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Autore: lonewolf87    22/11/2017    1 recensioni
A causa di un brutto incidente stradale in cui il povero Na-San perse la vita, Kilari si ritirò dal mondo dello spettacolo e si trasferì a New York, abbandonando tutti i suoi amici e il ragazzo di cui era innamorata. Quindici anni dopo, un improvviso malore del padre costringerà l’ex idol a tornare in Giappone, dove farà la conoscenza di una ragazzina che la spingerà ad affrontare il proprio passato.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroto Kazama, Kilari Tsukishima, Nuovo personaggio, Seiji Hiwatari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kilari e Shizuka si spostarono in sala prove per discutere in privato.
“Bene, siamo sole. Di cosa volevi parlarmi, Shizuka? Ora che ho deciso di restare a Tokyo, potrei farti di nuovo da agente. La signora Kumoi mi ha dato la disponibilità a cedermi il suo posto.” disse Kilari.
“No, non si tratta di questo.” la smentì Shizuka.
“E di cosa?” chiese la sua agente.
“Ci tenevo a ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me.” rispose la ragazza.
“Non c'è bisogno che mi ringrazi. Lo sai che ti ho aiutato con molto piacere.”
“Vorrei tanto fare qualcosa per ricambiarti.”
“Shizuka, tu hai fatto abbastanza, credimi. Grazie a te, io e Hiroto siamo tornati ad amarci come un tempo. Il sogno di vivere accanto all’uomo della mia vita si è realizzato e tutto per merito tuo.”
“D'accordo. Se la metti così, allora ho un grosso favore da chiederti.”
“Di che si tratta?”
“Vuoi cantare con me?”
“Volentieri. Più tardi potremmo andare al karaoke con Hiroto e Iguchi.”
“Ehm... io intendevo sul palcoscenico.”
“Cosa?”
“Almeno per una sera. Ti prego, dimmi di sì.”
“Assolutamente no. Mi sono ritirata da quindici anni e non ho alcuna intenzione di tornare nel mondo dello spettacolo.
“Ma perché? I tuoi fan sarebbero felicissimi.”
“Shizuka, io non sono più una idol. Se proprio desideri cantare con qualcuno, perché non proponi al direttore di formare un duo con un'altra ragazza emergente?”
“Ma io voglio cantare con te.”                            
“Mi dispiace, ma la mia risposta è no. Eh?”
“Scusate, disturbo?” le interruppe Hiroto.
“No, Hiroto. Tanto stavo per andarmene.” disse Shizuka, che si allontanò delusa.
“Ma che ha? E’ successo qualcosa?” chiese il moro.
“Niente d’importante. Una questione di lavoro. Visto che rimarrò a Tokyo, le ho detto che sarò di nuovo da agente.” mentì Kilari.
“Dovrebbe essere una bella notizia per lei, eppure mi sembrava tutto tranne che contenta. Sicura che non ci sia altro?” domandò ancora Hiroto, che non le aveva creduto.
“Vuole che io torni sul palcoscenico.” confessò la fidanzata.
“Secondo me Shizuka ha ragione. Dopo l'incidente sei scomparsa senza dire niente a nessuno. Non pensi che dovresti dare ai tuoi vecchi fan qualche spiegazione?”
“Ti ci metti anche tu, Hiroto?”
“D'accordo, ne parleremo in un altro momento, quando sarai più tranquilla. Mentre parlavi con Shizuka, mi è venuta in mente una cosa importante.”
“Di che si tratta?”
“Che ne diresti se partissimo insieme per New York tra un paio di giorni?”
“A New York? E come mai?”
“Non hai pensato che dovremmo parlare di noi alla tua famiglia? E anche del nostro bambino.”
“Hai ragione. Me ne ero completamente dimenticata.”
“Sei preoccupata per Shizuka?”
“Eh? No. Non credo che Shizuka farà obiezioni a riguardo, finché si tratterà solo di pochi giorni.”
“Bene. Tanto non resteremo a lungo. Ho intenzione di festeggiare il nostro matrimonio qui in Giappone. Sarà una festa perfetta. Niente giornalisti, niente paparazzi. Tutto in segreto. Saremo solo noi, le nostre famiglie e i nostri amici.”
