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Autore: __roje    21/11/2017    1 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO 22

In quei due giorni avevo cercato di contattare Hayato svariare volte ma le sue uniche parole erano state va al diavolo, quindi, dopo l’ennesimo insulto avevo deciso di lasciarlo perdere. Tanto prima o poi gli sarebbe passata e sarebbe tornato strisciando.
Riposi il cellulare in maniera nervosa, odiavo quando si comportava da bambino.
“Sei ancora arrabbiato con il principe?” Yoshida notò il mio pessimo umore, “Possibile possibile che litighiate sempre?” ridacchiò accarezzandomi la testa in un gesto di amicizia.
“Non è colpa mia.”
Yoshida si guardò in giro in cerca di Saori che stava tardando. Eravamo entrambi in centro città aspettando lei e Hiroto per fare un giro insieme.
“Colpa tua o no, avete idee troppo divergenti su ogni cosa. Ogni tanto potresti anche accontentarlo, altrimenti vedrai che si stancherà di te e andrà da qualcun altro.”
Quella frase seppe peggiore il mio umore, mi tornò improvvisamente alla mente la discussione con Kuro e ripensai a come quell’idiota avesse osato dirmi certe bugie riguardo Hayato. “Yoshida ascolta...” attirai la sua attenzione “sai per caso il motivo che ha spinto Hayato a lasciare il judo?” solo lui poteva dirmi la verità.
Yoshida parve confuso “No, mi sono trasferito qui dopo che se n’era già andato. Perché non lo chiedi a lui?”
“No, non importa.”
Yoshida era arrivato da qualche anno e Hayato non frequentava il dojo da quando aveva tipo quattordici/quindici anni. Più o meno come aveva detto Kuro ma possibile che non sapessi nulla di un suo presunto infortunio? L’avrei sicuramente notato.
“Oh eccoli!” Yoshida indicò i nostri due amici e sventolò una mano per indicare la nostra presenza.
In lontananza vidi arrivare solo Saori, raggiante e carina come sempre, “Ciao ragazzi! Siamo soli?”
Yoshida parve confuso “E Hiroto?”
“Doveva vedersi con Kuro, non capisco proprio perché non si siano uniti a noi.” Una ragione potevo dargliela io. Sarebbe stato assurdo uscire tutti insieme dopo quello che era successo, dentro di me ero felice che non ci fossero né Hayato né Kuro. “E Hayato?” domandò ancora Saori.
Yoshida mi guardò cercando una spiegazione alla sa assenza “Beh...”
“E’ rimasto a casa”, tagliai corto.
Saori non parve convinta della mia spiegazione “Che peccato. Avrei voluto che ci fossero tutti.”
Lei non sapeva nulla della situazione di merda che stavo vivendo, da una parte c’era Hayato che mi assillava con le sue richieste e la sua fretta di voler passare al dunque e dall’altra Kuro che mi rinfacciava la colpa per qualcosa di non vero. In tutto questo settimane fa era ricomparsa anche Miyu e dovevo fare in modo che nemmeno quest’ultima incontrasse Hayato o mi sarei trovato davanti a due minacce. Accettando di stare con Hayato non avevo idea di quanto sarebbe stato difficile, o che avrei potuto incontrare e scontrarmi con potenziali rivali. Era tutto così assurdo da sembrare un fottuto manga.
Maledizione. Sia dannato Hayato e tutto ciò che lo circonda!, dissi dentro di me.
“Yoshida ma che cos’ha Aki?” borbottarono alle mie spalle i due.
“Non farmi questa domanda ti prego..”
Non era il momento di pensarci, così andai verso di loro “Allora che facciamo?”
“Beh io vorrei un bel gelato che ne dite?” propose l’unica ragazza ad entrambi. No che avessi particolare voglia di qualcosa, ma un gelato andava più che bene e dopo una rapida occhiata verso Yoshida annuimmo in accordo per quella idea e Saori ne fu felice.
Saori scelse la gelateria più popolata dalle ragazze di tutta la città, dove sia sedie che tavoli erano coordinati alle pareti rosa del locale e la cosa disgustò sia me che Yoshida.
“Ho quasi vergogna ad ordinare qualcosa qui dentro...” commentò il mio amico.
