Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Warlock_Vampire    05/11/2017    0 recensioni
"Io, che ho conosciuto molto presto cosa fossero dolore e odio e che solo dopo molto tempo ho compreso l'amore; io, che ho imparato ad uccidere prima ancora di saper vivere; io, che ho vissuto per secoli nella profonda convinzione che ognuno può ottenere ciò che vuole, sempre e comunque, sacrificando tutto, se necessario; dopo così tanto ho davvero bisogno di mettere nero su bianco i fatti."
In queste memorie Katherine Pierce si racconta, dalla sua fragile umanità alla trasformazione in Vampiro, ripercorrendo tutte le tappe più significative della sua lunga esistenza.
AVVERTENZA: La lettura di questa storia è un contributo, una spin off, di The last challenge (il nostro crossover). Pertanto, consigliamo la lettura di The last challenge, anche se non è essenziale.
Inoltre, essendo la "nostra" Katherine, le vicende in cui è coinvolta sono frutto dell'immaginazione degli autori e nulla hanno a che vedere con la Katherine di The Vampire Diaries, pur ricalcandone l'aspetto e il carattere.
Precisato questo, buona lettura!
Genere: Azione, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Katherine Pierce, Klaus, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
New Orleans, 1867
 
Missione compiuta. Grimorio delle Bennett recuperato. Un punto per Katherine!
Quel ficcanaso di Elijah alla fine venne a Salem con me e mi aiutò nelle ricerche. Dio, se dovemmo farne fuori di gente! Tra Vampiri e Streghe ho perso il conto… ma erano più le Streghe. In ogni caso, il librone adesso era mio.
Le pagine dedicate al Diamante erano parecchie, e c’erano numerose annotazioni e disegni e formule magiche strane. Rose sarebbe stata capace di mettere da parte il suo risentimento nei miei confronti pur di dare un’occhiata a quel Grimorio. Ma io so essere estremamente vendicativa e non le avrei detto di avere in pugno Marie Laveau e sotto il braccio il Grimorio di una delle Congreghe più potenti della terra nemmeno in cambio di un Lorenzo de Medici risorto.
Ora avevo un oggetto di scambio valido per poter salvare il mio Stregone e un piano B davvero niente male. Nikolaj sarebbe stato estremamente fiero di me. Come si dice, l’allievo supera il maestro e credo che nemmeno lui sarebbe stato capace –da solo- di attuare un piano come il mio. Probabilmente avrebbe semplicemente mandato un paio dei suoi noiosi omoni in nero a fare il lavoro sporco per lui, mentre a me ancora piace l’azione e ancora di più, la pianificazione. E gli accordi… e gli scambi, quelli equi solo in apparenza.
«Che ne dici di questo?» esordii una volta entrata nel negozio della Laveau con il Grimorio delle Bennett in mano. Elijah era proprio dietro di me. Se la Strega si fosse azzardata a fare qualche giochetto, almeno c’era lui a darmi man forte. Non che sapesse di cosa mi stavo occupando, sia chiaro. Più si parlava del Diamante e più correvo il rischio che qualcuno me lo portasse via ed Elijah era così misterioso e riservato, che non era proprio il caso di spiattellargli tutta la storia.
Marie Laveau strabuzzò gli occhi alla vista del Grimorio delle Bennett, con le lettere dorate in copertina tutte mangiucchiate dal tempo e il cuoio logoro della rilegatura.
«Davvero utile, non trovi? Sarebbe un peccato, se lo gettassi nel fuoco…».
«No!».
«Allora sai cosa voglio in cambio, no? Del resto, a cosa serve avere un oggetto che si vuole distruggere, se non si possiedono i mezzi per distruggerlo?» feci finta di riflettere.
E così organizzammo un incontro per il pomeriggio, nell’unico locale di New Orleans dove la magia è bandita. È un bar in cui ero stata un paio di volte, frequentato per lo più da Vampiri, perché è un posto impermeabile a qualsiasi incantesimo e sortilegio; una Strega che vi entra, si ritrova improvvisamente incapace anche solo di accendere una candela col pensiero.
Elijah non venne all’incontro. Non ce lo volevo. Ne sapeva già troppo di quella faccenda e non mi pareva stupido. Sicuramente aveva fatto due più due e collegato il Diamante Oscuro e Zaccaria Veronesi a me.
«Allora, dov’è il mio Stregone?» domandai alla Laveau una volta che la individuai, seduta ad un tavolo vicino alle finestre.
«Non così in fretta… prima voglio vedere il Grimorio».
«Hai paura che non sia vero? Mia cara, ho fatto un viaggetto non da poco per recuperarlo».
«Voglio accertarmi che le pagine riguardanti il Diamante siano al loro posto».
Aprii il Grimorio sul tavolo e sfogliai per lei i capitoli sul Diamante. Questa fase del mio piano era assolutamente necessaria e si svolse nel migliore dei modi.
