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Autore: Calowphie    05/11/2017    4 recensioni
" La storia che sto per raccontarvi era nata da una semplice promessa, una di quelle ingenue che i bambini si divertono a fare mentre giocano a fare i grandi stringendosi il mignolo della mano, così forte da farsi quasi male... "
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La storia che sto per raccontarvi era nata da una semplice promessa, una di quelle ingenue che i bambini si divertono a fare mentre giocano a fare i grandi stringendosi il mignolo della mano, così forte da farsi quasi male.
 

In un parco giochi, unico polmone verde di quella cittadina, durante una giornata invernale in cui la neve stava iniziando a scendere dolcemente, fiocco dopo fiocco dalle nuvole grigie che creavano una strana ma magica atmosfera, due bambini stavano seduti su una panchina in legno: la punta del loro naso era rossa, i guanti in lana del proprio colore preferito, cercavano di scaldare al meglio le piccole manine che, saldamente, tenevano in mano un bicchiere di cioccolata calda che la signora del terzo piano del loro palazzo gli aveva regalato: “soffia che scotta”  ammise la bambina mentre alcuni ciuffi di capelli sfuggiti al cappellino di lana, le davano fastidio agli occhi: “lo so” le rispose il bambino, iniziando a soffiare piano sulla superfice scura del bicchiere, creando delle piccole onde.

La neve iniziava a posarsi su tutti i cespugli del parco, sui rami degli alberi spogli e sul vialetto piastrellato che indicava la via principale per il cancello d’uscita: “è molto buona” affermò estasiato lui, allargando i suoi piccoli occhi a mandorla verso l’amica che stava finalmente gustando il suo primo sorso dopo averla raffreddata: “ è buonissima” le fece eco lei voltandosi, notando una leggera striscia di cioccolato sul labbro superiore del bambino: una fragorosa risata ruppe la tranquillità causata dal candore della neve: “ perché ridi?”  domandò ingenuamente lui: “tieni” affermò semplicemente la bambina tra una risata e l’altra,  allungando uno specchietto rosa trovato in tasca: “ non ti stanno per niente bene i baffi, Kookie” proseguì mentre il ragazzo, frettolosamente, si puliva la bocca con il dorso della mano.

Malgrado facesse finta di essere arrabbiato con tanto di broncio tremolante, non potè fare a meno di ridere di nuovo quando la bambina tentò più volte, con varie smorfie, di fargli tornare il sorriso: ormai le loro risate cristalline riecheggiavano in tutto il parco mentre la neve iniziò a scendere più velocemente imbiancando anche i loro cappelli con i pompon e le loro piccole spalle coperte da un pesante giubbotto : “tanto non mi prendi” urlava lui mentre correva lontano dalla bambina che, felice, correva verso Jungkook cercando di riprendersi la sua sciarpa: “Kookie ridammi la sciarpa!” urlava, allungando la mano verso l’amico.

L’unica risposta che ricevette fu una linguaccia da parte dell’amico che non ci pensò minimamente a fermarsi: delle piccole nuvolette di aria calda uscivano dalle piccole labbra dei due bambini che, a causa della corsa, iniziavano ad ansimare dalla fatica senza mai, però, smettere di sorridere: “preso” esclamò entusiasta lei aggrappandosi al braccio del bambino sbilanciandosi finendo entrambi a terra, su un piccolo cumolo di neve fresca: “saremo amici per sempre vero?” chiese dal nulla Jungkook guardando di sbieco l’amica che, soddisfatta, si aggiustava la sciarpa sul collo: “certo!” esclamò contenta gettandosi su di lui abbracciandolo forte: “ Bambini è ora di tornare a casa” urlò infreddolita una donna alle porte del parco: “mamma arriviamo” rispose la bambina alzandosi di fretta, per poi allungare una mano verso il bambino iniziando ad  incamminarsi, sotto la neve, mano nella mano con le gote arrossate e un grande sorriso sulle labbra.
 

Il tempo passò veloce e i due bambini divennero ragazzi: l’adolescenza non fu di certo loro amica, svariati battibecchi rendevano le loro giornate noiose un po’ più movimentate, ma il troppo storpia dopo un po’.
 

