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Autore: Stella cometa 94    07/11/2017    0 recensioni
Fin dall'alba dei tempi, le forze del bene e del male, tenevano e tengono tutt'ora l'equilibrio del nostro mondo. Ma ci fu un periodo in cui questo delicato equilibrio, rischiava di essere spezzato per sempre, non potendo ristabilirsi da solo, il destino chiamò sé un aiuto prezioso, l'unica speranza per impedire alle forze oscure di prendere il sopravvento.
Prequel "Le Dragon Ladies"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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                                             Nuove mosse


Spesso si pensa che ogni volta che succede qualcosa di brutto non potrebbe capitare di peggio, ma a volte il fato è avverso dimostrandosi senza pietà, certo, se fosse stato destino col tempo lo si sarebbe accettato, ma in quel momento tutto poteva essere tranne che il destino.
La notte passò insonne per tutti gli inquilini dell'accademia di Gao, non sapevano come spiegarsi una tragedia simile e quel che è peggio, nessuno si era accorto di nulla finché il maestro Manobu, uno dei maestri dell'accademia, si insospettì non avendo visto Izumo per tutta la sera, un sospetto trasformatosi in crudele verità quando entrò nell sua stanza già semiaperta, trovandolo a terra con gli occhi spalancati e il corpo rigido e pallido.
 

La sua stanza venne immediatamente isolata, dentro vi erano solo le ragazze con Manobu ad esaminare il corpo del maestro: nessuna ferita, nessun livido o segni di lotta, niente nella stanza era fuori posto a parte la porta semiaperta e la tazzina da tè rovesciata a terra; tutto fece pensare che lo scopo era senz'altro l'assassinio di Izumo e che chiunque fosse stato, era stato talmente silenzioso da intrufolarsi e coglierlo di sorpresa. 
Date le condizioni del corpo, qualcosa diceva loro che senza ombra di dubbio era opera dello stregone nero, come avesse fatto rimaneva però un mistero.
Con l'aiuto di Manobu, coprirono il corpo del maestro con un lenzuolo bianco spostandolo in un'altra camera sorvegliato da alcuni ninja, poi si apprestarono a riportare la calma fra i ragazzi agitati e preoccupati, le ragazze li tranquillizzarono ricordando loro che in caso di morte prematura del maestro supremo, le regole dell'accademia prevedevano la presa di comando da parte del secondo maestro in carica, nel loro caso era Manobu. 


Quando finalmente tornò la calma, il maestro Manobu le invitò a fermarsi da loro per la notte come simbolo di ringraziamento per tutto il loro aiuto, le ragazze accettarono sopratutto per voler essere sicure che l'assassino non si rifacesse vivo e accertarsi che il demone, se ne fosse definitivamente andato dal corpo di David. Proprio nella stanza del ragazzo, c'erano Amber, Tiara e Ann che, insieme ad Alexander, vegliavano il ragazzo in silenzio, del resto non sapevano neanche cosa dire, troppi avvenimenti in una sola notte li avevano completamente scombussolati. 

Alexander era seduto a gambe incrociate vicino al fratello con aria assente, finché non ricevette uno schiaffo sulla nuca da Tiara "Non crearti problemi inutili, Orifus ci sa fare con la magia, nessuno avrebbe mai potuto accorgersene." 

Il ragazzo sbuffò contrariato "Non puoi capire."
"Sì invece, ho un fratello anch'io ed entrambi rischiamo la vita ogni giorno, consapevoli che ogni volta potrebbe essere l'ultimo."
"Ma il tuo non è stato posseduto."
La ragazza lo rimproverò con lo sguardo "Ma è stato a un passo dall'essere ucciso." rispose dura ricordandosi di come due anni prima, durante la lotta contro uno squadrone di ninja capitanati da Dark, il generale stava quasi per trafiggere Federico, fermato appena in tempo da lei buttandolo di lato con una forte spinta.
 

