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Autore: DolceCantoDellaNotte    14/11/2017    3 recensioni
(...)Continuo a dimenticarmi che si suppone io sia terrorizzato.
Ma credo che ormai tutti pensino che io sia diventato pazzo da legare. (...)
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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PROMPT: TEEN WOLF, STEREK, AU post terza.
Frase detta da Stiles: " Continuo a dimenticarmi che si suppone io sia terrorizzato.
Ma credo che ormai tutti pensino che io sia diventato pazzo da legare."


                                                                                            FEARLESS


Era appena scappato sul tetto dell'ospedale.
Quel luogo, era l'unico che gli dava senso di tranquillità.
Da quando il Nogitzune lo aveva posseduto, sentiva quel bisogno costante di aver un posto dove rifugiarsi.
Lontano da tutto e da tutti.
L'aria primaverile lo stava accarezzando,
come una mamma fa col proprio figlio.
La luna, al suo ultimo quarto, sembrava sorridergli.
La solitudine gli teneva compagnia.
I pensieri che correvano nella sua mente come cavalli selvaggi.
Gli occhi puntati all'orizzonte, persi nell'infinito.
Le gambe ciondolavano al di là del cornicione, pesanti sul vuoto.

Si sentiva svuotato, perso per sempre.
La situazione era ormai la stessa da ben due settimane.
Anzi, volendo vedere...Era addirittura peggiorata.
Esattamente a metà della settimana, aveva fatto chiarezza su ciò che realmente provava per un certo lupo di sua conoscenza.
E la cosa era frustrante!
Già era reputato lo sfigato a scuola,
L'umano debole del branco ed ora pure 'Il ragazzo che era stato posseduto'.
Se si contasse anche il fatto che Derek aveva cinque anni in più di lui...be' lo scenario si completava!
Ma sinceramente?
Non gli importava più nulla.
Voleva restare solo.
Doveva restare solo.
Lui ed i suoi pensieri, nulla nel di mezzo.
Già.
Nulla.

Stiles era così perso nei suoi pensieri che, non si era accorto di una presenza fattasi sempre più vicina.
Non colse nessun movimento.
Fatta eccezione di quando, una mano grande e forte, gli afferrò la spalla.
Il castano sobbalzò, preso alla sprovvista e spaventandosi per quel tocco inaspettato.
Un odore di pino e muschio, lo fece ridestare.
"Che ci fai qui?" Chiese sospirando, rilassandosi un poco.
"Potrei farti la stessa domanda, Stiles!" Rispose atono il moro.
Un altro sospiro, uscì dalle labbra dell'umano.
"Derek, te l'ho detto già una volta, quando me ne vado DA SOLO, vuol dire che voglio RIMANERE da solo!" Sbottò lui.
Ancora non capiva perché quel Alpha fosse così insistente nel seguirlo; sopratutto se si allontanava da solo.
"Sei preoccupato e triste, il tuo odore è troppo forte ed acre per ignorarlo!" Spiegò tranquillo, cercando il volto del ragazzo "Cosa ti rende così?" concluse.
Stiles stette in silenzio per qualche minuto, dopo la quale si decise a parlare:
"Tutto questo.
É frustrante!
È come se fossi il costante anello debole.
Il pezzo che si perde facilmente.
Quello che può essere raggirato.
L' ostaggio pronto ad essere usato.
La preda da mangiare.
Io non ho poteri di premonizione.
Non ho forza né superpoteri.
Non ho sensi lupini né zanne."
Disse alzandosi sul cornicione e fissando dall'alto Derek.
La sua voce un mix tra stress e rabbia.
"Non ho istinti forti come Malia,
Non sono intelligente come Lydia,
Non sono un combattente com'era Allison,
Non sono un leader come Scott,
E men che meno sono forte e coraggioso come te!" Sputò fuori con più forza del dovuto.
Derek lo fissò allibito.
Non si sarebbe mai aspettato una reazione così forte.
"Non ce nulla che non vada nell'essere ciò che sei, perché è così duro da capire od apprezzare per te?" Chiese al ragazzino davanti a lui.
Lo sguardo preoccupato.
Una risata amara riecheggiò fra loro.
Stiles saltò giù dal cornicione e si avvicinò di poco al lupo.
"É duro perché essere umano significa essere vulnerabile.
Ci sono cose qua fuori che MANGIANO gli esseri umani.
Ci sono mostri che li UCCIDONO.
Quante volte, in battaglia gli umani ne sono usciti illesi?
Eh? Quante?
Io vorrei evitare di preoccuparmi ogni volta di cosa potrebbe accadermi.
Di cosa potrei rischiare.
Di cosa potrei farmi.
Di come potrei morire.
Vorrei essere utile, almeno quel tanto che basta per non essere un peso per il vostro branco.
Almeno per non dover essere sottoposto a babysitteraggio da parte di uno o più di voi.
Vorrei essere in grado di potermi difendere da solo e non solamente chiamando aiuto o aspettando i rinforzi.
Perché così mi sento impotente ed è odioso!
Perché so, ne sono più che cosciente di essere un facile bersaglio.
L'ho capito quando tutto è iniziato ed ho scelto di aiutare il mio migliore amico con questa sua nuova natura.
L'ho capito con il Kadima che seminava terrore;
L'ho capito con Deucalion e con il Darach;
Sopratutto, me lo ha confermato il caro Nogitzune!" Esplose il ragazzo.
Lo sguardo dritto davanti a lui.
Gli occhi fattisi scuri.
Duri.

