Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: Fiore di Giada    23/11/2017    2 recensioni
Shin, a passo calmo e lento, camminava e rifletteva. Erano trascorsi dieci giorni da quando i Nanto Goshasei l'avevano avvertito dell'inarrestabile avanzata di Raoul e gli avevano esposto la necessità di portare via Julia, per proteggerla dai suoi desideri lubrici.
Un mezzo sorriso sollevò le labbra del guerriero di Nanto. Da quale pulpito lui poteva permettersi di condannare le azioni di Raoul?
Certo, non erano un modello, ma nemmeno lui poteva dirsi puro e libero da peccati.
Lui e Raoul non erano poi così dissimili.
(missing moment pre arrivo Kenshiro)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La luce del sole autunnale accendeva il cielo della Croce del Sud, libero di nubi, di vermiglio e oro e le foglie degli alberi sopravvissuti all'olocausto nucleare, quasi per inerzia, cadevano dai rami e ora si appoggiavano al suolo, ora, spinti dal vento, percorrevano una considerevole distanza.
Rare figure di uccelli sfrecciavano nel cielo e, di tanto in tanto, il silenzio era rotto dai lamentosi richiami degli scheletriti cani randagi che si aggiravano per le strade della cittadina.
Shin, a passo calmo e lento, camminava e rifletteva. Erano trascorsi dieci giorni da quando i Nanto Goshasei l'avevano avvertito dell'inarrestabile avanzata di Raoul e gli avevano esposto la necessità di portare via Julia, per proteggerla dai suoi desideri lubrici.
Un mezzo sorriso sollevò le labbra del guerriero di Nanto. Da quale pulpito lui poteva permettersi di condannare le azioni di Raoul?
Certo, non erano un modello, ma nemmeno lui poteva dirsi puro e libero da peccati.
Lui e Raoul non erano poi così dissimili.
Amava Julia, ma era stato davvero degno di lei?
Aveva saputo andare oltre le sue egoistiche brame di possesso?
Certo, aveva agito per proteggerla e strapparla ad un infame destino di morte, ma si era macchiato di tanti, troppi crimini, che gridavano vendetta al cospetto del cielo.
Le sue mani erano lorde di sangue e le urla degli innocenti da lui uccisi o schiavizzati esplodevano nella sua mente, come tuoni.
– Kenshiro... Lei non è mai riuscita a dimenticarti... Non ha mai visto l'amore che io provo per lei.– sussurrò e, per un istante, un nodo gli serrò la gola. Credeva che il tempo e le sue premure avrebbero cancellato dalla mente di Julia l'immagine di Kenshiro, amico da lui tradito, ma non era accaduto.
Lei non aveva mai smesso di amarlo e i suoi splendidi occhi di zaffiro, velati di lacrime, trapassavano il suo cuore come due lame di spada.
Julia non riusciva a vedere il fine delle sue azioni e non nascondeva il suo disprezzo nell'amarezza perenne del suo splendido viso.
O forse aveva capito la sua natura più intima meglio di tanti altri?
Una foglia secca, sospinta dal vento, per alcuni istanti volteggiò davanti al volto del guerriero di Nanto, che, per alcuni istanti, ne seguì le evoluzioni. Perfino la natura, pur ferita dalla disastrosa guerra nucleare, gli mostrava la realtà dei suoi sogni.
La terra, pur contaminata dalle radiazioni, si preparava al lungo sonno invernale, quasi sperasse in una rinnovata ubertosità.
Il creato, pur ferito dall'umana stupidità, ripeteva il suo millenario e sempre uguale ciclo di morte e rinascita.
La foglia, con un giro su se stessa, si posò sulla spalla del guerriero di Nanto.
Shin, con inconsueta delicatezza, la prese e fissò lo sguardo sulle nervature. Anche il suo impero, in quel momento, era entrato in una fase calante e attraversava un momento di estrema fragilità.
Il suo sogno, se nulla avesse tentato, presto si sarebbe infranto, come una foglia autunnale calpestata da un viandante incauto.
Una risata amara risuonò sulle labbra di Shin e i suoi occhi brillarono di lacrime. Perché avrebbe dovuto fare qualcosa?
Ormai, nulla gli importava più.
Il vuoto, come una belva feroce, dilaniava e divorava il suo cuore, nutrendosi della sua umanità e lasciando di lui il corpo di un uomo morto in cammino.
Aveva lottato e tradito per afferrare un sogno, ma nulla gli era rimasto tra le mani.
Certo, Julia era ancora viva, al sicuro dalle mire di Raoul, ma per lui non c'era alcuno spazio nel suo cuore ed era sicuro che non l'avrebbe mai più rivista.
Il suo corpo, in quel momento, palpitava di vita e di energia, ma il suo cuore era una landa desolata e nulla l'avrebbe rivitalizzato.
Presto, quella vita fasulla sarebbe svanita dalle sue membra e su di lui sarebbe calato un inverno di morte.
I suoi lineamenti, distorti dalle risa, si addolcirono in un triste sorriso. Da quando Julia era andata via, nulla più aveva senso per lui.
Lei era un faro capace di dare una direzione alla sua esistenza, da tempo vuota d'amore, anche a causa della precoce perdita dei suoi genitori, dei quali non ricordava assolutamente nulla.
La morte gli sembrava un destino accettato, auspicabile, gradito.