Alexander la guardò per qualche secondo e sospirò silenziosamente, la ragazza notò un piccolo sorrisino affiorire sul volto del ragazzo "Sei davvero una tipa tosta, e anche in gamba."
Tiara alzò un sopracciglio con fare dubbioso "Mi stai prendendo in giro?" chiese appoggiandosi con la schiena alla parete della stanza, quel ragazzo era proprio strano, un minuto prima si riempiva di colpe per il fratello, poi sorrideva come se la sua depressione fosse sparita tutta insieme.
"No, è la pura verità."
"Quindi è un complimento?"
Il ragazzo sorrise con sincerità "Si, lo è." 

Ann e Amber li guardavano in silenzio ridacchiando appena, almeno avevano smorzato un po' l'atmosfera pesante di quella sera fin troppo lunga, era interessante vedere Tiara alle prese con qualcuno che la lodava in quel modo senza che si arrabbiasse più del dovuto.
 

Zena le raggiunse nella stanza volendosi accertare che tutto andava bene "Come va?" chiese con la sua solita voce pacata, seppur segnata dalla stanchezza. 
"Direi bene, David dorme tranquillamente e le sue funzioni vitali sono tornate normali. Credo che si sveglierà domani mattina, quel mostro l'ha ridotto allo stremo." rispose Ann controllando il battito del ragazzo e la respirazione.
"Bene, allora direi che possiamo andare a dormire."
"E l'assassino? Non possiamo lasciare impunito chi ha fatto questo!" la rabbia stava risalendo nell'anima di Alexander e Zena lo fermò con un cenno della mano prima che potesse dire altro.

"Questo non succederà Alex, chiunque sia stato stasera non tornerà e forse non lo rivedremo, almeno non qui." alla faccia interrogativa del ragazzo, proseguì "Le condizioni del maestro, ci hanno ricordato altre vittime ridotte allo stesso modo dall'essenza malvagia di Orifus."
Amber sgranò gli occhi "Questo significa che Orifus lo ha...prosciugato!" 
"Pr-Prosciugato?" ripeté allibito il ragazzo "Che significa?!"
Amber si alzò in piedi portandosi a due passi da lui "Prosciugato mio caro! Hai presente un pesce essicato al Sole? Uguale! Magari senza le squame ma gli occhi fuori dalle orbite erano identi..." 
"Basta Amber, direi che hai reso l'idea." la bloccò Zena vedendo la faccia scandalizzata di Alexander "Purtroppo però è vero e noi non possiamo fare niente al momento."
"Dunque, qual'è la prossima mossa?" si fece avanti Tiara a braccia incrociate.

"Domani mattina si torna in accademia e parlaremo con il maestro Jitsu, ci sono cose che dobbiamo chiarire." detto questo, si alzò congedendosi da loro, così fecero anche le altre poco dopo mentre Alexander volle rimanere accanto a David, Ann gli augurò la buona notte lasciandogli detto di chiamarla in caso di problemi. 

Il ragazzo si distese a terra incrociando le braccia dietro la testa usandole come cuscino, con tutti quegli eventi gli sembrava impossibile prendere sonno, pensiero svanito non appena le palpebre si fecero inaspettatamente molto pesanti, portandolo quasi subito in un sonno profondo.

***

La mattina dopo, il cielo era di un azzuro intenso senza neanche una nuvola, un Sole splendente e caldo padroneggiava sulla città che riprendeva il suo ritmo abitudinario.
 Le guerriere ancora dormivano nella stanza data loro dal maestro Manobu, nonostante nella stanza regnasse la luce del mattino inoltrato, la voglia di restare a dormire era tanta e avrebbero continuato se Manobu non fosse andato a svegliarle bussando alla loro stanza, dovette insistere per dieci minuti buoni sovrastanto i loro mugolii di protesta. Alla fine si arresero all'insistenza del maestro e si  prepararono per lasciare la città.

"Grazie per l'ospitalità maestro. Siamo state bene." ringrazziò Zena saltando in groppa ad Alias, il suo cavallo dal manto color crema e una striscia bianca sul muso.
L'uomo scosse lievemente il capo sorridendo con gratitudine "Siamo noi a dovervi ringraziare, avete liberato la città dal male che l'avvolgeva e salvato uno dei nostri ragazzi. Siamo in debito con voi guerriere." 
Ann accennò un sorriso triste "Ci dispiace di non poter partecipare alla cerimonia di addio del maestro Izumo, ma non possiamo fermarci in un luogo per troppo tempo."
"Comprendo le vostre preoccupazioni e i vostri doveri, sono sicuro che il maestro Izumo avrebbe voluto lo stesso, incitandovi a proseguire il cammino verso la nostra libertà."