"Andiamo, lo sai che non è cosi:
Non sei e non sarai mai un peso per Scott e gli altri!
Saranno sempre disposti ad aiutarti o a proteggerti!
Ma...dovresti essere più cauto,
Proprio come hai detto tu ci sono cose là fuori che uccidono!
Cose...Esseri di cui bisognerebbe aver paura!" Rispose di colpo Derek, senza pensarci.
Puntando poi il dito verso la cittadina in lontananza, per enfatizzare il tutto.
Il viso di Stiles si contrasse in una smorfia, diventando subito dopo una maschera impassibile, marmorea.
"Ahahah...Buffo!
Continuo a dimenticarmi che si suppone io sia terrorizzato.
Ma credo che ormai tutti pensino che io sia diventato pazzo da legare.
Andiamo, sono così perduto ed incurabile che nemmeno ad Heikenhouse sono disposti a tenermi!"
Concluse l'umano, dando le spalle all'alpha.

Sapeva che il lupo avrebbe captato il suo stress, la sua devastazione e agonia...ma un conto era il sospetto di averle percepite;
Tutt'altro argomento era dargliene conferma per via di lacrime traditrici che erano iniziate a sgorgare, beffarde, lungo le sue guance.
D'un tratto, due braccia forti lo avvolsero in un abbraccio caldo e forte.
L'odore di Pino e Muschio lo circondò, lasciandogli immediatamente uno stato di rilassamento e tranquillità.
Non era la prima volta che succedeva ma...era la prima volta che era cosciente del perché.
O almeno...in parte ci sperava.
Aveva letto che tra Mates, il saper riconoscere l'odore del compagno o della compagna era uno dei primi segnali del legame.
Un altro segnale era la capacità di tranquillizzare e/o far sentire a casa la propria metà tramite la propria presenza ed odore.
Ultimo ma non meno importante, il compagno/La compagna, se li si aveva vicini, davano un senso di protezione o di appartenenza.
Per gli Alpha, l'istinto di proteggere, vegliare e tener al sicuro il proprio partner aumentava.
Per gli "omega", invece, l'istinto che prevaleva era quello di calmare, infondere coraggio e mantenere il proprio Alpha "sveglio", ovvero cosciente di avere sia una parte lupina sia umana; erano la loro Ancora.
Perso in quei pensieri, inconsciamente Stiles si rilassò un po' di più;
Accoccolandosi contro l'uomo dietro di sé.
"Meglio?" Chiese Derek debolmente, avvicinandosi con il viso.
Stiles fece un profondo respiro ed annuì.
Un sorriso genuino nacque sulle labbra dell'alpha: "Mi fa piacere" rispose stringendo il ragazzo ancora di più contro di sé.
Il cuore di Stiles perse un battito.
Una forte emozione gli attanagliò la bocca dello stomaco.
Un leggero timore di essere allontanato e, peggio, rifiutato.
Un dubbio gli iniziò a martellare in testa:
Che anche Derek si fosse accorto di quei piccoli indizi?
Che anche lui ne capisse il significato?
E se davvero erano Mates...come l'avrebbe presa l'alpha?
"Stiles??" Lo riscosse con un sospiro al limite fra il frustrato ed il preoccupato.
"S-si?" Rispose titubante.
Si stava avvicinando pian piano il momento della verità, lo sapeva, ma era paralizzato dalla paura.
"Vedo che te ne sei accorto anche tu..." proseguì tranquillo;
"A-accorto di che cosa, specificatamente?" Chiese timoroso, staccandosi dal lupo e voltandosi a fronteggiarlo.
"Stiles, stai realmente fingendo di non esserti accorto che siamo Mates?" Chiese scettico alzando un sopracciglio per enfatizzare, incrociando le braccia sul petto.
Il silenzio li avvolse per un tempo che parve infinito.
L'ansia di Stiles aumentava sempre di più.
"No... No, mi sono accorto.
Mi spiace Derek..." rispose dopo un attimo di esitazione.
L'uomo in questione, lo stava fissando con occhi indefiniti.
Persi.
"Stiles...dovremmo..." iniziò con cautela il moro.
"No, lo so!
É proprio per questo che non ho fatto nulla.
Sei libero, lo sei sempre stato.
Non sarò io a metterti in gabbia.
...so di certo che..." continuò atono Il ragazzo.

