Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: AkaneYuki7    10/11/2017    2 recensioni
Potrebbero mai le leggende occidentali intrecciarsi in maniera indissolubile con quelle orientali?
Tre ragazzi, tre vite opposte, tre storie diverse, ma tutte accomunate da un' unica fine: la morte.
Ma la morte è davvero la fine di tutto?
Cosa accadrebbe se il destino di questi tre ragazzi fosse già stato deciso in una notte di luna piena?
Esso li porterà in un paesino, all'apparenza tranquillo e noioso, ma che costringerà i tre a fare i conti con il loro passato mai dimenticato o accantonato.
Non vi dirò cosa significa il titolo, lo scoprirete leggendo.
Avvertenza:
Presenza di violenze, ogni carattere e comportamento dei personaggi è completamente inventato da me, non sono simili alla realtà.
Dei personaggi lascerò inalterato solo l'aspetto e i nomi
(Storia presente anche su Wattpad)
Vkook/Taekook - coppia principale
Yoonmin/Namjin - coppie secondarie
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Le lezioni pomeridiane erano appena cominciate, ma Yoongi non aveva la minima voglia di frequentarle.

Aveva storia, quanto poteva essere inutile per lui quella materia?

Il ragazzo aveva vissuto tutte le guerre mondiali e visto che il programma dell'ultimo anno riguardava il novecento e stranamente non aveva voglia di dormire sul banco, si mise a girovagare per i corridoi della scuola, fino a fermarsi davanti a un'aula molto particolare.

Di solito essa veniva utilizzata dal gruppo di coro o durante le lezioni di musica, quindi la stanza era stata posizionata un po' più lontano dalle altre, per non disturbare le altre classi.

A Yoongi di certo questo non interessava.

Si era ritrovato lì per puro caso.

Annoiato aprì la porta, ma la sua faccia si trasformò ben presto in una sorpresa, quando di fronte a lui, si ritrovò un bellissimo pianoforte a coda laccato di nero, posto in un angolo della stanza.

Lentamente si avvicinò ad esso e ci posizionò una mano sopra, accarezzandolo lentamente.

Era da anni, per non dire decenni, che non toccava un pianoforte.

Si sedette sullo sgabello, posto di fronte ad esso, e sollevò lentamente lo sportello, che teneva nascosti i tasti dello strumento.

Non avrebbe mai pensato, che si sarebbe ritrovato a suonarlo di nuovo, in un paesino sperduto nel nulla, indossando per giunta una stupida divisa scolastica.

Delicatamente sfiorò il tasto del do e un suono familiare fuoriuscì da quello strumento.

"È accordato bene" pensò sorpreso.

"Forse qualcuno in questa scuola lo sa suonare... Allora non sono tutti così idioti e ignoranti, i ragazzi di questi tempi" pensò lui.

Posizionò tutte e due le mani sulla tastiera e iniziò a suonare.

Una melodia lenta e dolcissima iniziò a fuoriuscire dal pianoforte e lui chiuse gli occhi, godendosi per la prima volta, dopo tanti anni, il suo bellissimo suono.

Ricordi della sua vita passata, tornarono prepotenti a galla e questa volta non fece niente per fermare questo flusso di pensieri. Li accolse quasi amorevolmente e si perse nelle sue memorie, abbandonandosi al suono melodioso dello strumento.

Delle lacrime scesero dai suoi occhi, ma non le bloccò, ormai immerso completamente nella canzone.

Pensava finalmente di essersi abbandonato alla musica, alla sua adorata musica, ma un suono lo fece ritornare prepotentemente alla realtà.

Una voce chiara, cristallina che gli fece spalancare gli occhi e quasi bloccare le mani che ancora correvano per continuare la melodia.

Riprese velocemente il filo delle note che aveva quasi interrotto, con una maestria che ben pochi possedevano. Non voleva fermarsi, voleva sentire quella voce ancora e ancora, non voleva farla tacere.

Una volta, tanto tempo fa, aveva cercato per anni, una voce del genere. Era stato così ossessionato dal trovarla, ma nonostante le numerosi cantanti che aveva ascoltato, nessuna era mai riuscita ad affascinarlo come in quel momento.

