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Autore: samy_97_    04/11/2017    2 recensioni
[Sequel di "Set Fire To The Rain": tornano Sesshomaru, Ayame, Kagome e Inuyasha, questa volta alle prese con un particolare viaggio nel tempo, che li porterà nella famosa Epoca Sengoku.]
"Era una bellerrima giornata di sole, gli uccellini cinguettavano e l’amore della mia vita mi teneva teneramente tra le braccia.
Ahahahah, e voi ci credete anche!
Come se io potessi avere una giornata da normale mezzodemone diciottenne.
[...]
-Cosa hai intenzione di fare?- ringhio, riuscendo a trattenere a stento il mio lato demoniaco che si ribella affinché lo lasci uscire.
-Cosa ho intenzione di fare, mia combattiva Ayame? Ho intenzione di fare un bel viaggetto nel passato e, udite udite, voi tutti sarete i miei accompagnatori.- "
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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I Will Always Find You

 

 

15. Dice il saggio: spaccare culi è sempre rinfrancante.

 

-Che cosa?!?-

-E’ un’ottima idea, Inucchan.- dico, mentre mi preparo per partire. –Posso fare pratica, come tu mi hai giustamente consigliato, e darò una lezione a quella palla di pelo. –

-Non puoi andare da sola!-

Annuisco. –E’ esattamente quello che farò, invece.-

Mio fratello stringe i pugni. –Voi donne, siete così terribilmente irritanti! Come diavolo devo farvi capire che le battaglie non sono un dannatissimo gioco?- ringhia, riferendosi chiaramente a Kacchan. –Tu non andrai da nessuna parte, hai capito?-

Roteo gli occhi, annoiata. –Come sei dispotico, Inucchan.-

Sento Miroku e Sango ridacchiare e mi alzo in volo, scansandomi appena in tempo dalla presa di mio fratello, che viene immediatamente bloccato da Sesshomaru. Lo ringrazio mentalmente, chiedendomi per quale ragione abbia deciso di stare dalla mia parte in questa mia decisione. Che si sia reso finalmente conto che posso gettarlo a terra ogni volta che mi comoda?

Mi allontano in volo di parecchi metri –temo che Inuyasha decida di seguirmi- poi inizio a ponderare: dunque, dove potrebbe essere Kyosuke? In effetti, il ragionamento che Sesshomaru ha fatto sin dall’inizio non fa una piega: se Naraku è da una parte, di certo Kyosuke è dall’altra.

Decido di iniziare da questo e parto diretta più lontana possibile dall’aura del mezzodemone. Non credo di essere invincibile con queste armi, assolutamente: bisogna imparare ad usarle e di questo sono certa. Sono altrettanto certa, tuttavia, che il lupo allo spiedo sarà un piatto molto rinomato nei prossimi anni.

E’ dopo circa un quarto d’ora che riesco a individuare con chiarezza l’odore di Kyosuke e, quasi all’istante, il sangue demoniaco che ho in corpo si risveglia, sentendo la battaglia imminente.

Non faccio nulla per nascondermi ai sensi demoniaci di Kyosuke così, come avevo previsto, è lui stesso a venirmi in contro, risparmiandomi la fatica di cercarlo.

Bene: la mia voglia di perdere tempo è pari a quella che ho di fare bungee jumping senza elastico.

Mi abbasso, con Tai e Yue strette tra le mani, fino a arrivare alla sua altezza.

-Sapevo che saresti venuta, mia dolce Ayame.- dice, con un sorriso sul suo viso irritante che mi fa girare le scatole istantaneamente. Come se, tra parentesi, non fossi già nervosa di mio.

-Non sono né dolce né tua.- sibilo. Accidenti, i Kami solo sanno se non aspetto questo momento da mesi: voglio pregustarmelo tremendamente bene e, per Loki, non tornerò dagli altri senza aver fatto a fettine questo lupastro.