Evelyn saltò a cavallo afferrando le briglie di Perla "Ci saluti Alexander e David e abbiate cura dei cittadini. Arrivederci maestro Manobu." inclinò la testa verso il basso in segno di saluto venendo ricambiata dal maestro, e si allontanarono verso l'uscita della città.

"Bene, anche questa volta, torniamo a casa a mani vuote." sospirò Tiara lasciando un momento andare le briglie di Fulmine, stiracchiandosi le braccia dietro la testa.
"Beh, proprio niente no. Ora sappiamo che Orifus collabora con spiriti fuori di testa quasi quanto lui." constatò Ann.
"Il che va nella mia lista delle 'pazzie mortali di Orifus'. " 
"Da quando hai una lista del genere, Amber?" chiese scettica la spagnola.
"Da adesso!" rispose raggiante.
"O madre de dios..." 
Evelyn ci rifletté un momento "Beh, in effetti non ha tutti i torti, Orifus sta dimostrando delle capacità sorprendenti."
"E non lo lodare per questo!" sbottò pur sapendo che era la pura e fastidiosa verità.
"Non lo sto lodando, e se dovessi farlo datemi un pugno." 
"Ti ho preso in parola, sappilo!" 
"Sì, ma non andarci pesante."

Zena, Ann e Berenice risero insieme "E' bello vedere che nonostante tutto, sappiamo sempre rialzarci e tornare più forti." affermò con un sorriso tranquillo Zena.
Berenice le diede ragione "Già, però mi dispiace per il maestro. Non meritava una fine così."
Ann accennò un sorriso di comprensione e alzò il viso guardando le nuvole "Nessuna delle vittime di Orifus se la meritava.


***

"DARK! VIENI QUI IMMEDIATAMENTE!" 

La voce cavernosa e paurosamente minacciosa rimbombò per le pareti del castello, facendo accorrere il Generale il più veloce possibile. Arrivato davanti l'enorme porta in legno scuro invecchiato della sala del trono, un cattivo presagio si fece largo nella sua mente: e se il padrone avesse deciso di farlo fuori? Del resto non aveva ancora niente sulla pietra, neanche una minima traccia. Indugiò per qualche secondo prima di entrare contemplando la maniglia in ferro, una parte di lui gli diceva di scappare e di non farsi trovare mai più, ma fu una decisione che accontonò subito, di scappare non se ne parlava, era il Generale delle forze armate del signore oscuro e avrebbe affrontato il suo destino, qualunque esso sia. 

Si decise ad entrare spingendo con una sola mano metallica la porta, lì il suo signore lo attendeva in piedi davanti al trono con sguardo severo e gelido da far tremare un Drago, "Ci siamo." pensò inginocchiandosi davanti a lui attendendo la sua fine.

"Mio signore, sono arrivato."
"Questo lo vedo." sibilò tagliante facendo irrigidire di più il Generale "Dark, mi devi delle spiegazioni e spera che io ci creda." 
Il Generale alzò di poco la testa con aria interrogativa "Spiegazioni? Non credo di comprendere mio signore." 
"Ah no? Magari vedendo questo ti si rinfrescherà la memoria."

Lo stregone alzò il palmo della mano, dal quale materializzò una sfera scura da cui scorrevano alcune immagini, Dark aguzzò la vista e riconobbe i suoi fardelli per eccellenza, combattere contro quella che doveva essere una creatura infernale.

"Delle misere umane, hanno messo fuori gioco il demone Animeītā, delle UMANE!" chiuso la mano a pugno con forza pulsante, facendo svanire la sfera "Ti conviene parlare Dark, chi sono loro?" 

