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Autore: MonicaX1974    13/11/2017    0 recensioni
[Brant Daugherty]
Kate e Brant prima di Kate e Brant
Prequel di Best friend boyfriend
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kate

Nessun silenzio imbarazzante con Brant.

Non abbiamo smesso di parlare nemmeno un momento durante il tragitto in macchina. Mi ha raccontato di come si stanno evolvendo le dinamiche tra lui e Joseph, e mi fa ridere il fatto che lui continui a chiamarlo Jeff. Non sono sicura che sia perché si dimentichi realmente il nome o se lo faccia di proposito a sbagliarlo, ma alla fine, questa cosa mi diverte.

Abbiamo continuato a parlare anche durante questa cena inaspettata.

Stamattina non avrei mai immaginato di trovarmi in questo locale con Brant a mangiare pollo fritto, e devo ammettere che non mi sentivo così rilassata da diverso tempo. Sono completamente a mio agio anche se siamo seduti troppo vicini, anche se lui si prende delle libertà che non sono proprio normali per due neo colleghi di lavoro, come prendere le patatine direttamente dal mio piatto e mangiarle mentre passa il suo braccio sinistro dietro la mia schiena appoggiandosi al divanetto alle nostre spalle.

Eppure non riesco ad interpretarli come gesti con un secondo fine. Lo guardo negli occhi e riesco a vedere quanto sia anche lui rilassato, quell'azzurro che gli illumina il viso, è incredibilmente brillante e non fa che trasmettermi tranquillità.

«Scusi, può portarci il conto?» Brant ferma un cameriere subito dopo aver ingurgitato l'ultima aletta di pollo piccante che era rimasta nel suo piatto.

Il ragazzo annuisce e si allontana mentre io mi incanto ad osservare il percorso che fanno le sue dita dopo aver posato l'ossicino dell'aletta nel contenitore di carta, fino alla sua bocca. Mi sembra di vedere queste immagini al rallentatore, infila l'indice tra le labbra e lo succhia e mi ritrovo, per un breve attimo, a desiderare di essere al posto del suo dito. Mi sembra di essere diventata incapace di deglutire, e non riesco neanche a distogliere lo sguardo seguendo di nuovo la traiettoria che compie la sua mano fino al tavolo prendendo il tovagliolo e, solo a quel punto, riprendo possesso delle mie facoltà mentali tornando in me stessa.

«Forse non avrei dovuto mangiare anche le tue patatine», mi dice poi mentre riporta il suo braccio sul tavolino appoggiandolo proprio accanto al mio.

Ti avrei fatto mangiare qualsiasi cosa... Da quando conosco Brant, il mio cervello non fa che elaborare pensieri indipendenti dalla mia volontà.

«Perché? Hai mangiato troppo?» Cerco di tenere una parvenza di normalità, anche se il suo banale gesto, ha mandato in confusione il mio corpo.

«Perché te le ho rubate quasi tutte.» Il sorriso che ha in questo momento è assolutamente da baciare... Oddio che mi sta succedendo? «Non è stato molto carino da parte mia.» Appoggia per un brevissimo istante, la sua mano sulla mia, e quando la toglie è come se si portasse via un po' di me. «Andiamo che tra poco inizia il film.» Lo guardo alzarsi e indossare di nuovo la giacca che si era tolto prima di sedersi a tavola, e lo ringrazio mentalmente per questo, perché guardarlo con addosso solo una camicia, ha un effetto non consono ad un rapporto tra colleghi.

«Sì.» Prende il fogliettino che gli ha appena dato il cameriere, e se lo mette in tasca. «Brant, dovremmo fare a metà», gli dico mentre lo seguo fino alla cassa passando tra i tavoli affollati di questo piccolo locale.

«Non se ne parla neanche.» E, non appena finisce di pronunciare quelle parole, tira fuori il portafoglio e paga il conto che comprende anche la mia cena.

«Brant...» Lo richiamo per attirare la sua attenzione. Lui si gira appena mentre aspetta il resto.

