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Autore: Cailiel    04/11/2017    0 recensioni
Adriel Rosewain non potrebbe essere più felice di così. Presto sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon e basta.
Beh, non proprio e basta... Sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon ma con sei zeri nel conto corrente.
Il suo matrimonio con Dante Rosewain era miseramente fallito e lei ci aveva guadagnato due case, il 30% dei suoi soldi e uno stipendio mensile di diecimila dollari australiani. La vita potrebbe andare meglio di così? Certo che sì: ora che Derek, il suo primo amore, è tornato nella sua vita.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SHE'S SO EXTRA


-Che intendi dire per "affittare un bambino"?- 
-Pensi sia legale noleggiare un bambino?- 
-Dante hai bevuto?-

L'uomo trattenne il fiato chiudendo gli occhi come per raccogliere le idee e fare ordine nel cervello poi iniziò a parlare.

-Mia madre non ha detto alla nonna che abbiamo divorziato perchè pensa che le verrebbe un infarto, al contrario, ha avuto la grande idea di dirle che abbiamo un figlio. Mi ha preso in contropiede e io non sapendo che dire l'ho invitata a venire per un po' di tempo da noi così da poter conoscere il bambino. E lei ha accettato.-

Adriel si prese qualche secondo per assorbire meglio la quantità di informazioni che le era arrivata per poi imprecare.

-E ora che facciamo?- gli chiese scattando in piedi ed accendendo la lampada sul comodino.
-Che ne so, paghiamo qualcuno per darci il figlio.-
-Dante, un bambino non è una macchina che compri per esposizione... E' un... E' un bambino per la miseria!- 

Dante si passò una mano sugli occhi per poi stringere il dorso del naso fra il pollice e l'indice.

-Quanto tempo ci vorrebbe per adottare un bambino?-
-Adottare? Sei fuori? Non siamo sposati e poi ti toccherebbe tenertelo per sempre.-

Adriel si portò la mano sul ventre distrattamente, aveva il cervello che stava lavorando troppo in fretta senza riuscire a giungere a nessuna conclusione.
Un senso di nausea e malessere le fece quasi perdere l'equilibrio. Si coprì la bocca con una mano e corse verso il bagno, due secondi dopo era piegata sul water a vomitare.

-Ehi, tutto bene lì?- domandò Dante sentendo dei rumori strani provenire dall'altro capo del telefono.
-Si.- rispose la donna: -Questa storia mi ha fatto venire la nausea.- 
-Ti disgusta tanto l'idea di avere dei figli da me?- scherzò Dante cercando di stemperare l'aria senza successo.

Adriel si guardò allo specchio: era più pallida del solito ma non sembrava malata.

-Non è questo... E' che non abbiamo mai preso in considerazione l'idea di avere dei bambini quando eravamo sposati, figurati se dobbiamo farlo ora.-  la ragazza si appoggiò al lavandino gettando un'occhiata fuori dalla finestra che si affacciava sul giardino sul retro immerso nel buio: -Spiegami meglio quello che ha detto Gloria e quello che ha detto Marietta.-

Dante esalò un ultimo sospiro e le rispiegò di nuovo tutto per filo e per segno.

-Chiederemo alla sorella di Samuel di imprestarci suo figlio.-
-Non ce lo lascerebbe mai... Vorrei ricordarti che è successo l'ultima volta che l'abbiamo tenuto per più di cinque minuti. Poi ha già un anno e mezzo, dici che sarebbe credibile?- 

-Tentare non nuoce. Però chiamala tu e inventati qualche bugia, sei brava.- 
-Ah ti ringrazio, molto gentile.- Adriel storse il naso.

Calò il silenzio, entrambi erano assorti nei loro pensieri.

-Come stai?- chiese dopo un po' Adriel interrompendo quel mutismo.

Dante si stupì della dolcezza con cui gli aveva parlato, aggrottò la fronte infilando una mano nella tasca dei pantaloni neri ed abbassò gli occhi verso il giardino dove c'erano alcuni ospiti che conversavano a bassa voce.

-Sto.- mormorò a bassa voce appoggiandosi contro la ringhiera. Vide i suoi cugini uscire dalla casa e andare in giardino, stavano parlottando fitto fitto fra di loro. 
-Fra quanto pensi di tornare qua?- 
In quel momento Susanna girò la testa e i suoi occhi incrociarono quelli di Dante, gli rivolse un sorriso e l'altro ricambiò con un freddo cenno del capo: -Probabilmente la settimana prossima, così avrai il tempo di convincere Judith e Christian.- 
-Sai che mi toccherà prendere una pausa dal lavoro e poi dovrei anche comprare le cose per il bambino e non è certo che Jude ce lo lasci.-
-Non è quello che fanno le mamme moderne?-
-Potrebbero farlo anche i papà moderni, non credi?-
Dante sorrise: -Quando avrò dei figli miei mi prenderò tutte le pause dal lavoro di cui avrò bisogno.- 
-Rosewain, giuro su Dio che se mi licenziano non potrai avere figli.- 
Dante bevve un sorso del suo cognac: -Quindi ci stai?-
-Ho altra scelta?- sospirò la donna.