Dark si strinse nelle spalle, immaginava che prima o poi sarebbe venuto a sapere di quelle giovani, ma sperava di liberarsene ancora prima che lo scoprisse, solo allora si rese conto di aver tenuto nascosto tutto al suo padrone, il che lo fece sudare freddo: ora sì che avrebbe voluto morire.
 
"Sono delle guerriere provenienti dall'accademia ninja, padrone." cominciò mantenendo la testa bassa "Ho avuto modo di sfidarle più di una volta, sono brave ma.." 
"Ma?" lo incitò vedendolo chiaramente prendere fiato, come se dovesse dirgli una cosa scomoda.
"Non penso che siano loro le prescelte."
"E sentiamo, cosa te lo fa pensare Dark?" chiese incamminandosi verso di lui a passo lento, ma deciso.
"Non hanno mai dimostrato capacità fisiche o mentali di strana natura." 
"Ma ti hanno tenuto testa, ho ragione?"
"Sì, mio signore." ammise mentre lo stomaco gli si rivoltava dalla rabbia.

Orifus si indurì nello sguardo di fuoco, oltrepassò il Generale andando verso la finestra guardando le nubi scure della sua terra "Devo saperne di più. Voglio sapere ogni cosa, chi sono, da dove vengono, dove vanno, perfino quando mangiano!" 

Dark ascoltava in silenzio, quando il suo padrone voleva qualcosa, la otteneva e poco importa se sarebbe costato la vita a qualcuno, purchè avesse soddisfatto i suoi desideri, siano essi carnali o magici.

Orifus batté l'asta del bastone a terra richiamando la sua attenzione "Voglio più informazioni Dark, e tu me le porterai. Chiaro?" 
"Sì, potente padrone."
"Bene. Sei congedato."

Il Generale si alzò e salutando con un unchino in avanti, sparì oltre la porta lasciando Orifus nei suoi pensieri oscuri. Lui stesso stentava a credere che delle ragazzine potessero essere i guerrieri prescelti; gli veniva da ridere al solo pensiero che delle mocciose avrebbero potuto ucciderlo, delle umani così fragili che sarebbe bastato un colpo del suo bastone a farle fuori.

Eppure...c'era qualcosa di diverso in loro: troppo determinate, troppo affiatate, troppo tutto! 
Erano questi i motivi ad averlo spinto a vederci chiaro e in ogni caso, sarebbero sparite dalla faccia della terra al costo di doverlo fare di persona; chissà come sarebbe stato prendere quei colli minuti e spezzarli in una sola mossa.
Ghignò sadicamente all'ultimo pensiero mentre prese a sfogliare la sua fonte di potere primaria, soffermandosi sull'ultima anima catturata "Pessima idea mettersi contro di me, caro maestro Izumo. Non dovevi ficcanasare e ora ne hai pagato le conseguenze, ahahahahahah!" rise malignamente richiudendo il libro e pensando a tutto il potere che avrebbe accumulato, appena la pietra fosse stata nelle sue mani.

Era solo questione di tempo.


***

Tornate da poco all'accademia, non ebbero neanche il tempo di respirare che i loro amici le accerchiarono felici, facendo ogni tipo di domanda; le ragazze ricambiarono il loro affetto con sorrisi e abbracci; poteva sembrare una cosa superflua a prima vista, in verità tutti loro erano come una famiglia, tanti fratelli e sorelle su cui poter contare in un periodo buio, era una delle cose più belle che potessero avere.
Essere tornate significava anche essere sopravvissute, nessuno l'avrebbe mai ammesso per non peggiorare le cose, ma la paura di uscire con l'alta probabilità di non fare più ritorno, era un pensiero costante in ogni guerrieri ninja, i maestri avevano insegnato loro a farsi forza l'uno con l'altro, dovevano rimanere uniti, altrimenti sarebbe stato tutto inutile e Orifus avrebbe prevalso.

In prima fila vi erano Liam, Erik, Kevin e Federico, il ragazzo rivolse uno sguardo profondo e dolce ad Evelyn facendola arrossire, erano solo due giorni che non si vedevano, ma per entrambi era come se fosse passato un'eternità. 

