Ispirato dalla 6x03 e 6x05. Avete
notato che Felicity per
ben due volte parlando con William fa riferimento a Oliver come il suo
papa’
(non padre, papa’) e solo una volta come Oliver e
semplicemente perche’ William
lo ha chiamato cosi’?
Yeah,
i
mean, If’s it cool with your dad, it’s cool with me
Where’s
your dad? In his room
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Senti bussare alla porta del loft.
Era tardi, cioe’ presto
per i suoi soliti orari al covo. Ma quella sera sembrava che le cose
fossero
tranquille. Come non era lei. Non aveva piu’ avuto notizie di
Oliver. Sapeva
che non l’avrebbe contattata, che non si doveva aspettare
chiamate o messaggi.
Ma quel lungo silenzio cominciava a pesarle. Sapeva che lui era in
grado di
cavarsela, ma non poteva fare a meno di essere preoccupata. Da quando
erano
tornati insieme era come se avesse recuperato una parte di lei che
credeva
perduta per sempre. Era tornata se’ stessa ma era diversa
dalla Felicity di 3
anni prima, quando erano scappati via insieme da Star City. Non aveva mai smesso di
amarlo, anzi adesso le
sembrava di amarlo ancora di piu’ se fosse stato possibile.
Adesso erano pronti,
come aveva detto lui. Entrambi piu’ maturi, piu’
completi. Piu’ temprati da
quel che avevano passato, divisi e insieme. E a lui non avrebbe mai
rinunciato
di nuovo. O forse si, ma solo nel caso la sua vita fosse dipesa da
questo.
Come l’aveva sostenuta
durante la vicenda di Cayden James,
di Alena , come l’avesse guidata in quel labirinto sul campo.
La voce nelle
orecchie stavolta era stata la sua. Aveva saputo tirarsi indietro e
rimanere
con lei. Forte, comprensivo, premuroso. L’aveva confortata,
dato sicurezza.
Come lei aveva fatto tante volte con lui. Il tormento era scomparso dai
suoi
occhi. Era sereno, sorridente. Bellissimo. Era l’uomo che lei
aveva sempre
saputo che era, quando anche lui stesso non lo sapeva, oppresso dal suo
passato, dai suoi demoni interiori.
Era
l’uomo che amava.
Si ritrovo’ a fissare quel
muro dove si erano baciati. Quei
baci che davano dipendenza. Il divano dove si erano ricongiunti. Un
senso di
calore la pervase.
Alla porta continuavano a bussare.
Lei si alzo’ dalla
poltrona rivestita di rosso nella quale era sprofondata con il tablet
alla
prese con il budget della nuova societa’ che stava mettendo
in piedi assieme a
Curtis. Helix Dynamics. Al momento per niente dinamica.
Apri la porta e si ritrovo’
davanti il ragazzino
“William! Tu.. tu che ci
fai qui?” sorpresa. Non si
aspettava di trovarselo davanti, non immaginava che sapesse dove lei
abitava.
“Oliver.. Oliver non
e’ ancora tornato.” La preoccupazione
negli occhi di William
“Non ti devi preoccupare,
tuo papa’ sa quello che fa”
“L’ho sentito al
telefono due giorni fa, diceva che stava
tornando. E poi piu’ niente.”
Dunque lo aveva chiamato. Buon segno
da una parte. E mossa
decisamente pericolosa dall’altra. Ma non poteva incolpare
quel bambino
preoccupato di mancanza di precauzioni.
“Vieni, entra.”
William entro’, guardandosi
intorno. Noto’ il disordine nel
loft.
“Devo dire a Raisa di
passare da te uno di questi giorni?”
Colpita e affondata. Decisamente
figlio di suo padre.
“No.. no, grazie! Domani
metto a posto.” E comincio’ a
togliere le carte delle merendine sparse sul divano
“Non sei proprio una donna
di casa, vero?”
“Raisa sa che sei
qui?” Felicity decise di non farsi mettere
all’angolo dal figlio di Oliver e attacco’ a sua
volta
“Si, si lo sa” tono
meno sicuro
“Uhm?” Lei lo
guardo’ in quella sua maniera, quella di
quando beccava Oliver in fallo
“No, sono scappato
via.” Confesso’ riluttante.
Tale padre tale figlio.
“Non ce la facevo
piu’ a stare fermo nella mia camera con il
ibro di algebra in mano.”
“Sempre le equazioni, vero?
Vuoi che facciamo un po’ di
ripasso?”