La canzone stava finendo, ma lui non voleva, tentò di prolungarla ancora di qualche nota, ma la voce si stava abbassando sempre di più, fino a quando l'ultima nota non lasciò il pianoforte e dopo fu solo silenzio.

Per la prima volta nella sua lunga vita da vampiro era spaventato, terrorizzato dal scoprire a chi appartenesse quella voce melodiosa.

Lentamente si asciugò i residui delle lacrime che prima aveva versato e poi si girò, ammirando il ragazzo dai capelli color dell'arancio che lo fissava dritto negli occhi, sorridendogli allegramente.

< Hyung lo sai che suoni benissimo? >

< J-Jimin s-sei tu? >

Si rese conto di star balbettando come un povero demente e cercò di darsi un contegno.

In quel momento poco gli interessava cosa l'umano ci facesse lì e perché non fosse a lezione.

< Eri tu che cantavi? >

< Scusa non volevo interromperti, lo so che ho la voce troppo acuta e stonata, ma non ce l'ho proprio fatta a trattenermi > rispose imbarazzato il minore.

Il vampiro rimase per un attimo in silenzio, poi guardò negli occhi il minore e gli chiese:< Jimin hai mai sentito parlare della leggenda del fantasma dell'Opera? >

< Fantasma dell'Opera? No, mi dispiace > rispose il minore imbarazzato.

< Tranquillo, non importa lascia perdere >

Yoongi si girò di nuovo verso il pianoforte, posando le mani sui tasti e lasciando che il suono della musica riempisse quel silenzio imbarazzante che si era creato.

Jimin rimase fermo immobile, come ammaliato dai suoni che quelle mani così esperte riuscivano a produrre, semplicemente sfiorando quei tasti.

< Non stare lì impalato, o te ne vai o vieni a sederti qui > disse il maggiore senza mezzi termini, sentire quella presenza alle spalle lo metteva alquanto a disagio, dopo aver scoperto la sua voce.

Jimin ci pensò su un attimo, era entrato in quella stanza solo perché, uscito dal bagno, aveva sentito una strana melodia provenire dall'aula di musica e quindi si era incuriosito, ma ormai le lezioni erano incominciate e non voleva prendersi una sgridata da parte dell'insegnante.

Lentamente si avvicinò e si sedette vicino al ragazzo dai capelli argentati.

Yoongi lo vide con la coda dell'occhio e un piccolo sorriso spuntò sul suo volto.

< Ma allora è questo il tuo vero sorriso >

Yoongi si distrasse e sbagliò nota, facendo uscire un suono stridulo dal piano.

Si fermò e guardò Jimin confuso.

< Scusa non volevo interromperti, ero solo sorpreso >

< Da cosa? >

Gli occhi di Yoongi si adagiarono su quelli del minore e l'arancio, non riuscendo a reggere il suo sguardo indagatore, gli andò a posare sul pianoforte, toccando qualche tasto per distrarsi.

< Beh sai, ogni volta con me o con Hoseok, fai sempre un sorriso finto e spesso forzato e mi sono sempre chiesto quale sarebbe stato quello vero e oggi finalmente l'ho visto > rispose Jimin allegramente.

Yoongi non avrebbe mai pensato che la persona davanti a lui, che reputava solo come una sacca di sangue, un po' stupida, avrebbe capito che stava recitando.

Velocemente si riprese, non voleva fare la figura del debole.

< Parli come se ci conoscessimo da una vita, quando in realtà ci siamo incontrati solo una volta o due per i corridoi >

< Si è vero, ma Hoseok parla sempre di te, non fa che decantare quanto tu sia simpatico ed intelligente, che ormai ti conosco anch'io così bene > disse Jimin ridendo.

Yoongi si stava chiedendo quando era stato così con Hoseok, ma veramente non si ricordava e davvero non gli interessava poi così tanto.

< Fidati né tu né lui mi conoscete veramente >

< Allora conosciamoci meglio > ribatté subito l'arancio.

< È meglio di no Jimin, lo dico per te >

< Ma Hoseok dice sempre... >

< Vuoi finirla di parlare di Hoseok? > sbottò all'improvviso Yoongi.

