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Autore: TeamFreeWill    22/11/2017    9 recensioni
Seguito della mia long "Il mio angelo".
Durante la preparazione del loro matrimonio Jared contatta i genitori di Jensen. Come andrà questo incontrò? Riuscirà Jensen ad avere suo padre ad accompagnarlo all'altare? :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore guarisce e cura'
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"Che...cosa...volete?!" riuscì a dire il maggiore, mentre gli occhi gli si riempirono di lacrime.

Jared, ora gli accarezzava la schiena cercando di calmarlo, ma non riusciva ad ottenere nessun risultato. Anzi...

"Jensen...perdonaci! Jared ci ha fatto capire cosa hai passato. Ci dispiace tantissimo" furono le uniche parole del padre che tentò d’avvicinarsi al figlio, ma per Jensen fu troppo. Si scansò immediatamente!

Rivisse nella mente quel giorno di molti anni prima, le umiliazioni, tutto quel dolore, quegli anni da drogato, la sofferenza, perfino come avevano trattato Jared il giorno prima.

L'espressione da sgomento divenne di puro odio e lo rivolse ad entrambi i genitori.

Le parole gli uscirono piano, con calma glaciale. Faceva paura. " Voi per me siete morti" e richiuse la porta sbattendola.

Poi si divincolò da Jared, che era rimasto sconvolto e gli parlò a pochi centimetri dal viso.

"Mi dispiace Jared, ma non ci riesco a...Sul serio...ho apprezzato che tu sia intervenuto ma non riesco...non voglio vederli e non riesco ad affrontarli" e cosi dicendo salì per andare in camera da letto.
Jared non sapeva cosa fare.

Così aprì la porta e disse ai genitori di andarsene, che avrebbe parlato lui con Jensen. I due annuirono, gli diedero entrambi i numeri di cellulare e andarono via sconsolati.

Jared salì le scale e quando rientrò nella camera trovò il biondo in lacrime, seduto per terra. Si teneva il viso nascosto tra le mani. Era disperato.

Il moro non disse niente, si sedette accanto a lui e lo abbracciò a sé lasciando che il biondo abbandonasse la testa sulla sua spalla e si sfogasse.

Passarono più di mezz’ora così e alla fine quando Jensen riuscì a calmarsi disse solo sussurrando "Io...come posso perdonarli piccolo?! Come?!"

"Devi trovare la forza in te come hai fatto quando ti sei disintossicato" rispose il minore accarezzando il viso del biondo con le dita.

"Non so se ci riuscirò. Loro sono il motivo per cui..." e non finì la frase perché Jared si alzò di colpo guardandolo serio.

"Cazzo! Sei ritornato di colpo a 2 anni fa?! Reagisci! Offendili! Sfogati come ho fatto io! Ma poi lascia che la rabbia ti abbandoni. Non ci speravo più nemmeno io, ma appena li ho visti la speranza si è riaccesa. Cristo! Sono qui per te! Non fare l'errore dei tuoi. Non essere orgoglioso come tuo padre o codardo come tua madre!" 

Jensen a queste parole rimase a bocca aperta, sorpreso.

"Si..lei ti ha difeso solo dopo che tuo padre ti ha cacciato, ma non ha avuto il coraggio di cercarti! Ma gli sei mancato, lo so. Non te l'ho detto ieri per non farti stare ancora più male, visto che credevo non sarebbero mai venuti...ma a quanto pare sono riuscito a scuoterli!" 

"O mio dio!" Fece il maggiore alzandosi.

Stava pensando a cosa fare, a come comportarsi. La scelta era difficile, poi guardò il suo compagno.

Lui il suo sostegno. La sua famiglia. Il suo amore. Prese un profondo respiro.

"Sarà dura perdonarli, ma per il tuo amore voglio dargli una seconda chance" disse sedendosi sul letto seguito dal moro che lo baciò d'impeto. Quel bacio fu pace, calore, risanatore per il cuore spezzato di Jensen.

Fu lo stesso Jensen a chiamare i genitori, che emozionati arrivarono dopo mezz’ora a casa loro, accolti da Jared che li fece accomodare in casa con un sorriso solare.

