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Autore: KiarettaScrittrice92    08/11/2017    1 recensioni
Questa è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni.
E' arrivata un'altra ragazza amante della musica, chissà di che colore sarà il sogno che troverà questa ragazza.
Bene mettiamoci comodi e diamo un'occhiata alla storia di Marinette.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le Jardin Secret
 

Era strano: non riusciva davvero a comprendere come fosse possibile sentirsi sicura in quel modo e un’attimo dopo cadere nel baratro dell’imbarazzo più totale. Era da ormai un paio d’ore che, come ogni giorno disponibile, dettato ovviamente dagli impegni fotografici del ragazzo, si ritrovavano in una piccola saletta dell’Académie per provare il loro saggio. 
I giorni precedenti avevano scelto accuratamente la musica, deciso alcuni passi da fare ed organizzato gran parte della coreografia, ora non restava loro che aggiungere gli ultimi dettagli e poi, provarla, riprovarla e riprovarla ancora finché non fossero stati perfetti. Ogni tanto monsieur D'Argencourt passava, dando loro istruzioni e consigli ed osservando i loro progressi, almeno quelli che non poteva vedere nelle normali lezioni con lui.
Eppure nonostante i vari giorni di prove, nonostante lo stare insieme praticamente ogni giorno, Marinette provava ancora quel fortissimo imbarazzo che non comprendeva. O meglio, comprendeva benissimo che il ragazzo le piacesse, era chiaro come il sole d’altronde, ma non riusciva davvero a capire com'era possibile che in certi momenti specifici quell’imbarazzo spariva completamente. Era come se quando provassero, a meno che non incrociasse per più di cinque secondi i suoi occhi, la priorità diventasse la danza. Ecco forse era proprio quello: per lei la cosa più importante era la perfezione, l’esercizio, il voler arrivare fino in fondo e dimostrare che ne era capace. Per questo motivo riusciva a stare concentrata anche con quel bellissimo ragazzo a fianco; anche se alcune volte non poteva trattenersi dall’arrossire o sentire il cuore martellarle furioso in petto.
«Ancora dobbiamo decidere la posizione finale della seconda coreografia.» commentò Adrien, separandosi da lei, dopo l’ennesima prova del passo a due.
«Sì a proposito di questo, avevo pensato a una cosa durante la lezione di questa mattina.»" le rispose lei, asciugandosi un’attimo il sudore dalla fronte, con l’asciugamano che teneva appesa alla parallela. La riposò e si rivolse nuovamente verso di lui.
«Tu concludi con un tour en l’air e io con un arabesque, giusto?»
«A-ah...» pronunciò semplicemente il ragazzo, seguendo attentamente il suo discorso.
«Ecco se tu invece che concludere in quinta, concludessi a terra ed io trasformassi il mio normale arabesque con uno penché, mentre tu mi sostieni?» a quella proposta vide gli occhi verdi di Adrien illuminarsi.
«È geniale!»
«Di-dici sul serio?» chiese lei arrossendo per l’ennesima volta.
«Certo che dico sul serio, è perfetto! Così si collega poi al balletto successivo.» si complimentò di nuovo il ragazzo.
«Esatto! Inoltre se tu sei già a terra ed io sono di fianco a te ci verrà più facile metterci seduti nella posizione giusta per l’inizio della terza coreografia, anche al buio.»
«Beh allora facciamo una prova...» disse di nuovo il biondo prendendo posizione al centro della saletta.
«Ok, riprendiamo dal mio manège...»
Si misero entrambi in posizione. Adrien rimaneva fermo immobile, il piede destro ben piantato al terreno e la gamba sinistra flessa un po’ in avanti, mentre le braccia erano una alzata sopra la testa e l’altra distesa verso la ragazza. Lei invece eseguì una serie di passi, seguendo un immaginario percorso circolare.
Dopodiché il biondo si allontanò con due lunghi passi flettendo sempre le gambe alla fine e nel mentre che Marinette interrompeva con il suo movimento, lui fece un balzo. Nell’istante in cui si trovò in aria ruotò di trecentosessanta gradi, dopodiché atterrò sul ginocchio destro, nello stesso istante in cui la ragazza si era avvicinata a lui e tenendosi sulla sola punta del piede destro, sollevò completamente l’altra gamba ritrovandosi ad eseguire quasi una spaccata verticale.
Rimasero così solo per qualche secondo, giusto il tempo che Marinette si rendesse conto di quanto il suo viso era vicino a quello di Adrien, dopodiché si allontanò.
«Allora, com’era secondo te?» chiese il biondo, alzandosi da quella posizione.
«Di-direi che va bone... bene. L’unica casa... – emise uno sbuffo cercando di riprendere il controllo – L’unica cosa è che forse dovresti atterrare con il sinistro e non con il destro.»
«Sarà fatto my lady!» le rispose prontamente lui con un’occhiolino, facendola arrossire nuovamente.
«B-beh direi che per oggi possiamo finire, no?» chiese la ragazza.
«Decisamente, ho le gambe a pezzi! Ci vediamo questa sera per la cena?»
«Veramente no... Nathaniel mi ha invitata a mangiare fuori questa sera, quindi non ci sarò a mensa.» rispose la ragazza.
«Cosa?!» domandò stupito lui, nei suoi occhi verdi si notava una certa nota d’irritazione per quella notizia.
«Sì, mi ha invitato due giorni fa. Sono andata nel suo negozio per comprare un body di ricambio e vedere qualche vestito per il saggio e mi ha proposto di andare a Le Jardin Secret con lui.»
«Capisco...» borbottò.
«C’è qualche problema per caso?» domandò nuovamente la ragazza con un tono tra il dolce e il preoccupato, come se avesse paura di averlo ferito in qualche modo.
«No no, figurati, puoi uscire con chi vuoi. È solo che mi ha preso alla sprovvista, tutto qui.»
«Bene, allora a domani!» esclamò entusiasta lei, come sollevata, uscendo dalla saletta.

