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Autore: kioccolat    17/11/2017    0 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Lacrime
 
Degel annuì interessato. Guardò Kardia, seduto davanti a lui con un misto di curiosità a compassione.
“Interessante. Davvero interessante.”
“Sono finito in ospedale, ho ricevuto una dichiarazione d’amore cui non ho potuto dar risposta, insultato Hydra davanti a suo padre e… L’unica cosa che mi dici è…interessante?”
“Si, sono sviluppi interessanti.”
Kardia si alzò di scatto dalla sedia, irritato. Non sopportava più quel maledetto psichiatra che si ritrovava come amico. Che cosa era interessante!? Sperava di sentire in lui delle parole di conforto e non una presa in giro.
“Calmati Kardia, non ho finito. Ti spiegherò il mio punto di vista.”
Kardia quasi gli ringhiò contro. Come era arrivato a quel limite di stress, non lo sapeva nemmeno lui.
Poche settimane prima si sentiva il ragazzo più libero del mondo, ed ora sentiva una corda stringergli il collo. Qualcosa che lo legava, che lo teneva ancorato. Un misto di dolore e piacere che lo faceva contorcere e scervellare sul perché provasse quelle strane emozioni. Sospirò e si sedette guardando male Degel.
Quest’ultimo si aggiustò, con un gesto elegante, gli occhiali e fece una lunga pausa prima di iniziare a parlare. Poggiò le mani sulla scrivania in mogano e sospirò.
“Tu… Cosa pensi di mia cugina?”
“Degel!”
“Rispondimi, cosa provi per lei. Cosa le avresti detto?”
Kardia pensò un attimo. Non aveva valutato quell’opzione, aveva in mente soltanto l’immagine di lei che se ne andava con occhi lucidi e, sinceramente, ora non sapeva come affrontarla. Sorridendo? Con un ‘ciao’? Per messaggio?
“E’…la prima persona che sono sicuro di amare.”
Degel alzò un sopracciglio sorridendo. A quanto pareva anche Kardia poteva essere dolce in certi momenti.
“Mi sei quasi sembrato un adulto mentre lo dicevi, sai?”
Kardia nemmeno rispose, attese soltanto ciò che l’amico doveva dirgli. Cosa poi? Di solito era lui che raccontava e non Degel. Degel se ne stava sempre zitto, e dava consigli.
“Dimmi una cosa… Ti sei accorto di nulla?”
“Beh, in una situazione si è comportata in modo strano…Davanti al commesso del negozio mi ha stretto la mano, come se avesse avuto paura.”
“Vuoi sapere il perché?”
Il giovane pensò un attimo. Sarebbe stato meglio saperlo da lei? Aspettare? Farselo dire dalla ragazza e guadagnare la sua fiducia? Kardia era titubante… Per tutta la vita aveva pensato che usare la via più facile per arrivare a ciò che si voleva fosse giusto, e lo pensava ancora, ma in questa situazione…
Guardò l’espressione di Degel. Impassibile. Cavolo ma che ci vedeva la moglie, e come aveva fatto a corteggiarla se l’espressione era per la maggior parte quella?!
“Io non…”
“Lei non te lo dirà mai.”
“Come puoi esserne sicuro?”
“E’ convinta che la sua rottura con una persona che amava, abbia a che fare con questo. Quindi, se tiene davvero a te, farà di tutto per non fartelo sapere.”
Kardia strinse i pugni. Qualcun altro prima di lui aveva potuto averla fra le braccia? Beh…ovvio, aveva venticinque anni ed era bellissima. Che sciocco, avrebbe dovuto pensarci anche prima.
“Dimmi.”
“Circa quattro anni fa, lei tentò il suicidio.”
Il più giovane sgranò gli occhi deglutendo. Non poteva crederci. Gli era sempre sembrata, dall’inizio fino all’ultimo, una ragazza così tranquilla… Ed  ora usciva fuori questo? Sicuramente Degel mentiva, voleva spaventarlo.