Il padre gli porse la mano in segno di scuse per come lo aveva trattato il giorno prima, ma Jared disse che non ce n'era bisogno. Anzi solo il fatto che fossero lì era più che sufficiente. 

Quello che successe nei minuti successivi fu molto emozionante per tutti. 

Il moro accompagnò i genitori in cucina, dove Jensen li stava aspettando seduto vicino al tavolo. Era agitato e molto. Il compagno gli sedette accanto e gli prese la mano stringendola tra la sua. Una presa forte e sicura. E Jensen stette subito meglio.
I genitori si guardarono e dopo un po’ si sedettero anche loro.

“Scusaci figliolo!” disse il padre guardandolo negli occhi, “Siamo stati dei mostri…Sappiamo benissimo di non meritare il tuo perdono. Jared ci ha fatto capire quanto male ti abbiamo fatto. Hai un cuore veramente grande a darci una seconda possibilità…”

“Lo faccio per Jared” lo interruppe il figlio serio “Lui ora è la mia famiglia!” disse con tono sicuro sostenendo lo sguardo del padre.

“Lui mi ha rialzato. Lui ha creduto in me! Voi siete stati orribili! Non meritavo un trattamento del genere! Siete stati dei...dei…Cazzo! Non trovo nemmeno la parola per descrivervi... ” si stava agitando di nuovo, ma la presa di Jared lo calmò subito “Ma voglio provarci….voglio che vediate l’uomo che sono diventato!” disse, ma stavolta fu la madre a interromperlo.

“Sapevamo già che eri un ragazzo fantastico e soprattutto coraggioso! Ma l’orgoglio non ci ha fatto capire niente…quando il tuo compagno è andato via, una volta che ci siamo ripresi, siamo andati su internet e abbiamo cercato il tuo nome….sono apparsi migliaia di video amatoriali dei tuoi concerti…e per la prima volta abbiamo ascoltato veramente le tue canzoni…il significato che trasmettono. Arrivano all’anima”

Jensen era in lacrime, come pure la madre che non aspettò e andò ad abbracciate il figlio. Quell’abbraccio valeva più di mille parole.

Jensen ricambiò sussurrando “mamma…”.

Alan osservò la scena con gli occhi un po’ lucidi e con enorme sorpresa del figlio disse: “Mi faccio schifo per come ti ho trattato quando tornasti a casa sconvolto, ma sappi che d’ora in avanti ti sosterrò sempre…sarò il padre che hai sempre desiderato…” e porse la mano verso il figlio che ancora stretto nell’abbraccio materno, guardò prima la mano poi il padre.

Si staccò da Donna sorridendole, poi si rivolse al padre tornando serio.
Con lui era più difficile sciogliersi, ma decise. Gli strinse la mano. Una stretta che da debole divenne sempre più forte e decisa. 

La mattinata passò così, tra chiacchiere, pianti e chiarimenti. Jared osservava il suo amore sempre meno teso alla presenza dei genitori e pianse di gioia vedendo come quella sua idea avesse funzionato alla grande.

Era certo che Jensen sarebbe riuscito a perdonarli. Lui era forte. Ce l’avrebbe fatta. Quello era solo l'inizio per ricostruire un rapporto amorevole genitori/figlio.

Nei giorni successivi i genitori poterono conoscere Misha e i vari amici del centro, oltre i genitori di Jared e quando gli Ackles assistettero per la prima volta ad un concerto dal vivo del figlio, l'orgoglio era palese nei loro volti.

****

Così, nella completa serenità, arrivò finalmente il tanto atteso giorno del matrimonio.

Jared era agitatissimo nel suo smoking nero, mentre passo dopo passo, accompagnato a braccetto da suo padre, raggiunse il giudice di pace in piedi di fronte ad un leggio posto su un piccolo palco eretto per l'occasione.

Il cuore gli batteva talmente forte che era certo sarebbe scoppiato. Cercava di calmarsi canticchiando dentro la sua mente la canzone che Jensen gli aveva scritto e dedicato, ma era dura.

Non credeva possibile agitarsi di più, ma quando guardò verso l’entrata del grande salone addobbato con rose bianche e drappeggi alle pareti, pianse di gioia mettendosi le mani a coppa sulla bocca. 