 

«Ripetimi perché lo sto facendo...» brontolò Alì, stando seduto al tavolo con un aria più che annoiata.
«Perché sei mio amico.» rispose Adrien, che però non era affatto attento a lui e continuava a guardarsi intorno, come alla ricerca di qualcosa o di qualcuno.
«Sì... solo quando ti conviene.» si lamentò nuovamente il giovane indiano, leggendo svogliatamente il menù del ristorante.
«Eccolo lì...» disse con un sibilo, rivolgendo al ragazzo dai capelli rossi accesi uno sguardo tagliente, che il diretto interessato non poteva notare visto che era intento ad osservare le sue stesse dita che si contorcevano nervose.
Era ancora da solo al tavolo, che si trovava quasi dal lato opposto del locale, rispetto a dove si trovavano loro, ma Adrien sapeva che prima o poi dalla porta sarebbe entrata l’altra commensale.
«Cosa ci troverà in quello stoccafisso che sembra avere un pomodoro in testa?!» si lamentò nuovamente il biondo.
«Magari nulla, magari tutto. O magari sei tu paranoico. – commentò esasperato Alì – Possiamo ordinare? Stiamo aspettando da ormai venti minuti e sto morendo di fame.»
«Non finché non arriva lei. Dobbiamo ordinare all’incirca nello stesso momento in cui lo fanno loro, così che ci mettiamo lo stesso tempo che ci mettono loro a mangiare.»
«Sì, ma i camerieri stanno iniziando a guardarci malissimo. Lo sai che Le Jardin Secret è uno dei posti più di classe che esistano a Rue Vert, vero? Non puoi...» il resto delle parole di Alì divennero ovattate, come lontane; una figura era entrata nel locale e Adrien era rimasto completamente incantato dalla sua figura.
I giorni passati a Rue Vert e al fianco di Monique, l’avevano resa una bella ragazza di classe, nulla a che vedere con la giovane impacciata e sempre in jeans che aveva conosciuto a Col Blanc. Indossava un bellissimo vestito color pesca, in pendant con le scarpe un po’ più scure, che tendevano al rosa salmone. I capelli corti erano raccolti solo ai lati da due treccine che si univano dietro la nuca, lasciando il resto della chioma corvina sciolta, a sfiorarle appena le spalle, coprendole il collo. Infine, la borsetta, che non teneva più a tracolla come faceva di solito, ma solo su una spalla, era composta da una catenella d’oro che si concludeva con una bellissima ed elegantissima pochette rosa.
«Chiudi la bocca Adrien o ti entreranno le farfalle.» commentò Alì, prendendolo in giro.
Il biondo si riscosse da quella visione, continuando però a seguire la sua sagoma perfetta con lo sguardo, fino a che non si sedette al tavolo con il rosso.
«Tutta quella cura nel vestirsi per uno del genere.» commentò irritato.
«Beh, è il commesso di un negozio di vestiti, di sicuro se ne intende di look.»
«Ah, per favore! – protestò ancora il biondo – Sono un modello, figlio di uno stilista, se permetti ne so più io di look di quello lì.»
«Adrien perché semplicemente non ammetti che Marinette ti piace?» disse Alì, dopo un sospiro esasperato, ma a quella domanda il ragazzo arrossì vistosamente.
«Io con... No, no... Lei è solo un’amica!»
«Sì certo... Ed io sono il principe dell’India. Ora per favore potremmo mangiare?»

  
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