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Autore: VvFreiheit    05/11/2017    5 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
.
Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ti schiaccio così?” gli chiese premuroso, mentre ancora le sue braccia lo avvolgevano protettive, e i suoi occhi già chiusi lo trascinavano verso il sonno che tanto stava bramando.

Il libanese non rispose se non con un appena percettibile movimento del viso in negazione, lasciandosi andare a morfeo una volta per tutte, mentre Andy gli lasciò un ultimo bacio delicato e lo cullò, immergendo le dita nei riccioli morbidi fino a quando non fu certo si fosse definitivamente assopito

-*-*-*-*-

“Portiamo a casa la spesa, poi andiamo al parco!” Andy non si prese nemmeno la briga di interpellare il suo ragazzo con una richiesta. Propose direttamente il suo desiderio, passando davanti al parco non troppo distante da casa loro. Avevano passato quasi un’ora e mezza tra un supermercato della zona ed il fiorista preferito di Mika, scegliendo la verdura migliore, il pesce più fresco e i fiori più belli e sinceramente Andy non ne poteva più. 

Mika si passò la pesante busta della spesa da una mano all’altra, cercando un po’ di sollievo per i suoi muscoli indolenziti. “No dai… restiamo a casa…” esternò semplicemente, allungando impercettibilmente il passo, strizzando gli occhi al sole cocente di quell’inizio giugno italiano.

“Stare chiusi in casa con una giornata del genere è un crimine!” lo apostrofò però Andy con un mezzo sbuffo lievemente scocciato, camminandogli a fianco e sorridendo ad una ragazzina che passandogli accanto col cellulare in mano, quasi gli era finita contro.

Il libanese semplicemente procedette nel suo incedere sbrigativo verso casa, senza troppo considerare le lamentele del compagno.

Una volta varcata la porta di casa e sistemato quanto acquistato con l’aiuto di Joannie, il greco partì all’attacco per l’ennesima volta. Mika era rinomato per la sua cocciutaggine, ma Andy sapeva tranquillamente essere alla sua altezza, quando si metteva d’impegno.

“Vado a cambiarmi la maglietta e sono pronto per uscire” lo informò blandamente uscendo dalla cucina, senza esplicitare una richiesta diretta, lasciando trapelare le sue parole con la giusta dose di savoir-faire.

Mika finì di ripiegare la borsa di stoffa, per riporla nel cassetto e sospirò a fondo, immerso nei suoi pensieri irrequieti, tornati a fargli compagnia, dopo un’intera giornata di spensieratezza.

Andy rallentò i passi cauti sul corridoio in parquet, accogliendo il silenzio alla sua frecciatina, come un distante segnale di allarme. Quell’ennesimo tassello mancante nella loro conversazione, andò nella sua testa ad inserirsi come un rinnovato passo indietro di Mika nei suoi confronti. Una sua ennesima sottile evasione, una tacita ricerca di comprensione e, forse, di soccorso non manifesta, ma non per questo meno evidente ai suoi occhi attenti.

La travolgente aura spensierata, degli ultimi due giorni trascorsi in sua compagnia, venne in un attimo messa da parte dal greco, che d’un tratto ricordò un frammento distante ma vitale del giorno immediatamente precedente ai festeggiamenti.

In un veloce folgorio, invertì la direzione di marcia e tornò a passo svelto verso la cucina, dove Mika, appoggiato alla credenza, fissava distrattamente lo scontrino della spesa.

Sotto lo sguardo curioso di Joannie, Andy gli si avvicinò e poggiando una mano lievemente sul suo braccio, gli sorrise, facendogli cenno di seguirlo.

Il riccio si irrigidì appena, annuendo però alla richiesta amorevole che gli giunse da una delle persone a lui più fidate.

“Vieni di là un attimino?” chiese, chiarendo la destinazione, tacitamente escludendo l’ennesima richiesta di uscita, sperando di centrare i suoi crucci e rilassare quella sua velata irrequietudine di fondo.

Il flebile sorriso che si formò in viso, rincuorò Andy e lo guidò ulteriormente verso il centro di quel labirintico sentiero diretto ai suoi pensieri. 

Mika davanti, Andy a seguire subito dietro, raggiunsero la loro camera da letto con una lentezza quasi pesante.

Senza ammetterlo a loro stessi e nondimeno alla controparte, entrambi sapevano di aver compreso.