Non ho troppa voglia di iniziare un battibecco verbale, per cui mi fiondo verso di lui e non perdo tempo: affondo Tai in avanti e, nel frattempo, paro un suo calcio con Yue. Ghigno divertita quando vedo l’espressione basita di Kyosuke: devo ammettere che, per quanto pesanti siano queste armi, sono parecchio aerodinamiche. Ergo, mi muovo come un fottutissimo fulmine.

Il demone fa un salto indietro e inizia a studiarmi con circospezione. A quel punto, anche io mi perdo a guardarlo qualche secondo e, con mio estrema felicità –gioia e gaudio gente!-, vedo che il ciondolo con i poteri demoniaci di Maru legato attorno al collo.

-Bene, bene, bambolina. Vedo che siamo combattive: finalmente posso fare sul serio con te.-

-Perché, credi di riuscire a fare più di così?- sbotto indignata, mentre la mia mente lavora freneticamente.

-Oh, credimi. Quando sarai mia, mi pregherai di fare più piano.-

A quel punto, quasi perdo la concentrazione e inorridisco nell’intendere il vero significato di quella frase. Per tutti i Kami, che prospettiva schifosissima! 

-Non sarò mai tua.- esclamo, cacciando indietro i conati di vomito. –L’unica cosa che voglio ci sia tra di noi, è l’oceano!-

Alzo Tai e dalla spada, ad un mio piccolo sforzo, esce una lama di fuoco che sfiora il mio avversario, il quale si scansa prontamente; senza perdere altro tempo, faccio un balzo e agito Yue: un vento spirituale si alza e colpisce Kyosuke in pieno, mandandolo a sbattere contro un albero.

E brava piccola.

Sfortunatamente per me, quello si alza quasi immediatamente e iniziamo una danza fatta di fendenti e parate, stoccate e giravolte, che mi procurano numerosi lividi in tutto il corpo –per non parlare del doloroso graffio sulla guancia-, finché Kyosuke non riesce a farmi sfuggine di mano Tai.

In effetti, è quella che ho più usato durante il combattimento: come ho sempre affermato, il potere demoniaco è quello più facile da usare e quello per cui serve meno concentrazione. E’ per questo che, quando vedo la mia spada volare lontano, sento un moto di panico corrermi giù per la schiena.

Mi blocco tanto quanto serve al demone per prendermi per un polso.

-Sei mia, Ayame. Non dovevi avere dubbi, capisci? Mi ero ripromesso che, prima o poi, mi sarei preso la vendetta sul Generale Inu e l’avrei fatto soffrire tanto quanto lui ha fatto soffrire me. Gli prenderò due delle cose a cui tiene di più al mondo: tu e il tuo adorato Sesshomaru. Gli riporterò la sua figlioletta sottomessa a me e il corpo del suo figlio maggiore.-

Rimango in silenzio, qualche secondo, raccogliendo tutta la concentrazione che posso e faccio confluire tutta l’energia spirituale possibile giù per il braccio, fino alla spada. Tutto ciò richiede un notevole sforzo –che temo sia vanificato dalle parole che Kyosuke sta pronunciando con il chiaro intento di ferirmi-, ma quando sento la spada pesante di potere, con un movimento fulmineo, la pianto dello stomaco del mio avversario.

Quello spalanca gli occhi, lasciandomi lentamente il polso e cade in ginocchio.

-Parli troppo.- dico, mentre gli strappo il ciondolo dal collo e lo metto intorno al mio. Sorrido tra me e me sentendo il pulsare ritmico del potere di Maru sul mio torace e già pregusto il momento in cui esso tornerà al suo legittimo proprietario.

Estraggo la spada e mi affretto a prendere Tai e a stringerla forte. Poi lancio una singola occhiata a Kyosuke, riverso a terra e ansimante, e mi libro in aria per tornare dai miei amici.

 

Mentre sono in volo, -dove finalmente, grazie ai Kami, riesco a rilassarmi leggermente-, tiro un sospiro di sollievo: alla facciaccia tua, Inucchan, che volevi fermarmi!

Decido che, non appena arrivo all’accampamento, glielo dirò in faccia. Yeah!