“Jungkook muoviti!” urlò la ragazza fuori da casa dell’amico già pronta con la divisa della scuola in ordine e la cartella tra le mani: “ non voglio arrivare tardi al nostro ultimo giorno di scuola” proseguì, lanciando dei sassolini alla finestra dell’amico in modo da incitarlo maggiormente: “ arrivo, arrivo ” borbottò il moro mentre usciva dalla porta di casa accompagnato da uno sbadiglio: “ puoi evitare di urlare la mattina presto?” chiese speranzoso avvicinandosi cauto alla ragazza: “ non urlo è il mio tono di voce, dovresti saperlo: ora muoviti” sottolineò lei prendendo il polso dell’amico avviandosi in fretta verso la fermata del pullman.
 


“Hhha! Arrivati finalmente” sospirò la ragazza sedendosi sulla sedia del proprio banco: “ancora una volta di corsa?” chiese Jae-Hwa, compagna di classe dei due nonché migliore amica di lei: “ è colpa di Jeon” dissero in coro mentre l’amica la imitava agitando le mani sorridendo: “ ormai vi conosco”  ammise alzando le spalle la castana, per poi sedersi davanti alla mora: “ Ma quindi alla festa del diploma ci andrai con Dong-Yul?” domandò curiosa lei, mentre l’amica, leggermente sorpresa dalla domanda, la guardò stranita: “non lo so” rispose semplicemente lei estraendo dalla cartella il necessario per la lezione del giorno: “ Con chi devi andare alla festa tu?” una voce a loro famigliare pose la domanda retorica, cingendo le spalle della ragazza con il suo braccio avvicinando il volto a quello dell’amica: “con chi voglio” affermò lei girando il viso verso Jungkook che, con un sorriso beffardo, la guardò negli occhi, avvicinandosi sin a far sfiorare la punta dei loro nasi.

Il cuore della ragazza stava battendo troppo velocemente e Jae-Hwa sapeva che doveva intervenire prima che svenisse davanti agli occhi di tutti: ma non fece in tempo a muoversi che Jungkook si allontanò da lei, non smettendo di sorriderle avvicinandosi al suo banco e dandole, finalmente le spalle iniziando ad osservare assorto il paesaggio, ormai primaverile, del giardino scolastico: “Da-Eun, tutto bene?” la chiamò Jae-Hwa prendendole la mano che, saldamente, teneva un foglio del quaderno aperto sul banco: “ eh?” esalò solamente la ragazza, girandosi verso l’amica cercando di non far diventare le sue guance più rosse di quanto lo erano già.

Un sorriso balenò sulle labbra sottili della castana notando come l’amica nascondeva il suo imbarazzo disegnando cose a caso sul foglio stropicciato precedentemente: Jae-Hwa sapeva bene quanto fosse forte la cotta che, Da-Eun avesse per il suo amico d’infanzia. Era cresciuta gradualmente come erano cresciuti loro, creando sempre un maggior tepore nel suo cuore ogni volta che lo sguardo di Jungkook si posava su di lei: “ Da-Eun, hai notato come Jungkook sia così aperto solo con te?” ammise poco dopo la castana, notando come il volto dell’amica era tornato alla normalità: “è perché ci conosciamo fin da quando eravamo piccoli” rispose semplicemente la mora, smontando ogni minimo aiuto di Jae-Hwa: “ guarda che secondo me è geloso” buttò li infine,  girandosi  poi verso la cattedra dato l’arrivo del professore che li costrinse, per l’ultima volta, ad alzarsi e salutarlo cordialmente.

Da-Eun non riuscì a seguire per nulla la lezione di vita che l’insegnante aveva deciso di rifilare loro dato che stavano per lasciare la scuola superiore ed intraprendere un nuovo percorso di vita: continuava a ripensare alle parole dell’amica non dandoci troppo peso : “ Kookie? Geloso?”  continuava a ripetersi, agitando di tanto in tanto la testa cercando di concentrarsi sulle parole del professore.

