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Autore: Wings_of_Mercurio    16/11/2017    0 recensioni
Stan sta tentando di rimettersi insieme dopo la rottura con Wendy.
Craig di combattere la sua solitudine.
Tweek di ricostruire la sua vita.
[Staig] [Creek] [Stendy]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Craig, Kyle Broflovski, Stan Marsh, Tweek, Wendy Testaburger
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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4. 23:34


Tweek osservò i suoi compagni di classe, cercando di trovare su di loro i segni della serata precedente.
Il giorno prima, con suo grande sollievo, Jimmy l'aveva invitato a casa sua. Era stato più difficile del previsto tornare a scuola; l'amicizia che aveva coi ragazzi si stava ricostruendo a fatica, e Kyle e gli altri sembravano prenderla con cautela. Non gli avevano ancora chiesto una volta di uscire o unirsi a loro, ma erano solo i primi giorni, quindi Tweek era fiducioso. 
Jimmy era stato così gentile da invitarlo a stare da lui per studiare insieme e poi giocare con qualche videogame.
"S-sai" gli aveva detto "ca-capisco come ti-ti senti. N-nessuno vuole mai invitare i raga-gazzi con pro-problemi" e poi gli aveva detto di aver sentito che quella sera gli altri sarebbero andati al locale.
Non seppe cosa di quelle dichiarazioni lo avesse fatto stare più male, se il fatto che agli occhi degli altri lui doveva sembrare solo un ragazzo con dei problemi o il fatto che Kyle, Stan e Kenny non avessero proprio preso in considerazione di invitarlo al club.
Prima che fosse costretto ad andarsene, andava spesso con loro lì, e non avevano mai fatto a meno di invitarlo. Era un attimo, e potevi passare dal fare parte di un gruppo affiatato a ritrovarti relegato al margine senza possibilità di cambiare le cose. Si chiese se gli altri adesso lo vedessero in maniera diversa.
Chi voleva prendere in giro? Per forza, lo vedevano in maniera diversa, e forse magari avevano anche paura di lui. 
Si comportavano come se dovessero contenere una bomba, come quando Wendy era intervenuta il giorno prima contro Craig per lui. A dirla tutta, nessuno glielo aveva chiesto, ed era parecchio seccante che una ragazza cercasse di difenderlo. Non che dubitasse delle buone motivazioni di lei, solo che Craig poteva gestirlo da solo.
Lanciò un'occhiata timida al ragazzo vicino a sé, che guardava annoiato verso la cattedra. Quanto sapevano lui, Clyde e Token di quello che era successo solo un anno e mezzo prima? Glielo avevano raccontato? O peggio, il resto della scuola era venuto a saperlo lo stesso? 
Si disse che era improbabile che sapessero, dato che erano gli unici a trattarlo, seppur male, ma almeno senza inutili e frustranti riguardi. Sarebbe stato decisamente più semplice, costruire una nuova amicizia con loro, invece che riprendere quella coi suoi vecchi amici, se solo ne fossero stati minimamente interessati.
Continuò a fissare Craig di sottecchi, con la speranza di intravedere di nuovo il suo apparecchio, fra le labbra sottili ma tornite.  
Arrossì. Non aveva intenzione di concentrarsi sulle sue labbra; solo che, dal giorno prima, nella sua mente non faceva altro che ripresentarsi l'immagine di Craig che si piegava verso di lui per minacciarlo, col dettaglio delle sue labbra che si aprivano sui  denti ricoperti di quell'aggiunta metallica, e si ritrovava a pensare ogni volta che fosse carino. L'apparecchio, intendeva; gli donava un sacco, lo rendeva ... tenero. Arrossì ancora più violentemente. Certo, questa volta il tenero era riferito a Craig.
Si concesse di osservare meglio il ragazzo, scandagliarne il profilo appuntito, le ciglia nere intorno ai suoi occhi blu scuro, i capelli neri che, ribelli, sfuggivano al cappello, e poi di nuovo le sue labbra.
Iniziò a sentirsi stranamente teso ad ogni movimento di lui. Per tutta la mattina gli lanciò occhiatine furtive. Solo una volta riuscì a scorgere il bagliore metallico fra i suoi denti: Craig stava ghignando per qualcosa che aveva letto sul suo telefono, e il cuore di Tweek iniziò a battere come impazzito.
<< Schizzato >>
<< Gah! >> Tweek saltò letteralmente dalla sedia, colto in flagrante nell'atto di spiare il suo compagno di banco.  
Era stato Clyde a parlare, dietro di lui.
<< C-COSA VUOI? >> chiese indispettito, mentre cercava di calmare il suo cuore che aveva accelerato all'inverosimile.
Clyde lo guardò sospettoso << Cosa stavi facendo? >> 
<< Mi stava fissando >> lo informò, senza smettere di guardare il suo smartphone, Craig.
<< NON! Non è vero! >> negò.
<< Sì, invece. Smettila di farlo perché mi fai sentire a disagio >>
Clyde lo afferrò per il colletto della camicia, e se lo portò verso di sé << EH? Ma sei malato? Hai sentito Craig? Non dargli fastidio! >>
<< Gah!!! >> squittì Tweek << La-lasciami! >>
<< Rimettilo giù, Clyde >> ordinò Craig come se in realtà non gli interessasse. 
<< Cosa? >> chiese Clyde, credendo di aver capito male.
Craig alzò per la prima volta lo sguardo sul suo amico << Ho detto di lasciare stare Tweek. Non toccarlo >> terminò, con il tono freddo che lo contraddistingueva. 
<< Come vuoi >> bofonchiò il ragazzo dai capelli castani, mollando la presa sul biondo.
Tweek sospirò, appena fu rimesso giù.
<< Comunque levati di torno, devo parlare con Craig >> chiese Clyde.
Tweek gli lanciò un'occhiataccia, poi si alzò raccogliendo i suoi quaderni, e andò via. 


