Libri > Il diario del vampiro
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Autore: wale83    05/11/2017    2 recensioni
Bonnie scopre che l'unica persona di cui si è sempre fidata non ha fatto altro che mentirle, si sente tradita, delusa e sola. L'unica cosa che può fare è ricominciare una nuova vita contando solo su di se, non vuole altro che restare sola, non si fida più e come darle torto? Ma sarà così facile restare ai margini senza essere coinvolta da nuovi amici e soprattutto da un certo ragazzo moro? Poco ma sicuro lei non ne vuole sapere niente.. per una volta Damon non avrà il suo uccellino servito su un piatto d'argento!! Tutti umani
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 18

POV D

Neanche mi ricordo come sono arrivato in questo bar. Dio è proprio è una bettola! Mi riporta alla mente i bei vecchi tempi andati, le mie migliori risse sono successe tutte qui. Grazie al cielo ci sono pochi altri clienti oltre me. Il whisky fa schifo ma non si può avere tutto
< Un altro. Doppio > il barista è veloce e in pochi secondi svuoto il bicchiere con un lungo sorso.
È l'una e trenta del mattino e sono ufficialmente ubriaco già da un po'. Sento la gola bruciare e poi lo stomaco. Per un attimo mio sembra di andare a fuoco. Per un attimo va tutto bene.. solo per un misero attimo.
“Nessuno mi può cambiare, neanche la piccola e dolce Bonnie!”
< Un altro! > ho bisogno di essere più ubriaco di così. Il barista è scettico ma per sua fortuna non fa commenti e mi accontenta.
Cosa diavolo mi è saltato in testa? Perché le ho vomitato addosso tutto il mio rancore? Non volevo assolutamente dire tutto ciò che ho detto. La mia bocca ha parlato senza consultare il cervello! Diamine il mio cervello era in totale black-out! Perché non ho saputo starmene zitto? Lo so che quando la rabbia prende il sopravvento devo rimanere in silenzio, soprattutto con coloro che amo e non c'è nessuno al mondo che ami più di Bonnie
“Parti! Facciamola finita!” Ho bisogno di essere molto più ubriaco di così
< Ancora uno dannato whisky! > urlo al barista, esita ma gli è sufficiente una delle mie occhiatacce minacciose per eseguire alla svelta.
La voglio con me. Sempre. E ora pensa che voglio che parta. Coglione!! Cosa ho combinato?
C'era troppa pressione. Troppa rabbia. Troppo stress. Troppa stramaledetta gelosia. Sono esploso e lei era lì, il bersaglio perfetto per tutta la mia ira. Stupido. Stupido. Stupido!!!
Come diavolo ho fatto a sparare così tante stronzate senza neanche rendermene conto?! Ma quando l'ho vista con Zander il sangue è salito pericolosamente alla testa. Vuole portarmela via! Come diavolo osa?! Ho sbagliato a dargli un pugno.. non mi sarei dovuto fermare! Avrei dovuto spaccargli la faccia! Infondo sono mesi che mi trattengo.. è stata una soddisfazione! Quando l'ho vista soccorrerlo tutta preoccupata e spaventata mi sono dovuto trattenere dal trascinarla via di peso da quell'idiota! Ma lei è sempre stata così, no? Troppo compassionevole verso chiunque! È anche per questo che me sono innamorato, no? Ma come fa a non capire quanto se lo sia meritato?! Cristo Santo sono mesi che mi istiga quel botolo! Oggi non era la giornata giusta per provocarmi! Era la giornata giusta per menare le mani! Con estrema fatica mi sono trattenuto dallo schiaffeggiare Kathrine e ci sono riuscito solo perché è pur sempre una donna. Con il mio caro papà si è messo in mezzo Stefan altrimenti saremmo arrivati alla resa dei conti che ci promettiamo da anni! Pensandoci bene forse era meglio non farlo all'interno della pasticceria.. capisco che Bonnie si sia sentita in imbarazzo. Si, dovevo pestarlo fuori!
Bevo l'ultimo sorso del terzo, no quarto..mm.. forse quindo bicchiere.. boh.. e chi ha tenuto il conto? Posso affermare che ho raggiunto un buon grado di ubriacatura. Ma le emozioni non scompaiono.
“Non mi importa niente! Ne ho abbastanza!”
Perché non uso mai un maledetto filtro fra bocca e cervello?! A quest'ora dovrei essere del tutto intorpidito invece ho ancora davanti gli occhi di Bonnie.. lucidi delle lacrime.. solo vedendola in quello stato sono tornato alla realtà, solo allora mi sono accorto tutto ciò che ho detto. Da bravo codardo quale sono non potevo restare, dovevo andarmene. Il rumore del portone che si chiude dietro alle mie spalle è stato come una scossa elettrica.
Non meritava che la trattassi in quel modo. Non la merito. E dov'è la novità? L'ho sempre saputo, sin dalla prima volta che l'ho vista a quell'incontro clandestino. Era chiaro come il sole. In un mondo perfetto starebbe con qualcuno di gran lunga migliore di me. Grazie a Dio questo mondo è tutto fuorché perfetto e si è innamorata di me. Come è potuto succedere? Come ho potuto dirle che non sono cambiato? Senza accorgermene, poco alla volta ma l'ho fatto e solo grazie a lei. Non può avermi creduto. Mi conosce. Sa come sono. Sa cosa aspettarsi da me. Sa che non ero lucido, che è stata solo la rabbia a parlare.. vero? Non volevo ferirla ma forse è stato l''unico modo che avevo per farle comprendere cosa provo. Una cosa le ho chiesto. Una sola: non vedere mai più quell'idiota di un pasticcere. Mi ha assicurato che non c'era problema. Mi ha mentito. È l'unica persona al mondo di cui mi fido e mi ha mentito. Dio come sono arrabbiato! Questa furia ceca ormai sarebbe dovuta scomparire, invece più passa il tempo più aumenta. Sembra un incendio che si propaga senza freni. Ho ancora una voglia matta di urlare, fare scenate folli! Devo stare solo. Stringo forte il bicchiere vuoto con le dita, le nocche sono bianche dallo sforzo. Chissà se riesco a frantumarlo? Oppure potrei lanciarlo con forza contro la parete..
< Ehi amico, è ora di chiusura > perso nei miei pensieri sento a malapena la voce del barista. Pigramente guardo l'orologio. Due e trenta del mattino. Senza degnarlo di attenzione lascio sul bancone un paio di banconote un paio di monete da cento, sono più che sufficienti per coprire il conto e gli resta persino una buona mancia. Scendo dallo sgabello e l'alcool si fa sentire, barcollo per un attimo ma riesco a fare un paio di passi
< Aspetta amico è meglio se ti chiamo un taxi! > mi volto verso di lui più minaccioso che posso, porto il mio viso a pochi centimetri da lui guardandolo dall'alto al basso < Non chiamarmi amico! - ringhio fra i denti – Faccio da me! > poco elegantemente esco dal locale.
L'aria fresca mi fa riprendere. Purtroppo. Do un'occhiata alla mia bella ferrari parcheggiata davanti ma non sono così incosciente da guidare in questo stato.. checché ne dica mio padre! Faccio un respiro profondo e chiamo un taxi.
Nel giro di mezz'ora sono nel mio appartamento vuoto. Per la prima volta da mesi dormirò solo.. neanche mi ricordo più come si fa.
Sono proprio come mi sento: solo.