La cameriera ci salutò con un ampio sorrisone nella sua bella divisa da lolita lilla e rosa “Che vi porto bei ragazzi?” e mostrò il suo dispositivo per le ordinazioni.
“Acqua” risposi secco e ancora irritato in generale.
La cameriera sembrò quasi affaticata nel sorridere, leggeva un aurea molto tetra da parte mia e così se ne accorse anche Yoshida che intervenne immediatamente “Io prenderò un Hello Kitty Ice Cream!”
“Certamente signore!”
“Hai appena perso 10 punti di virilità con quel gelato” osservai a braccia incrociate contro il petto.
“Sempre meglio della tua stupida acqua!”
Saori scoppiò a ridere nel vederci in quel battibecco ridicolo “Vi adoro ragazzi! Allora io prenderò lo stesso che ha preso lui” e indicò Yoshida e la cameriera segnato tutto andò via, “Allora Aki mi dirai perché sei così di cattivo umore oggi o devo provare ad indovinare?” Fui colto alla sprovvista e le guance mi divennero di fuoco, di conseguenza guardai altrove per non incontrare il suo sguardo così accattivante. “Hai litigato con Hayato?” domandò finalmente.
“Wow Saori legge nella mente” commentò Yoshida sorpreso.
Saori rise “Ma no, semplicemente conosco abbastanza Hayato da capire certe cose. Se non avessero litigato sarebbe qui anche lui e invece non c’è e tu sei di cattivo umore.”
“Saori devo chiederti una cosa...” La conversazione cambiò completamente e capì dal mio sguardo che volevo farle una domanda un po’ più importante del semplice spiegare perché fossi arrabbiato. “Hayato ha avuto qualche incidente tanto tempo fa? E’ per questo che ha lasciato il dojo?”
Saori sgranò gli occhi per un secondo e poi tornò normale “Cosa te lo fa pensare?”
“Dimmi solo se è vero o no!” avevo alzato la voce e me ne pentii immediatamente, “Scusa...”
Yoshida e la ragazza si scambiarono una strana occhiata in quel momento. “Non credo di dover essere io a darti questa risposta ma vedo che è un pensiero che ti tormenta molto quindi te lo dirò: sì, si è lussato la spalla qualche anno fa durante una gara molto importante.”
No.
“Tutti ci eravamo accorti che non era lui quel giorno, non era pronto mentalmente anche se fisicamente sembrava in forma. Era altrove e per una piccola distrazione si è fatto molto male, da quel momento non è più riuscito a praticare judo a livello agonistico, ha lasciato poco dopo.”
No.
NO.
Yoshida parve sorpreso quanto me per quel racconto ma il mio non era stupore, quanto invece paura che le parole di Kuro fossero vere. Hayato non praticava più il judo a causa mia?
“Aki?” mi chiamò Yoshida vedendo la mia faccia completamente sbiancata.
“Hayato non vuole che si sappia, infatti siamo in pochi a saperlo e ti prego di non ricordarglielo, per lui dev’essere ancora molto doloroso ricordare ciò.”
E io lo avevo trascinato nell’unico luogo dove non avrebbe voluto mettere piede. Aveva assistito alle dimostrazioni, aveva visto Yoshida fare ciò che un tempo faceva lui, chissà quanto male doveva avergli fatto. Eppure da fuori non mostrava alcuna emozione, come al solito si teneva tutto dentro quell’idiota!
Mi alzai in piedi spostando la sedia “Scusatemi ragazzi ma devo fare una cosa” dissi velocemente.
Saori si paralizzò “Aki no!”
Ma fu troppo tardi e corsi via dal locale. Avevo sentito le sue parole, potevo ben immaginare che non ne volesse sentire più parlare ma Hayato non doveva essere lasciato da solo, non poteva sempre tenersi tutto dentro. A quei tempi nemmeno ci parlavamo più quindi aveva affrontato tutto da solo. Nel rifletterci mi tornarono in mente tutte le volte che ero stato con lui alle sue gare, solo ad una ero mancato e fu proprio quella dell’incidente a quanto pare. “E’ colpa tua!” No, no, no!
Arrivai dinanzi a casa sua più presto del previsto. Ora che avevo corso come un pazzo che cosa speravo di fare? Non potevo certamente entrare in casa sua e dirgli: ehi senti, è per caso colpa mia quello che ti è successo durante la tua ultima gara di judo? Mi avrebbe ucciso di botte. Quindi cosa ci facevo lì.