Doveva concludere quel discorso il prima possibile, cosicché avrebbe lasciato velocemente quel posto.
Voleva solo scappare, rifugiarsi da qualche parte distante da Bacon Hills, lasciar sfogare quel pianto che stava trattenendo a stento.
Muto e con lo sguardo fisso a terra, si mise a camminare verso le scale.
Inconsciamente sperava in una reazione da parte dell'altro ma al contempo era anche la cosa che temeva di più.
Improvvisamente, una presa salda sul suo polso lo fece bloccare sul posto, eppure non si girò subito; aveva la netta sensazione di saper fin troppo bene cosa avrebbe trovato su quel viso dannatamente perfetto:
Ira, disdegno, repulsione, delusione e chissà cos'altro.
Senza rendersene conto, iniziò a tremare; gli occhi ancora più serrati, il viso rivolto verso terra.
"Stiles, per favore...girati!" Esclamò Derek  con una calma disarmante.
Non era propriamente un ordine, ma il ragazzo lo eseguì in qualsiasi caso.
"Non so di cosa tu stia parlando, ma quello che cercavo di dirti poco prima era che dovremmo vedere dove tutto questo porterà.
Io me ne sono reso conto quando eri ancora posseduto, e di certo non avrei rischiato di mettere in pericolo entrambi.
Non rischierei mai di mettere in pericolo te!
Quindi, ho aspettato.
Ma a quanto pare ho solo peggiorato la situazione.
Non sono il massimo in queste cose, a dire il vero non sono il massimo in nessun tipo di relazione sociale" spiegò il lupo, ridacchiando divertito sull'ultima frase.
Si ricompose quasi subito, ma allacciando il suo sguardo a quello color castagna del ragazzo davanti a lui.
"Credevo  che...insomma, non ha senso!" Tentò di ribattere Stiles, in vano.
"Cos'è che non avrebbe senso?" Chiese curioso il lupo.
"Questo...cioè non proprio Questo, questo.
Intendo, ok...siamo Mates, ma cosa ti fa rimanere?
Andiamo, sei Derek Hale puoi avere chiunque tu voglia: potresti avere qualcuno mille volte migliore e più forte di me.
Perché vorresti restare al fianco di uno che a mala pena sa badare a se stesso?
Perché vorresti avere me, quando c'è un infinità di gente che può darti molto più di quello che ti potrei dare io?
Perché staresti  con uno che è più piccolo di te?
Al di là della biologia e di qualche regola sovrannaturale...perché io?
Non ho nulla da offrire, il demone ha inaridito il mio essere, la mia mente è un caos senza pari...sono rotto, spezzato e morto dentro...quindi spiegami, perché non lo comprendo, cosa potresti trovare tu, in uno come me?"  Concluse con un suono strozzato l'umano.
Gli occhi lucidi di Stiles finalmente, si legarono con quelli color acquamarina del Alpha difronte a lui.
Quest'ultimo aveva addolcito lo sguardo e si era fatto più vicini, il suo sguardo che non lasciava mai quello del compagno.
"Perché anche se non fossimo già compagni predestinati, ti sceglierei come tale.
Sei simpatico, acuto, sai reggere certe situazioni di stress e pericolo meglio di tutti noi;
I tuoi ragionamenti ed il tuo intuito ci hanno sempre portato a battere sul tempo il nemico di turno, salvando delle vite e/o fermando un pericolo incombente.
Hai una forza interiore che neanche t'immagini, basta che prendi come esempio la tua lotta contro il Nogitzune.
Un demone millenario, imbattuto e poi, con la tua logica e fermezza hai guidato un intero branco fuori dal tranello.
Non è cosa da poco!
Oltre al fatto che mi hai accettato, nonostante tutto.
E, se tutto questo non bastasse:
Ho un'enorme stima in te,
Credo ed ho fiducia a tal punto che metterei la mia vita nelle tue mani.
Inoltre, ogni volta che sei vicino mi rassicuri.
Inconsciamente, certo...ma è importante per me.
Mi sento costantemente completo quando ci sei, ogni volta che i nostri sguardi si incrociano è come ritornare a casa.
Sei diventato la mia ancora.
Non m'importa se tu non ti reputi all'altezza o abbastanza, perché non ci sarà giorno in cui mi stancherò di ripeterti quanto tu sia essenziale per me."
 
  
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