“Sono stato un po’ sommerso da tutto quello che mi hai preparato per il mio compleanno in questi due giorni, da essermi dimenticato di qualcosa di importante, non è così?” chiese Andy, seduto sul letto, spalla a spalla con Mika, cercando nello sguardo intelligente della sua metà, una qualsivoglia anticipazione alla sua domanda.

Mika intuì immediatamente come quella chiacchierata in sospeso, fosse giunta alla sua fase di massima apertura e non volle estendere oltre i preamboli.

“Va bene così, non avrei voluto parlartene prima in ogni caso. Le mie paranoie non devono rovinare i tuoi momenti belli.”Introdusse la questione, chiarendo la sua reticenza a dissotterrare un discorso simile, durante i festeggiamenti del suo giorno.

Andy sospirò, esimendosi dal ricordargli nuovamente come lui venisse prima di qualunque festa di compleanno o sorpresa che potesse volergli fare. Non era quello il momento.

“L’altro giorno ho avuto una specie di scontro con una giornalista” raccontò, mettendolo finalmente al corrente del motivo per cui la telefonata di alcuni giorni prima, era suonata così criptica e inquieta.

“Le solite questioni da ficcanaso…” alluse sinceramente alle mille domande scomode che in anni aveva scansato con astuzia, di cui Andy ben sapeva.

Quest’ultimo annuì, lasciandolo proseguire senza interruzioni.

Mika trasse un sospirò un filo più profondo e poi continuò.

“Voleva a tutti i costi che io facessi il tuo nome…” lo informò, lasciando per quel momento da parte il resto della discussione con la giornalista.

Andy emise un leggero risolino scocciato. Dopo più di 6 anni accanto ad una popstar mondiale non poteva ancora dirsi del tuttopronto a veder le luci di Mika, riflettersi su di sé in quel modo.

“E tu l’hai accontentata?” chiese con un mezzo sorriso, sperando di conoscere già la risposta.

Mika sgranò gli occhi e li corrucciò l’attimo immediatamente successivo. “Ma assolutamente no!!” rispose diretto, quasi offeso da quella domanda, in cui intravide una venatura di mancata fiducia da parte sua.

“Ne ero certo al mille per cento” replicò tranquillamente il greco, placando la passeggera tensione nel tono del compagno.

“Ma non te la puoi essere presa così tanto, solo per una richiesta del genere…” continuò quindi, chiedendogli di proseguire e spiegargli più dettagliatamente, ciò che doveva essere venuto dopo.

Mika però dribblò abilmente e si limitò a marcare il concetto principale di tutta quella discussione.

“Tu non vuoi finire sotto i riflettori e io voglio fare di tutto per evitarlo” rimarcò, certo di trovare la sua approvazione, spostandolo sguardo sulle mani del compagno, immobili ma tese.

Andy si portò una mano alla fronte, scostando i capelli corti all’indietro.

Apprezzava certamente il tentativo di protezione che Mika stava avanzando nei suoi confronti, perché effettivamente, starsene nell’ombra era da sempre stata una delle sue più grandi prerogative di vita. Allo stesso tempo però, aveva la sgradevole sensazione che la salvaguardia di questa sua libertà potesse passare per una strada ed una condotta non necessariamente sana, da parte di Mika. 

“Questo fare di tutto non mi è chiaro…” asserì infatti, sperando il suo ragazzo trovasse la strada per esternare le sue intenzioni, senza ritrovarsi a doverci discutere per ottenerle.

“Non voglio che tu finisca etichettato come qualcosa che non vuoi” rispose alludendo al nome di Andy platealmente accanto al suo su una rivista di gossip.

Ma quella sua intenzione per il greco era cristallina, così come lo era sempre stata per tutti i loro anni passati insieme. 

“Sì, questo lo so Mika…” puntualizzò sospirando nervosamente. Proprio nel momento in cui stava per chiedergli nuovamente spiegazioni, striando però la sua domanda con un filo di acidità di troppo, la sua memoria gli venne in soccorso e in un attimo ebbe l’impressione di aver trovato il tassello mancante di quella faccenda.

Nella sua telefonata gli aveva accennato della volontà di cambiare programmi ed andare a Londra per il suo compleanno. La sera della loro uscita di coppia, la sua intenzione era stata quella di portarlo in un agriturismo nel bel mezzo della campagna lombarda e alla sua proposta di una cena sui navigli, aveva accettato senza il solito entusiasmo. La passeggiata al parco di quella mattina, era stata rifiutata fin da subito e ogni tentativo di smuoverlo dalla sua decisione, era sconfinato in un buco nell’acqua.