Intanto Jungkook giocherellava con la matita osservando, di tanto in tanto, i movimenti cauti della ragazza senza però farsi notare più di tanto: la testa pesante appoggiata sul palmo della mano libera, dove le dita tamburellavano sulla punta dell’orecchio leggermente arrossata. Con la coda dell’occhio notò come Dong-Yul stesse osservano la sua amica da ormai tanto tempo e uno strano nervosismo iniziò a farsi strada nel ragazzo, facendogli prudere le mani: uno sguardo pungente colpì Dong-Yul che, in un batter d’occhio, ricambiò il gesto facendo l’occhiolino a Jungkook provocandolo: “sarà mia” mimò con le labbra girandosi nuovamente verso il professore che lo stava richiamando. Il moro non potè far altro che stringere la mano in un pugno promettendo a se stesso di non lasciare andare Da-Eun a nessuno.
 


Finalmente è finita” urlò Chin-Mae un ragazzo dai capelli spettinati scuri e dalla poca voglia di stare a scuola: “Jungkook forza esulta con noi” ammise dandogli una pacca sulla spalla non notando, a causa del grande entusiasmo, l’espressione nervosa dell’amico: “vieni a mangiare con noi?” gli chiese nuovamente imperterrito mentre Jungkook cercava di capire come mai gli desse così fastidio che, la sua amica d’infanzia, si potesse allontanare da lui: “ Jungkook-ha” lo richiamò il ragazzo sventolandogli una mano davanti agli occhi assenti ed, immediatamente, smise di mordersi il labbro inferiore e rivolse il suo sguardo verso Chin-Mae: “cosa?” chiese sbalordito con la bocca leggermente aperta e gli occhi sbarrati: “ vieni a mangiare con noi?” scandì ogni parola muovendo le mani sottolineando ogni lettera: “ah, si vengo”  affermò Jungkook prendendo le poche cose rimaste sul banco, gettandole nello zaino per poi seguire i suoi amici fuori dalla classe.

Ma prima di mettere un piede fuori dalla porta, mentre rideva e scherzava con i suoi compagni, Jungkook lanciò uno sguardo in direzione dell’amica che, ancora seduta al banco, sorrideva serena alle battute delle sue compagne beandosi di quel dolce sorriso: in un batter d’occhio una stretta al cuore colpì il ragazzo che si bloccò sul posto osservando interdetto e con i pugni chiusi, Dong-Yul prendere Da-Eun per il polso ed uscendo dall’altra porta della classe avviandosi verso il giardino della scuola. Il moro non potè far altro che far diventare le nocche delle sue mani bianche a causa della stretta troppo potente; ma non mosse nessun passo nella loro direzione, li seguì semplicemente con lo sguardo, triste mentre tutto attorno a lui si era creta una grande agitazione e un grande festeggiamento dove un continuo chiacchiericcio gli infastidiva i pensieri: “vuoi lasciarla andare così?” sbucò dal nulla Chin-Mae appoggiando il gomito del braccio sulla spalla alta dell’amico il quale, si girò verso di lui nuovamente sbalordito: “corri da lei” affermò muovendo il mento nella stessa direzione in cui la ragazza era sparita poco prima: “ e cosa dovrei fare?” domandò Jungkook spaesato: “ Dille quello che porvi” continuò il moro dandogli una pacca sulla schiena  sbilanciandolo in avanti: “corri” finì, muovendo la mano verso di lui incitandolo ad andare da lei.

Con la mente vuota che non riusciva bene a capire che cosa stesse succedendo e che cosa fare una volta arrivato, Jungkook correva lungo i corridoi della scuola non curandosi dei rimproveri da parte di tutti quegli insegnanti che lo vedevano sfrecciare verso l’uscita: fece le scale di corsa sperando di non cadere, mentre un gran calore pervase il suo corpo iniziando a imperlare la sua fronte di piccole gocce di sudore che scendevano lentamente lungo i lati del viso.