“A proposito di famiglie, non dovremmo avvisare anche i tuoi genitori e i tuoi fratelli?”
“Certamente. Andremo prima da loro. O meglio, da mia madre, visto che mio padre sta sempre fuori per lavoro.”
“Qualcosa non va? Mi sembri pensieroso.”
“Eh? Nulla. Solo un po’ di emozione, tutto qua. Eheheh!”
“Anch’io sono emozionata, Hiroto, e non vedo l’ora che arrivi quel giorno.”
“Bene. Allora andiamo dal direttore.”
Poco dopo, Hiroto e Kilari avvisarono gli altri della loro decisione di partire per gli States.
“Hmm… capisco. Del resto sono successe molte cose da quando Kilari è tornata in Giappone.” commentò Muranishi.
“So che non dovrei chiedervelo, dopo tutti i casini che ho creato, però…”
“Non devi preoccuparti, Hiroto. Tu e Kilari vi sposerete e presto avrete un figlio. È giusto che la famiglia Tsukishima sia informata dei vostri progetti.” lo rassicurò il direttore.
“Sono d’accordo con il direttore, ma sappi che al tuo ritorno ti aspetteranno molti straordinari, Hiroto. Dovrai recuperare tutti gli impegni che hai saltato a causa del tuo comportamento irresponsabile.” l’avvisò Kumoi.
“Non vi deluderò.”
“Io torno a casa.” disse Shizuka.
“Shizuka, aspetta.” la fermò Kilari. “Sarà solo per pochi giorni. Dopo tornerò a Tokyo e ci resterò.”
“Fai come vuoi. Buonanotte” si congedò la ragazza, con tono freddo. Sicuramente era ancora delusa per il no ricevuto da Kilari, ma lei non poteva farci niente. Non si sentiva pronta ad affrontare i suoi vecchi fan e i paparazzi che l’avrebbero inevitabilmente assalita.
 
La sera prima della partenza, Kilari e Hiroto fecero visita alla madre di lui. Ma il moro sembrava piuttosto nervoso.
“Casa tua non è cambiata di una virgola. È rimasta sempre la stessa.” osservò Kilari.
“A dire il vero non è più casa mia. Ormai vivo per conto mio da più di dieci anni.” la smentì Hiroto.
“Capisco. Del resto non sei più un ragazzino. Non suoni il campanello?” chiese la fidanzata.
“Ehm…sì, certo! Eheheh!” rispose imbarazzato lui.
“Hiroto mi sembra strano. Ho come l’impressione che nasconda qualcosa.” pensò Kilari.
“Chi è?” domandò una voce familiare.
“Sono io, mamma.” rispose Hiroto.
“Cosa?”
La donna aprì la porta, ma invece di farlo entrare, lo accolse con una sberla.
“Hiroto!” esclamò Kilari.
“Disgraziato! Hai idea di quanto tempo è che non ti fai vedere?” lo rimproverò la donna.
“Mamma, calmati. Non siamo soli.” disse Hiroto.
“Cosa?” domandò sua madre, prima di accorgersi della presenza di Kilari accanto al figlio.
“Ehm… salve signora Kazama. È un piacere rivederla.” la salutò l’ex idol.
“Kilari… sei tu?” domandò la signora Kazama.
“Sì. Sono io.” affermò Kilari.
La donna andò subito ad abbracciarla. “Non hai idea di quanto sia felice di rivederti.”
“G-grazie. Anch’io sono contenta.”
“Prego, entra pure.
“Con permesso.”
“Tu va a comprare una torta.”
“Cosa? Una torta?” domandò Hiroto. “Ma non c’è bisogno, posso farne una io. O anche Kilari. Lo sai, lei è… ahia!!” fu interrotto dalla madre, che gli diede un pugno in testa.
“Sparisci!!!” ordinò la madre.
“Va bene.” sospirò il figlio. “Kilari, io…”
“Non preoccuparti, Hiroto. Ti aspetto dentro.” lo rassicurò la fidanzata.