Jimin si zittì di colpo, non sapendo perché il maggiore si fosse arrabbiato tanto, cosa che in realtà neanche Yoongi sapeva veramente.

Si era sentito improvvisamente irritato e cosa più importante affamato.

< Le sacche di sangue non parlano > disse in tono minaccioso.

< Come scusa? > chiese Jimin confuso.

Il momento di tranquillità era finito, erano ritornati ad essere il cacciatore e la preda come era giusto che sia.

"Non ricadrò nella stessa trappola una seconda volta, non basta una semplice voce a farmi dimenticare chi sono veramente" pensò Yoongi.

< Jimin voglio che ti ricordi cosa sono e intanto cerca pure di non urlare, ti potrebbero sentire gli altri studenti, visto che le lezioni non sono ancora finite >

A quelle parole il minore spalancò gli occhi.

Tutti i ricordi che Yoongi gli aveva fatto dimenticare tornarono come un uragano, colpendolo in pieno e si stupì di essere riuscito a dimenticare tutto il dolore e la sofferenza che quell'essere gli aveva procurato.

Yoongi vide tutti i cambiamenti nell'espressione del più piccolo, da sorridente e imbarazzata, divenne da prima confusa e poi spaventata.

< Va.. m... pi...ro > solo questa parola uscì dalle labbra di Jimin, troppo sconvolto pure per parlare.

< Ecco è così che deve essere, tu terrorizzato e io che mi nutro di te, niente di più e niente di meno >

Prese l'umano, ancora sotto shock, per i fianchi e lo pose delicatamente sulle sue gambe.

< Adesso stai tranquillo e non urlare >

Velocemente affondò i suoi canini nella sua carne e assaporò quel sangue paradisiaco, godendosi ogni sospiro e gemito che usciva dalla bocca di Jimin, che tentava di trattenere le lacrime che il vampiro già sapeva, presto sarebbero scese lungo le sue guance arrossate.

Ogni volta quel sapore lo riusciva a mandare in visibilio e non capiva come un semplice essere umano potesse eccitarlo tanto, infondo era solo sangue, solo e semplice liquido scarlatto che scorreva ininterrottamente nelle vene e nelle arterie degli esseri viventi.

Come poteva essere dipendente da una cosa così piccola e infima, che però poteva conferire la vita e la morte.

Era passato così tanto da quando aveva fatto un pasto decente, ma non poteva consumarlo fino in fondo.

"Almeno non subito" pensò lui, sorridendo.

Controvoglia si stacco da quel corpo morbido e caldo. Una goccia di sangue colò dalle sue labbra cremisi, scese lungo il suo mento pallido e andò a infrangersi sui tasti bianchi del pianoforte, sporcando il dolce candore di un rosso scarlatto.

Yoongi quasi rise per la metafora appena creatosi.

Quella goccia di sangue gli assomigliava particolarmente.

Lui che andava a corrompere e a profanare il piccolo corpo puro e innocente che si trovava sopra di lui.

Ma ancora non aveva fatto niente.

Lentamente baciò una guancia del minore e sentì l'umano tremare sotto al suo tocco.

< Sai, prima avevo intenzione di nutrirmi di te e basta, ma dopo aver sentito la tua voce, non credo proprio che riuscirò a lasciarti andare tanto facilmente, ho intenzione di farti diventare il mio giocattolino personale, che ne dici? >

Dal minore non sentì provenire alcun suono se non delle lacrime mal trattenute.

Yoongi da dietro lo abbracciò quasi amorevolmente e con una mano gli asciugò le sue guance.

< Tranquillo non ti preoccupare, ci divertiremo tantissimo inseme, fidati di me >.

Purtroppo l'ossessione di Yoongi era tornata.



 

Spazio "Autrice":

Ciaoo a tutte ragazze,

un po' di Yoonmin fa sempre bene non vi pare? Ahahahah

 COMUNQUE, vorrei farvi una domanda: vi spaventerebbe sapere che questa storia è appena all'inizio?

Ho un sacco di idee in testa e spero di riuscire a metterle per iscritto nella maniera migliore.

Perdonatemi i vari errori che troverete nella lettura, sono mezza addormentata.

A presto :)

   
 
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