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Autore: Felmy_ Gravs    11/11/2017    0 recensioni
I miei genitori non sono morti invano. Le loro anime sono qui dentro, nel mio cuore, come le vostre, Eric, Ginny, Sarah, Lorenz, Lara e Georgia. Quando Willendorf mi scagliò la maledizione mortale, l'amore di mio padre, di mia madre e di tutti voi riuscì a proteggermi, respingendo l'incantesimo. E ora che il Signore Oscuro è al corrente dell'esistenza delle due profezie e sa che sono in possesso di una parte della sua anima, cercherà di uccidermi. Per farlo, sarà costretto a distruggere i frammenti della mia vita. Voi. Proprio per questo dobbiamo rimanere uniti. Sempre.
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10
Il treno dei defunti


[…] Mentre la notte si faceva sempre più fitta, io intingevo la mia penna d’oca nel calamaio riempito con inchiostro nero. Quel colore scuro che alludeva tanto alla morte non faceva breccia nei miei incubi.
Intanto che nella mia testa verteva una lite fra due pensieri diversi, incominciai a scrivere il mio nome sul lungo rotolo di papiro che riponevo sulla scrivania della mia stanza. Volevo svuotare la mente prima di dormire.
Nei freddi pomeriggi la mia camera era spesso attorniata dalla luce del lampadario appeso al soffitto; quella sera però dovevo stare seduto al lume di una candela che vegliava sul mio sonno e che faceva una luminosità minima. Ma guardandola attentamente, quella fiammetta così ridicola mi ricordava tanto il piccolo bagliore nei suoi occhi castani iridescenti. Erano caldi e vivi.

Sebbene la fonetica del mio cuore fosse intraducibile, il linguaggio che stavo adottando per scrivere era piuttosto comprensibile. Grafema per grafema, digramma per trigramma, dittongo per trittongo, ero riuscito a comporre una lettera apprezzabile. Ma ciò non bastava. Nemmeno scribacchiare riusciva a farmi sfogare.
Decisi di alzarmi dalla sedia e di buttare un occhio fuori dalla finestra. Mentre scrutavo nell’oscurità alla ricerca di qualche stella nel cielo profondo, il mio respiro contro la finestra continuava ad appannarla. Quel segno era delebile. Appoggiai la mano sinistra sul vetro trasparante, sperando che dall’altra parte incontrassi la sua. Ciò non accadde. Nell’altra mano strinsi la grezza fodera termica della tenda portandola vicino alla guancia in un gesto fragile. Chiudendo gli occhi, immaginai di accarezzare i suoi capelli.
Ho sempre parlato a tutti col cuore in mano. Allora perché il mondo pareva avercela con me? Nuvole vaporose sembrarono invadere il mio cervello. Non esisteva risposta a tale domanda.

Una fitta improvvisa di dolore attraversò la mia testa. Ricordai le parole di Lara, e provai quindi a chiudere la mente, prima di tornare a vedere con gli occhi di qualcun altro. Nel farlo, cercai di fissare il mio riflesso. Restai li per 10 minuti a sussurrare parole al vento e, quando la candela si spense, la mia immagine si dileguò nell’oscurità. Anche l’ombra alle mia spalle era scomparsa.[…]


Questo è un piccolo pezzo di un capitolo che ho prelevato dal libro che sto scrivendo (Felmy Gravs e il silenzio della nebbia). Spero che vi piaccia il mio stile.
Parlando della storia, questa fa riferimento alla trama di Harry Potter, con personaggi e ambientazione spazio/temporale diverse.
Piccola nota: Eric e Ginny Belfort non sono personaggi di mia creazione. Pertanto, devo ricordare il diritto di copyright ad una mia amica. Il suo nickname su EFP è "divoratricediparole" e scrive fanfiction su Hunger Games. Vi consiglio di leggere i suoi capolavori.


 


 

   
 
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