“M’importa assai
delle equazioni adesso!”
“Ok, fammi chiamare Raisa
per tranquilizzarla e poi parliamo
un po’.”
William sedette sul divano mentre
Felicity telefonava alla
domestica di Oliver
“Si Raisa, e’ qui
con me adesso, non si preoccupi. Si, penso
rimarra’ con me per la notte. OK, si certo,
senz’altro. Buonanotte Raisa.
Buonanotte, ciao ciao!”
“Uuh.. capisco
perche’ te ne sei scappato via. Raisa e’
certamente una brava persona ma oddio quante raccomandazioni fa.
Assomiglia a
mia madre. No, aspetta non ci assomiglia per niente. A mamma
e’ sempre
interessata all’ultimo modello di Donna Karan che a
raccomandare a me di non
fare tardi. Questioni di priorita’. La priorita’
e’ sempre una cosa relativa.
Dove eravamo rimasti? “ il tutto mentre si sedeva sul divano
accanto a lui
William la guardava, un allegro
sorriso sulle labbra. Per un
attimo con la sua parlantina aveva dimenticato la sua preoccupazione
“Allora e’ vero
quel che dice Oliver”
“E cosa dice?”
“Che parli a raffica quando
sei nervosa, che spari
le prime cose che ti passano per la
testa senza pensarci troppo. E che sei allegra e divertente. Che riesci
sempre
a tirarlo su e a rendere le cose piu’ facili”
“Tuo papa’ ti ha
detto questo?”
Il ragazzino annui”,
ripiombando nella sua aria seria.
Quando faceva cosi’ aveva la stessa espressione tesa di
Oliver. A Felicity si
strinse il cuore. Lei che era cresciuta senza un genitore sapeva
perfettamente
cosa stesse pensando.
“E cos’altro ti
ha raccontato Oliver su di me?” non era
molto corretto far pressione su William pero’ voleva anche
farlo parlare. E
oltre alla matematica avevano in comune solo Oliver. Per ora, almeno
“Parecchie cose. ora che ci
penso. Quando veniva a trovarmi
a Central City e non sapevo che fosse mio padre diceva a me e
a…” si
interruppe, improvvisamente triste
“A tua madre”
Fece Felicity guardinga, era un tasto ancora
molto doloroso quello
“Si, a mamma”
– la voce gli si spezzo’ nel pronunciare quel
nome – “che aveva una persona nella sua vita e che
era importante. La migliore
persona che avesse mai incontrato.”
Lei si inteneri’. Anche se
poi dal fatto che non le avesse
detto nulla era successo tutto quello che l’aveva portata a
lasciarlo.
“A me diceva che eri un
mago con i computer e che se il mio
gameboy si fosse rotto non ci sarebbero stati problemi.”
Oliver che la faceva passare per un
ripara videogiochi,
questa gliel’avrebbe fatta pagare.
“E che sei importante per
lui perche’ sei speciale. Diversa.
C’e’ qualcosa in te che non ha mai visto in nessuna
altra.”
“Questo ti diceva a Central
City”
“No questo me
l’ha detto prima di partire per aiutare il
figlio del suo amico.”
“Ah.”
“E mi ha anche detto
un’altra cosa. Che avrei dovuto
occuparmi io di te se per caso faceva tardi a tornare.”
Lei. Protetta da un ragazzino? Ma poi
riusci’ ad afferrare
quello che intendeva Oliver. E senti’ rimescolarsi qualcosa
nel cuore. Lui
aveva detto a William di occuparsi di lei per dare a lei il modo di
occuparsi
di lui, di proteggerlo. Nell’affidare lei a lui, Oliver in
realta’ le aveva affidato suo
figlio. quel ragazzino che era entrato nella sua vita, nella loro vite
sconvolgendole.
E che li aveva prima divisi, e poi fatti tornare insieme.
“Come lo chiami tu
Oliver?”
“Come scusa?”
“Si, ti ho sentito
chiamarlo per nome o dire che e’ mio
padre. Ma tu come lo chiami? Amore? Tesoro?”
“William!” era
imbarazzata
“Dai, mi sono accorto da
subito che c’e’ qualcosa tra di
voi. Ho 12 anni, non sono un bambino, so come vanno certe
cose.”
“Davvero? Hai anche la
ragazza?”
“No, io non avro’
mai una ragazza!”
Si, ne avrai a migliaia quando sarai
adolescente, se la mela
non cade lontano dall’albero. - penso ‘ Felicity -
Gia’ aveva il fascino
imbronciato di suo padre, carta di
sicuro successo con le donne.