“Sei tornato” una voce raccolse la mia completa attenzione e proveniva dalle mie spalle. Mi voltai di scatto e vi trovai proprio Hayato con una busta in mano di ritorno da chissà dove. Era lui, alto e bello, gli occhi di un blu intenso puntati su di me, che mi scrutava con attenzione ma con un velo di rabbia. “Hai una faccia orribile, che ti è successo” chiese quasi con disgusto andando verso la porta superandomi.
“Dove sei andato?” domandai guardando la busta che aveva in mano.
“Sono andato al ristorante qui vicino per pranzo e mi sono portato qualcosa per cena.”
Giusto era il weekend e lui era solo in casa.
“..ogni tanto potresti anche accontentarlo, altrimenti vedrai che si stancherà di te e andrà da qualcun altro.” Le parole di Yoshida erano vere, non facevo altro che scappare e ponevo Hayato in un profondo limbo di attesa.
“Aki?” Smisi di pensare completamente e mi gettai con tutto il corpo contro di lui stringendolo in un abbraccio che magari non avrebbe voluto in quel momento. Ero orribile come persona ed era vero che tutto era colpa mia. Per colpa mia avevo fatto soffrire una persona a me cara e senza volerlo lo facevo ancora. “Aki che diavolo ti prende... oh merda mi hai tradito con qualcuno.”
Abbozzai un sorriso nascondendomi contro il suo petto “Idiota.”
“Allora mi spieghi perché adesso sei qui?”
Sollevai il viso per guardarlo, sentivo le guance in fiamme e il cuore battere forte. In quel momento ed ogni pensiero lucido era del tutto svanito. Anche le preoccupazioni erano sparite tenendolo stretto a me, sembrava essere una medicina istantanea. “Posso restare qui con te?” domandai guardandolo in faccia.
Hayato parve spaesato in quel momento, sorpreso della mia faccia e arrossì senza accorgersene. Distolse lo sguardo smettendo di guardarmi e lo nascose sotto i capelli, “Baka” disse solamente e portò un mano sulla mia testa accarezzandola con un tocco molto rude.
Quel gesto era diverso da quello di Yoshida, sentivo uno strano calore dove lui mi toccava. Era quella la differenza che correva tra l'amicizia e l'amore.


“Hai avvertito tua madre?”
Tornai in cucina dopo aver parlato al telefono con lei “Sì, le ho detto che resto a dormire da te.”
Osservai Hayato alle prese con i fornelli mentre munito di mestolo cercava di abbozzare qualcosa di commestibile, e seguiva da vero chef una ricetta dal cellulare.
Mi avvicinai per guardare meglio cosa stesse facendo e l’odore era leggermente nauseante. “Sai almeno cosa stai facendo?”
“Credo, ma questa roba è troppo difficile da fare.”
Osservai le porzioni del ristorante che aveva portato a casa “Quella roba non basta per due?”
“Non credo.”
“Io non mangio molto comunque, lascia perdere i fornelli.”
Hayato mi ascoltò, spense tutto e ci mettemmo in camera sua. Mangiammo quel poco cibo che c’era, accompagnandolo con del riso rimasto in casa. Decidemmo di guardare un film, ma questa volta nessun horror ma qualcosa sul genere d’azione che interessò ad entrambi e più volte durante il film sussultammo presi dalle scene, commentando le decisioni dei personaggi e ci divertimmo ad ipotizzare un finale.
Mi divertii davvero tanto, ero a mio agio e dentro di me non capivo che cosa temevo. Se non ero pronto Hayato non avrebbe mai fatto nulla, non c’era nessun altra persona al mondo che tenesse a me come lui e più mi crogiolavo di quell’idea più mi sentivo fortunato che lui avesse scelto me. Kuro sicuramente gli voleva bene, anche quel ragazzo di nome Hikaru e in passato c’era stata anche Mayu ma Hayato non aveva scelto nessuno di loro, bensì me. Ero io l’unico per davvero.
“Non credevo che fosse così avvincente questo film, speriamo ne facciano un seguito” commentò Hayato togliendo il dvd e spegnendo il televisore, “Hai ancora fame?” si rivolse a me.
Non era la fame che avevo in quel momento, sentivo la mente svuotata e le farfalle nello stomaco e più lui mi dava attenzioni più quella sensazione aumentava, come aumentava il desiderio di volerlo sfiorare.