Dannata sveglia! Quel bip insistente mi trapana il cervello. Spengo stizzito l'allarme. Non voglio muovermi. Chi me lo fa fare di andare a lavoro? Perché sottopormi a quella tortura?! Oltretutto con neanche un paio d'ore di sonno e una sbronza da antologia. Non voglio vedere nessuno. Voglio restare qui. Da solo! Sono o non sono padrone di me stesso? Posso fare ciò che voglio!
Accidenti!! Non posso!! Devo per forza andare allo studio. Non posso dare a nessuno la soddisfazione di vedermi nascondere! Odio il mondo!!
Meglio che mi faccia una doccia e mi dia una sistemata. Il riflesso allo specchio mi spaventa. Mi sento come sono: uno schifo! Non ho più il fisico giusto per affrontare un dopo sbornia come questo!
Come volevasi dimostrare anche oggi non sarà la mia giornata. La prima persona che incrocio entrando in ufficio è il mio caro paparino.
Restiamo fermi, l'uno davanti all'altro, nel corridoio per secondi interminabili. Nessuno dei due ha intenzione di abbassare lo sguardo o ancora peggio cedere il passo. Fossi matto se apro bocca per primo. Per me possiamo restare immobili a mimare i cowboy dei film western per ore
< Beh? - la mia unica risposta è un'alzata di sopracciglio che so dargli sui nervi – E' il modo di presentarsi? Ti proibisco di occuparti dei tuoi clienti con quella faccia! >
< Pensi davvero che potresti proibirmi qualcosa?! - non urlo, uso il mio tono freddo accompagnato al sorrisetto sprezzante che non manca mai di mandarlo in bestia – Stai sereno non voglio avere a che fare con nessuno. Adesso spostati e lasciami in pace > lo supero deciso fregandomene del suo malcelato disappunto. Sarà un comportamento infantile ma che soddisfazione.
Do precise istruzioni alla mia segretaria di non voler essere disturbato da nessuno. Se per disgrazia Kathrine varca quella soglia oggi non rispondo delle mie azioni! Sprofondo nella mia poltrona. Che mal di testa atroce! Un branco di elefanti ci stanno ballando sopra il tip-tap! Chiudo gli occhi coprendoli con una mano.. ma c'è sempre stata così tanta luce qui dentro?! Dio come sto male.
Non posso lavorare in questo stato, perché diavolo sono qui? A giusto per dimostrare al paparino che non sono l'irresponsabile immaturo che per ripicca dopo un epocale litigio non si presenta in ufficio evitando di affrontare le sue responsabilità quotidiane e bla bla bla.. I miei pensieri sono interrotti dal cellulare che squilla fastidioso. È Bonnie. Dovevo immaginarlo. Non le rispondo. Non posso ancora affrontarla. Sono ancora così arrabbiato e triste. Non sopporto di sentire anche lei arrabbiata e triste. Devo riuscire a calmarmi per bene prima di poterle chiedere scusa. Adesso peggiorerei la situazione. Spengo il cellulare. Mi fanno male persino le orecchie
< Damon? - la voce di Marta viene dall'interfono, dovrei staccare anche quello - C'è Bonnie al telefono, te la passo? >
< No. Dille che sono in riunione.. dille che la richiamerò quando avrò tempo > stacco il dannato aggeggio prima che possa ribattere.
Che scemo che sono! Perché mi accorgo di aver fatto un errore enorme solo un attimo dopo averlo commesso?! Avrei dovuto spiegarle che ho bisogno di tempo, che né riesco né voglio ancora parlare di come l'ho trattata ieri. Lo so ma non so come farlo. Come le dico come mi sento? Come le dico di tutta la rabbia che ho in corpo? Come posso farle comprendere dove ha sbagliato secondo me?! Di certo non capirà tutto questo da sola.. non può farcela a meno che non mi sappia leggere nel pensiero. Cavoli riesco a malapena a capirmi da solo! Non posso parlarle, non ancora.
La mia testa va di male in peggio ma com'è che si dice? La miglior cura per i postumi è continuare a bere. Recupero la mia scorta segreta d'emergenza nell'ultimo scaffale dell'archivio: due bottiglie di scotch e una di whisky. Il primo bicchiere mi infiamma. L'emicrania va già meglio.
Apro stancamente un fascicolo, metto giù un paio di appunti. Vado avanti così per tutta la mattina.
L'unico che ha tentato di penetrare il mio isolamento è stato santo Stefan ma figuriamoci se sono in vena per l'ennesima ramanzina! Grazie al cielo quando vuole Marta sa essere un vero cane da guardia!
Sono riuscito nell'impresa di separarmi completamente dal mondo. Non è servito molto: una porta sbarrata, tutti i telefono staccati e ciliegina sulla torta un bel bicchiere pieno. Tutto ciò che resta sono io solo con i miei pensieri che non accennano a rallentare per niente. Tutte le mie emozioni non si calmano, anzi. Bei tempi quando ero uno stronzo senza cuore. Più penso e più mi innervosisco. Più mi innervosisco più penso. È un dannato circolo vizioso!!
Mi manca Bonnie. La voglio qui con me. Mi starà odiando.. Dove sarà? E se fosse di nuovo con Zander?! O peggio se stesse preparando le valigie?! Al diavolo!! Il bicchiere che lancio contro contro la parete si frantuma in mille pezzi. Non andrà da nessuna parte! Lei ama me! Lei vuole me!! mi aspetterà. Quando sarò più calmo litigheremo di sicuro ma poi faremo pace e potremo andarcene in vacanza in Italia. Insieme. Si è un piano perfetto! E quel pasticcere da strapazzo sarà solo un brutto ricordo! Per quanti errori possa mai fare non la perderò mai per quel piccolo idiota! Se solo penso a come la guarda. Non sono pazzo, sta facendo di tutto per portarsela a letto! Il mio pettirosso è talmente ingenuo che non lo capisce. Come diavolo fa a non accorgersene?! E osa accusarmi di essere geloso. Certo che lo sono! Quel coglione ci prova con la mia ragazza senza perdere mai un'occasione, persino davanti a me! È senza vergogna! Si sarebbe meritato che gli facessi anche entrambi gli occhi neri altro che un misero naso rotto!
Questa rabbia non accenna a diminuire. È normale che continui a ribollire? Mi sento un vulcano pronto ad eruttare! Dopo quasi un giorno non dovrebbe essere quasi svanita? Perché continua a bruciarmi così tanto dentro? Non posso affrontare il mio pettirosso finché non mi calmo. Dannazione!!
Questa bottiglia è finita. Fortunatamente ce n'è già una pronta che aspetta solo me. L'unica voce oltre la mia che ho sentito in tutta la giornata è stata quella della mia segretaria e solo tramite l'interfono, prima per avvisarmi della sua pausa pranzo e ora per augurarmi la buona serata prima di andarsene a casa.. secondo me mi ha avvertito solo per assicurarsi che fossi ancora vivo.
Wow sono già le sei.. beh brinderò alla fine delle ore di lavoro! Inizio a essere ubriaco sul serio. Pensandoci sono anche a stomaco vuoto, non mangio da.. boh.. neanche lo ricordo.. Con tutto l'alcool che ho in corpo dovrei sentirmi completamente anestetizzato e insensibile invece queste maledette emozioni sono aumentate a un livello insopportabile! Inutile rimuginarci. Apro la terza bottiglia. Voglio l'oblio e lo avrò!
Tre bottiglie. Mi sono dovuto scolare tre bottiglie ma finalmente sono entrato in un universo tutto mio. Sono intontito, riesco a malapena a tenere gli occhi aperti. Per la prima volta da quando mi sono svegliato non penso. Mi sento libero. Visto da fuori non sono di sicuro un bello spettacolo.. me ne sto stravaccato per nulla elegantemente sulla mia poltrona, la cravatta è stata lanciata da qualche parte nel primo pomeriggio, i primi bottoni della camicia li ho sbottonati mi facevano sentire impiccato. Soprattutto il mio inseparabile bicchiere in mano.
Bevo pigramente, occhi chiusi e testa mollemente appoggiata sullo schienale. Ho raggiunto la pace dei sensi. Voglio restare così fino a domattina poi potrò affrontare il mondo.
Oddio quanto sono ubriaco, mi viene da ridere da solo! Forse dovrei chiamare un taxi per farmi accompagnare a casa.. nah troppa fatica.. La testa finalmente è vuota. Mi godo il tanto agognato silenzio. Un ultimo sorso e chiudo gli occhi. Scivolo in un meritato sonno senza sogni. Nel dormiveglia sento dei passi che si avvicinano. Non dovrebbe esserci nessun altro qui a quest'ora. Dannazione quei tacchi mi si conficcano le cervello! Me ne resto dove sono aggrappato saldamente al mio nulla, chiunque sia non sarà così pazzo da venire a disturbarmi. Si sta avvicinando. La porta si apre. Sono troppo stanco non ho la forza di muovermi. Potrebbe essere Bonnie? È venuta da me. Non trattengo un sorriso. È sempre più vicina
< Vedo che sai ancora come ci si diverte > Katrhine? Impossibile. Apro a stento un occhio ed è proprio lì davanti a me. Riempie il bicchiere abbandonato sulla scrivania e ne beve un sorso. Il tutto con quel sorriso sulle labbra rosso fuoco, si muove come se fosse normale per lei essere qui
< Vat-tene > riconosco a malapena la mia voce roca dal sonno e dall'alcool
< Mai bere da soli tesoro. È patetico – prende un altro sorso – Per fortuna ci sono io ora con te >
< Va v-via> è un sibilo, mi appoggio di nuovo alla poltrona. Voglio dormire. Voglio essere lasciato in pace. Voglio il mio nulla.
Sento la sua mano fra i capelli, la scaccio via scordinato come si fa con una zanzara fastidiosa. Apro gli occhi ed è a pochi centimetri dal mio viso
< Voglio B-bonnie >
< Shh – poggia l'indice sulle mie labbra – lascia fare a me > scosto il viso. Se la ignoro se ne andrà. Sento rumore di stoffa che cade a terra. Prima che riesca a rendermi conto di cosa stia succedendo sento il suo peso su di me, le sue gambe ai lati delle mie, le braccia intorno al mio collo. Cerco di scostarla ma si stringe di più a me
< V-va via! Voglio Bonnie qui.. >
< Rilassati tesoro > mi bacia sul collo, con le dita sapienti slaccia i bottoni. L'alcool ha fatto il suo lavoro ho perso il contatto con la realtà
< Bonnie.. Bonnie.. >
< Sarò chiunque tu voglia > il suo profumo troppo dolce mi invade i sensi, le sue mani che mi accarezzano.. io voglio Bonnie..
Perché non riesco ad allontanarla.. Forse è solo uno di quei sogni in cui ti senti affondare nelle sabbie mobili, affondi e non riesci a muoverti e vuoi svegliarti ma non ci riesci..
< Disturbo?! È forse un brutto momento?! > la voce di Bonnie mi colpisce come una frustata, mi fa rinsavire. Balzo in piedi di scatto, Kathrine quasi cade a terra ma non è un mio problema. Devo fare qualcosa, non voglio neanche pensare a cosa può passarle per la testa in questo momento! Come diavolo ho fatto a cacciarmi in un guaio simile? Ero solo seduto qui..
< Bonnie.. non è come sembra.. > non potevo dire niente di più sbagliato
< Non lo è?! Quindi non sei mezzo nudo con la tua ex che fino a qualche secondo fa ti stava spalmata addosso e non vi ho appena interrotto sul più bello?! > no,no, no!!
< P-posso spiegare amore > il suo sguardo mi inchioda. Come le spiego che è stato tutto un errore, uno stupido fraintendimento, che sognavo fosse lei? Presa dalla rabbia lancia il cesto che aveva con sé contro di me
< Ragazzina calmati! È inutile tutto questo melodramma. Lo sapevamo tutti che era solo questione di tempo prima che rinsavisse e tornasse da me > usa un tono quasi annoiato. Ora l'ammazzo
< Nessuno ha chiesto il parere di una squallida sgualdrina. Appena lo vorrò chiederò a te stai tranquilla > sono imbambolato.. è come se vedessi la scena dall'esterno.. devo riprendermi, devo fare qualcosa.. ti prego cervello ricomincia a funzionare! Devo farle comprendere che tutto questo non è colpa mia
< Bonnie aspetta. Non è successo niente, te lo giuro. Parliamo > mi avvicino tentativo
< VA AL DIAVOLO! Sono venuta per parlare ma hai altro da fare! Tu – si volta verso Katrhine minacciosa, diamine fa davvero paura – ci tieni così tanto ad avere i miei avanzi? Tieniteli! > mi allontana con una spinta e corre via. Non può andarsene. Deve ascoltarmi! Le corro dietro. La chiamo ma non si ferma, neanche si volta. Entra in ascensore, per un istante infinito i nostri occhi si trovano. Sta piangendo per colpa mia. Mi odio. Vorrei poterle dire che va tutto bene, che voglio solo lei, che amo solo lei.. Katrhine non è niente, ha fatto tutto lei.. ma le porte si chiudono inesorabili.
Resto in ginocchio in mezzo al corridoio, le lacrime che mi pizzicano dietro agli occhi. L'odio mi esplode dentro e so fin troppo bene verso chi indirizzarlo! A passi decisi torno nel mio ufficio. Katrhine è mollemente appoggiata alla scrivania, il vestito ancora abbandonato sul pavimento
< COSA SEI VENUTA A FARE?!! - urlo con tutto il fiato che ho in corpo – IL TUO UNICO OBBIETTIVO È QUELLO DI ROVINARMI LA VITA!! Era il tuo piano sin dall'inizio mandare a puttane la mia storia con Bonnie?! Ti fa così tanto schifo vedermi felice?!! Ti giuro che se non riuscirò a salvare la mia relazione te la farò pagare cara! Fosse l'ultima cosa che faccio!! > le lancio addosso l'abito chiaro invito a sparire
Faccio un paio di respiri profondi, devo calmarmi altrimenti l'ammazzo sul serio. Nonostante tutto non fa il minimo atto per rivestirsi, non ha smesso un attimo con quel sorriso accondiscendente
< Che esagerato.. dovresti ringraziarmi – si avvicina e fa scorrere la mano sul mio braccio, la scosto in malomodo – Quanto sei teso.. so cosa ti serve per scaricare tutta questa tensione. Possiamo continuare da dove siamo stati maleducatamente interrotti > basta l'ammazzo, finirò in galera ma ne sarà valsa la pena
< VATTENE FUORI DAI COGLIONI E NON TI AZZARDARE A TORNARE MAI PIÙ!!! > vorrà anche un disegnino o lo avrà capito?
< Come ti sei rammollito.. - è fredda come il ghiaccio - il Damon che conoscevo io non avrebbe neanche guardato quella ragazzetta e soprattutto non avrebbe perso tempo in chiacchiere con me qui davanti praticamente nuda.. che tristezza.. Avremmo potuto divertirci così tanto.. Vabbè in fondo la perdita è tua tesoro – arrivata alla porta si volta di nuovo verso di me sorridente come se nulla fosse – A proposito l'accordo è firmato. Il mio scopo l'ho ottenuto ugualmente. Addio > mi manda un bacio e finalmente se ne va dalla mia vita.
Cosa faccio? Cosa faccio?!! Devo andare dal mio pettirosso! Devo parlarle. Deve ascoltarmi! Non può finire così!


