Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.41
Nelle fauci dello spettro
“È
vero che possiedi il potere reale?” chiese il re dei saiyan.
“Si”
rispose secco Vegeta.
Re
Vegeta serrò i pugni e abbassò il capo, fu scosso
da leggeri tremiti e
il mantello vermiglio gli ondeggiò sulle spalle.
“Mi
dispiace” ammise.
Vegeta
lo fissò sgranando gli occhi, piegò di lato il
capo e inarcò un
sopracciglio.
“Jr.,
è colpa mia. Non è un potere, è una
maledizione” gemette il sovrano.
<
Per una volta mi trovo d’accordo con lui >
pensò Vegeta.
“Non
chiamarmi Jr.. Ed inoltre sono io che gli ho permesso di manifestarsi
attraverso di me. È un potere che nasce dal cuore, non
dall’ira, a cui una
volta ho aperto le porte per proteggere le persone che amavo,
condannandomi”
ribatté.
“La
prima volta si manifestò a causa mia, tu eri ancora in
fasce. Sei nato
con un alto potenziale combattivo, ma non c’era verso di
fartelo esprimere. Lo
reprimevi così tanto che un giorno sei arrivato alla potenza
due. M’infuriai
così tanto che diedi la colpa a tua madre, le urlai contro,
devo esserti
apparso come un folle. Hai cominciato a piangere sempre più
forte, il potere si
è manifestato con il simbolo reale sulla tua fronte, hai
raggiunto un livello
pari a mille e hai iniziato a levitare.
Lord
Freezer ha assistito a tutto e si è ossessionato con
te” gemette il re
e la voce gli uscì spezzata.
<
Non pensavo fosse così divorato dai sensi di colpa >
pensò Vegeta.
“Quello
che è stato è stato. Nemmeno io sono un santo. Ho
fatto
innumerevoli errori. La vita mi ha insegnato che si può
sempre cambiare.
Io
non sono qui e nemmeno Tarble, ma John sì. Diventa un padre
migliore
almeno per lui” disse. Raggiunse il genitore, si mise sulle
punte degli
stivaletti candidi e gli appoggiò una mano sulla spalla.
<
Diamine, ho preso l’altezza di mia madre, sembra sempre
enorme >
rifletté.
“C-ci
proverò” rispose il re. Fece un sorriso, simile a
un ghigno storto.
<
Dei polpi, è spaventoso! Ecco perché solitamente
non lo fa > pensò
Vegeta.
“So
che è difficile farlo in pubblico per via
dell’orgoglio, ma cerca di
farti chiamare papà in privato”
borbottò.
****
“Avevo
detto che ad affrontare Odion ci andavamo solo io e
Kakaroth!”
sbraitò Vegeta.
“Gli
altri potranno anche ascoltarti, ma io sono tua madre. Non devo
obbedirti quando ordini qualcosa” disse gelida Sarah.
Goku
nascose la bocca con la mano e ridacchiò.
Vegeta
lo fissò con gli occhi socchiusi.
“Sai
essere odioso, babbeo” gli bisbigliò.
“Perciò
andremo noi cinque e non voglio sentire storie” disse Re
Vegeta,
indicano se stesso, la moglie, Bardack e i due saiyan.
“Beh,
io vi ho avvertito, quel maledetto avrà qualche scherzetto
in serbo
per noi” borbottò Vegeta.
“Il
grande spettro è stato avvistato lì
dentro” disse Bardack, indicò
una montagna dalla forma di un viso trasfigurato dall’ira,
l’entrata era tra le
fauci di pietra.
“Dobbiamo
entrare nella sua bocca?” gemette Goku.
Il
gruppetto spiccò il volo e vi atterrò davanti.
“Kakaroth,
credevo avessi paura solo delle siringhe” disse Vegeta con
voce
atona.
“È
così, solo che ho un presentimento”
borbottò Goku, sfiorando con una
mano la nuda pietra.
“Tsk, muovetevi”
ordinò Re
Vegeta, entrando. La sua voce risuonò con l’eco e
il sovrano deglutì
rumorosamente, un rivolo di suore gli scivolò lungo la
guancia.
<
Vuole nascondere il suo terrore > pensò Bardack,
andandogli dietro.