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Autore: Ryu Hime    11/11/2017    0 recensioni
Vedete quell’isola ricoperta di neve?
Dove il mare si infrange sulle scogliere di giaccio.
Riuscite a scorgere le luci nascoste parzialmente dalla nebbia perenne?
Bene, questa è Moon Island ed è anche casa mia.
È 16 giorni a sud delle gelate e pochi gradi a nord di congelare appena metti il naso fuori da casa, si trova esattamente sul parallelo dell’anormale.
***
-Mi chiamo Hiccup e lui è Sdentato.-
-Ma… è una Furia Buia…- mormorò avvicinandosi appena –Già…- rispose mentre gli altri cavalieri atterravano dietro il ragazzo –Uno Scuoti Mari ti ha portato sulla riva di quest’isola, ti abbiamo trovata ferita, avevi una freccia dei Cacciatori di Draghi nella spalla.-
***
–Non riesco a crederci!- esclamò saltando come se le avessero messo delle molle ai piedi, si precipitò da Lyra e le afferrò il muso –E’ fantastico!- disse ancora, la dragonessa sembrava aver capito che cosa stesse farneticando la ragazza perché mostrò il suo stesso livello di emozione –Ti dispiace dire anche a noi che cosa ti rende così allegra?- chiese Moccicoso scocciato. Aria si avvicinò a Hiccup di colpo –Sei un Senziente! Non ci posso credere! Sei un Senziente!
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo della ruota

Era successo di nuovo, aveva perso una cosa preziosa. Aveva perso Cristallo, non le importava quello che aveva sempre detto la gente di Moon Island, li aveva sempre ritenuti degli esseri viventi in tutto e per tutto.
 
 14 anni prima
 
-Danu!- chiamò un uomo alto e robusto, i capelli neri e gli occhi ancora più scuri –Dimmi, c’è qualcosa che non va, Fin?- domandò la donna, i capelli bianchi come la luna lunghi fino ai fianchi, gli occhi blu come il mare in tempesta, il viso ovale e la pelle diafana –Si tratta di tua figlia…-
-Oh ma insomma! Si può sapere che cosa avrebbe fatto questa volta? Ti ha guardato negli occhi troppo a lungo?- chiese spazientita. Quello fece finta di non aver sentito –E’ meglio che tu venga con me.- rispose facendole strada.
Attraversarono il villaggio fino ad arrivare alle stalle dove in genere i draghi si riposavano oppure si riparavano dal freddo dei giorni più rigidi.
La donna si avvicinò ad una Furia Buia –Mezzanotte, come sta il piccolo?- domandò avvicinandosi all’uovo che la dragonessa stava riscaldando –Non ti ho chiamata per l’uovo Danu.- disse Fin ricevendo un ringhio da parte della Furia Buia –Mamma! Mamma! Guarda!- chiamò una voce infantile –Arianrhod, cos’hai in braccio?- chiese abbassandosi fino ad arrivare all’altezza della figlia. La bambina, i capelli argentei, gli occhi violetti e la pelle diafana mostrò un cucciolo di drago del tutto simile ad una Furia Buia, solo che era dotata di quattro ali, gli occhi blu notte, le squame avevano una sfumatura violacea, il corpo costellato di piccoli puntini d’argento, la coda aveva delle spirali argentee e le punte che le percorrevano la schiena erano color magenta –Aria… dove… hai trovato questo drago? Non mi sembra di averne mai visto uno così…-