“Okay. Torno subito.” si allontanò Hiroto, lasciando Kilari sola con la madre.
“Accomodati cara. È da tanto tempo che non ci vediamo, sai? L’ultima volta eri una ragazzina mentre adesso sei diventata una bellissima donna.” disse la signora Kazama.
“Grazie. Anche lei se la passa bene, signora Kazama.” replicò l’ex idol.
“Magari. Ormai comincio ad invecchiare.”
“Come stanno suo marito e i suoi figli?”
“Mio marito è sempre all’estero per lavoro e come al solito si vede poco in casa, mentre i miei bambini sono tutti cresciuti. Il più piccolo, Sora, va alle superiori e durante il tempo libero canta in una rock band con i suoi amici. Fa molti concerti in giro per la città e a volte torna tardi, come stasera per esempio. I più grandi invece vivono ognuno per conto proprio. Nagumo e Kota sono sposati e hanno figli, mentre Kai va all’università. Però, a differenza di qualcun altro, trovano sempre il tempo per andare a trovare la loro mamma.”
“E’ proprio vero che non vedeva Hiroto da tanto? Che cosa è successo?”
“Come ricorderai, anch’io facevo la stessa vita di mio marito. Stavo sempre fuori per lavoro e vedevo poco i miei figli. A un certo punto però mi stancai e decisi di fare la mamma a tempo pieno. Un po’ anche per causa tua.”
“Cosa?”
“Devi sapere che dopo la tua improvvisa partenza, Hiroto era diventato molto triste. Non era più capace di prendersi cura dei suoi fratelli come aveva sempre fatto, così fui costretta a licenziarmi per pensare a loro. Che rimanga tra noi, c’erano sere in cui lo sentivo persino piangere. Col tempo capii che il motivo del suo tormento eri tu.”
“Mi dispiace, signora Kazama.”
“Non devi scusarti, cara. Non sono arrabbiata con te, né ho provato rancore nei tuoi confronti, perché so che hai passato un momento durissimo a livello familiare. Non è mai facile reagire alla perdita di un caro, come lo era il povero Na-san, soprattutto per una ragazza di quindici anni.”
“Può darsi, ma non sarei mai dovuta andare via. Non perlomeno senza dire nulla a suo figlio. La verità è che dopo la morte di Na-san ero diventata un’altra persona. Volevo stare da sola e ogni volta che qualcuno provava a consolarmi, io mi chiudevo a riccio e lo cacciavo. A volte mi capitava persino di sgridare e di ferire chi mi stava intorno, com’era accaduto al mio amico Arashi o allo stesso Hiroto. E dopo il mio trasferimento a New York, le cose non sono migliorate. Anzi, si può dire che stavo peggio, perché mi ero resa conto di aver perso per sempre tutti coloro che mi avevano sostenuta con affetto fin dal mio debutto nel mondo dello spettacolo. Il tempo ha calmato il mio dolore, ma i rimpianti non sono mai scomparsi. Per fortuna la mia famiglia mi è sempre rimasta accanto, altrimenti non so che fine avrei fatto.”
“Kilari…”
“Continui pure, signora Kazama. Ho bisogno di comprendere il dolore che ha provato suo figlio.”
“Cominciarono i primi problemi. Sapevo che stava soffrendo per te, così gli proposi di andare a New York, in modo che ti potesse raggiungere e dichiarare i suoi sentimenti una volta per tutte, ma ogni volta s’inventava sempre una scusa. Mi rispondeva che non c’era niente tra voi due, che non volevi più rivederlo oppure che era troppo occupato col lavoro o con lo studio. Ovviamente mentiva, ma appena provavo a dirgli qualcosa, mi urlava di farmi gli affari miei. Dopo la fase di depressione, sembrava essersi ripreso e aveva cominciato ad uscire con altre ragazze. All’inizio non mi preoccupai, perché credevo che ti avesse dimenticata, in fondo eravate giovani e ci poteva stare. Ma era diventato imbarazzante, Kilari. Usciva con le sue fan e se le portava a letto. A volte tornava a casa ubriaco. Non immagini le liti che abbiamo avuto. L’ultima mi fece perdere la pazienza al punto da cacciarlo di casa. Per qualche mese non ci parlammo completamente, poi grazie ai suoi fratelli riuscii a perdonarlo. Certo, Hiroto non era cambiato, continuava sempre a bere e a fare il donnaiolo, ma almeno i nostri rapporti erano tornati alla normalità, nonostante lui rimase a vivere per conto suo. Almeno finché non si mise in testa di sposare Fubuki. Quella tipa non mi era mai piaciuta fin da ragazzina. Montata e altezzosa come poche. Voleva sposare mio figlio solo per incrementare alle stelle la sua popolarità, e per questo mi ero opposta fin da subito al loro matrimonio. Ovviamente Hiroto non la prese bene e smettemmo nuovamente di parlarci. Ma per fortuna è tornato sui suoi passi, da quel che mi avevano raccontato Kota e gli altri. E sembra che la responsabile sia tu, cara.”