Uscì furi con il fiatone venendo colpito da una leggera brezza calda primaverile che non aiutò per nulla il ragazzo a calmarsi: si guardava attorno in panico, dato che conosceva la pessima reputazione di Dong-Yul ed aveva paura che potesse comportarsi male anche con lei e non voleva per nulla al mondo che le capitasse qualcosa: Jungkook iniziò ad urlare il nome dell’amica mentre cercava in ogni parte del giardino: “Jungkook?” si sentì chiamare lui capendo immediatamente di chi fosse quella voce leggermente acuta: “che ci fai ancora qua? Non sei andato a mangiare con Chin-Mae?” continuò la ragazza mentre si avvicinava cauta all’amico che, con ancora il fiato corto, la osservava non capendo come mai fosse così serena: “una risposta sarebbe gradita” proseguì lei una volta davanti al moro: “perché sei uscita così di corsa con quello?” domandò il ragazzo, alzando il mento verso la figura misteriosa che si ergeva alle spalle di lei: “Dong-Yul voleva parlarmi” si giustificò la ragazza, sorridendo candidamente a Jungkook: “di cosa?” insistette lui sentendosi nuovamente irritato: “nulla di importante” ribatté lei, incamminandosi verso il cancello d’uscita della scuola dove le sue amiche la stavano aspettando: “voglio sapere cosa vi siete detti” riprese Jungkook, girandosi di scatto prendendole il polso voltandola verso di lui: “ mi fai male” si lamentò la ragazza, mentre cercava di evitare lo sguardo dell’amico perennemente fisso nelle sue iridi scure: “Da-Eun… dimmelo”  si limitò a dire il moro, cercando di capire se Dong-Yul le avesse fatto qualcosa: “mi ha chiesto se posso andare alla festa con lui” rivelò finalmente Da-Eun sentendosi libera dalla stretta dell’amico: “ e tu cosa hai risposto?” domandò con il cuore in gola, deglutendo a fatica: “ mi ha detto di si” ammise il ragazzo rimasto in disparte per tutto quel tempo, sbucando dalle spalle di Jungkook per poi prendere la mano della ragazza e allontanarsi da lui.

Le gambe divennero improvvisamente molli, e tutta l’agitazione che fino a quel momento caratterizzava Jungkook sparì come per magia, lasciando spazio a una strana tristezza che gli stringeva il petto: osservò nuovamente la ragazza andare via senza di lui, allontanarsi senza girarsi per salutarlo come facevano da bambini o senza vedere se stava bene; le braccia lungo i fianchi  penzolavano inermi senza sapere come comportarsi, il respiro, ormai tornato normale, era intervallato da lunghi sospiri che non facevano altro che sottolineare l’animo cupo del ragazzo.
 

Si sa quando si vede qualcuno di importante andare via fa sempre male, ma il rapporto tra i due ragazzi non cambiò così tanto come si possa credere: Jungkook andò alla festa con una ragazza di un’altra classe che, più volte, gli aveva chiesto di partecipare. Entrambi si divertirono, ma sentivano che qualcosa mancava: proprio come quando si perde il pezzo di un puzzle e non si riesce a completare la figura, allo stesso modo i ragazzi si sentivano incompleti. Dopo quel giorno, iniziarono a vedersi sempre di meno a causa del trasloco di lui e della prestigiosa borsa di studio, per una università inglese, vinta da lei.
 
Jungkook, tornerò a casa per le vacanze di Natale”
 

Così indicava il messaggio che illuminava lo schermo del giovane il quale, troppo preso dal turno al lavoro nel supermercato sotto casa, non era riuscito a rispondere immediatamente lasciando che la ragazza, dall’altra parte del mondo, attendesse speranzosa una sua risposta. Entrambi sapevano che il loro rapporto non era più stretto come prima ma il bene che si volevano non era sparito per nulla: Jungkook sapeva di avere una cotta per lei da ormai molto tempo e malgrado avesse provato ad uscire con varie ragazze, l’unica a cui pensava era lei. Il moro però non sapeva che anche Da-Eun aveva i suoi stessi pensieri: infondo era per quello che non aveva accettato di uscire con Dong-Yul il quale, dopo la festa, le aveva chiesto di iniziare a frequentarsi. Ma lei sapeva bene che l’unico ragazzo con cui avrebbe voluto iniziare una relazione era quel bambino che le aveva promesso di essere sempre al suo fianco.

