Ringrazio anche solo chi legge.
Capitolo dedicato a LUDO1123456 che
lo aveva richiesto.
Cap.21 Madelon
Esmeraldo boccheggiò,
vedeva sfocato, intravide la figura di
Amaterasu e arrossì, vedendo che la giovane non indossava la
maglietta. Era
intontito, la testa gli girava, batté le palpebre e si
guardò intorno, notò che
la pelle chiara di Amaterasu era ricoperta di lividi.
“C-cosa sono?”
esalò.
Amaterasu arrossì e prese
la mano del giovane con entrambe
le sue.
“Non sei ancora fuori
pericolo e già ti preoccupi degli
altri invece che di te stesso?” domandò.
Esmeraldo boccheggiò,
chiuse gli occhi, il proprio battito
cardiaco era irregolare.
“Sono i colpi che mi davano
sia mio padre che il mio
promesso sposo. Non riesco, spesso, a ricordarmi qual è il
mio posto. Quel
giorno, Quasimodo mi ha portato svenuta fin da te, perché
mio padre ha tentato
di uccidermi di botte. Ero andata in chiesa per avvertire Quasimodo, e
attraverso di lui il cardinale.
Penso sia stato mio padre a dare
fuoco a Parigi. O meglio,
lui aveva solo dato fuoco a un mulino con dentro la famiglia che lo
abitava per
dare una lezione, che nessuno nascondesse più zingari o
stranieri e
clandestini.
Solo che il vento ha aizzato le
fiamme, altri edifici hanno
iniziato a bruciare e presto hanno perso il controllo
dell’incendio” mormorò
Amaterasu.
< Quasimodo aveva preferito
salvarmi. Mi voleva bene,
siamo un po’ quasi come delle sorelle, ogni volta che mio
padre mi faceva del
male, sapevo di potermi andare a nascondere con lei tra le campane
della Chiesa
> pensò, lasciando le mani dell’altro
giovane.
“Frollo è morto,
vero?” chiese Esmeraldo, con voce tremante.
“Sì, ma ora
riposa. Sei vivo per miracolo” gli disse la
giovane. Gli tolse la fascia dalla fronte e la immerse in una bacinella
d’acqua.
“E Quasimodo?”
biascicò.
“L’hanno
catturata. Volevano ucciderla, ma poco prima della
sentenza, ha spezzato le catene, si è arrampicata su per
Notre Dame ed è
fuggita. Si è salvata, sta tranquillo, ma ora non sappiamo
dov’è” mormorò
Amaterasu. Arrossì, notando che l’altro le aveva
notato il petto. “Ho dovuto
usare la mia maglia per le fasciature” borbottò.
“U-usa la mia…
per coprirti” biascicò Esmeraldo.
“Serve a te, non stai
bene” ribatté Amaterasu.
“Dove siamo?”
esalò Esmeraldo. Fu colto da un capogiro più
forte e perse i sensi.
“Al sicuro. Lascia che
stavolta sia io a occuparmi di te”
bisbigliò Amaterasu.
La porta della stanza da letto si
aprì, Amaterasu alzò il
capo e vide un giovane dai corti capelli biondo scuro entrare.
“Porto buone notizie. Ho
ritrovato la capretta, a quanto
pare le guardie non si erano fermate a prenderla. Era tutta sola,
bagnata
fradicia in un vicolo. L’ho portata a casa, è di
sotto davanti al camino, si
sta riscaldando” disse quest’ultimo.
“Grazie di averci permesso
di nasconderci qui” mormorò
Amaterasu.
“Mio zio, il vescovo di
Notre Dame mi ha cresciuto. È il
minimo che potessi fare, per sdebitarmi, accogliere una persona a cui
teneva
tanto in pericolo” rispose il ragazzo.
“Non ti preoccupa la
presenza di un… un gitano?” bisbigliò
Amaterasu.
“Nah. Da piccolo, dopo la
morte dei miei genitori, prima che
mio zio mi ritrovasse, ho vissuto in una carovana del circo. Ho rubato
per
sopravvivere, sono stato un peccatore, non ho nessuna intenzione di
giudicare
nessun altro” rispose il giovane.
“Grazie, Madelon”
disse piano Amaterasu con voce tremante.
“Ti ho detto che
è il minimo, tranquilla. Ora rilassati, qui
siete al sicuro. Questa è la casa di mio zio, lui non ci
viene mai perché sta
sempre in chiesa, ma nemmeno i soldati avrebbero il coraggio di entrare
nella
casa di un uomo di Dio realmente timorato. Mio zio è buono,
tutti lo
rispettano.
Adesso esco nuovamente, vedo se
riesco a trovare notizie di
Quasimodo. Mio zio è davvero preoccupato per la sorte di
quella ragazza. Sai,
si sente in colpa, perché non riuscì a salvarne
la madre, ma almeno impedì a
Frollo di gettarla in un pozzo” rispose, uscendo dalla stanza.