-Su, dille come lo hai trovato.- incalzò Fin che venne immediatamente ripreso da un ringhio di Mezzanotte –E’ apparsa.- rispose la bambina –Come sarebbe?-
-Stavo parlando con Mezzanotte di che nomi dare al cucciolo e vicino all’uovo è comparsa lei.- rispose mentre il cucciolo in questione si arrampicava sulla sua spalla –Sarebbe comparsa dal nulla?- domandò scettica la madre.
Si rivolse con lo sguardo alla sua Furia Buia che, contro ogni sua aspettativa, fece un cenno di sì con la testa –Tua figlia ha creato una vita dal nulla! Ti rendi conto di quanto sia innaturale? Sai quanto potrebbe essere pericoloso!?- sussurrò Fin all’orecchio di Danu. La donna guardò la figlia che la osservava di rimando, era chiaro che non sapesse che cosa avesse fatto, era ancora troppo piccola per rendersi conto degli immensi poteri che possedeva –Tesoro, vieni con me.- disse tendendo la mano che la bambina prese al volo, tenendo col braccio libero il cucciolo. Arrivarono fino alla loro casa, una Furia Buia era accoccolata fuori dalla porta sonnacchiosa come un grosso gatto nero –Notte Perenne! Che cosa ci fai qui?- domandò Danu al drago, quello alzò la testa e osservò il nuovo cucciolo che Arianrhod teneva in braccio –Dov’è Sean?- domandò ancora. Notte Perenne indicò il tetto col muso. La donna lo osservò –Sean! Che stai combinando lassù di nuovo?- esclamò facendo sobbalzare l’uomo che cadde nella neve creando un’impronta ad angelo per via delle ali spiegate. Aveva i capelli scuri spettinati, gli occhi violetti, un accenno di barba sulle guance era poco più folta sul mento dove formava un lieve pizzetto, era di corporatura robusta ed aveva qualche sottile cicatrice sul viso –Niente di particolare cara…-
-Sei il capo villaggio, dovresti occuparti delle faccende ai confini con gli altri invece di divertirti a progettare chissà cosa sul nostro tetto.-
-Ma tu non dovevi coprirmi?- domandò l’uomo alla sua Furia Buia che, per tutta risposta, sbuffò e riprese a sonnecchiare –Grazie tante sai? Inutile rettile…-
Ci volle ancora un secondo perché notasse il cucciolo tenuto in braccio dalla figlia –E quello da dove sbuca?- chiese –A sentir Fin Arianrhod l’ha creata dal nulla.- spiegò in un sussurro.
Lo sguardo del moro si fece serio e si inginocchiò per arrivare all’altezza della figlia –Aria, da dove viene la tua nuova amica?-
-E’ comparsa vicino all’uovo di Mezzanotte.- disse la bambina che continuava a tenerla in braccio –E non sai chi sono i suoi genitori?- lei scosse la testa.
Sean si rivolse alla moglie –Ne parlerò oggi con Finian, sicuramente saprà dirmi qualcosa, nel frattempo tienila in casa, preferirei evitare traumi.- disse serio –Notte Perenne, forza vieni.- disse mentre la Furia Buia lo seguiva di malavoglia.
 
