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Autore: JEANPAGET    16/11/2017    1 recensioni
Inauguro ufficialmente la raccolta dei miei scleri per la nuova stagione
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ispirato dalla 6x03 e 6x05. Avete notato che Felicity per ben due volte parlando con William fa riferimento a Oliver come il suo papa’ (non padre, papa’) e solo una volta come Oliver e semplicemente perche’ William lo ha chiamato cosi’?

Yeah, i mean, If’s it cool with your dad, it’s cool with me

Where’s your dad? In his room  

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Senti bussare alla porta del loft. Era tardi, cioe’ presto per i suoi soliti orari al covo. Ma quella sera sembrava che le cose fossero tranquille. Come non era lei. Non aveva piu’ avuto notizie di Oliver. Sapeva che non l’avrebbe contattata, che non si doveva aspettare chiamate o messaggi. Ma quel lungo silenzio cominciava a pesarle. Sapeva che lui era in grado di cavarsela, ma non poteva fare a meno di essere preoccupata. Da quando erano tornati insieme era come se avesse recuperato una parte di lei che credeva perduta per sempre. Era tornata se’ stessa ma era diversa dalla Felicity di 3 anni prima, quando erano scappati via insieme da Star City.  Non aveva mai smesso di amarlo, anzi adesso le sembrava di amarlo ancora di piu’ se fosse stato possibile. Adesso erano pronti, come aveva detto lui. Entrambi piu’ maturi, piu’ completi. Piu’ temprati da quel che avevano passato, divisi e insieme. E a lui non avrebbe mai rinunciato di nuovo. O forse si, ma solo nel caso la sua vita fosse dipesa da questo.

Come l’aveva sostenuta durante la vicenda di Cayden James, di Alena , come l’avesse guidata in quel labirinto sul campo. La voce nelle orecchie stavolta era stata la sua. Aveva saputo tirarsi indietro e rimanere con lei. Forte, comprensivo, premuroso. L’aveva confortata, dato sicurezza. Come lei aveva fatto tante volte con lui. Il tormento era scomparso dai suoi occhi. Era sereno, sorridente. Bellissimo. Era l’uomo che lei aveva sempre saputo che era, quando anche lui stesso non lo sapeva, oppresso dal suo passato, dai suoi demoni interiori.  Era l’uomo che amava.

Si ritrovo’ a fissare quel muro dove si erano baciati. Quei baci che davano dipendenza. Il divano dove si erano ricongiunti. Un senso di calore la pervase.

Alla porta continuavano a bussare. Lei si alzo’ dalla poltrona rivestita di rosso nella quale era sprofondata con il tablet alla prese con il budget della nuova societa’ che stava mettendo in piedi assieme a Curtis. Helix Dynamics. Al momento per niente dinamica.

Apri la porta e si ritrovo’ davanti il ragazzino

“William! Tu.. tu che ci fai qui?” sorpresa. Non si aspettava di trovarselo davanti, non immaginava che sapesse dove lei abitava.

“Oliver.. Oliver non e’ ancora tornato.” La preoccupazione negli occhi di William

“Non ti devi preoccupare, tuo papa’ sa quello che fa”

“L’ho sentito al telefono due giorni fa, diceva che stava tornando. E poi piu’ niente.”

Dunque lo aveva chiamato. Buon segno da una parte. E mossa decisamente pericolosa dall’altra. Ma non poteva incolpare quel bambino preoccupato di mancanza di precauzioni.

“Vieni, entra.”

William entro’, guardandosi intorno. Noto’ il disordine nel loft.

“Devo dire a Raisa di passare da te uno di questi giorni?”

Colpita e affondata. Decisamente figlio di suo padre.

“No.. no, grazie! Domani metto a posto.” E comincio’ a togliere le carte delle merendine sparse sul divano

“Non sei proprio una donna di casa, vero?”

“Raisa sa che sei qui?” Felicity decise di non farsi mettere all’angolo dal figlio di Oliver e attacco’ a sua volta

“Si, si lo sa”  tono meno sicuro

“Uhm?” Lei lo guardo’ in quella sua maniera, quella di quando beccava Oliver in fallo

“No, sono scappato via.” Confesso’ riluttante.

Tale padre tale figlio.

“Non ce la facevo piu’ a stare fermo nella mia camera con il ibro di algebra in mano.”