Prima che potessero dirsi qualcosa, vennero assaltate dalle ragazze dei plotoni che le stritolarono in quello che doveva essere un abbraccio affettuoso, risero tutte insieme come delle bambine ad una festa di compleanno, almeno quasi tutte: Evelyn notò con la coda dell'occhio Chanel che la fissava a braccia incrociate con indifferenza e qualcos'altro che alla ragazza sembrò invidia. Sospirò decidendo di non farci caso, non aveva niente contro Chanel ma non approvava i suoi modi poco casti per farsi notare dagli altri, sopratutto dai ragazzi. 
Smise di pensarci appena vide Daya avvicinarsi a loro e parlare ad Amber.

"Hei Amber, che hai fatto alla schiena?" le chiese Daya, notando come la ramata si toccava dolorante in un punto specifico.
Amber ridacchiò con un po' di dolore "Ehehehe, quel mostro mi ha fatto provare il brivido del volo! Peccato che l'atterraggio non sia stato morbido."
Ann le si avvicinò con aria preoccupata "Dovresti andare da Narumi, ti ha dato un bello spintone."
"Se è per questo, anche a te e Tiara." 
"Sì ma tu sembri soffrirne di più."
"Penso che seguirò il tuo consiglio." si decise finalmente pur di farsi passare quel dolore tremendo.
Zena scese da Alias tenendolo per le briglie "Qui tutto bene? Ci sono stati problemi?" 

"Problemi del tipo: Kevin ha ricominciato con gli scherzi? Ebbene sì." rispose l'indiana con aria divertita.
Berenice si girò verso il chiamato in causa con pazienza "Che hai fatto questa volta?" chiese con le mani hai fianchi, ora si spiegava il perché era rimasto zitto da quando l'aveva vista.

"Io? Niente! Ho solo scherzato un po' e....pffffff." si trattenne dal ridere mettendosi una mano sulla bocca, Berenice invece aveva l'aria di chi stava per fare una bella ramanzina.
"Che ha combina..."
"Ne parleremo dopo, il sensei ha appena chiesto di noi." si instromise Tiara volendo chiarire il prima possibile la faccenda.
"Andiamo allora." Evelyn si fece largo fra i ragazzi seguita dalle sua compagne, raggiungendo il dojo privato del maestro.

Jitsu le aspettava seduto in posizione zen, schiena dritta e respiro regolare tenendo gli occhi chiusi finché non sentì bussare "Entrate pure." rispose con voce calma aprendo gli occhi "Bentornate guerriere." le accolse Jitsu, l
e ragazze fecero il saluto ninja e si inginocchiarono, avevano molte cose da chiarire sperando di arrivare ad una conclusione.

***

"Dovresti riposarti fratello." lo riprese per l'ennesima volta Alexander, suo fratello era sicuramente un tipo tranquillo ma anche molto testardo, da quando si era ripreso, aveva ricominciato subito gli allenamenti, ignorando le raccomandazioni del dottore di stare a riposo per dare la possibilità al suo corpo di riprendersi.

David si fermò dal colpire il bersaglio sotto forma di manichino impagliato, si asciugò il sudore dalla fronte voltandosi verso il fratello maggiore "Mi sento bene Alex, sto benissimo."
Alexander roteò gli occhi "Certo, e io sono un Panda dagli occhioni teneri. Andiamo David, tu non stai bene e non parlo di salute fisica."
Il ragazzo sospirò profondamente buttandosi a sedere "Non riesco ad accettarlo..." mormorò passandosi una mano fra i capelli con stanchezza "Le ho fatto del male capisci? Io non avrei mai potuto toccarla."

Alexander aprì le braccia verso il cielo "E ce l'hai fatta a dirlo! Cominciavo a pensare di doverti torturare." disse posando lo sguardo su suo fratello ancora abbattuto e sospirò inginocchiandosi davanti a lui "Non eri tu quello David, non incolparti di qualcosa che non hai fatto. Quel mostro ora è solo un ricordo che spero dimenticherai."