La sera scese in fretta e quando Sean tornò a casa la piccola Arianrhod stava già dormendo con la cucciola tra le braccia, sonnacchiosa anch’essa.
-Allora? Cosa dice?- gli chiese Danu ansiosa –Non sa dirci nulla, era già strano che Aria sapesse usare così tanti tipi di magia, ma questo… questo non rientra nemmeno nei poteri dei draghi. A questo punto mi sembra chiaro che non è per niente una bambina come le altre.- spiegò grave –Che cosa possiamo fare?- domandò la donna preoccupata –Niente, possiamo solo starle accanto e guidarla, sperando che vada tutto bene e che riesca a dominare i suoi poteri.-
-La gente non la capisce, non la capirà mai.- mormorò la donna a denti stretti –Hanno paura, come ha paura di noi il resto del mondo, ciò che non conosciamo ci spaventa, è nella natura umana. Dobbiamo solo comprendere la natura dei suoi poteri e tutto sarà più facile.- disse dolcemente prendendo la mano della moglie.
 
Dopo la battaglia di Moon Island
 
-Lyra! Lyra riportami a casa! La mamma…- ma la Furia Galattica non la stette a sentire, la lasciò soltanto quando arrivarono sulla cima delle montagne –Devo tornare indietro! Tutti quanti stanno…!- ma la dragonessa le sbarrò la strada –Perché… perché mi fai questo?- chiese mentre iniziavano a scenderle le lacrime –La mamma… la mamma e il papà sono ancora là…- Lyra le appoggiò il muso sulla fronte emettendo un verso triste. La piccola rimase immobile per un istante prima di scoppiare in lacrime.
Passarono diverse ore e alla fine lei e Lyra erano le uniche rimaste sull’isola, non era rimasto più nessuno. La Furia Galattica la riportò al villaggio solo dopo tre giorni, tutto era ridotto in cenere, ma ciò che fece più raccapricciare la piccola erano i cadaveri dei suoi compaesani sparsi dappertutto, diede di stomaco diverse volte, le gambe le tremavano come budini e il cuore non lo sentiva nemmeno da come si era fatto pesante.
Più vagava fra quelle rovine e più le lacrime le scendevano sulle guance, congelandosi qualche secondo dopo, non era rimasto più nulla.
Con una forza di volontà che nemmeno lei sapeva di avere radunò tutti i cadaveri vicini al campo di sepoltura. Molti corpi di draghi erano rimasti lì, troppo mal messi per essere venduti in qualche modo, ma la cosa peggiore fu vedere i draghi dei suoi genitori che si erano lasciati morire vicino ai corpi dei capo tribù. Fece una fatica immensa, sia fisica che mentale a seppellire tutto ciò che restava della sua gente, quando ormai tutti riposavano nella neve aveva esaurito tutte le sue lacrime, per quanto avesse bisogno di piangere non ci riusciva più, la gola le faceva male e gli occhi erano gonfi ed arrossati.
-Non voglio… non voglio rimanere da sola…- mormorò stringendosi le gambe al petto. In quel momento una nebbiolina argentea si compattò davanti a lei, danzò sotto i suoi occhi per diverso tempo, finché non assunse la forma di quattro Furia Gelida –Sono… sono stata io?- mormorò stupefatta.
I quattro draghi le si fecero attorno assieme a Lyra –Io… io non vi perderò… vero?-
 
Presente
 
Gli elementi continuavano ad essere come impazziti attorno a Moon Island –Qualcuno sa dirmi che cosa accidenti sta succedendo?- domandò Moccicoso che tentava di non perdere l’equilibrio reggendosi come meglio poteva a Zanna Curva –Non ne ho idea! Ma di qualsiasi cosa si tratta sono sicuro che c’entri Aria.- rispose Hiccup –Che cosa facciamo?- chiese Astrid preoccupata –Dobbiamo cercare di avvicinarci.- rispose il ragazzo –Coraggio bello.-
 
Aria era avvolta da una sorta di tromba d’aria che faceva vorticare attorno a lei i fiocchi di neve talmente veloci che era quasi impossibile vedere la sua figura. Si era alzata di poco da terra, gli occhi abbaglianti e i capelli che danzavano nel vento con violenza. Attorno al piccolo tornado i draghi rimasti erano pronti ad attaccare i Cacciatori che, da parte loro, non sapevano che pesci pigliare.
-Preparate la balestra!- ordinò Ryker, qualunque cosa stesse succedendo non si sarebbe fatto intimorire da un po’ di vento.
-Sdentato! Colpo al plasma!- esclamò Hiccup riuscendo a far allontanare i Cacciatori dall’arma letale –Sciocchi! Non capite che andando avanti così saremo tutti spacciati!?- domandò Ryker furioso.
In quel momento l’albina alzò le braccia e le acque del mare si innalzarono fino a raggiungere un’altezza spaventosa, si muoveva verso la flotta dei Cacciatori, pronta a spazzare via tutto ciò che incontrava sul suo cammino –Se non la fermiamo finiremo tutti annegati!- esclamò il Cacciatore indicandola.
Effettivamente nemmeno i draghi sarebbero riusciti a sorvolare quella catastrofe naturale, era decisamente troppo grande per poter essere evitata.
-Dobbiamo svegliare Aria!- disse Hiccup ai Cavalieri –E come pensi di fare?- domandò Astrid –Ancora non lo so.-
-Ah, fantastico.- commentò Testa di Tufo –Già, davvero fantastico.- gli andò dietro Testa Bruta –Hiccup, non vorrei essere io a dirlo, ma ci conviene sbrigarci, quell’onda è vicinissima!- esclamò Gambe di Pesce –Datemi un secondo!- rispose il ragazzo –Certo, infatti abbiamo tutto il tempo per ragionare con calma. Non ci sta affatto venendo addosso un’onda gigantesca!- esclamò Moccicoso sclerotico come non mai.
Improvvisamente dietro la figura di Aria comparve un simbolo del tutto simile ad una ruota d’argento, l’oggetto si illuminò di una luce intensa ed incominciò a girare, dapprima lentamente, poi sempre più veloce fino a diventare una serie di cerchi luminosi.
La figura della ragazza si alzava sempre più in alto senza la necessità di ali o altre parti del corpo dei draghi, la sua espressione mostrava pura rabbia, non sembrava possibile fermarla, anche solo l’idea in quel momento era assurda!
 