“Jeon, puoi andare in pausa” gli comunicò il capo dandogli una piccola pacca sulla spalla: “ grazie” rispose semplicemente inchinandosi appena il giovane, correndo nello spogliatoio e dare un’occhiata al cellulare che imperterrito vibrava nella tasca del suo grembiule verde. Alla visione della notizia dell’amica, un grande sorriso si palesò sulle sue labbra carnose lasciando che la sua tipica dentatura trapelasse, mostrando tutta la sua gioia: “ guarda qua il piccolo Jungkook, come sei felice, è successo qualcosa di così bello?” domandò un suo collega che, come lui, aveva la possibilità di una pausa: Jungkook non ripose, continuando a rileggere quelle parole che per lui erano più importanti della paga che stava per ricevere.
 
Possiamo incontriamoci al parco? quello di quando eravamo bambini”
 

Ecco la semplice risposta del ragazzo che, con le mani tremanti, attendava una qualche approvazione da parte dell’amica la quale, con grande velocità malgrado la diversità di orario, non mancò a tardare: “Ha detto va bene!” urlò d’un tratto alzandosi in piedi con le braccia alzate e i pugni chiusi in segno di vittoria verso l’alto: i pochi colleghi nello spogliatoio con lui lo guardarono dubbiosi e alcune risatine divertite ruppero lo strano silenzio che si era creato. Il ragazzo imbarazzato, si sedette cercando di farsi piccolo-piccolo evitando che qualcuno notasse le sue gote leggermente rosse: ma non poteva fare a meno di nascondere il sorriso che prepotente rimaneva invariato sulle sue labbra rosee.
 

Dopo quel loro primo messaggio, ne seguirono molti altri in cui si accordarono per l’orario e il giorno di ritrovo: Jungkook usava il telefono mentre era ancora in servizio, prendendosi dei rimproveri da parte del suo capo mentre Da-Eun andava a letto tardi malgrado poi dovesse svegliarsi presto, solo per rispondere al ragazzo che riusciva a renderla felice con un semplice “Buongiorno”.
 

Il grande giorno era arrivato ed entrambi erano agitati: la ragazza era tornata in città da qualche giorno ormai ma sapeva che poteva riabbracciare il suo amico solo alla viglia di Natale, giorno prestabilito per il loro ritrovo.

L’ansia era palpabile nell’aria mentre entrambi si avviavano verso quel piccolo parco che li ha visti crescere anno dopo anno senza mai cambiare: ormai nessuno dei due viveva più in quel quartiere, ma i loro ricordi e le loro risate erano ancora presenti in quei vicoli che li hanno visti protagonisti di mille e più giochi: “Eccomi di nuovo qua” esalò Da-Eun una volta scesa dal pullman mentre osservava, con un sorriso nostalgico, quei luoghi a lei tanto familiari.

Il cielo, quel giorno, era grigio e pronto a lasciar cadere tutta la neve che non aveva ancora imbiancato le strade della cittadina: la ragazza stava camminando verso il luogo di ritrovo mentre cercava di scaldarsi le mani nelle tasche del giubbotto scuro che indossava, mentre una grossa sciarpa bianca cercava di coprirle invano la punta del naso; durante il cammino qualche fiocco di neve iniziava a scendere silenzioso meravigliando la ragazza che, con un gran sorriso, osservò il cielo cercando di prendere con la lingua alcuni di essi: “ non riuscirai mai a prenderne uno” affermò una voce maschile alle sue spalle che, immediatamente, la fece voltare sapendo di trovare davanti Jungkook: “ciao anche a te” rispose semplicemente lei, felice di scoprire che le loro battute pungenti non erano scomparse: il ragazzo le rispose con un semplice sorriso incamminandosi prima di lei dentro il parco, per poi sedersi sulla stessa panchina in legno di quando erano bambini: “ me la ricordavo più grande” borbottò Jungkook lasciando spazio alla ragazza : “forse perché eravamo più piccoli noi?” rispose divertita lei mentre dalla borsa che aveva con se, estrae un termos versando in due bicchieri un po’ di cioccolata calda: “ Soffia che scotta” proseguì avvicinando il contenitore all’amico che, senza indugiare, lo prese sentendo le mani fredde scaldarsi velocemente: “ sembra proprio come quando eravamo piccoli” sottolineò Da-Eun allungano le gambe ed osservando la nave che, sempre di più, scendeva rendendo l’atmosfera più romantica.
 