David alzò il viso sorpreso "Da quando dici queste cose così serie? Non è da te."
Il maggiore ghignò "Le guerriere mi hanno insegnato qualcosa, e forse anche di più."
"Mi sarebbe piaciuto salutarle."
"Salutarle o salutarla?" 
David arrossì "Sa-Salutarle tutte, ovvio!" balbettò imbarazzato.
Alexander scoppiò in una risata "Ahahahahaha! Cavolo, Amber ti ha stregato!" 
"No-Non è vero!" 

"Ehm ehm, disturbo ragazzi?" 

Il maestro Manobu era arrivato nel dojo dell'allenamento da qualche minuto, fermandosi a guardare quell'inusuale spettacolino dei suoi allievi, tuttavia decise di intervenire per dar loro un comunicato importante che, data la situazione, forse avrebbero anche gradito.

"Buongiorno maestro Manobu." salutarono in coro mettendosi sull'attenti.
"Buongiorno a voi ragazzi. Sono qui per parlarvi di una cosa importante." iniziò a dire tenendo le braccia incrociate dietro la schiena "Come ben sapete, in questa accademia si istruiscono i giovani all'arte ninja e quando questi divengono abbastanza pronti e ben equilibrati, vengono mandati a un livello superiore di allenamento."

"Ragazzi come noi?" chiese scettico Alexander.
"Esattamente, voi due ragazzi assieme ad altri di voi, siete stati scelti per essere trasferiti all'accademia del maestro Jozu. Partirete fra tre giorni." 

I ragazzi rimasero basiti con la bocca semiaperta "No-Noi? Ma è sicuro sensei?" 
"Sì Alex, doveva essere il maestro Izumo a dirvelo, ma non ha fatto in tempo. Nonostante il carattere un po' burbero, riponeva molta fiducia in voi ragazzi." 

I due giovani non riuscivano a crederci e al tempo stesso, si sentirono profondamente in colpa per tutte le volte che avevano criticato le maniere burbere e distaccate del loro defunto maestro, per tutte quelle volte che li allenava fino allo stremo sottoponendoli ad esercizi continui e duri, che alla fine diedero i risultati sperati. Fu un cosa di cui Alexander si rese conto mentre vegliava il fratello, era riuscito a tener testa a un demone, chi mai avrebbe potuto farlo? A parte le prescelte, certo.

"Il maestro Izumo era certo che avreste fatto del vostro meglio, rendetegli onore."
I ragazzi alzarono la testa mostrando un volto determinato "Sì sensei!"


***

Jitsu rimase in silenzio ascoltando ogni singola parola, avvertiva ancora sorpresa e incertezze nella voci delle sue allieve mentre la sua mente lavorava sugli ultimi avvenimenti, una delle sue preoccupazioni più oscure si era avverata, si aspettava che Orifus sfruttasse degli aiuti preziosi e ebbe la prova che la sua magia cresceva giorno dopo giorno. 
Le ragazze lo guardarono pensare ad occhi chiusi, che lo avessero turbato? Cosa probabile dato il suo strano silenzio, interrotto da un suo sospiro prolungato e da una strana affermazione.

"Non c'è scelta, bisogna trovare la grotta segreta." 
"La cosa?" 
"La grotta segreta Amber. Il posto in cui si dice siano custoditi gli oggetti appartenuti ai maghi bianchi."
"E che oggetti sono?" chiese Ann incuriosita.

"Oggetti sacri creati dai maghi bianchi in grado di affrontare le creature infernali." rispose una voce anziana alle loro spalle.
"Maestra Tomoko!" esclamarono in coro vedendo l'anziana raggiungere Jitsu e sedendosi al suo lato con l'ausilio del bastone, le ragazze erano stupite, non l'avevano neanche sentita arrivare.

"La grotta era il loro punto di ritrovo, si dice che essa sia nascosta da qualche parte nella foresta a nord, oltre il confine dell'impero mongolo." proseguì con calma.
Jitsu annuì al racconto della zia "La grotta nasconde monili capaci di respingere le entità oscure, per ora ve la siete cavata ma la prossima volta, potrebbe evocare qualcosa di più pericoloso. Dovete proteggervi assolutamente." affermò con tono serio che non ammetteva discussioni  "E' il primo passo per repingere Orifus."