POV E

< Mam-ma. Lizzie guarda: mam-ma > scandisco bene ogni sillaba, la mia piccolina mi osserva attenta, inclina un po' la testolina, fa delle smorfiette dolcissime. Lo so che vorrebbe provare a dirlo e farmi felice o forse sta semplicemente pensando che ha una madre un po' matta
< Forza amore mio: mam-ma > non ho risposta ma almeno mi guadagno un bel sorriso!
< Ha solo quattro mesi non puoi aspettarti che parli > E' il primo vero sorriso che vedo sul viso di Stefan da quando è tornato dallo studio.
Spero che la doccia sia servita per farlo rilassare un po'. In tuta, con i capelli ancora un po' umidi inizia a giocare con la bambina.. sembra l'impersonificazione della calma ma lo conosco bene, anche se cerca di fare finta di niente, di apparire sereno io la riconosco quell'ombra di preoccupazione nello sguardo che da un paio di giorni non lo abbandona mai
< Come se tu non facessi lo stesso. Credi che non ti abbia sentito scandire “pa-pà stamattina mentre le davi il biberon? > seriamente non può pensare che la sua prima parola possa essere “papà”,giusto? Deve essere “mamma” è la regola, no? La mia bambolina non può farmi uno scherzetto del genere.. Stefan se ne vanterebbe per il resto della vita!
< Lizzie: pa-pà > per tutta risposta il sonaglino che stringe nel suo pugnetto gli finisce dritto sul naso. Ben gli sta!
< Hai fame? Tea ha detto che fra dieci minuti sarà pronto in tavola >
< Non posso aspettare, sono affamato! Intanto mangerò questo dolcetto! > fa finta di mordicchiarle il pancino e lei impazzisce dalle risate, i suoi gridolini riempiono la stanza. È una gioia vederli così!
< Come è andata a lavoro oggi? >
< Un vero divertimondo! - il sarcasmo è lampante – è stato come assistere a una guerra di trincea. Papà ha fatto finta di niente, come se tutto fosse normale. Ha evitato persino di nominare Damon. Mio fratello si è barricato nel suo ufficio. Ho provato a parlarci ma mi ha mandato a quel paese da dietro la porta chiusa. Neanche si è degnato di dirmelo in faccia. Scommetto tutto quello che vuoi che era ubriaco. Ho passato tutta la giornata occupandomi del doppio dei clienti e rassicurando tutti che non c'era nessun problema. Finirò al manicomio per colpa loro! - scuote la testa – Che diamine gli è preso? > bella domanda
< Vedrai che è solo un momento. Gli passerà. Anche Bonnie è preoccupata. Mi ha detto che ha evitato anche lei per tutto il giorno. Stasera andrà da lui , si chiariranno e vedrai tutto tornerà come prima > gli lascio un bacio a fior di labbra prima di andare a cena.