«Kate, ti ho invitato io a cena e ho anche mangiato quasi tutte le tue patatine. L'argomento è chiuso.» Parla a bassa voce, ma le sue parole arrivano comunque tutte alla mia pancia, e provo una strana sensazione, che non ho mai provato prima, poi si volta, prende il resto ed insieme usciamo per tornare nella sua auto.

«Allora, grazie», gli dico mentre mi siedo sul sedile passeggero e metto la cintura di sicurezza.

Lui non dice altro, si limita a sorridermi, poi mette in moto dirigendosi verso il cinema.

Durante i dieci minuti di tragitto che ci dividono dalla nostra destinazione, abbiamo continuato a parlare, come se non potessimo farne a meno. Mi ha raccontato un po' del suo amico Zach con il quale divide l'appartamento, e con cui si trova bene. Mi racconta delle loro avventure del venerdì sera, e del fatto che è sempre lui a preparare da mangiare tra i due.

«Tu sai cucinare?», gli chiedo con un tono di voce evidentemente sorpreso.

«Sì... tu no?» Mi lancia un'occhiata veloce ed è chiaro il divertimento nella sua espressione, e ritorna subito a guardare la strada.

«Per cucinare si intende anche preparare un panino grigliato?» Lo guardo anche se lui non può voltarsi dalla mia parte perché sta guidando.

«Direi che il panino grigliato non vale...» Sorride. È bello anche di profilo, illuminato dai fari delle altre auto.

«Allora sì... ma solo se vuoi avvelenare qualcuno. A casa cucina sempre Jason. Di solito cucina un po' più del necessario così, quando fa tardi dal lavoro, ho qualche avanzo da scaldarmi e non muoio di fame.» Se non ci fosse lui a casa, il mio frigo conterrebbe solamente piatti pronti e cibi surgelati di ogni tipo.

«Me lo ricorderò se avrò bisogno di far fuori qualcuno.» Ridiamo ancora insieme mentre sta parcheggiando in una stradina secondaria non molto lontano dal cinema che dovremo raggiungere a piedi in pochi minuti.

Una volta dentro abbiamo dovuto discutere anche su chi avrebbe comprato le caramelle di cui mi era venuta voglia, e alla fine ha vinto lui, come sempre.

È la seconda volta che vengo in questo cinema, la prima volta ci sono stata con Jason e adoro le morbide poltrone di pelle rossa che sono comodissime, ma la mia attenzione, in questo momento, è completamente catturata da Brant che si sta togliendo la giacca per posarla sullo schienale della poltrona, e non posso evitare di guardare come quella camicia gli fasci il torace.

«Secondo te ci saranno molte coppiette?» , mi chiede non appena si siede accanto a me.

Mette il gomito sul bracciolo posizionato in mezzo alle nostre due poltrone, poi appoggia il mento sulla mano e mi guarda da vicino, troppo vicino per non restare incantata dall'azzurro dei suoi occhi.

«Kate? Mi hai sentito?» Mi riprendo dal mio stato di trance e cerco di tornare quasi normale. Quasi.

«Scusa ero sovrappensiero... dicevi?» Non ho assolutamente capito cosa mi abbia appena detto, e sto facendo la figura della completa idiota.

«Non fa niente... sei preoccupata per Jason? Vuoi... vuoi tornare a casa?» Il tono incerto della sua voce, mi fa credere che non voglia che io me ne vada veramente, o forse è solo la mia immaginazione a lasciarmelo credere.

«No, niente di tutto questo...» Prendo il telefono dalla borsa per controllare, ma del mio fidanzato non c'è traccia. «Non mi ha ancora scritto, quindi è ancora in ufficio.» Con una punta di delusione rimetto a posto il cellulare. Delusione che sparisce immediatamente quando Brant, prende a guardarmi con un'espressione del tutto diversa da come mi ha guardata stasera. Riesco a percepirne nettamente la differenza.

«Non sa quello che si perde...» In un attimo tutto scompare.

