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Autore: lmpaoli94    11/11/2017    0 recensioni
Sei ragazze giovani unite da un’amicizia molto singolare.
Sei amiche molto diverse tra di loro con un destino che li segnerà in comune: la morte.
Victoria, una delle sei ragazze, muore in circostanze alquanto misteriose, venendo ritrovata sulle sponde di un fiume in piena notte.
Chi sarà la prossima tra di loro?
Chi sarà l’assassino?
Perché le vuole uccidere tutte?
Non vi resta altro che scoprirlo.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovavo nell’ufficio del detective Moses.
Attendevo pazientemente il suo arrivo.
«Buon pomeriggio, signorina Keane. Come sta?» mi domandò mentre mi stringeva la mano.
«Benino diciamo… Anche se il pensiero di Victoria alberga ancora nella mia mente…»
«Parlando della sua amica, ecco i risultati dell’autopsia: la ragazza è prima stata picchiata e poi strangolata brutalmente. Infatti, se guarda bene queste foto, si vede che ha molti lividi a causa delle percosse.»
Il detective Moses mi passò i referti dell’autopsia.
Nel rivederla in quelle condizioni, mi fece salire ancora di più il panico.
Sbiancai di colpo.
Come se stessi per svenire da un momento all’altro.
«Signorina Kean, è tutto apposto?»
«No. Purtroppo non lo è…»
«Posso capire che vedere queste foto la possano turbare… Ma deve essere forte e combattere insieme a me per trovare il suo assassino.»
«Sto cercando di fare il possibile. Ma non so quanto posso essere d’aiuto…»
«Ne è proprio sicuro che nessuno potesse avercela con lei?»
«Gliel’ho detto ieri…»
«Faccia una sforzo… Ho parlato qualche ora fa’ con il suo ex fidanzato. E sa che impressione mi ha dato? Che di lei non gl’importasse nulla.»
«Direi che è normale… lei e Jeff erano fidanzati da poco e si erano conosciuti nemmeno un mese fa’>
«Questo non giustifica il suo atteggiamento da menefreghista…»
«Lo so, però…»
Ero confusa.
Non sapevo cosa pensare.
Che fosse veramente Jeff il primo indiziato?
«E poi abbiamo trovato questa lettera vicino al suo corpo… Tra poco la scientifica ci porterà i risultati delle impronte…»
Quella lettera…
Mi aveva sconvolto di brutto.
Non potevo fare la finta tonta.
Dovevo raccontargli che l’avevo trovata prima di lui.
«Mi sono permessa di leggerla.»
«Come? Lo sa che così ha inquinato una scena del crimine?»
«Lo so e mi dispiace tanto… Ma non potevo morire dalla curiosità…»
«Signorina Keane…»
«Detective Moses.»
«Mi dica, dottoressa Turner.»
«Ho i risultati delle impronte della lettera. Appartengono a…»
«Karen Keane. Me lo ha appena confessato…»
«Bene. Allora, non ho altro da dirle. Arrivederci, detective.»
«Grazie dottoressa.»
Dopo un momento di smarrimento, mi riconcentrai sull’interrogatorio.
«Lo sai che facendo così ha dato una grande mano all’assassino?»
«Non volevo…» ribattei con tono rammaricato.
«Mi scusi detective, ma ci sono le quattro ragazze che ha fatto chiamare.»
«Grazie Paula. Li faccia entrare.»
Quando mi girai, non credetti ai miei occhi.
Le mie quattro amiche erano state radunate in commissariato.
«Bene, signorina Keane. Il suo interrogatorio è finito.»
Il detective mi “caccio” come se niente fosse.
Sicuramente, non aveva altro da dirmi.
Ma cosa poteva volere dalle mie amiche?
Loro non centravano nulla in questa storia.
O sì?
 