Anzi, l'attesa di questa gli pareva un'ulteriore tortura inferta al suo cuore, ulcerato dalla disperazione e dai rimorsi.
Tuttavia, ne era certo, il messaggero della sua punizione sarebbe stato lui.
L'uomo delle Sette Stelle.
Kenshiro, pur con inumana, straziante fatica, era passato attraverso il fuoco di mille, durissime prove e, inesorabile, si dirigeva verso la Croce del Sud, il cuore arso da un indomabile desiderio di vendetta.
Il successore Hokuto desiderava nutrirsi del suo sangue, pur di pareggiare l'offesa che, tempo prima, gli era stata inflitta, e riprendersi Julia.
Niente avrebbe fermato la sua avanzata distruttrice, ne era consapevole.
Il potere dell'Hokuto era notevole e, unito alla brama di rivalsa di Kenshiro, si sarebbe tramutato in una marea inarrestabile.
– Kenshiro... Potrai nutrirti del mio sangue, ma Julia no... Non è ancora il momento che voi due vi reincontriate, anche se presto il tempo giungerà. Ma non ora. – mormorò. Quando Ryaku, accompagnato da Hyui, Shuren, Tou e Fudo era giunto alla Croce del Sud, gli aveva raccontato di Raoul e delle sue mire di conquista.
Le parole dell'anziano Goshasei gli avevano mostrato una possibilità di emendarsi dai troppi peccati di cui si era macchiato.
Avrebbe celato all'intero mondo la residenza di colei che era destinata ad assumere il titolo di Sacro Condottiero e si sarebbe fatto carico della sua morte.
L'avrebbe protetta caricandosi le spalle di un'unica, orribile colpa da lui mai commessa, anche se questo pensiero gli faceva fremere il cuore d'orrore e disgusto.
Per lui, Julia era sacra e non avrebbe mai profanato il suo corpo, ma, per garantire la sua protezione, avrebbe finto qualsiasi nefandezza.
Avrebbe agito così anche per aiutare il suo nemico e facilitarlo nel suo cammino.
Le difficoltà avevano temprato Kenshiro, tramutandolo in guerriero risoluto e deciso, privo di pietà per i nemici, ma il suo animo non aveva ancora acquisito la necessaria capacità di discernimento.
Colpendo una bambola con l'effigie di Julia, avrebbe inscenato una finta morte di lei e Kenshiro, arso dall'ira e dal dolore, si sarebbe accanito su di lui e lo avrebbe condannato ad una morte certa.
Kenshiro, grazie alla sua vita, avrebbe conosciuto la rabbia che, in un prossimo futuro, gli avrebbe consentito di sconfiggere Raoul e di allontanare per sempre la minaccia costituita da lui e dalle sue ambizioni.
Raggiunse il muro ovest del palazzo e si appoggiò ad esso. Certo, questa sua risoluzione non lo purificava dai suoi crimini, ma tale consapevolezza non lo faceva recedere.
Anzi, rafforzava il suo proposito, anche se non poteva dissimulare l'amarezza.
Era per lui dilaniante accettare la prossima fine del suo sogno d'amore e conquista, che si avviava verso un eterno inverno, che non avrebbe conosciuto la primavera.
Non più.
Il suo impero d'amore e di morte doveva conoscere una lunga agonia, prima di ricevere l'assalto finale.
E lui, potente combattente e successore della scuola del Nanto Koshu Ken, era condannato ad assistere a questo lungo, doloroso autunno della sua esistenza.
– Condannato? – mormorò perplesso, lo sguardo fisso verso il cielo, insanguinato dalle luci del tramonto. Almeno in quel momento di solitudine, non era necessario coprire il suo animo di menzogne e ferocia.
Anzi, solo, poteva strapparsi quella maschera che, col tempo, aveva soffocato la sua autentica essenza.
Certo, sapeva di non potere fare nulla per mutare il suo destino, ma, in fondo, non poteva dirsi triste.
Soffriva la lontananza dalla donna amata, non poteva negarlo, ma era felice che il suo impero, presto, si sarebbe sbriciolato.
Presto, nessun innocente avrebbe patito le sue manie di tiranno crudele e senza scrupoli, perché Kenshiro lo avrebbe ucciso.
Coloro che avevano sofferto a causa sua, grazie al successore della scuola Hokuto, avrebbero potuto distruggere il suo corpo e vendicarsi della sua ferocia.
Nulla avrebbe fermato Ken e la sua avanzata verso la giustizia.


Con un gesto lento, sollevò il braccio e aprì la mano destra.
La foglia, sospinta dal vento, cominciò a volteggiare nell'aria e, qualche istante dopo, una folata più violenta la allontanò.
Shin sorrise, amaro. In quegli istanti, gli sembrava di assomigliare a quella fragile fronda, ormai secca.
Entrambi erano manovrati da una forza a loro superiore e, presto, l'oblio sarebbe sceso su di loro.
Quella foglia, presto, sarebbe stata distrutta, lui sarebbe stato ucciso da Kenshiro.
La sua forza, che poco tempo prima, aveva annichilito il successore Hokuto, a nulla sarebbe servita contro la sua rabbia e la sua inestinguibile brama di rivalsa.
Tuttavia, dinanzi a lui, avrebbe simulato una ferocia che, ormai, non gli apparteneva più.
– Ti sto aspettando, Ken. Questa commedia è ormai giunta alla sua conclusione. – sussurrò e, con passo rapido, entrò nel palazzo.















 

 

 
   
 
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