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Autore: Brit    18/11/2017    3 recensioni
Kara Danvers e Lena Luthor sono rivali in affari e sul campo di battaglia. Tra battaglie legali, scontri fisici, flashback, rivelazioni sui loro trascorsi ed un'imminente invasione aliena, riusciranno a riavvicinarsi e dimenticare il loro passato?
[SuperCorp]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Rivals_copertina


CAPITOLO UNO


Un forte pugno colpì la mandibola di Supergirl facendola scontrare contro un edificio abbandonato. L’eroina si rialzò subito, schivando un colpo dell’avversaria e sollevandosi in aria di qualche metro per recuperare tempo. L’altra la raggiunse in un batter d’occhio e, veloce come il vento, caricò un altro pugno. Supergirl, usando il soffio congelante, la spinse via e si posò a terra con eleganza, guardando l’avversaria rialzarsi.
“Non ne hai ancora abbastanza, Black Shadow?” chiese Supergirl, portandosi le mani sui fianchi.
Black Shadow si rialzò, nella sua armatura esoscheletrica nera e ridacchiò. “Non credo proprio, Supergirl.”
Si fiondò di nuovo sull’eroina ed un forte boato scoppiò quando i loro pugni si scontrarono. Rimasero ferme in quella posizione a spingere, l’una contro l’altra, pugno contro pugno. Supergirl guardò al centro del petto dell’armatura: kryptonite verde. Quante volte aveva provato a strappargliela dal petto o a distruggerla? Tante, ma senza successo. La vicinanza la faceva sentire sempre troppo debole. Questo era un motivo per cui, con la talentuosa Black Shadow, preferiva il combattimento a distanza.
Persa nei suoi pensieri, e non accorgendosi di star arretrando, venne spinta con forza sovraumana contro un altro edificio che le crollò addosso.
Si scrollò i resti di dosso, volando in aria ma la sua avversaria non c’era più. Sentì una fitta al braccio: stava sanguinando ed ormai ciò capitava troppo spesso.
 
 
“Non riesco proprio a capire come può farla sempre franca!” sbottò Kara infastidita, appoggiandosi al balcone del suo ufficio e mettendo il braccio ferito sotto i raggi del sole. Per fortuna non si era ancora incontrata con Alex o era sicura che l’avrebbe obbligata a mettersi sotto quelle lampade a radiazione ultravioletta per guarirla. Non aveva per nulla tempo, doveva gestire la sua azienda, o meglio, la loro azienda.
“Ti stai riferendo alla donna in armatura scintillante o a quella stronza di Lena Luthor, che ancora una volta l’ha passata liscia?” Rispose Felicity Smoak, dall'altra parte dello schermo.
Kara si avvicinò alla scrivania, esterrefatta. “Cosa vuol dire l’ha passata liscia? Come ha fatto con l’accusa di plagio per quei micropropulsori?”
Felicity alzò le mani in segno di arresa. “Sarà arrivata con almeno dieci avvocati, credo. È una Luthor, lo dovresti sapere bene.”
Kara si sedette massaggiandosi il braccio, ormai non più leso. Lena non era sempre stata così spietata nel lavoro. Stava per ribattere ma era ormai inutile difendere una persona che era diventata egoista e sopraffattrice. “Come procede a Star City?”
Prima di ricevere risposta dall’amica, il suo cellulare vibrò: un messaggio da Alex.
“Ehm, Felicity, devo andare. Devo catturare un alieno. Sono davvero felice di non stare qui ad ascoltare le sconcerie con Oliver.” Le sorrise teneramente, chiudendo la videochiamata e sfrecciò via dalla Danvers&Smoak Technologies.
 
 
Lena Luthor ripose l’armatura e si lasciò cadere sul divano, stremata. Anche questa volta era riuscita a sfuggire a Supergirl ed ottenere le informazioni necessarie. Si alzò per aggiustare dei piccoli pezzi della tuta. Ci aveva messo anni per elaborarla ed ora era perfetta: una potente armatura esoscheletrica capace di conferirle forza e velocità sovraumane, la quasi invulnerabilità e la capacità di volare. Costituita per lo più da molecole di ferro, oro, titanio ed altre leghe come il piombo (per la maschera sul viso): in questo modo la Ragazza d’Acciaio non sarebbe stata capace di scoprire la sua identità.
Era elegante, leggera e completamente nera, se non per dei piccoli fili e circuiti verdi che si intravedevano e la luminosa pietra di kryptonite verde fissata al centro del petto.
Era quasi una Supergirl umana.
 
