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Autore: Giulss_    16/11/2017    2 recensioni
"Camilla, in quel momento, si trovava di fronte al tabellone dei voli in partenza, controllando l’orario di quello diretto a Napoli."
Semplicemente il finale della settima stagione, con qualche dettaglio in più.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PERFECT MOMENTS.



Camilla, in quel momento, si trovava di fronte al tabellone dei voli in partenza, controllando l’orario di quello diretto a Napoli. Stando al tabellone mancava poco meno di un’ora, quindi le possibilità erano due: o Gaetano era già in aeroporto, oppure sarebbe arrivato da un momento all’altro.

Sospirando, si voltò e fece qualche passo, cercando di capire cosa avrebbe dovuto dirgli se l’avesse visto, ma non fece in tempo: si era allontanata abbastanza perché lui non la vedesse, ma lei lo aveva visto benissimo arrivare. 

L’istinto iniziale fu quello di restare lì, immobile, quasi senza respirare; istinto che lei vinse, così, con un grande respiro, si avvicinò a lui. Un sorriso scalfì l’ansia che il suo volto tradiva, per una frazione di secondo: non era ancora tutto perduto. Poi di nuovo un respiro profondo, la bocca aperta a cercare delle parole che mancavano completamente.

Rimase ad osservarlo da dietro, mentre faceva ciò che lei aveva fatto poco prima, con lo stesso peso sullo stomaco di qualcosa che si perde, con la stessa rabbia che ormai aveva lasciato posto solo ad una grande tristezza, e forse con la stessa speranza. 

 

Lei non lo poteva vedere, ma un sorriso illuminò il viso di lui. La speranza era la stessa, sicuramente. Il giorno prima, quando aveva parlato con Livia ed aveva saputo della coincidenza degli orari dei loro voli, le aveva chiesto, perlomeno, di dirlo alla madre. Sarebbe stata lei, poi, a decidere di cercarlo o meno. 

Si voltò, sapendo che l’avrebbe trovata lì dietro, perché il cuore non mente. Forse era il suo profumo, a cui, dopo tanti anni, era talmente avvezzo da riuscire a scovarlo ovunque, soprattutto quando gli mancava da morire; forse era l’istinto del poliziotto, che gli diceva che c’era qualcuno dietro di lui, interessato a lui; o forse chi lo sa, forse solo una vana speranza, che tanto vana, per fortuna, non era.

Si guardarono. I loro occhi si scontrarono ed erano lo specchio gli uni degli altri.

“Mi piacerebbe venire a Napoli” esordì Camilla, “ma non ho il biglietto.”

“L’ho fatto io per te” rispose; occhi felici, un sorriso sul volto, la leggerezza nel cuore.

Camilla sbarrò gli occhi, sorpresa. “Ma come facevi a sapere che-“, si bloccò: non lo sapeva bene nemmeno lei quello che stava facendo. Gli aveva appena detto che sarebbe partita con lui, senza preavviso, lasciando tutto pur di non lasciare lui.

Ma non serviva che continuasse la frase. “Perché ti amo” fu la risposta di Gaetano.

Il sorriso di lui contagiò anche Camilla. Quanto era bello sentirselo dire di nuovo, sapere che era ancora così, che anche se tutto era cambiato o stava cambiando quello non sarebbe mai cambiato, perché nonostante tutto lui l’amava.

Stanco della distanza che da troppo tempo li divideva, Gaetano si avvicinò a lei e l’abbracciò, perdendosi di nuovo a contatto con il suo corpo, sentendone di nuovo il profumo, con i ricci di lei che gli sfioravano il viso. La strinse a sé più che poté, e sentì lei ricambiare e abbandonarsi in quella stretta. Rimasero abbracciati a lungo, dimentichi del resto, stringendosi come si stringe qualcosa o qualcuno che si è ritrovato e che mai, mai più si vorrebbe perdere.