“Tu…come…cioè…Come diavolo puoi sapere una cosa del genere?”
“Poco dopo l’accaduto, è venuta in cura da me.”
“Tu scherzi.”
“Ti sto dicendo queste cose per una ragione soltanto. Lei soffre di depressione e tu dovrai essere pronto… La risposta non gliel’hai ancora data. Puoi scegliere.”
Kardia si alzò in silenzio con espressione quasi sconvolta. Senza nemmeno parlare all’amico se ne andò.
 
 
Asmita sospirò per la settima volta in due minuti e, dopo aver guardato il sorriso luminoso di Charu, si massaggiò una tempia. Camminavano da circa un quarto d’ora da quando erano scesi dal bus. Ormai stavano quasi per arrivare.
“Charu, tu sai… Che non devi farmi da balia ogni volta che vado da qualche parte vero? So cavarmela benissimo da solo.”
La ragazza lo guardò offesa aggrottando la fronte. Come osava dire cose simili?
“Stavi per finire in un tombino, inciampare in un gatto,  prendendo il bus sbagliato, scendendo alla fermata sbagliata e ti eri dimenticato il nome del negozio. Osi dire che non hai bisogno di me?”
“Oh siamo arrivati.”
“Ecco bravo, cambia discorso che è meglio.”
Asmita guardò l’insegna del negozio  dove vi era scritto il nome della sartoria. Tentò di leggere la scritta ma, per quanto fosse grande, la lontananza glielo impedì. Giorno dopo giorno ogni figura gli diveniva più sfocata.
“-Sartoria del Jamir-, che nome inusuale… Dai entriamo Asmi.”
I due entrarono e si trovarono davanti una bellissima ragazza dai capelli biondi e lunghissimi, gli occhi azzurri e vestita in modo molto… Strano. Almeno per i loro standard.
Dei pantaloncini bianchi e dei lunghi stivali erano abbinati ad un topless beje ed a coprire il tutto un giacchetto smanicato rosso e giallo. La domanda che sorse spontanea ad Asmita e Charu fu una: ma quella ragazza, non sentiva freddo?
“Buongiorno, siete qui per vedere Mu?”
I due annuirono guardando la fanciulla. Cominciarono ad avere la pelle d’oca al posto suo.
“Vado subito a chiamarlo, vogliate scusarmi.”
Se ne andò a passi lenti, senza fare alcun rumore, mentre i capelli ondeggiavano liberi nell’aria.
“….le stavi guardando il sedere.”
“Non le stavo guardando il sedere!”
“Pervertito.”
“Bugiarda!”
Mu arrivò con un sorriso in volto ed un metro elastico attorno al collo. Guardò in un primo momento l’espressione buffa di Charu, poi si avvicinò ad Asmita tendendogli la mano.
“E’ un vero piacere per me poter conoscere il famoso pianista  Asmita Dunia Surgawi, spero di essere all’altezza di un tale lavoro.”
“Piacere mio. Diamoci del tu per favore.”
Asmita ricambiò la stretta di mano sorridendo flebilmente. Che bella fama che aveva, gli era sempre piaciuto venir riconosciuto e conoscere nuova gente ma… Da qualche tempo il suo entusiasmo si stava smorzando.
“Avete conosciuto Yuzuriha, è ancora in prova ma sono convinto diventerà una brava sarta.”
Mu fece cenno di seguirlo ed i due fecero quanto richiesto. Arrivati nella stanza sul retro, Asmita tolse la giacca che aveva e la consegno a Charu, poi si abbassò per guardarla bene negli occhi.
“Tu. Resti. Qui.”
E mentre il biondo se ne andava in una stanza piena di specchi con  Mu, Charu sbuffò sedendosi su un divanetto.
Regnava il silenzio in quel posto, anche il vento sembrava aver dimenticato l’esistenza di quel negozio. Si guardò intorno. Nulla era fuori posto, tutto risultava perfettamente in ordine ed i tessuti che vedeva avevano bellissimi colori.