< Dorme? >
< Come un angioletto. Incrociando le dita dovrebbe arrivare a domattina > nelle ultime due settimane ci ha abituati benissimo, ha iniziato a saltare la poppata della notte arrivando direttamente alla colazione, al massimo si lamenta per aver perso il ciuccio ma torna nel mondo dei sogni in pochi minuti. Ciò significa che anche io e Stefan non passiamo tutta la notte in bianco! Amo mia figlia!
Mi accoccolo accanto a lui sul divano. La sua mano che mi accarezza leggera la schiena, musica di sottofondo.. il paradiso esiste..
< Questa è la serata perfetta – mi posa un bacio sulla tempia – Ci voleva proprio > sospira soddisfatto
< Spostati che ti faccio un bel massaggio > non se lo fa ripetere due volte e si volta con la schiena verso di me. Inizio a manipolare i muscoli, parto dalla base del collo, mi allargo verso le spalle, scivolo verso il basso. Con la pressione che applico sento i nodi che si sciolgono, finalmente lo sento rilassarsi
< Ti amo >
< Anch'io > mi chino a baciarlo sul collo abbracciadolo da dietro. Si volta e mi bacia con passione. Poche mosse e mi ritrovo sdraiata con lui scopra, le mani che si intrufolano sotto la maglia
< Dovremmo salire nella nostra camera prima che le cose ci scappino del tutto di mano >
< Ancora un paio di minuti.. > mordicchia il collo, stringo le labbra per non mugolare..
“I'm calling you my friend! Answer me! Answer me! Answer me!”
< Aspetta.. > cerco di afferrare il mio cellulare dal tavolinetto
< Lascialo squillare.. > quasi quasi..
“I'm calling you my friend! Answer me! Answer me! Answer me!” Non smette.. uffa.. lo scosto leggermente per vedere chi può essere a quest'ora
< Fermo, è Bonnie. Solo un minuto >
< Ok ma sbrigati > cerco di sedermi dritta ma è veloce a sistemarmi sulle sue gambe senza smettere di baciarmi il collo. Chi sono io per lamentarmi?
< Bonnie! Che mi racconti? Novità? Fatta la pace? - il sorriso mi si gela sulle labbra sentendo dall'altro capo del telefono nient'altro che singhiozzi – Bonnie?! Cos'è successo?! > preoccupata allontano Stefan, anche lui si accorge che c'è qualcosa che non va. L'atmosfera serena di qualche attimo fa è scomparsa
< E-elena.. - a malapena capisco il mio nome mentre piange – D-damon con.. con K-katrhine.. in-insieme.. > il pianto diventa sempre più disperato. Non serve che aggiunga altro
< Dove sei? - nessuna risposta, solo il respiro affannato nel tentativo di calmarsi – Bonnie! >
< A-a c-casa.. >
< Sto arrivando. Tranquilla. Dieci minuti e sono da te >
< N-on.. > la interrompo prima che possa dirmi di non uscire a quest'ora
< Dieci minuti. Aspettami Bonbon > velocemente recupero borsa, chiavi e cellulare.
Stefan continua a chiedermi cosa mi ha detto. Sono così arrabbiata che neanche riesco a rispondergli. Non può essere vero. Devo avere capito male. Damon non può essere così stupido. Faccio un paio di respiri profondi prima di parlare <
Vado da Bonnie. Resta con Elisabeth >
< Perché? Bonnie sta bene? >
< No che non sta bene! Era disperata! Non ho capito bene ma c'entrano Damon e Katrhine. Se ciò che sospetto è vero prega che tuo fratello non mi capiti a tiri o ti ritrovi figlio unico! >
< No.. non può essere – si passa stancamente una mano davanti agli occhi – vedrai che sarà solo un malinteso – è anche per questo che lo amo: non perde mai la speranza neanche davanti all'evidenza – Va da lei ma non correre per strada. Appena puoi chiamami. Fammi sapere se posso fare qualunque cosa.. > lo bacio sentendomi la donna più fortunata del mondo.
Mentre guido accendo il vivavoce per chiamare Caroline. Bonnie ha bisogno delle sue amiche
< Pronto? >
< Caroline sono Elena, sei a casa? >
< No, sono con Sage. Siamo appena usciti dal cinema. Aspetta perché mi chiami a quest'ora? > chiunque riceva una telefonata dopo le ventidue si preoccupa per forza
< È per Bonnie. Mi ha chiamata in lacrime. Sto andando da lei >
< Cosa ha combinato quel cretino di Damon?! >
< Non lo so di preciso ma temo sia un gran casino >
< Accidenti! Ti raggiungo da Bonnie. Giusto il tempo di arrivare >
Un quarto d'ora dopo giungo a destinazione, a quest'ora non ho problemi a trovare un parcheggio proprio davanti al suo condominio. Velocemente prendo la borsa e scendo dall'auto. Poco prima di entrare nel palazzo sento uno stridio di ruote dietro di me e una portiera chiusa con forza. Prima di voltarmi conto fino dieci. Non ho il minimo dubbio su chi mi troverò davanti
< Cosa credi di fare qui?! Non hai già fatto abbastanza danni?! > mi sforzo di non urlare
< Devo parlare con Bonnie. Fammi passare!! > puzza di alcool l'idiota
< Scordatelo! Almeno finché non mi dirà esplicitamente che vuole vederti. Neanche ti chiedo cosa hai combinato imbecille! Ho una voglia di picchiarti che neanche immagini! Vattene a smaltire la sbornia da qualche altra parte! >
< Ho le chiavi posso entrare quando voglio! >
< Va via! Shoo! > senza aspettare la sua risposta entro nell'androne stando attenta a richiudere bene il portone.
Dall'aspetto Bonnie non ha smesso di piangere da ore. Continua a singhiozzare, le lacrime sempre più copiose, gli occhi gonfi e rossi. Riesce appena a salutarmi. L'abbraccio stretta, non servono parole. Sedute sul divano si aggrappa a me come a un salvagente, non accenna a calmarsi. Sono seriamente preoccupata
< Bonnie.. shh.. sfogati. Ci sono io qui con te.. > spezza il cuore vederla in questo stato.
Restiamo così per un tempo che sembra infinito. Non posso fare altro se non aspettare il momento in cui deciderà di confidarsi
< S-sono una c-cretina! - singhiozza – Non dovevo fi-fidarmi.. non poteva che finire co-così.. stupida che non sono altro! Ha sempre avuto ragione l-lei.. aveva ragione mio padre.. mi aveva avvisato che si sarebbe presto s-stancato di me! Era tutto troppo bello per essere vero.. >
< Non dire così.. te la senti di raccontarmi tutto? > non voglio pressarla. Asciuga alla meno peggio gli occhi e annuisce
< Ho seguito il tuo c-consiglio. Mi sono vestita carina, ho persino preparato la cena.. che scema! L'ho raggiunto in ufficio.. non vedevo l'ora di vederlo e fare pace. Volevo fargli una sorpresa ma l'ha fatta lui a me! - le lacrime continuano a scendere senza freno - Quando sono arrivata li ho trovati insieme.. lei mezza nuda che lo baciava.. > la voce si spezza del tutto e sono solo singhiozzi
< Cristo.. cosa hai fatto? Che ti ha detto? >
< Cosa vuoi che abbia fatto? Ho urlato. Gli ho lanciato contro il cestino con la cena. Vuoi ridere? Ha avuto il coraggio di dirmi che “non è come sembra”! - singhiozzo - Stava per farsi la sua ex sulla scrivania ma non era come sembrava! Mi crede una piccola povera st-stupida! Ed ha ragione! Sono un'idiota.. > continua a ripetere all'infinito quanto sia stupida e a piangere.. non accenna a tranquillizzarsi. Dannazione come è possibile?! Stava davvero tradendo Bonnie? Da qualunque punto di vista si guardi questa storia è indifendibile! Povera Bonbon. Continuo a stringerla e a passarle fazzoletti puliti. Non posso fare niente. Mi sento inutile
< S-scusa.. non avrei dovuto.. >
< Cosa intendi? > le dispiace di averi chiamata? È la mia migliore amica, devo essere qui!
