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Autore: RosaNera_Rinnegata_30613    04/11/2017    0 recensioni
Gli ultimi momenti di vita di Patroclo, dall'ultimo saluto ad Achille fino al suo ultimo respiro.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NDA: Ciao a tutti, volevo solo dire che l'ispirazione per questa OS mi è stata data dalla lettura di quel bellissimo libro che è "La Canzone di Achille" e potrei aver inserito qualche frase del film (oltre che immaginare Patroclo come nel film). Detto questo vi lascio alla lettura, spero che vi piacerà e che mi lascerete una recensione (anche piccolina) per dirmi cosa ne pensate.

A presto, RosaNera_Rinnegata_30613


Esci dalla tenda che funge da infermeria, per prendere un po’ d’aria e dimenticare per qualche minuto le immagini dei re e dei soldati feriti, ma ti rendi conto che fuori è peggio. I Troiani, guidati da Ettore e forti dell’aiuto degli alleati Etiopi di Sarpedonte, figlio di Zeus, hanno ormai distrutto e oltrepassato le mura che circondavano l’accampamento greco e per dieci anni lo avevano difeso. E tutto per colpa dell’orgoglio, ma non sai più nemmeno tu se sia solo colpa di quello di Agamennone, che non era riuscito a digerire l’idea di perdere una schiava mentre Achille , il più forte dei Greci arrivati a Troia, poteva continuare a tenere la sua, o di Achille stesso, che alla richiesta di consegnare Briseide al re in cambio della liberazione della su schiava si era sentito offeso e aveva annunciato a tutti i cinquantamila soldati dell’esercito lì radunati, che non avrebbe più combattuto fino a quando non avesse ricevuto le scuse di Agamennone. E così aveva fatto.

E adesso la situazione è quella che è, i Greci stanno perdendo, quasi tutti i generali sono stati feriti e manca ormai poco prima che le navi vengano bruciate.

Abbassi lo sguardo e vedi il sangue, in parte ancora fresco, che ti macchia le mani e la tunica e non fa altro che aumentare la consapevolezza che alcuni dei feriti che hai aiutato a salvare e quelli che, purtroppo, non sono stati altrettanto fortunati, potrebbero essere ancora vivi e illesi se solo Achille stesse combattendo.

Senza nemmeno accorgertene cominci a camminare, diretto alla vostra tenda. Devi tentare ancora, forse riuscirai a convincerlo prima che sia troppo tardi. E più ti guardi attorno, mentre attraversi l’accampamento, più ti rendi conto che, per quanto Agamennone abbia detto e ridetto che Achille è un soldato come un altro, in realtà ne hanno un bisogno enorme.

Arrivi alla vostra tenda ed entri. Lui è lì, seduto tranquillamente, come se non ci fosse una guerra in corso. Non puoi fare a meno di notare quanto sia bello e quanto siano belli i suoi occhi verdi che si posano su di te, ma devi restare concentrato, sei andato lì per un motivo. “Devi combattere. Hanno bisogno di te” Dici.

Noti subito i suoi occhi che si rabbuiano, ma quando ti parla è tranquillo. “Finché Agamennone non implora Achille di tornare”

“Stanno massacrando i Greci” Tenti ancora. Speri che la sua parte buona prenda il sopravvento sull’orgoglio e gli facesse prendere la decisione giusta. “Hanno bisogno di te”

“Qualcuno deve perdere”

Tre semplici parole che i spiazzano e ti fanno male. L’uomo che conosci non parlerebbe così, non sarebbe così freddo. Provi allora a fare leva sui suoi sentimenti. “Fallo per me”

Achille ti guarda combattuto. Puoi vedere l’indecisione sul suo volto e osi sperare che dica si. Ma la sua risposta non è quella che speri. “Non posso. Ho fatto un giuramento. Dove sarebbe il mio onore se non lo mantenessi?”