 

-Ciao Jude, sono Adriel.-

Erano le dieci di mattina e Adriel aveva appena chiamato Oscar dicendogli che aveva avuto il più grande contrattempo della sua vita e che perciò dalla settimana successiva avrebbe dovuto stare assente dal lavoro per un po'.
Oscar era stato fin troppo curioso di sapere di che si trattasse e Adriel, disperata, aveva dovuto raccontargli una mezza verità.

-Adriel, da quanto tempo! Scusa, sono un po' di fretta... Hai bisogno di qualcosa?- Judith era sempre di fretta, una persona fin troppo sbrigativa e anche un po' egoista per certi versi.
-Si, sarò veloce. Io e Dante stavamo pianificando di tornare insieme, sai no? Riprovarci... Siamo stati colpiti dalla crisi e beh... Volevamo chiederti se tu e Chris foste disposti a cederci il piccolo Rory per un paio di settimane per...-
-Scusa tesoro, non ti sento. Ti richiamo io okay?-

Prima che Adriel potesse risponderle, Judith aveva già messo giù la chiamata.

-Lo prendo come un no.- mormorò Adriel: -Stronza.- aggiunse fra se e se sedendosi a pensare a quello che avrebbe potuto fare.

Capì che l'unica persona che avrebbe potuto aiutarla a uscire da quel pasticcio in quel momento era colei a cui non avrebbe voluto rivolgersi nemmeno in caso di un bombardamento nucleare. Sua madre.

 

-Cugino, non sapevo che ti piacesse lo yogurt scaduto.- fu quella la frase di buongiorno che Luciano rivolse a Dante la mattina seguente al funerale del nonno.

Erano tutti seduti a tavola a fare colazione: sua madre, gli zii, i cugini con le mogli di Matteo e Claudio,  il marito di Chiara e i loro due figli. C'era anche la nonna, seduta a capotavola, sembrava assorta nei suoi pensieri.

Dante si era svegliato praticamente all'alba non riuscendo più a dormire ed era uscito a fare una corsa all'aria aperta ritornando quando tutti gli altri erano già svegli a mangiare.

-Che intendi dire?- Il biondo era appena uscito dalla doccia e aveva addosso il buon profumo del dopobarba. Si sedette fra la madre e la nipotina più grande, Marta, che si sporse verso di lui per annusare meglio il suo odore chiudendo gli occhi.
 

A Luciano brillavano gli occhi, voltò il suo smartphone nella direzione di Dante mostrandogli alcune foto che immortalavano lui e Adriel alla serata di beneficenza.

-Secondo questo tabloid le foto sono di qualche sera fa, quindi te la passi nonostante il divorzio?- curiosò Luciano.

-Luciano!- lo rimbeccò sua madre, Sofia, la sorella di Gloria.
-Chi ha divorziato?- Marietta parve risvegliarsi di colpo dai suoi pensieri.
-Nessuno!- Risposero all'unisono Gloria e Dante fulminando con lo sguardo il moro seduto di fronte a loro.

Luciano rise senza allegria scuotendo la zazzera di capelli neri e ricci. Dante ne era sicuro: l'avrebbe fatto fuori con le sue stesse mani. 
Non appena Marietta se ne fu andata a preparare dell'altro caffè per il notaio che sarebbe arrivato da lì a poco per leggere il testamento di Paolo, Dante affrontò apertamente il cugino.

-Non hai niente di meglio da fare che spulciare sui blog e ficcanasare nella mia vita privata?-
-Qualcuno si è alzato dalla parte sbagliata del letto?- lo prese in giro l'altro.
-Luciano, smettila.- tagliò corto Anna, la moglie di Matteo, che stava cercando disperatamente di imboccare Giovanni, il figlio minore di Chiara.

-Zio, come si chiama il tuo bebè?- Marta si voltò a guardare Dante sorridendogli.

Il biondo si meravigliava di lei ogni volta che la vedeva dato che era la copia di Chiara quando quest'ultima era piccola: lunghi capelli neri e lisci che le scendevano fino a metà schiena, brillanti occhi scuri e la bocca sempre sorridente. Aveva persino le stesse guance piene della madre.