“Allora?”
Insistente, non mollava l’osso. Davvero un Queen,
fin nel midollo
“Solo Oliver. Non amo molto
le smancerie, come te suppongo.”
“Come vi siete
conosciuti?”
Lei sorrise al ricordo
“Lavoravo al reparto IT alla Queen
Consolidated, l’azienda di tuo nonno. Me lo sono trovato
davanti nel mio
ufficetto con un computer danneggiato in mano” omise il
dettaglio che il
computer era pieno di fori di proiettile e che lui le aveva raccontato
po’ di
bugie con quella sua faccia da schiaffi e il suo devastante sorriso
“Ci credo, non e’
molto abile con i computer” commento’
William
Se tu sapessi William,
penso’ lei. Se tu sapessi davvero
cosa riesce a fare.
Ci fu un breve silenzio.
“Vuoi andare a dormire? Sarai
stanco.”
“Felicity, pensi che Oliver
tornera’ davvero a casa?” Chiese
lui
La voce del ragazzino conteneva un
leggero tremolio. Lo
guardo’ in viso, cercava di farsi forza ma si vedeva che
aveva paura. Paura di
perdere l’unico genitore che gli era rimasto. Un genitore con
il quale stava
ancora stabilendo un rapporto. Un uomo che non aveva ancora chiamato
papa’, ma
solo Oliver. Di cui doveva imparare ancora a fidarsi del tutto. Non
sarebbe
stata lei a incrinare questa nascente fiducia. Lei che pure aveva
dubitato di
lui. Ma che non aveva mai perso del tutto la fiducia in lui.
“Oliver ha parecchi
difetti. E credo che tu li conosca. Ma
non ha mai mancato alla parola data. O se lo ha fatto purtroppo non
e’ stata
colpa sua. Ha sempre fatto di tutto per rispettare quel che promette.
Anche a
costo di scelte molto dolorose, mi devi credere. Non ha avuto degli
anni facili
nella sua vita. Ha detto che fara’ tutto quanto in suo potere
per non lasciarti
solo al mondo. E io credo fermamente che lo fara’. Come credo
che lo vedremo entrare
presto da quella porta.”
William annui’ pensoso.
“Andiamo a dormire
adesso?”
Finirono per addormentarsi sul
divano. Lui si era
accoccolato accanto a lei, come a volersi ancorare al suo corpo,
rassicurato
dal suo calore.
E la cosa non le diede fastidio,
anzi. Anche lei si era
addormentata poco dopo, con il tablet in mano, dopo alcuni tentativi di
far
quadrare i conti iniziali della nuova azienda. Prima di addormentarsi
aveva
ricoperto William con la copertina verde che teneva sul divano.
Furono risvegliati tutti e due dalla
porta che si apriva
verso le 4 del mattino. William fu piu’ veloce di lei e si
alzo, correndo verso
la persona che entrava
“Oliver!!”
Corse ad abbracciarlo stretto. Lei
vide le braccia di Oliver
serrarsi attorno al corpo magro del ragazzino, un abbraccio forte e
pieno
d’affetto. Vide anche luccicare qualcosa negli occhi di
Oliver mentre gli scompigliava
i capelli con la mano con tenerezza di padre.
Felicity si alzo’, felice
di vederlo tornare tutto intero.
Tento’ di darsi un contegno. Ma poi corse anche lei a
rifugiarsi nel braccio
destro, braccio che lui aveva teso verso di lei.
“Sei tornato…
Amore” gli sussurro’ dandogli un brevissimo
intenso bacio
Lui la guardo’, felice ma
interrogativo. Felicity non usava
mai quel tipo di nomignoli con lui
“Chiedi a tuo
figlio” sospiro’ Felicity stringendosi a lui.
Lui la bacio’ sui capelli e
strinse lei e il figlio fra le
braccia. La sua donna. Suo figlio. La sua famiglia. Era tornato a casa.
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Al volo:
6x04
bellissima (il muro alla fine, ragazze, un muro finalmente! awwnnn)
– 6x05 un
Olicity / William moment abbastanza carino. E poi lei ha usato la
chiave che le
ha dato Oliver per entrare nell’appartamento dei suoi due
uomini!
Avete visto la foto della tomba? E
lui vestito da nazista
nel teaser? Chissa’ cos’altro avranno gli autori
nel cilindro... una cosa e’
sicura, ci faranno morire fino a fine novembre
Buona Arrow Night SIS!