Osservandola fieramente, ricordò, con sgomento e paura, il motivo per cui quattro anni prima aveva iniziato a costruirla.
 
Lena si svegliò di soprassalto: era nel suo ufficio, alla scrivania. Si era addormentata a causa del lavoro per il cambio del nome dell’impresa da LUTHORCORP a LCORP. Dopo l’arresto di Lex, si era fatta carico di tutto il peso che la sua famiglia rappresentava per il mondo e aveva deciso di cambiare le sorti di quell’azienda, convinta di poter fare ancora del bene.
Addormentarsi su qualche plico di fogli e pratiche era ormai consuetudine per Lena. Passava giorno e notte in quell’ufficio spazioso, bianco e minimale.
Si guardò attorno: tutte le luci erano spente. Sobbalzò per lo spavento quando Jess, la segretaria, spalancò la porta del suo ufficio ed entrò spaventata.
“Jess! Che succede?!” esclamò, avvicinandosi alla segretaria.
“Miss Luthor, i nostri tecnici si sono introdotti in uno dei server del DEO. Abbiamo scoperto il significato dei segnali radio mandati da quelle strane navicelle aliene.”
Erano diversi mesi che alcune apparecchiature di ultima generazione della non ancora LCORP venivano disturbate da strane onde. Lena aveva lavorato accanto ai suoi dipendenti ed avevano rilevato la provenienza di tale onde: navicelle aliene che si stavano avvicinando sempre più alla Terra
“Cosa hanno scoperto, Jess?” incrociò le braccia, preoccupata.
“È una specie di inno alla conquista del nostro pianeta.” Disse la ragazza porgendo dei fogli al capo. “È tutto documentato qui.”
“Che cosa sono, pirati?” cercò di ironizzare Lena, anche se era visibilmente preoccupata. Suo fratello aveva avuto ragione dopotutto: degli alieni avrebbero attaccato la Terra.
“Calcolando la velocità delle navicelle e le condizioni spazio-temporali, quanto tempo ci terranno per arrivare?” chiese gesticolando.
“Circa quattro anni e mezzo, Miss Luthor.”
“Cazzo.” Imprecò.
“Miss Luthor, abbiamo un altro problema.”
Lena prese un respiro profondo e con un gesto della mano le disse di andare avanti.
“Kara Danvers.”

 
Il progetto dell’armatura non era stato ideato soltanto per difendere sé stessa e le persone in caso di attacco, ma aveva un duplice scopo: raccogliere informazioni sulla razza aliena che aveva minacciato la Terra. In questo modo avrebbe potuto modificare e riutilizzare molte armi che quel matto di suo fratello Lex aveva creato, ed annientare gli invasori. Avrebbe commesso furti, effrazioni e sapeva che Supergirl l’avrebbe ostacolata. Così, per un combattimento più equo, si era procurata la kryptonite.
Non sapeva che però, Kara Danvers l’avrebbe ostacolata.
 
“Kara Danvers.”
Lena sbarrò gli occhi preoccupata.
“No, non è successo nulla alla signorina Danvers. Ma abbiamo scoperto che il DEO le manda file con tutte le informazioni su questi alieni.”




NOTE:
I'm back, finally! E' da trent'anni che voglio pubblicare e sono davvero felice di avercela fatta!
Allora, che ve ne pare? E' breve ma mi serve per tastare il terreno perciòòòòòò, fatemi assolutamente sapere cosa ne pensate! Voglio le vostre recensioni! Cosa ne pensate in oltre dell'andamento dello show? E delle Sanvers? :(
Fatemi sapere!
Booyah!

P.S: se trovate errori, non scandalizzatevi ma la mia ragazza non mi corregge più nulla per mancanza di tempo. Se qualcuno si offre volontario per questo Hunger Games, è ben accetto! :D
  
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