-Ahm... Lars.- Le rispose ricordandosi che Adriel gli aveva detto che quel nome le piaceva, ma in quel caso stavano decidendo il nome di un gatto. All'epoca Dante era piuttosto convinto che semmai Adriel avesse avuto dei figli li avrebbe chiamati Coco (Chanel), Yves (Saint Laurent), Domenico e Stefano (Dolce e Gabbana). 
-E quanti anni ha?- 

-Da quando hai un figlio?- si intromise Sofia alzando gli occhi dalla sua fetta biscottata: -Non me ne aveva parlato nessuno. Gloria! Perchè non mi hai detto che eri nonna?-

Dante tirò un sospiro di sollievo dato che ora tutta l'attenzione era puntata su sua madre.
Gloria balbettò qualcosa poi si ricompose.

-Sono successe così tante cose in  questi ultimi due anni che me ne sono dimenticata.- rispose infine lei scrollando le spalle per poi bere un po' del suo caffè.
-Posso vedere una foto del piccino?- Susanna si sporse oltre alla nipote guardando il cugino con gli occhi che brillavano per l'emozione.

Lo squillo del telefono lo salvò. Afferrò il cellulare scattando in piedi e in pochi passi fu fuori dal salotto.

-Rosewain! Ce l'abbiamo fatta!- esultò Adriel.

Dante si portò una mano sul cuore sospirando di sollievo.

-Ma ci costerà un po'... Un po' tanto.-
-Che intendi dire?- possibile che Judith volesse dei soldi in cambio di un favore per degli amici?
-Ho provato a chiedere  a Judith di aiutarci ma non ne ha voluto sentir parlare quindi ho dovuto chiedere a mia madre, sono stata costretta a raccontarle tutto e lei mi ha detto che l'amica di una sua amica conosce una tizia che ha un bambino. Il fidanzato l'ha lasciata poco dopo che lei ha partorito e quindi lei ora ha un po' di problemi finanziari. Quindi... Sono riuscita a incontrarla e abbiamo raggiunto un accordo.- gli spiegò Adriel camminando su e giù lungo il corridoio di casa sua.

Dante rientrò nel salotto un po' più tranquillo, si sedette sul divano lasciando che gli altri continuassero a mangiare e si portò una mano sotto al mento.

-Che tipo di accordo?- Lo stupiva quanto Adriel si stesse impegnando per dargli una mano in quel momento.
-Beh, le ho spiegato la situazione e lei è stata d'accordo sul venire fino a Sydney per un paio di settimane: fingerà di essere la baby-sitter del bambino. In cambio ha voluto, vitto e alloggio e anche uno stipendio di 350 dollari al giorno.-
-E hai accettato?- Dante fece un calcolo veloce a mente, solo per 15 giorni di finzione avrebbe dovuto sborsare più di 5000 dollari.
-Avevo altra scelta?- domandò sarcasticamente lei: -Comunque il bambino è bellissimo! Ha gli occhi azzurri come i tuoi e grandi come i miei ed i capelli di un castano chiarissimo, sembrano quasi biondi. Lo possiamo benissimo spacciare per tuo figlio.- da come parlava Dante capiva che Adriel era entusiasta di quella situazione, conoscendola sapeva che probabilmente si era già immersa nel suo nuovo personaggio di mamma moderna e sofisticata.

Sapeva che Adriel vedeva la vita come se fosse un film e la cosa lo divertiva molto, gli piaceva questo suo lato egocentrico ma allo stesso tempo creativo.

-Ma secondo te è giusto?-
-No... Ma è legale, quindi va bene. Adesso ti mando le foto, mostrale a tutti! Vedrai, è stupendo.- 

L'uomo sorrise e ad alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa, spense la chiamata e subito iniziarono ad arrivargli ventimila messaggi contenenti le foto di Adriel con il loro presunto figlio.
Dante dovette ammettere che la ex moglie aveva ragione, il piccolo aveva qualche piccolo dettaglio che poteva farlo spacciare per suo figlio. Almeno un problema era risolto.

Adriel aveva fatto un vero e proprio servizio fotografico con il piccolo Liam mentre aveva mandato Lucille dal parrucchiere. 
Gli aveva comprato un sacco di completini di marca vestendolo alla moda e facendosi foto con lui in diversi outfit, alcuni erano addirittura abbinati.

Dante rise per quanto esagerata fosse quella donna, non conosceva limiti alla sua vita da palcoscenico.

Le foto erano state scattate in spiaggia, al parco, al bar, nei negozi, per strada... Sicuramente ora gli avrebbero creduto tutti.

  
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