

   
 
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