Spostò lo sguardo ancora in vari punti della stanza costatando di essere sola. Strinse poi la giacca di Asmita fra le mani e piano l’avvicinò al volto appoggiando la guancia ad essa.
Un sorriso le apparve sul viso mentre le sue guance si colorivano leggermente di rosso.
“Ha il suo profumo…”
“E’ stato un odore appestante. Sin da quando il maestro Dunia Surgawi è entrato.”
La voce di Yuzuriha arrivò fredda e distaccata a Charu. Quest’ultima fece un balzo di mezzo metro stringendo la giacca di Asmita come fosse una reliquia antica.
“Calma. Non mangio.”
“Tu…tu glielo dirai?”
“Che sniffavi la giacca?”
Yuzuriha andò a sedersi accanto a Charu mentre la poverina arrossì completamente. Si girò dall’altra parte cercando di nascondere l’imbarazzo.
“Come sono carine le ragazze innamorate.”
“Non sono innamorata di lui! Siamo amici!”
“Oh… Va bene. Per me non fa differenza sai.”
Charu annuì convinta stringendo la giacca. Poi guardò con la coda dell’occhio Yuzuriha. Era davvero… Spaventosa. Aveva un’aria così autoritaria, quasi le metteva soggezione.
“Sei la sua assistente? Se è così hai una buona possibilità di averci una relazione.”
“Co-cosa? Quindi tu ed il tizio dai capelli lillà-fashion s-siete…”
“No. Ma nell’ultima serie Tv che sto vedendo accade. Io sono fidanzata, anche se lui è molto imbranato…”
Charu la guardò perplessa sbattendo piano le palpebre. Continuava a dire quelle cose senza cambiare espressione, eppure nel tono della voce sentiva che c’èra qualcosa che la divertiva.
“Fra voi due…chi si è fatto avanti?”
“Io. O ci morivo ad aspettarlo.”
“Ma…Dovrebbe essere l’uomo a fare la prima mossa.”
Gli occhi blu di Yuzuriha, si piantarono in quelli azzurri di Charu. Un lieve sorriso si mostrò sul volto della bionda.
“Ne sei sicura?”
“Io…”
Il loro discorso non poté avere una fine poiché Asmita e Mu arrivarono interrompendo le due.
Si salutarono prendendo accordi sul prezzo e su quando sarebbe tornato a ritirarlo e, successivamente, i due se ne andarono.
Iniziarono a camminare per la strada del ritorno ed Asmita cominciò a parlare di come Mu gli avesse preso le misure. Charu stava ancora pensando alle parole di Yuzuriha…
Asmita era un amico. Lei per lui era un’amica. Non poteva rovinare questo rapporto. Iniziò a pensare a tutte le cose successe fra loro, i posti andati insieme, le cose che solo loro sapevano l’uno dell’altra poi alzò lo sguardo verso di lui. Era alto, o meglio, lei in confronto a lui era bassa. Le arrivava poco sotto ad una spalla, ma riusciva ugualmente a vedere quei magnifici occhi blu…
***
“La-La-Sol-Sol-Fa-Fa-La-La-Sol-Sol-Fa-Fa-Fa-Fa-Sol-Sol-La-Mi-La-Mi-Mi-Re…”
Una bambina dai capelli argentati a caschetto, era in piedi sopra una panchina con in mano un flauto in legno. Ad ogni pronunciare di nota spostava le mani al relativo foro… Ma la sua espressione non era troppo convinta di ciò che stava facendo.
“Mannaggia!”
Saltò giù arrabbiata sedendosi a braccia conserte e gonfiando le guance.  Ormai si era arresa. Per quel giorno bastava. Ogni giorno al parco si esercitava ma i risultati erano scarsi… Guardò lo spartito… Cosa stava sbagliando?
“Perché hai smesso?”
Abbassando il foglio trovò davanti a se due occhi blu meravigliosi. Anche lei li aveva di quel colore e le avevano sempre fatto i complimenti ma… In quel preciso momento, quando quelle due iridi colorate la guardarono con curiosità, non poté fare a meno di associare l’aggettivo meraviglioso.
