24.
Marcus Merman passeggiava nervoso lungo l’area del suo ufficio, osservando il quadro del grande Albus Silente appeso al muro. Che cosa avrebbe fatto lui, al suo posto?
Si augurò di aver compiuto una giusta azione nel mettere in mano la scuola ai suoi studenti: del resto, era così che era stata combattuta la grande battaglia di Hogwarts del 1998. Eppure, c’era qualcosa che lo turbava.
Si mise sulla sedia dello scrittoio e appoggiò entrambi i gomiti sulla superficie del tavolo, unendo le grandi mani in un gesto meditabondo. Era molto preoccupato per ciò che era successo durante quelle vacanze: Elsa Arendelle aveva ucciso una sua compagna di scuola, e adesso non ricordava niente.
Appariva evidente che quello che temeva si era avverato.
La ragazza era rimasta con lo sguardo fisso nel vuoto quando aveva appreso la notizia. Non aveva versato nemmeno una lacrima; era immobile, rigida, come se non fosse più in grado di provare emozioni. Come si era aspettato, non ricordava minimamente cosa fosse successo. Nel saperlo, i suoi sospetti erano aumentati sempre di più.
«Pitch Black si sta muovendo, ormai è impossibile negarlo» ammise il Preside, rude. «È giunto il momento di correre ai ripari.»
Scuotendo appena il bastone a forma di tridente, fece apparire una specie di grande lavabo in pietra, su cui erano incisi antichi simboli e rune. Era pieno d’acqua cristallina, forse troppo lucente per essere semplice acqua: Elsa capì subito che si trattava di un oggetto magico molto potente.
«Inoltre, a quanto pare, per una ragione che ancora non conosciamo, Black è in grado di controllare la tua mente» disse il Preside.
Pausa. La Corvonero si stringeva nelle braccia, ansiosa.
«Quello che vedi è un pensatoio» continuò, con la sua voce grave. «E vorrei che tu depositassi qui ricordi e pensieri relativi al tuo potere, Elsa. Forse potrebbe rappresentare una pista affidabile per capire come si è formata la connessione tra voi. Infine», concluse, «non appena le lezioni riprenderanno, farai delle sessioni straordinarie di Legilimanzia nel mio ufficio. Dobbiamo scoprire come eliminare il problema alla radice.»
La ragazza annuì, in silenzio.
Stava guardando le acque argentate del pensatoio, quando notò una lettera poggiata sulla sua scrivania.
Il vecchio Preside si alzò, prendendo la missiva in mano ed aprendola senza alcun indugio.
Sul foglio di pergamena, spiccava un’elegante grafia spigolosa che conosceva bene.
Non riuscirai a fermarmi di nuovo.
La gettò nel camino in un gesto furioso, mentre il bastone a forma di tridente irradiava calore tra le sue mani.
Il mago sospirò, teso.
Era già cominciata.
Con questo epilogo alla prima parte ho voluto dire tutto e niente allo stesso tempo. Sappiamo che Black si è insediato a scuola, sappiamo che controlla la mente di Elsa, sappiamo che Merman lo aveva esiliato, ma non conosciamo il motivo di tutto questo – e soprattutto, non si sa perché sia tornato.
In ogni caso, tutti questi interrogativi avranno risposta nella seconda parte. È incredibile, già ho finito la prima parte di questa fic. L’ho cominciata due estati fa, lottando contro i mille impegni, le interrogazioni e la maturità per scriverla. Scrivevo lentamente, non molto spesso, ma scrivevo. Ho scritto ovunque, sul pc, sul telefono, su fogli di carta volanti durante le ore buche, perché per me era importante portarla a termine e perché detesto le cose lasciate a metà. E ora che l’ho conclusa, devo assolutamente ringraziare voi che mi seguite: grazie, grazie, grazie. Grazie per aver condiviso la prima parte di questa storia con me, per esservi immersi nel magico mondo di Hogwarts e aver partecipato alle vicende dei suoi studenti.
Ci vediamo tra quindici giorni con il seguito: alla prossima!
Stella cadente
In ogni caso, tutti questi interrogativi avranno risposta nella seconda parte. È incredibile, già ho finito la prima parte di questa fic. L’ho cominciata due estati fa, lottando contro i mille impegni, le interrogazioni e la maturità per scriverla. Scrivevo lentamente, non molto spesso, ma scrivevo. Ho scritto ovunque, sul pc, sul telefono, su fogli di carta volanti durante le ore buche, perché per me era importante portarla a termine e perché detesto le cose lasciate a metà. E ora che l’ho conclusa, devo assolutamente ringraziare voi che mi seguite: grazie, grazie, grazie. Grazie per aver condiviso la prima parte di questa storia con me, per esservi immersi nel magico mondo di Hogwarts e aver partecipato alle vicende dei suoi studenti.
Ci vediamo tra quindici giorni con il seguito: alla prossima!
Stella cadente