Se tre indizi, costituivano una prova, era certo di aver trovato la chiave di volta di quell’intricato castello di carte.

“Tu hai paura!” affermò con fare sicuro, notando immediatamente Mika irrigidirsi. 

“Hai paura che qualcuno ci scopra insieme, che colleghino te a me e ci sbattano su qualche stupida rivista. Dimmi se non ho ragione!” chiese inasprendo i toni, pur senza mai alzare la voce, certo di averci visto giusto e inviperito all’idea che davvero il compagno si potesse voler fare del male in quel modo.

Il silenzio assenso, valse per lui più di un intero discorso e fu il giusto monito per proseguire.

“Non esiste. Questa cosa non deve esistere!” si infervorò scuotendo la testa, inspirando con forza.

“Non mi sta bene, per niente” continuò rincarando la dose. “Apprezzo la tua riservatezza, il tuo tacere il mio nome, ma questo tuo modo di fare no.” Gli parlò francamente, senza curare il tono poco pacato.

“Non voglio finire su tutti i giornali, ma se il modo per evitarlo si trasforma nel tuo perenne terrore di mettere piedi fuori casa con me, allora preferisco la mia faccia su TvWeek!” affermò risolutamente.

“Siamo sempre stati discreti e lo saremo andando avanti, ma non ci barricheremo in casa per sfuggire ai giornalisti, Mika.” Proseguì la sua puntualizzazione, mitigando però la tensione nel suo tono.

“Se vuoi uccidere la nostra storia, questo atteggiamento è il modo perfetto.” Confessò abbassando stavolta la voce, quasi non volesse far risuonare quelle parole troppo intensamente.

Mika, che per tutto il tempo aveva ascoltato la presa di coscienza di Andy e la sua conseguente reazione quasi estraniato dalla realtà, venne incontrollabilmente attraversato da una scarica dolorosa che gli annebbiò la mente e lo scosse nel profondo delle viscere.

Non aveva la forza di proferir parola. Le sue capacità di reazione completamente azzerate.

La sola eventualità di una possibile rottura di quella loro realtà condivisa da anni, aveva la capacità di far vacillare e sgretolare le sue certezze in un battito d’ali.

Il cuore di quella loro discussione, un discorso su cui in quegli anni erano atterrati non poche volte. Qualcosa di vitale, di necessario, qualcosa che senza una chiara delineazione, metteva a repentaglio troppo.

In esso giacevano dormienti le inquietudini e i tormenti di entrambi. Tornare a scuotere quel vaso di pandora, significava sempre un coinvolgimento totale da ambo le parti, mai però della stessa pesantezza. Ogni singola ripresa vedeva uno dei due più visceralmente coinvolto dell’altro, e quest’ultimo non sempre in grado di accantonare le sue stesse paure, per incentrare tutto sulla metà al momento più vulnerabile. 

Significava il doppio tentativo di difesa, attuato con le proprie mani legate saldamente dietro la schiena ed il viso esposto alle sferzate.

Mika, il più fragile in quella camera semi-buia; Andy, il soldato impegnato a sciogliere le proprie catene. Un’anima che si sbriciola, l’altra che di raccogliere quei frammenti non ne è temporaneamente in grado.

Due eserciti armati di alabarde forgiate col timore e scudi di carta.

Mika, rinchiuso nel suo intricato labirinto, in cerca ossessiva di una via d’uscita. Le siepi folte e scure ad impedirgli la vista e la ragione. Davanti a sé una squadriglia di nemici pronti ad invadere la sua realtà, dietro di sé il suo alleato, con una spada puntata dritta all’altezza del suo cuore.

La razionalità, in orbita vorticosamente dentro la sua testa; i timori, catene ai suoi piedi.

“Quando ti senti dire che tutti i tuoi tentativi saranno inutili… che non importa quanto ardentemente proverai, sarai destinato a fallire… finisci per crederci” sussurrò Mika, confessando di fatto la verità e la sorgente di quel fiume in piena.

Andy voltò l’attenzione alla sua destra, non mancando di notare lo sguardo atterrito di chi gli sedeva accanto.

Non tutta la faccenda doveva essergli stata narrata, si ritrovò a pensare, cercando di individuare la provenienza di quell’avvertimento esternato così velatamente.

“Scommetto che una meschinità del genere l’hai avuta in risposta dalla giornalista, al tuo rifiuto” indagò certo che la frustrazione di un giornalista, deluso da una curiosità taciuta, potesse tradursi in un comportamento così gretto.