Appartenevano ad un bambino poco più grande di lei, vestito in maniera talmente strana da sembrare di porcellana. Una giacchina nera con un papillon blu ed i pantaloni abbinati alla giacca ugualmente neri. I capelli gli arrivavano poco sotto le spalle ed erano legati in una cosa bassa da un grande fiocco blu.
“Hai una bella voce.”
“E’ una canzone per flauto…”
“Posso vedere lo spartito?”
Il foglio quasi gli fu tirato ma, fortunatamente, il biondo lo afferrò al volo.
“Oh, è un pezzo del fantasma dell’Opera…Ma alla fine hai annotato  un Mi-Re in più…”
“….Ah.”
“Magari ora per te sarà più semplice…..?”
“Charu. Tu sei?”
“Mi chiamo Asmita.”
Charu annuì prendendo dalla mani di Asmita lo spartito appena corretto. Finalmente, forse, ora le sarebbe venuto decentemente.
“E perché sei vestito come un cretino?”
“Oggi ho la mia prima esibizione al pianoforte!”
L’espressione di Charu si fece confusa. Cosa andava dicendo quello strano tipo?
“Si tiene all’auditorium  S.Paradiso, sono nella categoria junior. L’ingresso è libero.”
“Non hai paura?”
Asmita arrossì leggermente annuendo, iniziò a sfregare leggermente le mani fra loro e farfugliò qualcosa di incomprensibile prima di parlare.
“Pe…però…io voglio diventare un pianista famoso…Da grande tutti conosceranno il famosissimo Asmita Dunia Surgawi!”
Constatò…Non troppo convinto, più rosso di prima per l’affermazione fatta.
“Oddio!”
“C-cosa? Sono stato troppo sfrontato?”
“Ma è un nome lunghissimo!”

“E-Eh?”
“Bisognerà che tu scelga un nome d’arte.”
“….Hai ragione.”
***
Charu sorrise pensando a quel giorno. Chissà se Asmita lo ricordava ancora…non seppe nemmeno lei il perché, ma le scese involontariamente una lacrima. Che si trasformò poi in un pianto.
“Co-sa?”
“Hm? Charu?”
Il biondo si girò verso di lei vedendola momentaneamente in crisi si abbassò leggermente asciugandole le lacrime. Le sorrise senza chiederle nulla.
“A-smi… Perché?”
“Cosa?”
Continuò a rivolgerle il sorriso gentile ed a guardarla con quei magnifici occhi blu che tanto amava. Aveva lo sguardo appannato dalle lacrime, non vedeva molto bene, avrebbe potuto alzarsi sulle punte e circondargli il collo con le braccia per tirarlo a se e baciarlo, uno dei suoi sogni… Ma sarebbe stato ipocrita. Si asciugò le lacrime tornando a guardarlo negli occhi.
“Io ti…”
 Si bloccò. Le iridi blu di Asmita, non le ricordava così. Erano…spente. Non brillavano più. C’èra qualcosa che non andava. Lo aveva guardato sempre da lontano, soltanto ora che se lo ritrovava davanti ci faceva caso… Era troppo accecata a pensare al suo cuore, per non essersi accorta di quello che realmente stava passando quel cretino?
“Asmita… I tuoi occhi, non stanno bene…”


ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Ed ecco che rincontriamo anche Charu ed Asmita. A quanto pare la cara Charu ha scoperto il ‘piccolo segreto’ che Asmita le nascondeva… cosa pensate che farà ora la ragazza?
E passando a Kardia un attimo, Cosa ne pensate? Vorrei precisare che non sto assolutamente sottovalutando la depressione, la reazione del caro scorpione è appunto dovuta a quello. Ha reagito in quel modo proprio perché non sa se ce la farà ad affrontare una cosa simile e… Spero, insomma, che tutti i concetti della sua reazione e del perché Degel gliel’abbia detto vi siano arrivati chiari.
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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