“Sempre le equazioni, vero? Vuoi che facciamo un po’ di ripasso?”

“M’importa assai delle equazioni adesso!”

“Ok, fammi chiamare Raisa per tranquilizzarla e poi parliamo un po’.”

William sedette sul divano mentre Felicity telefonava alla domestica di Oliver

“Si Raisa, e’ qui con me adesso, non si preoccupi. Si, penso rimarra’ con me per la notte. OK, si certo, senz’altro. Buonanotte Raisa. Buonanotte, ciao ciao!”

“Uuh.. capisco perche’ te ne sei scappato via. Raisa e’ certamente una brava persona ma oddio quante raccomandazioni fa. Assomiglia a mia madre. No, aspetta non ci assomiglia per niente. A mamma e’ sempre interessata all’ultimo modello di Donna Karan che a raccomandare a me di non fare tardi. Questioni di priorita’. La priorita’ e’ sempre una cosa relativa. Dove eravamo rimasti? “ il tutto mentre si sedeva sul divano accanto a lui

William la guardava, un allegro sorriso sulle labbra. Per un attimo con la sua parlantina aveva dimenticato la sua preoccupazione

“Allora e’ vero quel che dice Oliver”

“E cosa dice?”

“Che parli a raffica quando sei nervosa, che  spari le prime cose che ti passano per la testa senza pensarci troppo. E che sei allegra e divertente. Che riesci sempre a tirarlo su e a rendere le cose piu’ facili”

“Tuo papa’ ti ha detto questo?”

Il ragazzino annui”, ripiombando nella sua aria seria. Quando faceva cosi’ aveva la stessa espressione tesa di Oliver. A Felicity si strinse il cuore. Lei che era cresciuta senza un genitore sapeva perfettamente cosa stesse pensando.

“E cos’altro ti ha raccontato Oliver su di me?” non era molto corretto far pressione su William pero’ voleva anche farlo parlare. E oltre alla matematica avevano in comune solo Oliver. Per ora, almeno

“Parecchie cose. ora che ci penso. Quando veniva a trovarmi a Central City e non sapevo che fosse mio padre diceva a me e a…” si interruppe, improvvisamente triste

“A tua madre” Fece Felicity guardinga, era un tasto ancora molto doloroso quello

“Si, a mamma” – la voce gli si spezzo’ nel pronunciare quel nome – “che aveva una persona nella sua vita e che era importante. La migliore persona che avesse mai incontrato.”

Lei si inteneri’. Anche se poi dal fatto che non le avesse detto nulla era successo tutto quello che l’aveva portata a lasciarlo. 

“A me diceva che eri un mago con i computer e che se il mio gameboy si fosse rotto non ci sarebbero stati problemi.”

Oliver che la faceva passare per un ripara videogiochi, questa gliel’avrebbe fatta pagare.

“E che sei importante per lui perche’ sei speciale. Diversa. C’e’ qualcosa in te che non ha mai visto in nessuna altra.”

“Questo ti diceva a Central City”

“No questo me l’ha detto prima di partire per aiutare il figlio del suo amico.”

“Ah.”

“E mi ha anche detto un’altra cosa. Che avrei dovuto occuparmi io di te se per caso faceva tardi a tornare.”

Lei. Protetta da un ragazzino? Ma poi riusci’ ad afferrare quello che intendeva Oliver. E senti’ rimescolarsi qualcosa nel cuore. Lui aveva detto a William di occuparsi di lei per dare a lei il modo di occuparsi di lui, di proteggerlo. Nell’affidare lei a lui,  Oliver in realta’ le aveva affidato suo figlio. quel ragazzino che era entrato nella sua vita, nella loro vite sconvolgendole. E che li aveva prima divisi, e poi fatti tornare insieme.

“Come lo chiami tu Oliver?”

“Come scusa?”

“Si, ti ho sentito chiamarlo per nome o dire che e’ mio padre. Ma tu come lo chiami? Amore? Tesoro?”

“William!” era imbarazzata

“Dai, mi sono accorto da subito che c’e’ qualcosa tra di voi. Ho 12 anni, non sono un bambino, so come vanno certe cose.”

“Davvero? Hai anche la ragazza?”

“No, io non avro’ mai una ragazza!”

Si, ne avrai a migliaia quando sarai adolescente, se la mela non cade lontano dall’albero. - penso ‘ Felicity -

Gia’ aveva il fascino imbronciato di suo padre, carta di sicuro successo con le donne.