«Ora consegnami Zaccaria».
Marie Laveau sospirò stancamente, guardandomi fissa. Valutava ancora le mie buone intenzioni, ma io sono brava a mentire e continuai a rivolgerle uno sguardo determinato e sì, un po’ insolente.
«Si trova in uno scantinato, in un palazzo fuori città. Ti servirà una chiave per entrare».
«Bene, dammela allora».
«Non ce l’ho qui con me. Devo andare a prenderla».
«E cosa stai aspettando?».
Si alzò lentamente dalla sedia e lasciò il locale. La Strega seduta al bancone mi rivolse uno sguardo eloquente e si avvicinò al mio tavolo. Le passai il Grimorio senza farmi notare dagli altri frequentatori del bar, lei me ne diede un altro in cambio e poi uscì sulla scia della Laveau.
Si trattava della stessa Strega che mi aveva dato informazioni sulla Laveau, con la quale avevo stretto un accordo estremamente rischioso per me. Non avevo garanzie se non la sua parola di rispettare l’impegno preso. Se mi tradiva… confidavo solo nel fatto che Zack sarebbe stato ormai libero una volta arrivati al punto cruciale del mio piano e che quindi sarebbe potuto venire in mio soccorso in qualsiasi momento.
Una decina di minuti e Marie Laveau tornò con la chiave del palazzo in cui Zack era rinchiuso. Gettò un’occhiata attenta al Grimorio sul tavolo, come volendosi accertare che fosse lo stesso di prima, cosa che non era più, ovviamente. Ma lei non notò differenze perché quello che avevo era una copia fedelissima dell’originale, con le pagine interne completamente bianche a dire il vero… ma questo era solo un dettaglio, no?
Mi spiegò precisamente dove si trovava Zack e poi uscii dal locale, lasciandola al Grimorio falso. Ci avrebbe impiegato pochi secondi a rendersi conto del raggiro, ma per allora io avrei dovuto essere lontano.
Fuori dal bar c’erano già le Streghe della mia alleata segreta pronte a colpire. Sparii a velocità vampiro e le lasciai al loro compito di distruggere Marie Laveau. Che lo facessero o no, non mi importava poi molto. Quel che mi premeva era che le pagine del vero Grimorio delle Bennett riguardanti il Diamante Oscuro bruciassero tra le fiamme di un bel falò il più presto possibile.
Liberare Zack non fu facile per via di quelle manette anti-magia che non sapevo come togliergli. Ma lui era il Signore Oscuro per un motivo e io ero una Vampira di cinquecento anni tutt’altro che sprovveduta. Unimmo le forze e distruggemmo le maledette manette.
Tornati in città, la battaglia tra Marie Laveau e le Streghe mie alleate era conclusa. La Laveau era in mezzo alla strada, stesa a terra priva di forze.
«Hai il Grimorio?» chiesi alla Strega che mi aveva aiutata a vendicare il mio Stregone.
«Eccoti le pagine sul Diamante» mi rispose lei, allungandomi un fascio di fogli sgualciti e ingialliti dal tempo. Controllai che fossero tutti prima di andarmene. Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, non è così che si dice?
«E’ stato un piacere fare affari con te, Strega» le dissi, congedandomi.
«Lunga vita al Signore Oscuro» replicò lei con un mezzo inchino in direzione di Zack.
Lui mi parve compiaciuto.
«Sicuro di non voler approfittarne?» gli chiesi maliziosamente mentre ci allontanavamo dal luogo dello scontro.
«Sono il Signore Oscuro, Kat».
«E con questo? Il potere è sexy… le donne ti vogliono».
Lui rise; «grazie di avermi salvato, comunque».
«Ho solo ricambiato il tuo favore di qualche anno fa».
«Continua pure a fingere che non ti importi nulla di me!
E quel bel Vampiretto che viene verso di noi, chi è?».
C’era Elijah in fondo alla strada, perfetto nel suo completo grigio ferro e il cappello in testa.
«Il mio ormai-non-più-nuovo giocattolo» risposi con una smorfia.
«E io che pensavo di andare a Santa Barbara con te, adesso che tutta questa faccenda è finita!».
«Possiamo andarci quando vuoi, Zack».
«E lui viene con noi?» scherzò Zaccaria.
«Dio, no! Inizia già ad annoiarmi e lo conosco da una settimana».
«Non vuoi salutarlo prima di andare via?» mi domandò.
«Smaterializziamoci prima che sia troppo tardi» replicai io.
E così, Zack prese la mia mano e scomparimmo nel nulla. L’ultima cosa che vidi furono gli occhi sorpresi e confusi di Elijah, fissarmi da qualche metro di distanza. Si aspettava forse un addio? Ma io non sono tipa da addii.
Io sono Katherine Pierce e Santa Barbara mi stava aspettando.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Warlock_Vampire