Mentre entrambi sorseggiavano la bevanda calda Jungkook non poté fare a meno di osservare, con la coda dell’occhio, la bellezza di quella ragazza che continuava a tornargli alla mente e che riusciva, con un solo sguardo, a tranquillizzarlo malgrado il suo cuore battesse così forte da quasi fare male: i capelli erano cresciuti e raccolti in una coda, aveva un trucco leggero che le faceva risaltare gli occhi piccoli i quali emanavano una grande felicità raccontando così tanto di lei; la neve si stava infittendo ma i due non volevano andarsene, ogni tanto si scambiavano qualche battuta ma il silenzio, per nulla imbarazzante, riusciva a farli parlare più di qualunque altra parola: “ Ah, quasi dimenticavo” affermò di scatto lei, estraendo un piccolo pacco rosso dalla borsa, allungandolo verso l’amico: “Buon natale” concluse sorridendo attenendo che il ragazzo lo scartasse.

Sorpreso continuava a fissare la piccola scatola spostando l’attenzione poi nuovamente su di lei che, curiosa, attendeva una sua reazione: senza esitare iniziò a strappare la carta fino a giungere a una piccola scatolina dove al suo interno si nascondeva un piccolo ciondolo raffigurante una loro foto di quando erano bambini: “e questo?”  chiese il ragazzo alzando la collana, facendo girare il ciondolo tra le  mani sorridendo ogni volta che rivedeva il sorriso di quei due bambini abbracciati e sporchi di tempera colorata: “un piccolo regalo per ricordarti di me”  ammise lei alzando leggermente le spalle, per poi sorridere di nuovo e far perdere un battito al ragazzo che la stava osservando: “ma come potrei dimenticarmi di te?” sussurrò appena Jungkook abbassando il volto nuovamente sull’oggetto sorridendo felice di quella sorpresa: “anche io ho un regalo per te” affermò il moro avvicinandosi di scatto alla ragazza baciando le sue labbra calde.

Uno sguardo sbalordito si stanziò sul  volto, ormai rosso, di Da-Eun  non appena Jungkook si allontanò da lei anche lui imbarazzato dal gesto repentino che aveva deciso di compiere: “Buon Natale” ammise di nuovo senza dare molte spiegazioni, alzandosi dalla panchina notando come la neve, ormai, avesse già imbiancato tutto giardino attorno a loro: una mano fredda strinse il suo polso costringendolo a girarsi verso la mora che lo guardava incredula e felice, alla ricerca di una spiegazione: “Perché?” chiese dolcemente mente un dolce sorriso da parte di lui le scaldò nuovamente il cuore.

Il ragazzo si appoggiò sulle ginocchia continuando ad osservare i suoi occhi scuri, le pose una mano fredda sulla guancia calda, beandosi di quel contatto così dolce che non fece altro che aumentare la sua voglia di baciarla ancora; iniziò ad accarezzarle il viso mentre lei, incredula lo osservava felice: si avvicinarono entrambi e quando finalmente le loro labbra si incontrarono di nuovo in un bacio romantico, nessuno dei due sentiva più il freddo che quella neve, ormai fitta, stava creando.

Come faccio a sapere tutte queste cose su di loro? Semplice, io ero lì tutte le volte: ero quel grande albero spoglio che dietro quella vecchia panchina in legno, cercava in tutti i modi di proteggere dalla neve quei due ragazzi uniti da una semplice promessa, una di quelle ingenue che i bambini si divertono a fare mentre giocano a fare i grandi stringendosi il mignolo della mano, così forte da farsi quasi male. 



























 
Dedicato a una ranocchia
Canzone consigliata: "Joe Hisaishi - Toki ni wa Mukashi no Hanashi wo (Piano)"
  
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