Gaetano le lasciò un bacio sul collo, e a quel contatto Camilla ebbe un fremito. (Quanto le era mancato il calore delle labbra di Gaetano sul suo corpo!) Dopodiché si scostò leggermente per guardarla in volto. Non fece nemmeno in tempo a prendere l’iniziativa che si ritrovo le labbra di lei contro le sue, alla disperata ricerca di un contatto che colmasse l’assenza dell’ultimo periodo.

Fu un bacio al contrario: era partito famelico, irruente, passionale, per poi finire delicato, dolce, misurato. La passione è come il fuoco - si spegne, e se si è fortunati lascia spazio all’amore.

“Starei qui, così, tutto il giorno, però dovremmo muoverci” disse Camilla, staccandosi a fatica dalle labbra di Gaetano e sciogliendo l’abbraccio.

 

 

 

“Livia è partita, allora” disse Gaetano, seduto accanto a lei sull’aereo, prendendole la mano.

Camilla rispose di sì, che era partita poco prima che lui arrivasse. Poi portò le loro mani unite alla bocca e baciò quella di lui. “E questa volta credo proprio che non tornerà così facilmente, almeno non alla prima difficoltà”, aggiunse, contenta.

“Penso anch’io. Alla fine sono anche troppo bravi a gestire tutto a quell’età… si fa fatica anche da grandi.”

“Si fa sempre fatica, se qualcosa ne vale la pena.”

Gaetano annuì, serio, guardandola negli occhi. Lei ne valeva decisamente la pena.

“Infatti tu mi hai fatto tribolare per dodici anni” rispose poi, ridendo.

Camilla gli tirò una gomitata sul braccio. “Ma sentilo! Qui se c’è qualcuno che ha fatto tribolare l’altro di sicuro non sono io” rispose, fintamente offesa.

“Ah sì? Perché io non mi ricordo tentativi disperati di corteggiamento da parte tua.”

“Rifiutare quei corteggiamenti insistenti era già abbastanza impegnativo.”

“Gnè gnè gnè, ora non fingere che ti dispiacessero” disse, con una smorfia di scherno sul viso.

“E chi finge! Guarda che mica era facile dirti di no, eh!” disse, ridendo.

“Però amavi Renzo.”

“Però amavo Renzo” rispose Camilla, contenta di non scorgere nello sguardo di Gaetano alcun segno di gelosia. 

“A proposito, l’hai avvisato?” Chiese Gaetano, trattenendo a stento una risata al pensiero che Renzo fosse rimasto a Torino, all’oscuro di tutto.

“A dire il vero no” rispose Camilla, stringendosi nelle spalle. “Però appena arriviamo lo chiamo, anche perché gli ho affidato Potty.”

“Speriamo non si arrabbi.”

“Speriamo che Potty non si arrabbi!”

Gaetano scoppiò a ridere. “Ma infatti io intendevo Potty”

“Aah, e io che per un momento ho pensato che ti stessi preoccupando per Renzo.”

“Mi spiace deluderti ma ti sbagliavi.”

Camilla alzò un sopracciglio, scettica. “Ah certo, come no.”

Gaetano si mise nuovamente a ridere e lei fece altrettanto.

 

 


Arrivati a Napoli, si diressero in albergo: Gaetano non aveva ancora trovato un appartamento.

Camilla, mentre lui sistemava le sue cose, uscì sulla terrazza. Prese in mano il telefono e chiamò Renzo, a Torino.

Il telefono fece un paio di squilli a vuoto, dopodiché Renzo rispose.

“Camilla, tutto bene?” chiese.

“Sì… sì, tutto bene, Ren-”

“Sicura? A quest’ora saresti già dovuta essere a casa e pensavo ti fosse successo qualcosa.”

La voce preoccupata dell’ex marito la fece quasi sentire in colpa per essere partita così, ma poi guardò Gaetano dalla portafinestra aperta mentre vagava per la stanza sistemando gli abiti, felice, e si rese conto di aver fatto poche scelte così giuste. E poi, almeno per il momento, era via solo temporaneamente.

“Eh, appunto” disse, prendendosi un attimo di tempo. “In aeroporto, Livia mi ha detto che questa mattina partiva anche Gaetano… e sono partita con lui.”