Era successo di nuovo, ma perché tutti colore che le stavano attorno morivano? Perché nessuno poteva rimanere al suo fianco?
Era destinata a stare sola?
Quello era il suo fato?
Un verso sommesso e triste la fece tornare nel mondo reale.
Era Lyra, era preoccupata per lei.
Era spaventata da lei.
Non voleva questo.
Non voleva che anche loro la temessero.
Non lo avrebbe permesso.
Mai.
 
Hiccup vide la figura di Lyra avvicinarsi preoccupata ad Aria, sollevò il muso guardando la figura collerica della ragazza, le sfiorò la mano e quella parve riprendersi. Gli occhi tornarono normali, del consueto colore violetto, il vento si placò e la neve tronò a cadere lentamente, l’immagine della ruota scomparve, la ragazza tornò a poggiare i piedi per terra e l’onda anomala, così com’era arrivata, se ne andò, senza provocare danni. Ci fu  solamente una breve onda che però non causò nessun problema.
Aria si lasciò cadere sulle ginocchia, indebolita dalla manifestazione del suo potere –Che cosa… che cos’è successo?- mormorò confusa. Il ricordo della morte di Cristallo la colpì come una secchiata di acqua fredda, ma non aveva più alcuna lacrima da versare, le aveva esaurite tutte, aveva pianto troppo nella sua vita.
-Aria! Vieni via da lì!- gridò Astrid. La ragazza riuscì ad andarsene dalla nave appena in tempo, sul dorso di Lyra.
-Cacciatori! Fuoco!- sbraitò Ryker indicando la Furia Galattica che aveva quasi raggiunto i Cavalieri. Una raffica di frecce improvvisata minacciò di colpire i Cavalieri che, però, riuscirono a portarsi in tempo fuori tiro.
-Dobbiamo riorganizzarci! Torniamo sull’isola!- disse Hiccup preoccupato per la sorte dei suoi compagni –Aspettate…- mormorò Aria, ancora sfinita per lo sforzo di prima –Non per contraddirti, ma non possiamo rimanere allo scoperto, senza contare che ci sono ancora troppe navi da affrontare.- disse Moccicoso prima che l’albina potesse terminare la frase –Lo so, ma… ma io posso farvi guadagnare il tempo sufficiente per permettervi di scappare.-
-Che cosa intendi?- domandò Gambe di Pesce preoccupato. Aria si rialzò, la schiena  perfettamente dritta e lo sguardo fiero –La mia stirpe è perduta da quella notte di quattordici anni fa, ne sono consapevole da molto tempo, non c’è mai stato posto per la mia gente e probabilmente mai ce ne sarà su questa terra. Se voi volete sopravvivere al rifiuto del mondo non dovrete fare come noi: non dovrete isolarvi rendendovi vulnerabili. Dovrete continuare a farvi valere nonostante le avversità. Dovrete esplorare il mondo, solo così vi poterete meritare un posto all’interno di esso, anche se otterrete il dono dei draghi sarete sempre umani nell’animo. Non dovete dimenticarlo.
Un’ultima cosa: poco più a est c’è un’isola, è nascosta dalla nebbia, non vi troveranno, potete rimanere lì finché non se ne saranno andati.-
-Aria, che cosa vuoi fare?- chiese Astrid. Non ricevette nessuna risposta, l’albina sorrise, si voltò verso i Cacciatori e, con un terribile urlo di guerra, si lanciò alla carica.
–ARIA!- la chiamarono i Cavalieri, i draghi ruggirono spaventati e sorpresi mentre i rimanenti esemplari di Furia Gelida seguivano la ragazza in quell’attacco suicida.
L’istinto dei Cavalieri fu quello di seguire la ragazza per cercare di fermarla, ma i loro draghi avevano compreso meglio di loro la situazione e stavano andando verso l’isola che Aria aveva loro indicato, seppure a malavoglia.
-Sdentato! Ma che fai!? Dobbiamo tornare indietro!- la Furia Buia emise un verso triste, facendogli capire che anche lui avrebbe voluto aiutare la ragazza, ma non c’era nulla che potevano fare.
Si voltarono verso il capo di battaglia, Aria aveva causato alle navi parecchi danni assieme ai suoi draghi, intenzionata a impedire ai Cacciatori di incominciare un inseguimento.
Il dono dei draghi le aveva permesso di rimanere un avversario temibile ed evitare la moltitudine di dardi che le venivano scagliati contro a ripetizione, ma persino lei, pur rimanendo orgogliosa fin nel midollo, capì che era finita quando Ryker mise mano all’enorme balestra lanciando quell’enorme freccia che, quella volta, non avrebbe saputo evitare. Sentì un dolore intenso allo sterno, trapassato da parte a parte, la potenza dell’impatto l’aveva scaraventata via da Lyra facendola precipitare su un isolotto di ghiaccio compatto.
La bocca le si riempì di sangue, tossì espellendolo e colorando la superficie ghiacciata di rosso cremisi, non riusciva a respirare e ormai avvertiva la presa della morte stretta su di lei.
Ne aveva passate tante, era riuscita a diventare grande, come i suoi genitori avrebbero voluto, ma oramai era tempo che anche lei si unisse alle Luci Celesti e raggiungesse finalmente la sua gente.
Osservò i fiocchi di neve cadere lentamente, incuranti della situazione a cui stavano assistendo.
Si estingueva una stirpe.
Moon Island sarebbe diventata completamente deserta.
Era ora che il mondo li considerasse una vecchia leggenda creata per spaventare i bambini.
Era tempo che venissero dimenticati.
Udì delle voci in lontananza, i Cavalieri della Riva del Drago avevano fatto veramente tanto per lei e pregò che avessero un destino diverso di quello toccato alla sua gente.
Sputò ancora sangue attendendo che la ferita facesse il suo corso e sentendo il sangue allargarsi come una rosa sotto di lei, socchiuse gli occhi, dopodiché il mondo diventò buio.
 
