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Autore: DolceCantoDellaNotte    15/11/2017    0 recensioni
John pensava che non sarebbe più riuscito a sorridere, ma conoscere Mary era stato provvidenziale e i suoi incubi erano improvvisamente cessati.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PROMPT: Sherlock BBC, John/Mary, "John pensava che non sarebbe più riuscito a sorridere, ma conoscere Mary era stato provvidenziale e i suoi incubi erano improvvisamente cessati."
CONTEST: Event di fine Settembre
GRUPPO: We Are Out of Prompt, Facebook
 

MEETING


Era iniziato tutto in modo semplice e naturale.
Nulla di trascendentale.
Si erano incontrati in un Bar, una notte piovosa di metà aprile.
Lei era lì per svagarsi,
Lui era lì per distrarsi e cercare di raccogliere i pezzi che si erano rotti con la morte del suo migliore amico.
Iniziò con un 'ciao' sussurrato e da li, parlarono tutta la sera.

La scena si ripeté svariate volte:
Si trovavano al solito bar,
Ogni venerdì sera,
Chiacchieravano del più e del meno,
Ogni tanto ridevano e si scambiavano battute.
Poi, quando giungeva l'orario di salutarsi, si abbracciavano ed ognuno tornava a casa propria.
Continuò la stessa routine fino a quando, una sera calda d'estate, qualcosa mutò.

Erano mesi che John era solo e sentiva il bisogno di non esserlo più.
Era un istinto primordiale.
Avrebbe voluto lasciarsi andare, anche solo per una notte.
Giunto il momento dei saluti, il dottore si fece coraggio e, prendendole la mano chiese: "per favore, non andartene"  disse dolcemente e timoroso di un rifiuto.
Mary lo guardò per qualche secondo, un'espressione impassibile ed indecifrabile che, però, mutò  radicalmente in poco tempo, lasciando spazio ad un sorriso genuino e luminoso.

Quella notte, vide due anime avvicinarsi in un modo universale.
Vide due cuori accorciare le distanze presenti fra loro.
John e Mary dormirono abbracciati.
Nulla di più complicato.
Nulla di più puro.
Per John fu come ritornare a respirare.
Dopo mesi e mesi di apnea straziante.
Si risvegliò il giorno dopo di soprassalto.
La paura di essere solo o peggio, di esserselo solo immaginato che balenava nella sua mente; mostrandogli i suoi peggiori scenari.
Il suo terrore e sconforto erano palpabili nell'aria.

Aveva già iniziato a sudare freddo ed a tremare quando, una mano calda e delicata lo richiamò alla realtà.
Watson si voltò di scatto, trovando due occhi azzurri vispi e curiosi che lo scrutavano con dolcezza.
Una consapevolezza arrivò come aria fresca in un giorno caldo.
Mary era li.
Non se n'era andata.
Non lo aveva abbandonato.
Ma anzi, lo stava fissando incuriosita e...affascinata.

"Ehi..." fece lui colpito da un senso di tenerezza improvviso.
"Ciao..." disse lei, sorridendogli.
Si persero l'uno nello sguardo dell'altro.
Passò un tempo indefinito...fino a quando, la voce di lei non lo ridestò da quello stato di trance momentanea.
"C'é qualcosa che ti preoccupa?" Chiese lei incerta.
"Io..." iniziò lui, ma si bloccò di colpo.
Voleva essere sincero ma, la paura di essere giudicato era forte ed opprimente.
"Se non vuoi parlarne, va bene.
Non cruciarti.
Sappi solo che, se lo vorrai e se ne sentirai il bisogno, ti ascolterò volentieri." Disse lei scostando la sua mano dalla spalla di lui.

Un freddo improvviso colpì il dottore che, parlò di colpo: "no...non..
Perdonami Mary, ma ho passato un periodo parecchio difficile che si sta propagando tuttora.
Un mio amico...il mio migliore amico è morto suicida..io...io l'ho visto buttarsi giù da..." prese un profondo respiro nello stesso istante che calde lacrime iniziarono a rigargli il volto.
"Sono stato solo tutto la vita...ho avuto sempre una cerchia ristretta di amici che, col tempo ho perso di vista.
Avevo trovato Sherlock...ma, anche lui se né andato.
Per sempre.
Sembra che tutti quelli che ritengo importanti, prima o poi finiscono per scomparire o andarsene o peggio, morire.

Ho costante timore che...scusami!
Non dovrei parlare così...di questo con te...

Tu sei stata carinissima ed ho passato veramente meravigliosi momenti con te, ma so che prima o poi..." continuò lui imperterrito, per essere azzittito in un attimo dalla voce calda ma determinata di Mary: "John, ero e sono sincera quando ti dico che voglio conoscerti.
So che non ci frequentiamo da molto ma so per certo che sei una persona dall'animo dolce e sensibile.
Si vede che sei uno con principi sani e altruisti.
Ed io sarei onorata di starti accanto, fino a quando lo vorrai.
Se hai bisogno, chiamami ed io ci sarò." Disse lei sorridendogli e con le mani, gli asciugò le guance teneramente.
Le parole morirono nella gola del Dottore.
Non sapeva cosa dire, così agì d'istinto.
Abbracciò Mary e la strinse a sé.
Forte.
"Grazie" sussurrò con tutto se stesso.

Da quel giorno, il loro rapporto migliorò e si saldò ancora più di prima.
Divennero una coppia a tutti gli effetti, tre mesi dopo.
John non poteva chiedere di meglio.
Non poteva essere più felice di così.
Pensava che non sarebbe più riuscito a sorridere ma, conoscere Mary era stato provvidenziale e i suoi incubi erano improvvisamente cessati.

Non sapeva bene se tutto questo sarebbe stato per sempre, ma di una cosa ne era certo: Mary era quella giusta e, se lo sentiva, lo sarebbe stata per molto...molto tempo.

  
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