“… Tu cosa?”

“Lo so, Renzo, ma era la cosa giusta da fare. Mi spiace solo averti lasciato Potty a cui badare, mi rendo conto che sei impegnato, ma si tratta solo di un paio di giorni…”

Renzo, dall’altro capo del telefono, sbuffò. Non sapeva nemmeno cosa risponderle. Di sicuro, non era felice che fosse partita con Gaetano - visti i più recenti sviluppi, aveva sperato di avere una possibilità e, invece, di nuovo, questa era svanita. Però sapeva che contraddirla non era l’opzione migliore, quindi optò per un: “Vabbè, ormai è fatta. E tranquilla, a Potty ci penso io, non è un problema.”

“Sicuro?” chiese lei, anche se sapeva benissimo che di certo il problema non era badare al cane.

“Certo.”

Di sicuro Renzo Ferrero non vincerebbe mai un Oscar per la recitazione.

“Grazie mille! Guarda, ora vado perché ci sono un po’ di cose da sistemare, ci sentiamo per quando torno” rispose Camilla, volendo sbrigarsela in fretta.

“Ciao, Camilla.”

“Ciao” lo salutò lei, chiudendo la chiamata.

Aspettando Gaetano, rimase ad osservare il panorama: il Vesuvio e il mare. Fuoco e acqua.

Aveva il cuore leggero e si sentiva finalmente in pace con se stessa, come da un po’ non le accadeva. Quando aveva saputo dalla Luciana che Gaetano sarebbe partito per Napoli le era crollato il mondo addosso. Era triste, delusa, arrabbiata con se stessa e con lui. Erano stati due stupidi, troppo orgogliosi e troppo testardi, talmente spaventati dall’idea di perdere l’altro che avevano finito col non parlare, col tenersi dentro i problemi, fino ad arrivare al punto di esplodere. 

E, col senno di poi, Gaetano aveva fatto bene ad accettare il trasferimento: era la spinta che le serviva a compiere quel passo, quello definitivo, e mettere Gaetano davanti al resto.

“Che bello!” esclamò, sentendo i passi di lui dietro di sé.

“Mai quanto te” rispose Gaetano, abbracciandola da dietro, e baciandole il collo.

Camilla si scostò in modo da riuscire a stampargli un bacio sulla guancia.

Gaetano la fece voltare e si perse nel castano dei suoi occhi. Percorse con lo sguardo ogni tratto del suo viso, avidamente, le scostò un riccio ribelle che le cadeva giusto davanti agli occhi e le sfiorò le labbra con quello stesso dito. Poi la baciò. Erano piccoli baci, svelti, giocosi, le mani accarezzavano il volto ed il corpo dell’altro, per poi perdersi tra i capelli. Sorridevano.

Si staccarono e appoggiarono la fronte l’uno a quella dell’altra, guardandosi e sorridendo, la mano di Camilla sulla guancia di Gaetano, le mani di lui le cingevano la vita. 

“Ti amo” disse Camilla, guardandosi e perdendosi nell’azzurro dei suoi occhi.

Il sorriso di Gaetano, se possibile, si fece ancora più ampio e gli occhi ancora più azzurri. “Ti amo anche io, tanto” rispose, lasciandole un altro bacio sulle labbra.

 

Erano attimi perfetti.

 



E vabbè, eccomi qua.
Quando ricomiciai a scrivere, un paio di anni fa, fu perché il finale di PAP mi aveva fatto parecchio schifo; a distanza di due anni, invece, mi ritrovo con un finale bello e felice (!!!). Nonostante questo, però, ho comunque voluto metterci del mio. Così, giusto perché secondo me mancava qualcosa (e non mi riferisco solo a quel "Ti amo" di Camilla che, giuro, quando lo sentirò davvero probabilmente mi strapperò i capelli dalla felicità e dall'esasperazione).
Detto questo, niente, spero che vi sia piaciuta e ci vediamo alla prossima.
Giulia. 

  
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