< Non avrei dovuto telefonarti.. ma sei stata la prima persona a cui ho pensato ma capirei.. in fondo è tuo cognato.. per te è come un fratello e... >
< E niente! Smettila. Sono qui per te, perché voglio esserci. Dovevi chiamarmi. È un bene che sia qua altrimenti sarei a dare la caccia a quell'idiota per castrarlo! > le sfugge un mezzo sorriso, a dura pochissimo poi ricominciano le lacrime. A ogni singhiozzo la stringo più forte.
Continuo a pensare a cosa potrei dirle per farla stare meglio ma non c'è nulla che possa farla stare meglio al momento. Posso solo farle sentire il mio sostegno. Ci riscuote il campanello. Nel silenzio è stata una fucilata
< Chi può essere? - Bonnie mi guarda allarmata – se è Damon non voglio vederlo.. per favore.. >
< Tranquilla sarà Caroline >
< L'hai chiamata? Perché?! >
< Perché hai bisogno delle tue amiche che tu voglia ammetterlo o no! E prima che tu possa anche solo pensarlo: no non sei un peso! - mi chino per lasciarle un bacio fra i capelli – Vado ad aprirle >
< Dov'è? - accenno verso il divano dove la nostra amica se ne sta rannicchiata – Come sta? >
< Puoi immaginare >
< Ti ha raccontato niente? >
< Ha trovato Damon e Kathrine insieme e pare che non ci siano dubbi su ciò che stavano facendo >
< Che bastardo! Torno giù e lo prendo a calci!! >
< Sh! - la fermo e le copro la bocca con la mano per farla tacere – Non sa che era giù. Quando hai suonato pensava potesse essere lui ed è andata nel panico. Gli avevo detto chiaramente di andarsene all'inferno! Perché non mi dà mai retta?! Ma che hai lì? > solo ora noto un paio di buste della spesa ai suoi piedi
< Il kit di sopravvivenza >
Ci sediamo accanto a Bonnie, io alla sua destra e Caroline alla sua sinistra
< Ehi Bonbon.. > ha smesso di piangere, tiene lo sguardo fisso davanti a sé.. poi si riscuote e le sorride debolmente
< Ragazze grazie ma non serve che stiate qui. Elena devi andare da Lizzie e tu dal tuo Sage. S-sto bene ora.. su andate.. > non fosse stato per la voce flebile e gli occhi come pozze d'acqua avremmo potuto quasi crederci
< Neanche ti ascoltiamo. Siamo qui e qui restiamo. Non vogliamo sentire storie, vero Caroline? >
< Assolutamente! Guarda cosa ho portato: gelato Ben&Jerry, marshmallow, cioccolatini al burro di arachidi, patatine e dulcis in fundo fiumi di vodka > wow ha svaligiato il supermercato!
< Grazie ma non ho voglia di niente.. voglio solo addormentarmi e dimenticare questa schifosa giornata.. > e i singhiozzi ricominciano
< Questo è proprio ciò che ti serve mia cara. Ti dico cosa faremo: ci ingozzeremo, ci ubriacheremo, ci sfogheremo, piangeremo e penseremo a mille e un modo per farla pagare a quell'invertebrato!! Intesi? > Bonnie non sa se ridere o piangere, per un attimo guarda Caroline a bocca aperta
< Ottima idea Caro! Che l'abrutimento abbia inizio! - senza dare tempo a Bonnie di pensare prendo i bicchieri e verso l'alcool, metto al centro tutte le schifezze che abbiamo a disposizione – Purtroppo io non posso bere perché allatto ancora ma posso farvi da barman! >
Bonnie deve staccare la spina, deve essere in grado di sfogarsi, di urlare. Non può tenere tutto dentro! Non posso più vederla così singhiozzante e rannicchiata in un angolo!
< Tira giù Bonbon! > il primo shottino quasi glielo fa bere a forza, dalla sua faccia è la prima volta che assaggia la vodka!
Al terzo round la lingua inizia a sciogliersi, la rabbia emerge in piena forza
< Vi rendete conto?! Li ho beccati insieme! Avevo davanti la scena più chiara ed esplicita della storia – affonda con violenza il cucchiaio nel barattolo di gelato alla menta e cioccolato – Non ho mai immaginato.. mai avuto un sospetto.. che stupida illusa!! Mi è persino corso dietro, urlava di ascoltarlo.. ahhh!! >
< Che stronzo! >
< Che faccia di bronzo! >
< E mi ha chiamata amore! A-M-O-R-E !! Con quella troia mezza nuda ancora accanto a lui! Gli avrei cavato gli occhi! > quello è il suo quinto o sesto bicchierino? Non importa
< Idiota! >
< È un maiale e meriti di meglio! >
< Non dovrei essere così sorpresa – siamo passati ai cioccolatini – In fondo lo sapevo che sarebbe finita in questo modo – le lacrime ricominciano inesorabili – Chi scerebbe l'insignificante me quando puoi avere la modella di intimo.. Non dovevo fidarmi.. Ha sempre saputo che ci sarebbe riuscita.. aveva ragione lei.. > un nuovo singhiozzo e un nuovo shottino
< La strega non ha ragione!! Non voglio mai più sentirtelo dire! Non è altro che una puttanella da quattro soldi! Non è neanche degna di pulirti le scarpe! > le riempio il bicchiere e lo butta giù con una smorfia
< Come ho potuto essere così convinta di potermi fidare di lui? Perché? Era l'ultima persona al mondo di cui mi sarei dovuta innamorare! Stupida che non sono altro! Avrei dovuto dare una possibilità a Matt.. non mi avrebbe mai trattata così.. >
< Peccato solo che non provassi niente per lui.. Tu e Damon vi amate alla follia. Non puoi dimenticare i bei momenti che avete passato insieme.. >
< Già.. e guarda dove mi hanno portato.. Dannazione questa bottiglia è già finita! Uffa.. ne voglio ancora.. >
< Leva il broncio. Ne ho un'altra > non c'è che dire Caroline ha pensato proprio a tutto!
< Voglio smettere di vedere quei due davanti a me! Voglio che spariscano! >
< La vodka è stata inventata apposta per questo Bonbon. Tieni > le porgo l'ennesimo bicchiere. Domani se ne pentirà di certo ma se c'è un momento in cui c'è il diritto di ubriacarsi è questo!
< Passiamo a cose serie – anche la bionda è bella brilla – Serve un piano >
< Piano? Ce l'ho un piano: bere, ingozzarmi, ancora bere, non uscire di casa fino a quando non ricominceranno le lezioni e soprattutto evitare di incontrare anima viva >
< Non sei tu quella che si deve nascondere Bonbon! >
< Quel coglione deve pagare per quello che ti ha fatto! E pagherà te lo garantisco! Vediamo.. cosa possiamo combinargli? Mm.. per prima cosa gli righiamo la macchina, tutta giro giro.. potremmo persino incidere qualche bella parolina sul cofano.. >.
< Geniale! Adora la sua ferrari! > <
Elena non darle corda.. >
< Un corno! Quell'imbecille si merita ben altro! Alla villa ci sono le chiavi di tutti gli uffici dello studio.. possiamo entrare in quello di Damon e distruggere tutto, compriamo dei barattoli di vernice e li rovesciamo sui suoi bei tappeti e su quella poltrona infame! >
< Giuseppe ci ucciderebbe >
< Nah.. mi adora e ti adora. Probabilmente ci darebbe una mano. E l'idiota è sistemato. Cosa facciamo con la strega dell'est? >
< Vediamo.. cosa la farebbe stare davvero male? >
< Il non avere le sue carte di credito anzi no non avere nessuno che paghi le sue carte di credito >
< Potremmo tagliarle a pezzetti tutti i suoi vestiti da sgualdrina! >
< Ottimo! So in quale hotel alloggerà e conosco bene la direttrice, non avrei problemi a ottenere le chiavi della sua stanza e la massima riservatezza >
< Voi due siete pazze! Grazie a voi ci troveremmo tutte e tre alla stazione di polizia! Ahhahhh!! Ahhahhhahh! > questa volta le lacrime sono dal troppo ridere.. certo una risata un po' isterica ma è pur sempre una risata no?