Non c'è più il cinema che si sta popolando di persone, anch'esse sparite d'un tratto, e non c'è più nemmeno il film che stanno per proiettare. Vedo solo il suo viso, i suoi occhi, che fanno andare in tilt il mio cervello. Non so cosa dire, non so nemmeno più come si fa a respirare e, se non la smette di guardarmi in quel modo, credo che potrei svenire da un momento all'altro.

Per fortuna, mi vengono in soccorso le luci che si abbassano, segno che il film sta per cominciare, e lui si decide finalmente a rivolgere lo sguardo allo schermo dove stanno già scorrendo le prime immagini di quella che credo sia pubblicità, ma non ne sono del tutto sicura perché i miei neuroni hanno preso fuoco, come ogni altra parte di me.

Riesco a voltarmi anch'io verso il maxi schermo, con il cuore che non vuole saperne di rallentare, con le mani leggermente sudate, e il respiro che fatica a tornare regolare. Tutto questo provocato dalle sue poche parole e dall'intensità del suo sguardo. Non mi è mai successo di provare niente del genere e la cosa non mi piace affatto perché non è giusto che io sia così attratta da Brant.

Non è giusto nei confronti di Jason prima di tutto, perché non merita affatto questo comportamento da parte mia. Non è giusto nei miei confronti, perché non sono quel tipo di persona che non ci pensa due volte a mancare di rispetto al proprio compagno. Non è giusto nei confronti di Brant, perché siamo semplicemente colleghi ed io devo mettermelo bene in testa.

Eppure, cenare con lui è stato così normale, così giusto, che ogni parola, ogni gesto è stato del tutto naturale e spontaneo. Sono sicura che anche da parte sua, non ci sia stato assolutamente niente di calcolato o premeditato, e che non abbia mai agito con un secondo fine.

Soprattutto, non devo dimenticarmi che lui è interessato a Megan, ed io sono felicemente fidanzata.

«Tu li hai visti gli altri film prima di questo?» Mi giro e il suo viso è decisamente vicino, la sua voce poco più di un sussurro, ma devo darmi necessariamente una regolata.

«Tu no?» Gli chiedo decisamente sorpresa.

«Mmmmhhh no... mi fai un breve riassunto?» Alzo appena gli occhi al cielo, ma la sua richiesta mi dà la possibilità di allontanare tutti quegli ingarbugliati pensieri di poco fa. Mi concentro sulla trama dei film precedenti e provo a riassumere meglio che riesco, il resto della saga.

Le sue espressioni mi fanno ridere, e guardiamo ben poco le immagini del film che continuano a scorrere sul grande schermo mentre le persone vicino a noi, ci intimano, spesso e volentieri, di fare silenzio e rido quando lui si volta a guardarli con aria minacciosa.

Rido anche quando fa delle smorfie vomitevoli, fingendo in infilarsi le dita in gola, mentre guarda la coppia davanti a noi che non ha fatto altro che baciarsi per tutta la durata del film.

Rido quando mi ruba le caramelle non appena tento di infilarle in bocca prendendole direttamente dalle mie mani.

Rido a film finito, perché lui continua a fare smorfie dietro le persone che camminano verso l'uscita della sala, e un paio di volte è stato sul punto di essere scoperto, ed io ridevo solamente di più.

Rido perché lui è capace di farmi ridere come poche persone ci riescono.

Il film l'abbiamo visto poco e niente, ma ho riso tanto, come non facevo da tempo, e continuo a farlo anche nella sua macchina perché non smette di prendere in giro Edward e la sua "allegria" o Bella che a detta sua è "mono espressiva".

«Ti sei divertita?» Si gira a guardarmi nel momento in cui si ferma ad un semaforo.

«Molto.» Non ho pensato a niente stasera, né a Jason troppo impegnato con il suo lavoro, né a quell'ansia che ancora non mi ha abbandonato da quasi due settimane a questa parte e adesso non mi pesa nemmeno più il fatto di essermi sentita in colpa nei confronti del mio fidanzato. Alla fine, non ho fatto niente di male, sono uscita con un collega di lavoro solo perché lui non c'era, e solo in veste di amici.

«Bene.» Sorride e riprende a guidare per portarmi alla mia auto rimasta nei pressi dell'ufficio.