I Cavalieri rimasero paralizzati dalla scena, non poteva essere davvero successo.
Non erano venuti fin lì per aiutarla?
Perché era andata a finire in quel modo?
Non appena la vita Aria giunse al termine i draghi di Moon Island scomparvero in un’esplosione argentea, esattamente come era successo a Cristallo.
Tutti i presenti rimasero scioccati dalla scena, evidentemente in qualche modo era la stessa Aria a mantenerli in vita e ora che lei non c’era più nemmeno loro potevano rimanere fra i vivi.
 
Quando i draghi giunsero sull’isola la neve si era fermata rendendo il paesaggio completamente statico.
Sembrava che tutto avesse perso il suo colore diventando grigio come le nubi di tempesta –Maledizione!- esclamò Hiccup triste e frustrato per quanto erano accaduto, gli altri Cavalieri erano ugualmente tristi e i draghi emettevano versi lamentosi, chinando il capo.
Non si resero conto che una figura ingobbita si stava avvicinando a loro, il passo lento ed incerto, il lungo mantello grigiastro e un bastone nodoso che l’aiutava a sorreggersi, il volto ricoperto di rughe, i lunghi capelli bianchi come neve appena caduta, gli occhi violetti e un cerchio d’oro bianco a circondarle la testa –Vi siete persi cari?- domandò con voce quasi gracchiante.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... sì, sono una persona malvagia che ama uccidere i suoi personaggi nel modo più violento possibile.
Ma non è ancora finita.
Ho ancora un paio di carte da giocare.
Per il momento vi lascio con la domanda di scoprire l'identità della vecchia appena arrivata.
Amico o nemico?
Chi lo sa?
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda tutti voi che continuate a seguirmi :3
Noi ci vediamo la prossima volta con "Io sono l'Akasha".
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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