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Autore: Xeimona    07/11/2017    0 recensioni
"scrivi per me"
Schizzi non riletti scritti di getto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Scrivi qualcosa per me.”
L’aveva pensato tante volte, ma mai e poi mai gliel’avrebbe detto.

Ammiratrice segreta di un poeta incapace di vedere.

Ascoltava la sua voce fluire dallo stereo, sentiva le note e pensava a come nulla avesse lo stesso effetto su di lei. Le parole stropicciavano il suo cuore d’origami, troppe volte ripiegato. Lo osservava comporre, con i suoi occhi dal colore indecifrabile, la mascella contratta in nuove melodie, la mano che lasciava schizzi indefiniti sul foglio di carta a righe.

Lei era una delle tante, “un’amica speciale”, quel “non potrei mai” che non si capisce a cosa serva, ma non mollava e gli restava accanto. Nonostante tutto, nonostante tutti.

Ascoltava le sue canzoni nuove, la sera, nel letto, con le cuffie nelle orecchie, lasciando che la testa evaporasse e vi entrasse dentro … non erano per lei, lo sapeva, ma fingeva di essere ogni ragazza di cui lui parlava, si illudeva per un attimo ed era felice. Non è così che funziona di solito la vita?
 
Guardava la luna, era il suo passatempo; non più grande di un’unghia, così le piaceva: quando è all’inizio o alla fine del suo ciclo, dipende dai punti di vista.

Era così bianca e pura, di una consistenza che le faceva quasi paura. La sua pelle candida ne rifletteva i raggi, simile ad una via lattea i nei le facevano da stelle, costellazioni infinite mentre si spogliava per fare la doccia. I vestiti le cadevano ai piedi, resti di vita vissuta troppo in fretta e l’acqua le scorreva tra i capelli, risanatrice di giornate strane. In quei momenti non pensava a nulla, gli unici, rari e strani in cui era sola con sé, in cui neanche lui riusciva a infiltrarsi nel suo fragile muro.

Lei scriveva, buttava giù tutto quello che non riusciva a pronunciare, inchiostro fluido le scorreva nelle vene, adolescente rinchiusa in un corpo da bambina. Le parole contrastavano quella vita che le stava troppo stretta, i sentimenti che non voleva manifestare, l’amore per degli occhi quasi verdi che non meritavano il suo cuore.
 
Nel sonno si incontravano, l’unico luogo adatto ad accogliere il loro amore proibito. Notti strane, senza luna ma piene di stelle che illuminavano il cammino. Sola in lenzuola di lino, ma con braccia pronte ad accoglierla accanto a lei. Solo fantasie, mere illusioni, non sapeva se la facessero star peggio, ma non era lei che decideva, torture del suo cuore stanco di star solo.


Andava in overdose d’amore una notte o due e passava il resto del tempo a smaltire la dose.
   
 
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