Devo essermi sentita attratta da Brant perché è innegabilmente bello, ho visto come lo guardano le donne, e forse anche perché mi sento un po' triste senza saperne il vero motivo. Non c'è nient'altro tra me e lui.

Una volta arrivati alla mia macchina, mi dispiace quasi dover scendere e terminare qui la nostra serata, ma Jason mi ha scritto pochi minuti fa, e mi sta già aspettando a casa.

«Grazie per tutto, Brant» , gli dico quando si accosta vicino alla mia auto.

«Non dirlo neanche, era una vita che non mi divertivo così.» Tolgo la cintura di sicurezza, poi appoggio la mano sulla maniglia per aprire la portiera e mi volto un'ultima volta a guardarlo.

«Buonanotte Brant.»

«Buonanotte Kate.»

***

Salgo più silenziosamente possibile le scale del condominio per non disturbare nessuno, arrivo davanti alla mia porta e infilo chiavi per aprire. L'appartamento è buio e silenzioso, forse Jason era stanco ed è già andato a dormire senza aspettarmi. Richiudo la porta alle mie spalle, sfilo le scarpe, ma le lascio vicino alla porta per non dover accendere la luce per portarle a posto, lo farò domani, ed infine tolgo la giacca appoggiandola all'appendiabiti.

«Ciao Kate...» Quasi non salto per aria non appena sento la sua voce. Accende la lampadina vicino al divano e posso vederlo adesso.

È seduto con una gamba appoggiata al tavolino, indossa la sua tuta grigia e la maglietta bianca. Ha il viso stanco, ma il suo sorriso è sempre lì per me.

«Jason... mi hai spaventata, pensavo fossi già a dormire.» Mi avvicino per sedermi accanto a lui che subito mi prende tra le sue braccia.

«Non sarei mai andato a dormire senza sapere se fossi tornata...» Appoggio la testa sul suo petto e lui prende ad accarezzarmi un braccio. «Ti sei divertita?» Il suo tono di voce non è arrabbiato, ma è comunque strano.

«Sarei stata meglio se ci fossi stato tu con me.» Non sto mentendo, penso davvero quello che gli ho appena detto, perché se ci fosse stato lui al posto di Brant, il mio sistema nervoso non sarebbe stato messo così a dura prova e tutte le mie certezze sarebbero ancora lì al loro posto.

«Mi dispiace Kate...» Alzo il viso per guardarlo, e leggo nei suo occhi quello che mi ha appena detto.

«Non fa niente...» Provo a tranquillizzarlo perché non mi piace vederlo così.

«Non è vero che non fa niente. Avrei dovuto essere con te ieri sera, e anche stasera, e invece sono sempre là.» Il suo braccio è ancora intorno alla mia schiena e la sua mano rafforza un po' di più la presa sul mio braccio.

«Jason... davvero non fa niente... so che stai lavorando tanto, e lo stai facendo per noi quindi non pensarci nemmeno capito?» I sensi di colpa nei suoi confronti, mi stanno assalendo tutti insieme. "Non sarei dovuta uscire..."

Ho riso tutta la sera, divertendomi tanto... davvero tanto, mentre lui si trovava in ufficio per finire il progetto che probabilmente gli porterà una promozione, e lo sta facendo per il futuro che abbiamo voluto insieme. Ho pensato a Brant in modi che non sono affatto consoni ad un normale rapporto tra colleghi, ignorando il fatto che fossi fidanzata, e questo non è da me.

«No, Kate, non voglio che tu rinunci a tutto a causa mia.» Si sente in colpa per questi due giorni in cui ha dovuto passare troppe ore al lavoro, eppure non deve. «È solo che... non vedo l'ora di finire quel progetto.» Stava per dire qualcosa, ma si è trattenuto. Non voglio insistere su questo argomento, voglio solo che si senta più sereno.

«Che ne dici se appena hai un week end libero ce ne andiamo da qualche parte?» Gli propongo sperando di vedere il suo sorriso meno tirato. «Non lo so... potremmo andare ad Edimburgo...» È una vita che glielo propongo perché non ci sono mai stata e non vedo l'ora di visitare quella città, ma non siamo riusciti mai ad andarci.