“Quindi sa già tutto, non è vero?” arrossì Kilari.
“Non saresti passata a casa mia con mio figlio, se non per dirmi che adesso state insieme.” disse la signora Kazama. “Kilari, io ti stimo molto e non sai quanto abbia pregato per il tuo ritorno, perché sapevo che eri l’unica in grado di far tornare Hiroto quello di un tempo. Spero soltanto che quello sciocco di mio figlio non ti faccia soffrire.”
“Beh visto che le cose stanno così, non crede che sia giunto il momento di perdonarlo?” propose l’ex idol.
“Hmph! Prima devo vedere come si comporterà con te.” replicò la donna più anziana.
“Neanche se ti dicessi che ho intenzione di sposare Kilari e che presto ti daremo un altro nipotino?” chiese Hiroto, che nel frattempo era tornato con la torta.
“C-cosa? Kilari… sta dicendo la verità?” domandò la signora Kazama.
“Sì, signora Kazama. Era questo il motivo della nostra visita.” affermò Kilari.          
“Non ci posso credere. Ditemi che è un sogno.” mormorò incredula la donna.
“Stavolta non hai nulla in contrario, vero mamma? Ehi!” esclamò Hiroto, sorpreso dall’abbraccio della madre.
“Non sai quanto mi stai rendendo felice in questo momento.” disse commossa la donna più anziana.
“Dici sul serio?” chiese il figlio.
“Sì. Avete la mia benedizione e ovviamente anche quella di tuo padre. Non vedo l’ora che nasca il vostro bambino. Ho già tre nipotini, ma averne un altro fa sempre piacere. Kilari, per qualunque cosa tu abbia bisogno, sappi che sarò a tua completa disposizione.” l’avvisò la donna.
“Grazie.” replicò Kilari.
“Mamma… perdonami. Per tutte le cattiverie che ti ho detto e per averti fatta preoccupare in questi anni. È stata colpa mia se hai dovuto rinunciare al tuo lavoro per occuparti dei miei fratelli.” si scusò Hiroto.
“No, figliolo. Ho fatto la cosa giusta. Una buona madre dev’essere sempre presente nella vita dei propri figli e io ti ho caricato di grosse responsabilità fin da quand’eri piccolo. Era giusto che anch’io facessi la mia parte.” lo rassicurò sua madre.
“Mamma…eh?”
Il momento di gioia fu interrotto dal rumore dello stomaco di Kilari che reclamava cibo. “Ehm…scusatemi…”
“Kilari!!! Ti sembra educazione???” la rimproverò Hiroto.
“Mi dispiace, ma è da pranzo che non tocco cibo e avrei una certa fame.” rispose imbarazzata lei.
“Ahahahah! Sei proprio divertente, Kilari. Va bene, vi preparo subito qualcosa.” disse la signora Kazama.
“Ti do una mano.” propose Hiroto.
“Grazie, tesoro.” replicò la madre, prima di mettersi all’opera assieme al figlio.
“Okay. Allora vi aspetto.” avvisò Kilari, felice che Hiroto avesse risolto i suoi problemi con la madre e anche per il fatto che la signora Kazama avrebbe appoggiato il loro matrimonio.
  
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