La curiosità attanagliava la mia mente.
“Che cosa avranno detto le mie amiche al detective?... E poi, possibile che non riesca a pensare a chi potrebbe aver fatto fuori la povera Victoria?”
Ci doveva essere un sospettato principale.
Ma chi?
Presi in mano il telefono per cominciare a fare il giro di telefonate alle mie amiche.
Fino a che…
«Melanie!» dissi con tono sorpreso appena aprii la mia porta di casa.
Melanie aveva uno sguardo torvo e sciupato.
Che cosa gli poteva essere successo?
«Tutto apposto?»
«Purtroppo no…»
«Che cosa è accaduto?»
«Ti spiace se entro a dirtelo?»
«Certo vieni.»
Melanie si accomodò sulla sedia del bancone in cucina.
Non l’avevo mai vista in quello stato.
«Dopo che il detective Moses ci ha interrogata una ad una, forse ho capito chi potrebbe aver fatto fuori la povera Victoria…»
«Ma come…»
«Si tratta di Katherine.»
Non credevo alle mie orecchie.
Melanie che accusa una nostra amica.
«Melanie, sai cosa stia dicendo, vero? Stai accusando una nostra amica di omicidio. Hai le prove?»
«Solo supposizioni… Katherine mi ha raccontato che negli ultimi tempi, non andava molto d’accordo con Victoria… Mi ha confessato che litigavano quando erano da sole. Anche per telefono di giorno e di notte.»
«Questo non prova nulla, Melanie.»
«Aspetta. Non ho ancora finito… Il detective Moses mi ha fatto vedere la foto della lettera rinvenuta nella mano di Victoria. E ho notato un particolare interessante: la scrittura di quella lettera, è perfettamente identica agli appunti di storia che Katherine mi ha dato qualche mese fa’.»
Durante tutta la conversazione, rimasi in un profondo stato di catalessi.
«So che può sembrare una cosa banale, ma secondo me dovremmo stare attente e tenerla d’occhio.»
«Katherine non farebbe mai una cosa del genere» risposi con tono fermo.
«Non possiamo saperlo, Karen… Chi ci dice che a Katherine in quel momento non sia impazzita improvvisamente e abbia aggredito la povera Victoria?»
«Ha un alibi di ferro, Melanie. È stata vista tutta la sera appiccicata a quel Goyle.»
«Che cosa te lo fa pensare? Ne sei estremamente certa?»
«Estremamente certa no… Ma abbastanza sicura, sì.»
«Questo non mi fa stare tranquilla lo stesso, Karen… Voglio solo metterti in guardia. Ma mi raccomando… Non raccontare niente di tutto ciò a Katherine, va bene? Altrimenti non so come la prenderebbe.»
«Di sicuro non bene.»
«Di sicuro…»
«Melanie, se accetti un consiglio da me, evita di dire anche alle altre quello che hai detto a me. Le tue accuse, a mio parere, sono infondate.»
«Allora è così… Tu non mi credi? Me lo sarei aspettata dalle altre. Ma non da te… Mi hai profondamente deluso.»
Melanie si alzò di scatto dalla sedia in cucina.
Cercai in tutti i modi di fermarla.
Ma ormai era già troppo lontana.
Non riuscivo a credere alle sue parole.
Melanie mi aveva dato molto da pensare.
Ma se fosse solo un espediente per non venire sospettata da me?
“No… Non farebbe mai una cosa del genere…”
Evitai di pensare a questo.
Ma ormai ero arrivata ad un punto che tutto era possibile.
Tutti, per me, erano dei sospetti.
Dovevo stare molto attenta.
Perché, ero sicura che l’assassino, non si sarebbe fermato qui.
 
I sospetti di Melanie su Katherine mi avevano messo in allerta.
Ma non sulla mia amica “dominatrice”.
Ma sulla “sonnambula” di Melanie.
Non mi era piaciuto il suo comportamento.
Lo trovavo alquanto strano.
Dopo che scappò da casa mia, decisi di andare a casa sua.
Ma non per parlarci direttamente.
Ma per spiarla.
Sapevo di non fare una cosa giusta.
Ma dovevo andare in fondo a questa storia.
Dopo aver suonato al campanello di casa sua, la prima persona ad aprirmi fu sua madre.
«Ciao Karen!> disse visibilmente sorpresa di vedermi.
«Buonasera signora. C’è per caso Melanie?»
«No… Credevo che fosse venuta da te…»
«Infatti… Ma poi è dovuta scappare per un altro impegno e credevo che poi fosse rientrata a casa…»
Non mi piaceva mentire.
Soprattutto a sua madre.
Ma in quell’occasione non potevo cosa dirle.
«E’ molto strano… Non mi ha detto niente a riguardo» rispose sua madre guardandomi con sguardo pensieroso.
«Vabbe’, magari provo a chiamarla dal cellulare.»
«Vuoi che gli lasci detto che sei passata?»
«No, non serve signora. Grazie ancora e buona giornata.»
La mamma di Melanie replicò con un cenno della mano.
Dove poteva essere andata?
Dal fidanzato no, visto che ho scoperto che in questi giorni era fuori città.
Con le mie amiche è molto improbabile, visto che erano impegnate tutte.
Ma dopo essermi riscossa dai miei pensieri, ecco che la vedo rientrare verso casa sua.
Dove poteva essere andata?
La curiosità mi attanagliava.
Dovevo scoprirlo il prima possibile riparlando con lei.
Ma senza essere troppo sospettosa.
   
 
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