Quando mi sveglio ho un dolore atroce al collo, maledetto divano! Vedo Caroline ancora addormenta sul tappeto che abbraccia un cuscino. Tutto intorno a noi è il caos completo: bottiglie vuote, bicchieri rovesciati, carte di cioccolatini sparse ovunque, confezioni di dolcetti accatastate, rimasugli di gelato sciolti nei barattolini e fazzoletti praticamente ovunque.
Bonnie deve essersi già svegliata. Mi ci vuole poco per trovarla. Seduta a gambe incrociate sul pavimento davanti alla porta finestra che dà sul bancone. Fissa la pioggia che cade, non si muove di un millimetro
< Buongiorno. Già sveglia? - neanche si volta verso di me, l'unica reazione che ottengo è un'alzata di spalle – Preparo il caffè >
Nell'appartamento regna il silenzio, intervallato solo dal lieve russare di Caroline.
Torno con due tazze fumanti e mi siedo accanto alla mia amica
< Tieni > prende la tazza che le porgo con entrambe le mani, sempre senza smettere di guardare fuori. Ha uno sguardo totalmente perso nel vuoto, persa nel suo mondo.
Non mi resta che aspettare, aspettare che tiri fuori ciò che sta comprimendo dentro di sé anche se conoscendola preferirebbe soffocare tutto e non parlarne più
< P-perché questo dolore non va via? - la voce roca dal pianto – Non smette mai, è un dolore continuo.. è come se mi stessero strappando via il cuore.. > piange senza fare il minimo rumore, neanche singhiozza più
< Bonnie.. >
< Prima ho riacceso il cellulare. Ho trovato settantaquattro chiamate perse e un'infinità di messaggi vocali che non ho nessuna intenzione di ascoltare. Può credermi una povera stupida ma non lo sono così tanto da continuare a credere alle sue balle! >
< Forse dovresti ascoltarlo.. - si volta di scatto, lo sguardo acceso per la prima volta da ieri sera, finalmente un'espressione – Non guardarmi così.. prima ascoltami un attimo.. Quello che hai visto è stato orrendo ma sei davvero sicura che non ci possa essere un'altra spiegazione.. forse dovresti ascolt- >
< Ti assicuro – mi interrompe decisa – che non c'era molto da fraintendere: lei mezza nuda su di lui, non sembrava lo stesse violentando! Mi credi un'idiota? >
< Sai bene che non è quello che intendevo.. > forse è presto per questi discorsi
< Buongiorno ragazze – Caroline mi ruba di mano il caffé e ne beve un lungo sorso – Che nottataccia >
< Hai un aspetto orribile > ha uno strano colorito verdognolo
< Grazie tanto amica mia ma anche voi non scherzate affatto > le credo sulla fiducia, mi sento uno straccio! Sono le sette e trenta e abbiamo dormito ad occhio e croce due ore.. sento le occhiaie sotto ai piedi!
< Dovreste andare a casa. Lo so che avete un sacco di cose da fare >
< Ci stai sbattendo fuori? >
< Siete state fantastiche tutte e due. Non sapete quanto vi sia grata per essere state con me tutta la notte ma non serve più.. Caroline ti voglio bene ma non hai un bella cera vai a casa, prendi un'aspirina e mettiti a letto. Elena vai da Elisabeth. Sto bene. Giuro. Andate - io e Caroline ci guardiamo incerte sul da farsi – Per favore >
< O-ok ma per qualunque cosa chiama e in un attimo arriviamo >
< Bonnie forse non dovevo dire niente ma.. lo sai che sono dalla tua parte vero? >
< Lo so. Ma ho davvero bisogno di starmene un po' sola, di rimettere in ordine le idee >
< Va bene. Dopo pranzo torno. Capito? > l'abbraccio stretta prima di uscire


