Sansa guardò Jon con calma. Una calma apparente mentre nel suo cuore si scatenava la tempesta. Era la prima volta che ne parlavano dopo la discussione avuta alla fine della riunione.
Non sei costretto ad andare.- gli disse piano, sottovoce. Gli occhi scuri di Jon si posarono su di lei, su i suoi capelli rossi, sulle labbra rosee.
-Non sai cosa ti aspetta…- continuò la giovane Stark torturandosi le mani. Lo sguardo del ragazzo cominciò a pesare su di lei, non riuscendolo ad interpretare. Jon era così difficile da capire, impenetrabile, duro da scalfire. Era il Re del Nord, portava addosso un fardello che non aveva chiesto ma continuava a tacere. Sansa gli avrebbe proposto di raggiungere insieme Daenerys Targaryen, a Roccia del Drago, ma conosceva già la risposta.
“Deve esserci sempre uno Stark a Grande Inverno.”
Nel suo profondo, la ragazza sapeva che in realtà lui era l’unico a poter partire ed adempiere a quel dovere.
-Non osservarmi! Di qualcosa!- sentì una rabbia crescente montarle addosso. Perché non diceva nulla, limitandosi a guardarla?
-Ne abbiamo già parlato…- rispose Jon dopo un’infinità di tempo. Sansa poté giurare di aver visto un luccichio strano nelle iridi marroni di lui.
-Non sappiamo che intenzioni ha, Jon! È solo una folle che reclama un Trono che non appartiene più alla sua famiglia da tempo!- gli inveì contro con un temperamento che aveva placato per troppo tempo. Lui strinse le labbra e sospirò, era spaventato ma non aveva alcuna intenzione di mostrarsi volubile. 
Sapeva cosa significava essere al comando, quando un numero alto di persone dipende dalle decisione di un singolo individuo. Quel peso così indesiderato, sempre più oppressivo sulle spalle.
-Sansa.- Jon la richiamò mentre lei sembrava esausta. La morbide pelle del collo era tesa, la guance arrossate dovute all’urlo.
Il lupo aveva dormito troppo a lungo, sotto la sua candida epidermide assomigliante a porcellana.
Lei non gli rispose, si limitò a voltarsi e scrutarlo piano.
-Non ho alcuna intenzione di discutere con te. È l’unica possibilità che abbiamo contro l’imminente Inverno.-
-L’Inverno è già arrivato!- lo interruppe la giovane Stark.
Jon non provò a ribattere, sarebbe stato impossibile. Scattò in avanti e intrecciò le dita con quelle di Sansa. Era la prima volta che prendeva l’iniziativa ma sentiva la necessità di avere un contatto.
Aveva bisogno di sentire il calore di un’altra persona.
-Jon…- la voce di Sansa arrivò come un sussurro impercettibile. Osservò una lacrima ribelle solcare la guancia scavata. Un tempo, ormai troppo lontano, quel viso esprimeva una gioia genuina che era stata sfacciatamente distrutta dalla realtà crudele, un mondo molto lontano da quello letto nei libri.
Jon infilò le dita fra i capelli vermigli e l’attirò a sé, contro il suo petto. Vide le spalle della ragazza sussultare sotto la sua stretta e capì che stava piangendo silenziosamente.
-Se te ne andrai, rimarrò sola.-
-C’è Brianne.- cercò di consolarla lui. Sansa scosse il capo.
-Non ci sei tu.-

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Prima della settima stagione, devo ammettere che non ero per niente una grande fan di Sansa Stark ma mi son dovuta ricredere! È, a mio avviso, il personaggio meglio evoluto in tutta la serie... e ammetto di aver shippato quasi subito Jansa, dopo che ci sono riuniti. È una one shot che avevo in mente da un po' e ammetto di essere contenta del discreto lavoro!