Onore. Orgoglio. Ti sembrano le uniche parole che hai sentito negli ultimi giorni, quasi come se nel mondo intero non ne esistessero altre. E a te, in preda allo sconforto e alla frustrazione, viene un’idea, folle, pazza e pericolosa, molto pericolosa, ma sul momento non ti sembra così male e le tue parole escono dalla tua bocca prima che tu riesca a fermarle. “Vado io, allora. Dammi la tua armatura e i Mirmidoni. Basterà che i Troiani mi vedano per spaventarli. Non combatterò, te lo prometto, starò alla larga dalla battaglia e quando finirà, Agamennone dovrà ammettere che ha bisogno anche solo del tuo fantasma”

Lo vedi pensieroso, ma dura poco, perché lo senti dire: “Va bene” E non riesci a credere di esserci riuscito, di essere riuscito a convincerlo ad aiutare i Greci, anche se in modo indiretto.

Ti aiuta a mettere la sua armatura, parlando di cosa farete domani, perché entrambi siete sicuri che andrà tutto bene, anche se prima di lasciarti salire sulla biga e andare ti dice ancora una volta, con una punta di apprensione: “Sta attento”

Sei nella mischia, ci sei entrato quasi senza accorgertene, nonostante la tua promessa ad Achille di non farlo. Ma è stato più forte di te, hai preso la lancia in mano e l’hai lanciata sapendo che non avresti colpito nessuno e che così ti saresti smascherato. Eppure il colpo è andato a segno, come se indossare la sua armatura ti avesse reso più forte. E non hai paura. Solo ora che Sarpedonte si sta avvicinando questa ti assale, ma riesci comunque a restare lucido e lo colpisci, riuscendo ad ucciderlo. Risali sulla biga, sapendo che pur avendo ucciso il secondo eroe troiano più forte, quella battaglia è ancora lontana dalla fine, ma a te non importa.  Vedi le mura di Troia avvicinarsi sempre di più e ti rendi conte che potresti addirittura conquistarle. Ma i piani degli Dei per te sono altri.

Senti solo un colpo alla nuca che ti fa cadere dalla biga e ti frastorna e ti accorgi appena di aver perso l’elmo, senza capire cosa ti ha colpito. Cerchi di recuperare la lucidità, ma non ci riesci, vedi solo qualcuno che incombe su di te e il dolore lancinante che provoca la fredda lama che ti trapassa lo stomaco, lasciandoti senza fiato.  Solo ora ti accorgi che l’uomo davanti a te è Ettore, ma ormai è troppo tardi perché non puoi fare niente e anche se potessi provare non ne hai la forza, che ti sta lasciando poco a poco. Cadi nella polvere con un unico pensiero, quel nome con cui i Greci ti hanno salutato quando sei entrato in battaglia, scambiandoti per lui: Achille.

E ripensi alle ultime parole che ti ha detto e alla promessa che gli avevi fatto e che hai infranto dopo neanche cinque minuti. E ti odi, perché sai che quando lo verrà a sapere si odierà  a sua volta per averti ceduto l’armatura, lasciandoti andare in battaglia da solo e vorrà vendetta. E capisci, ad un passo dalla morte, che il suo destino sta per compiersi, che non ci vorrà molto prima che ti raggiunga nell’Ade. Perché il suo destino è quello di morire giovane, ma con molta gloria. Avevi sperato che quel destino fosse cambiato quando ha smesso di combattere, pur non rendendotene conte del tutto e solo ora capisci che quel destino è diventato immutabile nel momento stesso in cui avete messo piede sulla spiaggia di Troia. E per compierlo, gli Dei hanno usato te. Cercando di convincerlo a tornare in guerra non hai fatto altro che il loro gioco, ma quando nemmeno le tue parole hanno potuto vincere contro il suo orgoglio, hanno provocato la tua morte. E tu, pur odiandoti, non ti dispiaci del tutto, anche se è un pensiero da egoisti, perché la tua paura più grande in quegli anni era passare il resto della tua vita senza Achille. Ma ora, mentre i tuoi occhi si chiudono non puoi che essere felice, perché sai che presto lo rivedrai e potrete passare l’eternità insieme.

   
 
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