POV B

Cosa fai quando ti crolla il mondo addosso e ti ritrovi circondata soltanto da macerie? Domanda da un milione di dollari.
Probabilmente qualcuno direbbe che ci si deve subito rialzare e farsi valere. Urlare al mondo le proprie ragioni. Farsi rispettare. Figuriamoci. Io non ho neanche l'energia di alzarmi.
Voglio bene a Caroline ed Elena e non oso pensare a cosa avrei fatto senza di loro ma ora devo stare sola. Non riesco a smettere di guardare la pioggia che cade copiosa, ne sono quasi ipnotizzata. Sin da bambina ha sempre funzionato su di me da calmante. Adesso non sento niente.. è come se tutta la vodka che ha portato quella pazza di Caroline mi avesse anestetizzato.. oltre che assicurato questo senso di nausea.
Parte del mio cervello mi dice che dovrei scoppiare in singhiozzi, urlare, spaccare tutto ciò che mi capita a tiro, sfogarmi una volta per tutte, chiamare Damon e ferirlo come lui ha ferito me. Ma non posso. Non ci riesco. Tutto ciò richiede una forza che non possiedo.
Perciò resto qui e guardo fuori. Non voglio pensare. Pensare porta a ricordare e ricordare fa male.
Voglio crogiolarmi nel vuoto. Nel vuoto non devo affrontare nessuno. Per un attimo posso convincermi che non è successo niente, che è una mattina come un'altra. Purtroppo è solo un attimo.
Senza preavviso un flashback torna prepotente alla mente e le lacrime ricominciano a scorrere.
Stupida, stupida, non sono altro che una stupida!
Da quanto andava avanti questa storia? Come ho fatto a non accorgermene? Come ha fatto a ingannarmi così? Chissà quante risate si sono fatti alle mie spalle!
Basta! Devo tenermi occupata altrimenti do di matto. Rimuginare non serve a niente, solo a farmi crollare ancora di più se possibile.
La mia governante da bambina diceva sempre che in un ambiente ordinato anche i pensieri trovano il loro ordine. Attorno a me non vedo altro che caos. Mi alzo di scatto, quasi guidata da un auto-pilota. Per prima cosa mi occupo del salotto.
Mentre i Queen cantano a squarciagola “Bohemian Rapsody” faccio pulizia di tutte le scatole vuote di caramelle, biscotti, butto i tovaglioli, pulisco il divano dalle briciole.
Meglio ma non ancora abbastanza. Spolvero e passo l'aspirapolvere.
Ancora non basta. Passo alla cucina. La tiro a lucido. I fornelli brillano e sui pensili ci si può specchiare.
Non sono ancora soddisfatta. Lustro il bagno ma la fatica non è ancora sufficiente per riempire il vuoto che ho dentro. Riordino la mia scrivania, i libri sono sistemati tutti per ordine alfabetico e le penne per colore. Sempre senza pensare passo a organizzare l'armadio. C'è un universo parallelo qui dentro. Mi immergo fra tutti i miei vestiti, maglie e top. Cerco un modo per sistemare tutto, non mi fermo un attimo. Non mi permetto di prendere neanche la minima pausa. Non posso fermarmi, sono lanciatissima. Ma trovo una felpa nera.. troppo grande per essere mia.. e non solo anche un paio di camicie e qualche maglia. Sono circondata da lui, sento il suo odore attorno a me. Il vuoto si allarga sempre più.
Il panico sale.
Gli occhi mi cadono sulle foto sopra al comodino. Io e Damon abbracciati sul divano. Io e Damon al parco. Io e Damon che ci baciamo. Io e Damon felici. Ogni sorriso è una pugnalata in pieno petto.
Urlo di dolore.
< Ahhhhhhhhhh!!! >
Voglio tornare a non sentire più niente. Ogni cosa deve sparire! Getto alla rinfusa tutte le sue cose in un borsone, in un sacco nero butto tutto ciò che mi ricorda lui o ancora peggio noi, le foto, la rivista di diritto che ha lasciato sul comodino, il mio top verde che indossavo quando l'ho conosciuto. Non ho ancora finito, non deve più esserci niente che mi colleghi a lui, voglio eliminarlo da ogni stanza. Con questo unico pensiero in mente butto il suo cd di jazz, i regali che mi ha fatto in questi mesi, la coperta con cui ci accoccolavamo sul divano, il whisky che ha portato, gli stupidi biscotti che faccio solo perché gli piacciono tanto, le tovagliette che abbiamo comprato insieme, il biglietto che ha lasciato sul frigo per ricordarmi di comprare il caffè.
Dopo due ore di ispezione minuziosa anti-Damon per tutto l'appartamento sono esausta fisicamente e psicologicamente. Ho drenato le ultime forze che avevo.
Seduta sul divano osservo il risultato. Mi ritrovo con la metà degli oggetti. A essere pignoli avrei dovuto buttare anche il letto e il divano su cui sto.
Voglio dormire e sognare qualcosa di bello o anche niente così non resterò delusa al mio risveglio.. ma ogni volta che ci provo li vedo davanti a me, che si baciano davanti a me..
< Ahhhh!!!! > urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Il cuore batte così forte che lo sento in gola, il respiro è sempre più accelerato, le mani mi tremano. Sto avendo un attacco di panico. Devo regolare il respiro. Mi concentro su un punto sulla parete davanti a me, conto all'indietro partendo da cinquanta, lo ripeto un paio di volte. Alla fine grazie al cielo inizia a passare. Resto seduta con la testa appoggiata fra le ginocchia, ispiro ed espiro lentamente per accertarmi che il peggio sia passato. Accidenti.. sono passati mesi dall'ultimo attacco di panico, pensandoci bene l'ultimo è successo poco dopo essermi trasferita qui più o meno un anno fa. Pensavo fossero finiti. Tutta colpa di Damon! Per evitare che tornino devo pensare ad altro. Quasi disperatamente accendo TV, faccio zapping.. una noia mortale!
Fra i cuscini del divano ritrovo il cellulare. La casella dei messaggi vocali continua a lampeggiare.. una parte di me sta fremendo dalla voglia di ascoltarli.. stacco il telefono per evitare la tentazione.. non mi serve sentire le bugie di quel traditore..
Cosa faccio?
Fino a ieri avevo dei progetti, dei traguardi da raggiungere.. a quest'ora dovevo essere a fare le valige eccitata di partire per l'Italia, mi aspettava l'estate più bella della mia vita con il mio dolce e amorevole fidanzato.. e invece eccomi qui con queste dannate lacrime che non sono ancora finite e continuano a cadere imperterrite. Sono sempre stata attenta e guardinga verso chiunque.. perché mi sono fidata di lui? Con la sua reputazione che lo precedeva di chilometri? Fra tutti perché proprio lui che sapevo essere uno stronzo egoista e puttaniere?!
Stupida, stupida, stupida!
Come ho fatto a pensare di poter essere diversa dalle altre per lui? Perché pensavo di essere speciale?! Come ho fatto a credere che mi amasse davvero? Stupida, stupida, stupida!
A conti fatti mi ritrovo sola. Di nuovo. Devo ricominciare da capo. Di nuovo.
Cosa faccio? Cosa posso fare?
Devo essermi appisolata, sobbalzo al suono del campanello. Lentamente mi avvicino alla porta senza far rumore, prima di aprire controllo lo spioncino. Rilascio il respiro di sollievo che non sapevo di trattenere
< Sono io. Apri! - Elena doveva immaginarlo – Ho portato il pranzo! Niente schifezze dopo ieri sera perciò ho optato due belle insalatone > non mi resta che seguirla in cucina. Iniziamo a mangiare in silenzio, noto che mi osserva di soppiatto come per analizzare i danni
< Cosa hai fatto stamani? >
< Un po' di pulizie per casa. Non dovresti essere con Lizzie a quest'ora? >
< È con Stefan. Cosa c'è là? > indica con la forchetta il mucchio accatastato nel centro del salotto
< Nel borsone c'è tutta la roba che Damon aveva qui e nel sacco cose che non mi servono più >
< Ah.. l'hai sentito? >
< No. Non voglio parlarci ne sentirne parlare >
< Ok ok – alza le mani in segno di resa – e chi ha detto niente >
Finito di mangiare mi aiuta a sparecchiare mentre chiacchieriamo del più e del meno e a suo merito ci mette quasi quaranta minuti prima di curiosare dentro il sacco nero
< Vuoi davvero buttare tutte queste cose? Sono tutti ricordi.. - si ammutolisce appena vede che mi irrigidisco – Va bene, quando esco me ne occupo io > < Grazie >
< Non prenderla male. È scontato che sono dalla tua parte ma non puoi evitare di ascoltarlo.. insomma stiamo parlando di Kathrine! Deve esserci qualcosa sotto.. Vuoi davvero mandare all'aria la vostra storia senza avere tutte le informazioni? >
< Elena basta. So tutto ciò che devo sapere > vuole ribattere ma si ferma anche se solo per poco <
Cosa hai intenzione di fare? >
< È tutto il giorno che me lo chiedo. Non ho altro che dubbi. Forse dovrei davvero partire per Parigi. Non mi resta altro > < Scherzi?! >
< Mai stata più seria. Più ci penso più mi sembra la risposta a tutto. Ho bisogno di tempo e spazio. Non posso stare qui da sola, non resisterei. Lo sai anche tu >
< Non sei sola. Hai me, Caroline, Elisabeth, Stefan, Dereck.. >
< Sai cosa intendo >
< Non sei costretta a scappare. Deve esserci un'altra soluzione >
< Non sto scappando! - mi guarda scettica – Piuttosto opto per una ritirata strategica >
< Non puoi andartene senza dirlo a Damon >
< Lo so.. > che Dio mi aiuti