“Allora?” Insistente, non mollava l’osso. Davvero un Queen, fin nel midollo

“Solo Oliver. Non amo molto le smancerie, come te suppongo.”

“Come vi siete conosciuti?”

Lei sorrise al ricordo “Lavoravo al reparto IT alla Queen Consolidated, l’azienda di tuo nonno. Me lo sono trovato davanti nel mio ufficetto con un computer danneggiato in mano” omise il dettaglio che il computer era pieno di fori di proiettile e che lui le aveva raccontato po’ di bugie con quella sua faccia da schiaffi e il suo devastante sorriso

“Ci credo, non e’ molto abile con i computer” commento’ William

Se tu sapessi William, penso’ lei. Se tu sapessi davvero cosa riesce a fare.

Ci fu un breve silenzio. “Vuoi andare a dormire? Sarai stanco.”

“Felicity, pensi che Oliver tornera’ davvero a casa?” Chiese lui

La voce del ragazzino conteneva un leggero tremolio. Lo guardo’ in viso, cercava di farsi forza ma si vedeva che aveva paura. Paura di perdere l’unico genitore che gli era rimasto. Un genitore con il quale stava ancora stabilendo un rapporto. Un uomo che non aveva ancora chiamato papa’, ma solo Oliver. Di cui doveva imparare ancora a fidarsi del tutto. Non sarebbe stata lei a incrinare questa nascente fiducia. Lei che pure aveva dubitato di lui. Ma che non aveva mai perso del tutto la fiducia in lui.

“Oliver ha parecchi difetti. E credo che tu li conosca. Ma non ha mai mancato alla parola data. O se lo ha fatto purtroppo non e’ stata colpa sua. Ha sempre fatto di tutto per rispettare quel che promette. Anche a costo di scelte molto dolorose, mi devi credere. Non ha avuto degli anni facili nella sua vita. Ha detto che fara’ tutto quanto in suo potere per non lasciarti solo al mondo. E io credo fermamente che lo fara’. Come credo che lo vedremo entrare presto da quella porta.”

William annui’ pensoso.

“Andiamo a dormire adesso?”

Finirono per addormentarsi sul divano. Lui si era accoccolato accanto a lei, come a volersi ancorare al suo corpo, rassicurato dal suo calore.

E la cosa non le diede fastidio, anzi. Anche lei si era addormentata poco dopo, con il tablet in mano, dopo alcuni tentativi di far quadrare i conti iniziali della nuova azienda. Prima di addormentarsi aveva ricoperto William con la copertina verde che teneva sul divano.

Furono risvegliati tutti e due dalla porta che si apriva verso le 4 del mattino. William fu piu’ veloce di lei e si alzo, correndo verso la persona che entrava

“Oliver!!”

Corse ad abbracciarlo stretto. Lei vide le braccia di Oliver serrarsi attorno al corpo magro del ragazzino, un abbraccio forte e pieno d’affetto. Vide anche luccicare qualcosa negli occhi di Oliver mentre gli scompigliava i capelli con la mano con tenerezza di padre.

Felicity si alzo’, felice di vederlo tornare tutto intero. Tento’ di darsi un contegno. Ma poi corse anche lei a rifugiarsi nel braccio destro, braccio che lui aveva teso verso di lei.

“Sei tornato… Amore” gli sussurro’ dandogli un brevissimo intenso bacio

Lui la guardo’, felice ma interrogativo. Felicity non usava mai quel tipo di nomignoli con lui

“Chiedi a tuo figlio” sospiro’ Felicity stringendosi a lui.

Lui la bacio’ sui capelli e strinse lei e il figlio fra le braccia. La sua donna. Suo figlio. La sua famiglia. Era tornato a casa.

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Al volo:  6x04 bellissima (il muro alla fine, ragazze, un muro finalmente! awwnnn) – 6x05 un Olicity / William moment abbastanza carino. E poi lei ha usato la chiave che le ha dato Oliver per entrare nell’appartamento dei suoi due uomini! 

Avete visto la foto della tomba? E lui vestito da nazista nel teaser? Chissa’ cos’altro avranno gli autori nel cilindro... una cosa e’ sicura, ci faranno morire fino a fine novembre 

Buona Arrow Night SIS!

   
 
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