«L'idea non è male...»,  si muove appena facendomi appoggiare la schiena al divano e chinandosi leggermente su di me, «ma... nell'immediato presente, potrei fare qualcos'altro per te?» La sua mano si infila tra i miei capelli mentre i suoi occhi verdi sembrano brillare.

Riesco a tenere lo sguardo fisso nel suo e, finalmente, mi dimentico di aver passato questa serata senza di lui. Il suo pollice accarezza dolcemente la mia guancia mentre porta l'altra mano sulla mia coscia.

«Mi sei mancato Jason...» La mia voce esce quasi in un sussurro.

Mi è mancato davvero.

Mi è mancato fisicamente e mentalmente perché da qualche tempo a questa parte, mi sono concentrata solo sulla sensazione di ansia che provavo, invece che su di lui e, il fatto che abbia lavorato così tanto, non ha fatto che peggiorare il tutto.

«Mi sei mancata anche tu Kate... e non posso prometterti che d'ora in poi lavorerò meno perché mentirei se lo facessi, sai anche tu quanto è importante questo progetto per noi, ma... ti amo Kate... ti amo così tanto che non riesco nemmeno a spiegartelo a parole.»

Leggo amore nei suoi occhi, ma anche passione, dolcezza, e tutti i sensi di colpa per essere stato poco presente in questi giorni.

Mi dico che sono stata una stupida stasera, che non avrei dovuto avere certi pensieri su Brant quando ho davanti ai miei occhi un uomo meraviglioso che farebbe qualsiasi cosa per me, e che ha sempre pensato prima a me che a sé stesso. In questo momento avrebbe benissimo potuto arrabbiarsi per come mi sono comportata, per essere uscita con un perfetto sconosciuto piuttosto che aspettarlo sul divano di casa nostra, e invece lui è pronto a dichiararmi amore eterno un'altra volta.

«Ti amo anch'io Jason...» Non aggiungo altro, non me ne dà comunque il tempo perché mi bacia come non faceva da qualche giorno a questa parte, come se ne andasse della nostra sopravvivenza, ed io mi lascio andare alle sue labbra, alla sua mano che tiene fermamente sulla mia nuca, e all'altra che scorre lentamente sulla mia coscia.

Avevo bisogno di questo bacio, di sentire quanto lui mi desiderasse, di sentire ancora in questo modo le sue labbra sulle mie, in un bisogno disperato l'uno dell'altra. Avevo bisogno di lui per tornare in me stessa e capire cosa è giusto fare.

«Andiamo di là...» Le parole che Jason mi ha appena sussurrato all'orecchio, mandano brividi in ogni parte del mio corpo, e una volta di più, mi rendo conto di quanto mi sia mancato.

«Sì... sistemo le scarpe e ti raggiungo.» Mi lascia un bacio veloce sulle labbra e mi sorride.

Non aggiunge altro, poi si alza e mi prendo un attimo per osservarlo mentre si dirige nella nostra camera da letto. Io lo amo e dovrei mettere un freno ad ogni cosa che non riguardi lui.

Mi alzo anch'io dal divano, raccolgo le scarpe che ho lasciato all'entrata per sistemarle nella scarpiera, poi prendo il telefono che ho lasciato in borsa per spegnerlo e metterlo a caricare, ma resto sorpresa di trovare un messaggio a quest'ora. Incuriosita sblocco il display per sapere chi sia e mi stupisco di leggere il suo nome.

Sei arrivata sana e salva?

Leggere il messaggio di Brant mi ha fatto provare una sensazione che non dovrei affatto provare, eppure non posso evitare al mio cuore di battere più velocemente dopo aver letto quelle parole.

Improvvisamente mi dico che devo dare un taglio netto a tutto questo, perché la confusione che Brant mi fa provare, non mi fa bene e non fa bene al mio rapporto con Jason, quindi spengo il cellulare senza rispondergli perché in questo momento ho bisogno di Jason e di tutte le certezze che solo lui è in grado di darmi.

   
 
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