POV D

< Ancora niente? >
< NO! Sono ore che la chiamo ma non mi risponde!! dannazione! Ha ignorato tutti i miei messaggi! >
< Devi darle tempo. Mi pare un comportamento comprensibile, lo sai che hai combinato un gran macello. Ci vorrà un bel po' di tempo per sistemare tutto e tanta tanta pazienza che non hai. Potresti approfittarne per riposarti un po', è tutta la notte che non chiudi occhio >
< Come diavolo faccio a dormire eh?! Come faccio a dormire mentre la mia vita sta andando a rotoli?! Me lo sai spiegare Sage?! Non posso perdere tempo! Devo vedere Bonnie! Devo farle capire che non è successo niente! Ma non posso perché ci sono quelle due barbie body-guard che mi proibiscono di vedere la mia ragazza! Ti rendi conto?! Chi diamine si credono di essere?! >
Sono nervoso, spaccherei tutto, prenderei a pugni il primo che incrocia il mio sguardo.. e invece eccomi qui che cammino avanti e indietro nel mio salotto come un leone in gabbia sorvegliato a vista da quella spia di Sage. Ci rendiamo conto che quella pazza di Caroline lo ha chiamato per portarmi via da là? È tutta la notte che mi fa da baby-sitter! Ridicolo!!
Mi verso l'ennesima tazza di caffé, la sbronza colossale di qualche ora fa è passando lasciano un atroce mal di testa
< Siediti >
< No! Sto impazzendo! Basta. Vado da lei! >
< Lo sai che non è il caso, peggioreresti solo le cose. Aspetta che sia lei a chiamarti > odio quando fa la voce della ragione
< Non posso perderla > non risponde mi dà solo una pacca sulla spalla.
Sbuffando mi butto sulla poltrona. Sono le nove e trenta e per le successive quattro ore fisso le lancette dell'orologio.
Ding-ding: “Incontriamoci alle diciotto al Good-diner”
< È lei. Vuole vedermi >

Arrivo in anticipo, non sopportavo più né le quattro mura del mio appartamento né Sage che mi alitava sul collo.
Non sono mai stato in questo posto, è una classica tavola calda da un gusto un po' vintage.
Ho scelto un tavolo un po' in disparte che garantisca un po' di privacy.
Sono un groviglio di nervi, non riesco a stare fermo. Il piede tamburella sulla mattonella a un ritmo fastidioso.
Ogni manciata di secondi controllo l'ora.
Ancora cinque minuti.
Passo nervoso una mano fra i capelli. Ripasso il piano che ho studiato. Appena arriva le parlerò, lo so che sarà arrabbiata, probabilmente vorrà uccidermi ma alla fine capirà e potremo superare le ultime orrende ventiquattro ore. Dobbiamo farcela..
Eccola. La vedo appena entra. Si ferma sulla porta, guarda a destra e sinistra probabilmente per cercarmi fra le altre persone. Mi alzo per attirare la sua attenzione. I nostri sguardi si incrociano e come sempre, come dalla prima volta che ci siamo incontrati, siamo solo noi. Mentre cammina verso di me sembra la solita Bonnie con i ricci indisciplinati che le incorniciano il viso ma in realtà c'è qualcosa di diverso: non ha il solito sorriso contagioso, gli occhi non brillano di gioia ma sono lucidi e rossi. Non mi sono mai odiato così tanto..
Si siede davanti a me senza mostrare la minima emozione, il suo viso è una maschera di neutra
< Bonnie, grazie per essere qui. Ti va di ordinare? > è la prima volta che mi sento impacciato.. mi odio
< No >
< O-ok.. - mi sfrego gli occhi per cercare di le parole giuste – La scorsa notte è stata un incubo. Sono subito corso da te per chiarire ma le tue care amiche mi hanno cacciato.. voglio spiegare.. >
< No >
< N-no? >
< Non sono venuta qui per ascoltarti. Non voglio sapere niente >
< Tu devi sapere! Devi farmi parlare – la interrompo – Non è successo niente! Te lo giuro! Assolutamente niente! >
< Vorrai dire “non era ancora successo niente”. Sarebbero bastati altri cinque minuti e mi sarei trovata davanti una scena ancora più esplicita. Alti cinque minuti e vi avrei trovati a fare sesso sulla tua scrivania! Non credermi più stupida di quanto non sia! > sibila furiosa
< Ero arrabbiato, erano stati due giorni infernali. Ero ubriaco fradicio! Quasi non ero cosciente che fosse lì con me! Ha fatto tutto lei >
< Basta! Non sprecare fiato. Non riesco neppure a pensarti senza avere la nausea! Figurati quanto male mi possa fare stare seduta davanti a te! Mi hai tradita! - la voce le si incrina - Mi fidavo di te come non ho mai fatto in vita mia con nessun altro. Che scema eh? Quante risate ti sei fatto alle mie spalle, eh? Non voglio sentire nessuna della tue patetiche scuse >
< Non sto trovando giustificazioni! Ti sto cercando di spiegare come è andata nella realtà! Devi ascoltarmi! >
< Io non ti devo un bel niente > iniziamo ad attirare l'attenzione di vari clienti del locale
< Bonnie ascoltami.. > la sto scongiurando
< No! Tu ascolti me. Sono qui soltanto perché ti avevo fatto una promessa. Ho bisogno di allontanarmi. Parto domani. Vado a Parigi > non può farlo
< C-cosa?! Non puoi parlare seriamente.. non puoi andare dall'altra parte del mondo con quel botolo! Cosa ne resta di noi? >
< Grazie te restano solo macerie! Non c'è più un noi > siamo entrambi in piedi, il fiato corto
< Possiamo sistemare tutto. Lo so che possiamo. Resta. Urla, picchiami ma dammi la possibilità di spiegare.. dammi una possibilità. Non buttarci via! Tu mi ami dannazione! >
< Amarti mi sta uccidendo >
< Bonnie ti amo.. solo te sempre te! Ci apparteniamo lo sai > una lacrima le scivola contro la sua volontà ma è veloce a cancellarla. Prende un respiro profondo
< Tutte le tue cose sono in un borsone. Chiedilo a Elena > fa per andarsene ma la fermo afferrandole un polso
< Aspetta! Non può finire così.. ascoltami ti prego! >
< Non posso > le lacrime le rigano il volto mentre scivola via dalla mia presa.
La guardo allontanarsi. I primi passi sono incerti poi sempre più fermi e decisi. Pochi attimi e non c'è più.
La testa mi dice di rincorrerla e costringerla ad ascoltarmi ma non riesco a muovermi. I muscoli non mi obbediscono. I piedi restano ancorati al pavimento. Faccio fatica a respirare. Ho una spada piantata in mezzo al petto.
Non può essere vero.. non può essersene andata..
Le gambe mi cedono, mi rimetto seduto con la testa fra le mani. Gli occhi mi pizzicano. Lentamente i rumori della tavola calda tornano, la realtà che mi circonda mi colpisce in pieno.
L'ho persa.


Prima di tutto vi faccio presente che sono stata quasi puntuale nell'aggiornamento.. ho sgarrato solo di qualche giorno :-)
Ma parlando di cose serie.. che ne dite di questo nuovo capitolo? Quanto mi odiate?
Come sempre aspetto i vostri commenti e suggerimenti
Al prossimo aggiornamento
Bacioni
Valentina

P.S. ho notato che le vostre recensioni mi fanno scrivere più veloce ;-)
  
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