Token stava organizzando un'altra festa per il fine settimana. Era questo che Clyde era venuto a riferirgli, tutto eccitato per discutere con lui i dettagli.
Ne avevano continuato a parlare anche quando era cominciato l'intervallo. Clyde lo aveva accompagnato dietro la scuola dove Craig si dirigeva sempre per fumare in pace. Solitamente lì c'era sempre anche Cristophe, ma oggi no. Doveva aver saltato la scuola.
<< Perché mi hai detto di lasciare stare Tweek? >> chiese, improvvisamente, il quarterback.
Craig non lo sapeva. Sapeva solo che Stan glielo aveva chiesto, e lui si era sforzato tutto il giorno di non dare il tormento al suo compagno di banco. 
Si diceva che era solo perché Marsh gli aveva offerto da bere; era come se avessero fatto un patto, e lui era tutto tranne che una persona che non mantiene la parola. Tuttavia, gli era chiaro che questa fosse solo una giustificazione, perché la realtà era che Stan glielo aveva chiesto e Craig lo stava facendo per lui.
<< Perché è il mio compagno di banco >> rispose, semplicemente.
Clyde non parve convinto << E quando mai questo ha contato? >>
Craig prese un tiro profondo dalla sigaretta che portava fra le dita.
<< Lui mi sta simpatico. Sigaretta? >> tentò di cambiare argomento.
<< No, grazie >> rispose desolato Clyde << Devo andare da Bebe >>
Craig annuì, e lo guardò allontanarsi, ma presto un'altra figura attirò la sua attenzione.
Stan Marsh stava venendo verso di lui, con un'espressione contrita in volto.
<< Ehi, come va? >> aveva esordito, affiancandolo. 
<< Quindi adesso siamo amici, Marsh? >> chiese; tuttavia allungò il pacchetto di sigarette verso di lui. Aveva questa paura fottuta di allontanarlo, che lui decidesse di non rivolgergli più la parola. E questo lo faceva sentire come se stesse perdendo il controllo delle sue emozioni.
Stan si servì, poi si chinò verso la fiamma dell'accendino che Craig aveva fatto scattare per lui. Prese una boccata di fumo e lentamente lo rilasciò. Non fumava sempre; solo di tanto in tanto.
<< Visto che hai introdotto l'argomento, noi, cosa siamo? >> chiese il ragazzo, leggermente a disagio.
<< Intendi nella società, o biologicamente? >> cercò di dissimulare. Non voleva affrontare l'argomento. Non gli piaceva l'idea che Stan potesse tirarsi indietro, adesso.
<< Lo sai >>
<< No? >> chiese con un la voce un po' troppo intrisa di scherno.
<< Io ti piaccio? >> aveva chiesto Stan, senza rivolgergli lo sguardo. Magari era rosso, ma Craig non si sentiva abbastanza coraggioso da guardarlo per accertarsene.
<< E se anche fosse? >> rispose, con il tono della presa in giro.
Stan schioccò la lingua in frustrazione << Perché non sai dare delle risposte normali? >> 
Craig fece un piccolo sorriso ironico.
<< Senti, sta diventando tutto strano. Lo sai vero, che voglio tornare con Wendy? >>
<< Quindi? >> domandò, la noia che sovveniva. Non voleva sentir parlare di quella. Quella. Nessun epiteto era abbastanza dispregiativo per lui nella sua mente.
<< Quindi era per dire che, non so perché fai quello che fai; se lo fai perché vuoi qualcosa in più, dovremmo smettere >> 
Craig sentì una stilettata nel petto. Cosa si aspettava?
<< Non mi interessano quelli che sono i tuoi progetti di vita, Marsh. Io faccio quello che faccio perché mi va di farlo >>
<< Quindi non ti interessa? >> chiese l'altro, quasi illuminandosi.
Craig lo osservò, stranito. Scosse le spalle << Sei tu che lo stai facendo diventare strano >>
Restarono per un po' ad osservarsi.
<< Allora... >> riprese Stan << ...oggi vuoi venire a casa mia? >>
Craig inizialmente rimase stupito. Stan stava portando la loro non-relazione ad un livello successivo. Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso << Se prometti di non ammorbarmi con la storia della tua vita... >>
Stan rise, poi ricambiò il suo sorriso, gongolando.






Ghetto dell'autrice: Salve! Taccio da troppi capitoli, ormai, ma finalmente ho il tempo per qualche nota! Spero che la storia vi stia piacendo, mi farebbe piacere conoscere l'opinioni di lettori/lettrici, soprattutto perché inizio a pensare che su questo fandom siano rimasti solo fantasmi! 
A parte questo, in questo capitolo iniziano a venire fuori i sentimenti di Tweek, e Stan e Craig sembrano aver fatto un accordo. Mi sa che qualcuno resterà scottato, qui. Vedremo!
Al prossimo capitolo !
<3
  
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