"Possiamo partire anche domani stesso maestro!" affermò determinata Tiara serrando i pugni.
Jitsu scosse il capo "Il vostro corpo e il vostro spirito sono ancora troppo inquieti per ciò che è accaduto, hanno bisogno di riposo e meditazione."

Tiara non era molto d'accordo, ma qualcosa le diceva che per il momento era meglio così ed annuì in silenzio, Jitsu sapeva che fremevano di andare fuori e mettere sottosopra tutte le foreste pur di trovare il prima possibile la grotta, e sapeva anche che la fretta genera errore in ogni cosa.*

"Per il momento faremo calmare le acque, Orifus non è uno sprovveduto e mediterà più accuratamente sulla prossima mossa, su questo dobbiamo precederlo." 
"Precederlo andando a cercare questa grotta e recuperare i monili." arrivò alla conclusione Evelyn "Ma...quali?" 

Tomoko sorrise leggermente "Gli antichi maghi usavano ciondoli speciali di corallo rosso, con l'ausilio di un incantesimo essi avevano una protezione speciale contro diavoli, furie, fantasmi e malocchi. E' ciò che dovete cercare."
"Ma lei come fa a saperlo?" Berenice non capì finchè Tomoko allargò il colletto del suo kimono, tirando fuori il tanto prezioso monile posandolo sul palmo della sua mano e avvicinadolo alle ragazze in modo da memorizzarlo.

"A me sembra un normale pezzo di corallo." disse Amber scrutandolo con un cipiglio perplesso.
Tomoko ridacchiò lievemente "Mai giudicare dalle apparenze bambina, le cose più strane e inutile a volte si rivelano estremamente potenti, basta saperle riconoscere."
Ann si avvicinò di più con cautela sentendo una strana energia emergere dal piccolo oggetto "E' incredibile..." mormorò affascinata mentre Tomoko lo rinascose nel suo kimono.

"Rammentate però di cercare con cautela, tutto ciò che troverete al suo interno è intriso di magia, badate di non toccare niente che non sia ciò che vi occorre." si raccomandò Jitsu, neanche lui speva cosa avrebbero mai potuto trovare, era abbandonata da secoli ma sperava ugualmente che i ciondoli fossero rimasti intatti.

"Quando possiamo partire, sensei?" 
"Tre giorni." rispose alzandosi in piedi "Ora potete andare a riposarvi, domani mattina meditazione all'alba, intesi?" 
"Sì sensei!" risposero alzandosi in piedi e congedandosi da loro, lasciandoli soli nella grande stanza illuminata dal Sole pomeridiano.

Tomoko sospirò stanca, vedendo poi con la coda dell'occhio suo nipote sedersi a tavolino
 in legno e prendendo una pergamena e una piuma bianca, cominciando a scrivere qualcosa.

"Che stai scrivendo?" 
"Una lettera di condoglianze per la morte di Izumo." rispose con voce pacata, anche se Tomoko riuscì a percepire della tristezza per la perdita di un amico.
"Abbi fiducia Jitsu, ce la faranno e..."
"E?" chiese scrutandola da dietro gli occhiali sottili.
"Qualcosa mi dice che scopriranno anche di più." concluse uscendo dalla camera.
 



Angoletto autrice

Salve a tutti e buon inizio inverno! 
Tralasciando il fatto che soffro il freddo di mio, quindi ignoratemi si mi lamento per questo, mi voglio scusare per il ritardo, ma dato che vorrei prendere la laurea prima di Natale (così dopo dormo tutto il giorno, yeeeeee!! :D) ho dovuto spostare la pubblicazione ad oggi, ammetto anche che è stato un capitolo su cui ho meditato a lungo e spero sia venuto bene.
Bene, si prevede parecchio movimento per le nostre giovani, ho delle sorprese poi che....ehehehe, sto zitta :P
Come sempre, grazie a chi legge e mi segue anche senza recensire, un bacione a tutti! 

Stella



*Frase di Eredoto tratto da "Storie"


Una delle pagine del libro nero
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Il libro per intero
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