“Questo non toglie il fatto che potrebbe aver ragione…” considerò Mika, sottintendendo una risposta affermativa, alla deduzione del compagno.

Andy si passò le mani sul viso, risentito da quella situazione insensata, in cui si era trovato invischiato.

“Prima o poi succederà. Lo sai benissimo tu e lo so benissimo io. Il mondo non finirà con il mio nome vicino al tuo su una pagina satinata. Te l’ho detto a Atene quando abbiamo preso la decisione di parlare chiaro al mondo: sono pronto ad accettarne le conseguenze. Quello che non sono pronto a tollerare, invece, è questo nascondino forzato che tu ti sei messo in testa di voler giocare.” Si espresse, tornando a brandire la sua rinomata tranquillità, dopo aver calmato definitivamente gli animi alterati di poco prima.

“Non ti chiedo di camminare per strada mano nella mano, né io né te siamo quel tipo di persone, ma non rovinare i pochi giorni di tranquillità che riusciamo a ritagliarci nelle nostre vite incasinate, per una convinzione.” Gli chiese a cuore aperto, seppellendo definitivamente quell’ascia di guerra che pareva aver dissotterrato fino a poco prima.

Gli occhi nocciola di Mika, incastrati nello sguardo ora comprensivo di Andy, ritrovarono un filo di quella luce, dimenticata per alcuni frangenti.

“Non perdere la tua serenità per una giornalista frustrata. So che mi ami e che tieni alla nostra storia, almeno tanto quanto tieni alla tua musica, me lo dimostri ad ogni più insignificante occasione. Mi basta questo… il resto que serà, serà” concluse con una citazione di Doris Day che strappò un sorriso spontaneo al ricciolino.

La mossa successiva di Andy fu un abbraccio sentito di chi ha capito le ragioni di una scelta involontaria dettata dalla paura, alimentata da uno sconfinato amore.

Mika si sciolse tra le sue braccia, ritrovando il suo fedele alleato. 

“Non volevo ti arrabbiassi” disse quindi in un sussurro, implicitamente chiedendo scusa per quella sferzata di furore che gli aveva provocato.

“Il mio tono non è stato carino, ti chiedo scusa, ma lo sai che non mi piace venire a scoprire le cose per vie traverse. Voglio che se hai un problema me ne parli. Non voglio giocare al detective, collegare i puntini e trovare la soluzione. Chiuderti in te stesso su questioni del genere è puro autolesionismo. Queste cose vanno affrontate in due, altrimenti non ha senso essere una coppia.” Andy si scusò per quella sua temporanea mancanza di empatia, ma ne approfittò anche per mettere bene in chiaro il motivo della sua perdita di pacatezza.

“E non mi interessa se è il mio compleanno. Non lasciare che una pallina di neve diventi una valanga. Prima ne parliamo, più facilmente risolviamo qualunque cosa. Perché è questo che io e te siamo bravi a fare insieme… ricordalo sempre.” Asserì terminando. Non appena vide gli occhi di Mika tornare a sorridere, lo strinse nuovamente a sé, lasciando che il reciproco ritmo dei loro sentimenti, prendesse il sopravvento sulle parole.

Le braccia si disintrecciarono, nello stesso attimo in cui i loro occhi si incatenarono.

L’istante di silenzio che intercorse, fu la chiarezza di uno sguardo di inviolabile intesa.

Poi Mika si alzò dal letto, tese una mano nella sua direzione e parlò. Le sue parole non lasciando adito a dubbio alcuno.

“Allora, ci andiamo al parco?”

Il bacio che seguì quella sua proposta inondò entrambi di una ritrovata complicità. Andy lo strinse a sé più forte che poté. 

“Al volo, ci andiamo!” rispose quindi, euforicamente spalancando la porta della camera, inondando il corridoio di una risata sincera che a Mika scaldò il cuore.

 
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Buongiorno! Mamma mia mi sembra ieri che ho pubblicato l'ultimo capitolo, e infatti non sono che pochi giorni fa. 
Vi sto viziando! 
Finalmente Mika ha vuotato il sacco e Andy ha accolto il tutto a modo suo. 
Forse non vi aspettavate questa reazione da lui, ma se ci ragionate su, credo non sia difficile capire il perché. 
Anche per questa volta direi che il capitolo ravvicinato compensa le
caramelle che torneranno questa settimana.
Lascio a voi i commenti! Grazie mille!
Vv
  
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