Lasciai il piatto e gli hashi sul pavimento e gattonai verso di lui, sotto lo sguardo confuso di Hayato. Senza che se ne rendesse conto portai la mano dietro al suo collo e spinsi il suo capo verso il mio e sfiorai le sue labbra. Era la prima volta che ero io stesso a desiderare una cosa del genere.
“Ok ora mi stai facendo seriamente paura” e mi tappò la bocca con una mano “che diamine ti prende adesso? Fino a due giorni fa non riuscivi nemmeno a guardarmi in faccia e ora ti presenti qui, mi abbracci, mi chiedi di restare per la notte e mi baci?”
“Hayato perché hai scelto proprio me?”
Hayato mi fissò perplesso per quella domanda “Eh?”
“So che ci sono tante persone a cui piaci tanto, molte di queste sono nettamente migliori me in tutto e sicuramente ti avrebbero fatto aspettare meno. Io non ho fatto altro che ferirti in questi anni, e nemmeno adesso riesco a darti quello che vuoi quindi perché ancora mi aspetti, perché ancora mi vuoi.”
“E’ una domanda sciocca questa” Mi morsi la lingua per quella risposta e feci sprofondare la testa nelle spalle tornando a sedere sul pavimento, “non puoi chiedermi questo adesso.”
“Lascia stare, ho detto una cosa stupida” ridacchiai cercando di fare altro, e cominciai a ripulire il macello che avevamo fatto mangiando lì ma Hayato mi fermò afferrando la mia mano e costringendomi a guardarlo. I miei occhi incontrarono con i suoi.
Portò la mia mano al suo viso e la baciò dolcemente come un principe avrebbe fatto con la sua bella principessa, e il mio cuore ebbe un capitombolo.
“Sei l’unico che mi abbia mai capito, l’unico a non avermi mai chiesto di sorridere per forza. Il solo che non se ne importava di quante volte lo guardassi male, c’eri sempre e restavi con me anche se non ero il più simpatico dei bambini. Sei stato mio amico quando nessuno avrebbe voluto esserlo, e mi hai voluto bene anche se ero diverso da chiunque altro." Stava sul serio parlando del passato, del nostro passato. Pensavo di essere l’unico a ricordare quelle cose, e per tutta la vita avevo creduto di aver inutilmente tentato di stargli vicino e invece ricordava ogni cosa anche lui e mi stava finalmente dicendo quello che pensava. “Perciò non chiedermi perché io ti ami, è sempre stato così da che ne ho memoria. Sei il solo che io voglia.”
Era prima volta che diceva di amarmi, non lo aveva ancora mai detto prima.
“Va bene” dissi.
Hayato mi guardò male “Va bene? Io ti dico tutto questo e tu rispondi con un va bene?”
“Intendo dire va bene, sono pronto anch’io adesso” e lo guardai dritto negli occhi sperando che capisse. Sentivo i miei occhi pronti a piangere da un momento all’altro ma trattenni le lacrime nella speranza di conservare ancora un briciolo di orgoglio.
“Vuoi dire che vuoi...”
Con la mano sfiorai io la sua guancia accarezzandone la pelle liscia e perfetta, sembrava di toccare la seta. Era perfetto da ogni punto di vista, era assurdo. Mi avvicinai a lui “Potevi dirmelo prima quel ti amo” sorrisi.
Mi strinse tra le sue braccia e io feci lo stesso intorno al suo collo, viso contro viso. “Pensavo fosse palese, idiota.”

 Note autore: Perdonate l'attesa ma è stata una settimana davvero piena. Mi sono dovuta dividere tra feste di lauree (tra cui quella del mio ragazzo), lavoro, palestra e studio. Non so nemmeno io come faccio a fare tutto senza impazzire.
Ma tornando a Ikigai devo premettere che le pubblicazioni rallenteranno ancora di più visto che non riesco ad andare avanti nella scrittura e non per mancanza di voglia o idee, bensì perchè non ho mai tempo per sedermi alla scrivania. Spero però che questi capitoli vi piacciano, il 34esimo sarà l'ultimo della prima parte e fino ad allora succederà un po' di tutto. Le cose cambieranno parecchio andando avanti quindi godetevi questa pace.
  
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