Stringo tra le mani il ciondolo di Maru e mi sforzo di non pensare a lui e alla sua situazione, altrimenti tutta l’euforia e la soddisfazione che sto provando in questo momento si scioglierebbero come neve al sole.

Ragazzi, che poesia.

Distratta dai miei pensieri, quasi passo sopra al gruppo dei miei amici senza cagarli di striscio, ma sento l’urlo di Inuyasha –non so quale dei due, ad onor del vero.-; così mi abbasso verso di loro e rivolgo a Kacchan un sorriso vittorioso.

-Allora?- mi chiede lei, entrando in modalità mamma-chioccia. –Stai bene? Stai male? Hai bisogno di acqua, cibo, una coperta..?-

-Tu che dici?- le domando di rimando, indicandomi il collo. Per tutta risposta le due Kagome esultano e mi vengono ad abbracciare, mentre Sango e Miroku mi danno un buffetto sulla spalla.

-Brava Ayame!-

A quel punto, mi volto verso Inuyasha e vedo il primo –alias, mister fluffluoso in rosso- guardarmi malissimo, e il secondo –alias il mio adorato fratellino- indicarmi con il suo ditino demoniaco. –COSA. DIAVOLO. TI. E’. SALTATO. IN. MENTE.- ringhia, mentre si avvicina a passi lenti.

Io lo guardo con tanto d’occhi. –Pronto? Ma per mettermi in contatto con il tuo cervello ci sono fasce orarie o devo chiamare un numero verde? Non vedi che ho preso il ciondolo e sono tornata sana e salva?-

-Non fare dell’ironia con me.-

Come se non ne facessi mai.

-Inuyasha.- inizia Miroku, impedendomi di dare sfogo a tutti i complimenti che ho pensato in mezzo secondo. –Ayame ha rischiato, è vero, ma è tornata vittoriosa. Questo potrebbe essere un episodio positivo per tutti noi.-

Da parte mia, trovo il discorso interessante, ma Inucchan non sembra essere della stessa opinione. -Taci, bonzo.-

-Inuyasha..- sibila Kacchan, in un modo che fa venire la pelle d’oca anche a me. –Abbiamo altre cose a cui pensare ora.-

Mio fratello si sgonfia leggermente, ma mi rivolge un sorriso in tralice. –Noi due faremo i conti presto.-

-Oh, non vedo l’ora..- sussurro, facendo ruotare le mie spade. Mie.

Mi viene quasi da deliziare i miei amici con una risata malvagia ma mi trattengo per quando le userò per salvare il mio Maru. Mio, anche lui.

-Ayame? Hai capito quello che abbiamo detto?- mi riprende Sango, agitandomi la sua arma davanti al naso. Io scuoto la testa, uscendo dal mio stato catatonico e ponendo attenzione ai miei amici: stanno discutendo su come organizzarsi per il salvataggio di Maru e ciò mi riempie di gioia, oltre che di un’adrenalina infinita. Potrei spaccare tanti di quei culi che metà basta.

-Aspetteremo domattina..-

-Così io avrò i miei foderi!- esclamo, alzando al cielo Yue, mentre mio fratello fa un passo indietro.

Miroku annuisce e riprende a parlare: -E poi andremo verso ovest, dove Naraku ha portato Sesshomaru.-

Annuisco, soddisfatta da quella soluzione e per nulla spaventata dalla prospettiva di dover combattere contro Naraku e i suoi sgherri o demoni schifosi: avrei fatto di tutto per salvare Sesshomaru.

Aspettiamo tutti insieme l’ora di cena, divisi in gruppetti a chiacchierare di ciò che ci può aspettare l’indomani. Inuyasha, Miroku e Sango spiegano a me e a Kacchan come è solito a combattere Naraku –con tanto di tranelli e prese per il culo incluse-, affinché evitassimo di cadere in trappole sciocche o che potrebbero rallentarci.

Tuttavia, come mi aspettavo, le spiegazioni non sono poi così esaurienti perché, ovviamente, se lo fossero l’allegra combriccola avrebbe già catturato Naraku da un bel pezzo.