Un grande applauso si levò dagli invitati e molti occhi divennero lucidi di commozione.

Per Jared vedere il suo amore accompagnato da suo padre fu una gioia immensa, indescrivibile.

Lui era raggiante. Bellissimo. Perfetto. Si innamorò ancora di più del suo Jensen che, quando si avvicinò al suo Jared, gli rivolse il sorriso più bello e dolce che mondo potesse conoscere.
Alan, visibilmente emozionato, lo lasciò battendo la mano sulle spalla.

Il biondo a quel gesto dolce ripose "grazie papà" e il padre abbracciò il figlio di slancio.

"Scusaci!" riuscì solo a dire prima di scoppiare a piangere.

Jensen lo tranquillizzò ricambiando quell'abbraccio che, come quello con la madre, valse più di mille parole.

"Figliolo...ti sto rubando la scena!" disse staccandosi e facendo ridere tutti compreso il figlio e il compagno.

"Già!" Rispose, ma era fintamente imbronciato.

Il padre sorrise e andò dalla moglie felice come non mai e quando anche lui si sedette, il giudice di pace iniziò a celebrare il matrimonio.

I due amanti, per tutto il rito, si guardarono fissi negli occhi tenendosi per mano e quando fu il momento degli scambi degli anelli Jared era già in lacrime.

Il primo a dire le promesse fu il maggiore.

"Piccolo" prendendo la fede tra le dita "io ti amo ogni giorno di più. Se mi avessero detto che gli angeli esistono, non ci avrei creduto una volta. Ma ora, con te al mio fianco, so che mi sbagliavo. Tu mi regali ogni giorno la voglia e la gioia di vivere. Mi hai donato il tuo cuore. Mi hai donato il tuo amore. Non riesco a vivere senza di te! Non posso vivere senza di te! Ti amo da impazzire! Sei tu la mia droga, la mia linfa vitale! Il mio tutto!" e guardò il compagno che sorrise tra le lacrime.

"Jared Tristan Padalecki con questo anello consacro il mio legame a te per sempre e anche oltre. Vuoi diventare mio marito?"

"Si! Amore mio, si!!!!" e sentendo questo, il maggiore mise la fede al dito del compagno che tremava sempre più. 

Jared non riusciva a calmarsi e ora toccava a lui pronunciare le promesse! Sospirò e tremando prese la fede anche lui tra le dita. Poi, con la voce tremolante, iniziò a parlare.

"Amore quando ti ho conosciuto eri fragile, ma dentro te avevi una grande forza. Dovevi solo scoprirla. Sei amore, dolcezza, grinta e ogni cosa bella e romantica esista al mondo. Tu mi consideri il tuo angelo, ma anche se non te lo dico mai, anche tu lo sei per me. Perché quando la parte mia esuberante prede il sopravvento, tu ci sei sempre e mi calmi anche solo con lo sguardo. Ti amo, ti amo talmente tanto che senza di te sarei perso. Tu mi rendi vivo. Sei il mio tutto anche tu!"

Ora era Jensen a piangere. "Jensen Ross Ackles con quest'anello consacro il mio legame a te per sempre e anche oltre! Vuoi diventare mio marito?!"

"Si! Amore si!" e con queste parole il minore mise la fede all'anulare del maggiore.

I due stavano solo aspettando che il giudice desse loro il permesso di baciarsi e quando fu dato il “via libera”, i due volarono l'uno tra le braccia dell'altro scambiandosi un bacio che tolse loro il respiro e li fece volare in paradiso.

Solo il bisogno d'aria li fece staccare e appoggiare fronte contro fronte sorridendo e quando ritornarono alla realtà, nella sala l'applauso risuonò fragoroso.

Felici come non mai i due novelli sposi ripresero a baciarsi con rinnovata passione circondati dal calore familiare e dagli amici che, con occhi lucidi, li guardavano emozionati e commossi mentre una pioggia di petali di rose bianche avvolgeva tutti nel loro candore.



Note autrice
Un grazie speciale Cin75 che me l'ha betata. *_*
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao.  
  
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