Sbuffo sonoramente mentre cerco di trovare una posizione comoda per riposare almeno qualche ora: nessuno vuole che la mia distrazione dovuta al sonno porti ad una fine prematura di qualcuno di noi, men che meno la sottoscritta.

-Aya-chan!- esclama Rin, zampettandomi vicino e guardandomi con occhi supplicanti. –Posso stare un pochino qui con te?-

Io mi trattengo dall’alzare gli occhi al cielo –dopotutto quella bambina è Rin, l’esserino pensante più carino sulla faccia della terra-, ma non posso fare a meno di pensare che con quelle continue interruzioni non riuscirò mai a prendere sonno.

Vabbè che probabilmente non ci riuscirei lo stesso.

-Certo piccola.- le sussurro, lasciando che si accoccoli sul mio grembo e iniziando a cullarla piano.

-Hai paura per domani?-

Socchiudo gli occhi e prendo un respiro profondo, cercando di trovare le parole giuste: non voglio che la piccola si spaventi o che sia in pensiero anche per me.

-Un pochino. Ma andrà tutto bene.- dico alla fine, sforzandomi di rivolgerle un sorrisino microscopico che, in ogni caso, deve assomigliare a quello di una medusa in agonia.

Ma le meduse hanno la bocca?

Stringo Rin tra le braccia e torno a guardare gli altri: mio fratello e Kacchan sono spariti –probabilmente hanno voglia di passare un po’ di tempo da soli-, Sesshomaru e Jaken sono in disparte in silenzio e gli altri si sono riuniti attorno al fuoco –tranne il piccolo Shippo che sta già beatamente dormendo-, per programmare le ultime cose per domani. Io vorrei riuscire ad andare da loro e partecipare attivamente a questo fantomatico “piano” o almeno ad essere un pochino allegra per tirare su i morali, ma non riesco a fare nulla di tutto ciò; anzi, il mio unico pensiero costante è Maru, rinchiuso chissà dove, forse ferito, sicuramente stanco e affamato.

Sesshomaru non è di certo, ne nella mia epoca e tantomeno in questa, la persona migliore del mondo: ha molti difetti e perfino io, che lo amo infinitamente, ogni tanto provo l’inarrestabile tentazione di dargli un pugnaccio sul naso –o, in quest’ultimo periodo, di farlo sprofondare di qualche centimetro nell’erba-, ma non è giusto quello che gli sta succedendo. Non è giusto per lui e non è giusto per me: dopo tutta la sofferenza che ho provato, quando finalmente riusciamo a crearci il nostro piccolo quotidiano in cui riusciamo a stare insieme e a volerci bene senza problemi, capita la disgrazia e rischio addirittura di perderlo per sempre.

Kagome si alza e mi viene incontro, cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare i bambini. -Buonanotte, Ayame.- mi sussurra, prima di stringermi una spalla e andare a rannicchiarsi nel suo sacco a pelo vicino a Shippo.

Guardo Inuyasha e Miroku scambiare un cenno con Sango, mentre quest’ultima si copre per provare a dormire. Chissà se ci riusciranno: non so se ci si abitui mai a cose come questa.

No, stasera non c’è spazio per la leggerezza che ha sempre caratterizzato questo gruppo, sin da quando siamo arrivati.

-Buonanotte.-

 

 

Angolino dell’autrice: Buonasera! Devo ammettere che questo capitolo l’ho scritto con notevole facilità: la resa dei conti con Kyosuke la pensavo da tempo, così come Ayame insieme alle sue spade.

A proposito, forse non l’ho detto nello scorso capitolo, ma i nomi di Tai e Yue non sono stati scelti a caso: “Tai” significa sole (in cinese, mi sembra), mentre il significato di Yue è luna; ho sempre identificato i due poteri con gli astri del giorno e della notte, quindi questi nomi mi sembravano appropriati.

Spero che il capitolo vi piacerà, perché io ho amato tanto scriverlo.

Un abbraccio e a presto.

Sami

 

  
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