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Autore: Elisir86    24/11/2017    2 recensioni
Infine si accorse che quell'immagine che lo stava fissando con occhi sgranati non era la sua.
Certo il viso era simile al suo -forse con qualche chilo in più- ma i capelli erano di un castano scuro e gli occhi erano di un tenue verde...
...un colore che non vedeva da secoli.
Si portò una mano al petto e il riflesso eseguì lo stesso movimento e forse -ma solo perché ancora non aveva metabolizzato tutte le stranezze- quello fu il momento più spaventoso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Austria/Roderich Edelstein, Danimarca, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVII

Morten

 

 

Aveva spalancato tutte le sue valige, ne aveva tirato fuori dei vestiti alquanto monotoni e un plico di fogli -sicuramente il suo discorso per quel meeting- ma non aveva trovato la sua amata pistola.

Dov'era la sua APX?

L'aveva portata con se perché non si fidava di nessuna nazione, erano tutti manipolatori, pazzi e pronti ad azzannarsi alla gola anche tra fratelli. Eppure non c'era. Non era nei bagagli e nemmeno tra le lenzuola bianche.

Si era perfino messo a cercare sotto il letto, lui che di solito si limitava a far spallucce se qualcosa cadeva a terra -e forse era per quello che il suo salotto puzzava di marcio-.

Infine si era ritrovato seduto e sfinito sul materasso, il mento appoggiato sul dorso della mano sinistra e gli occhi fissi sullo specchio: sul proprio riflesso.

Non era diverso dal solito era perfino vestito con i propri indumenti ma era sicuro al cento per cento che quello non era lui. Assottigliò lo sguardo, aveva visto con i propri occhi Finlandia con un carattere completamente opposto a quello che conosceva: era quasi imbarazzato ed era arrossito quando Svezia lo aveva chiamato moglie.

E come poteva non accantonare i lunghi silenzi di Sve o l'apatia di Norvegia?

Certo, poteva darsi che era uno stupidissimo scherzo ma loro lo conoscevano, sapevano che lui non amava particolarmente queste ragazzate e di sicuro preferivano tenerlo buono piuttosto che vederlo furioso.

Per tutti gli dei aveva bisogno di una sigaretta! Ma come la sua pistola anche le sue tre stecche di mistral erano scomparse.

Tre stecche sparite o per lo meno non erano lì con lui... che poi lui dove si trovava di preciso?

Che avesse il suo corpo era innegabile, che fosse in Germania era scontato -visto che aveva trovato il biglietto di ritorno per la Danimarca- e che ci fosse un meeting tra nazioni era ovvio.

Ma esattamente dove era finito?

In un mondo alternativo?

Lo diceva quel pazzo di Austria che c'erano varie realtà parallele dove esistevano anche i loro sosia e dove tutto era distorto.

Era possibile che lui fosse finito in uno di quei universi durante il sonno?

Ronald diceva sempre che era impossibile senza magia, se era così, lui non era stato l'artefice -non gliene fregava proprio nulla di quelle cazzate!- e nemmeno quei sfigati di nordici.

Oddio, magari Svezia si era ritrovato a far riti strani con quel mezzo drogato di Inghilterra che a sua volta -essendo ignorante sulla magia- aveva convinto Austria a imprestargli un libro di sortilegi!

 

No, no...Sto letteralmente impazzendo.

 

Si portò due dita sulla radice del naso cercando di rilassarsi, certo con una sigaretta sarebbe andata meglio ma doveva rimanere lucido, era in una situazione complicata e non era il caso di iniziare a sragionare.

 

Ok, non so dove mi trovo, non so chi sono io qui e soprattutto com'è la situazione in questo mondo...

 

Tornò a fissare il riflesso cercando in lui una risposta che ovviamente non sarebbe arrivata.

 

Devo solo uscire di qui. Andare alla prima riunione della settimana, ascoltare e poi stare un attimo al gioco.

 

Si, non era nulla di difficile, sarebbe rimasto zitto al proprio posto giusto per non dare nell'occhio.

 

Infine andrò a dormire presto e BAN tornerò nel mio caro mondo, con le mie dolci sigarette e con la mia amata pistola!

 

°

 

La struttura dell'albergo era uguale a quella del suo mondo e ciò lo aveva facilitato a trovare la sala per il meeting.

All'interno erano già presenti alcune nazioni, tra le quali Germania e Prussia. Li fissò per qualche minuto titubante.

Germania era alto quanto Lutz ma sembrava incutere più timore -nonostante quello della sua realtà fosse un maniaco omicida-, aveva occhi chiari e seri, le labbra stirate in due linee rette e i capelli erano ben ordinati: non aveva un ciuffo fuori posto.

Prussia stava seduto sul tavolo, affianco al fratello, aveva un sorriso affilato e occhi rossi che dardeggiavano ogni qualvolta si ritrovava lo sguardo del minore su di se, era così diverso da Gilen che quasi rimpianse il comportamento piagnucoloso e timido dell'ultimo.

Infine gli occhi azzurri di Germania si erano posati su di lui, calmi lo scrutarono per qualche secondo “Danimarca...” lo salutò con una voce talmente controllata che non gli sembrava nemmeno vero, poi vide un lampo sul viso del tedesco e tutta la sua autorità sparì dando spazio all'incertezza “S...stai bene?”

Morten non capì il significato di quella domanda, che in quel mondo lui fosse debole di costituzione? Oppure aveva qualcosa che non andava?

Si guardò il completo che aveva addosso, una camicia rossa e dei pantaloni neri e se erano nella valigia era ovvio che il suo alter-ego avesse intenzione d'indossarli, il suo viso era chiaramente pulito visto che era stato circa mezz'ora a guardarsi allo specchio, perciò dove stava il problema?

Prussia sfoderò un sorriso malizioso “Matthias, mi hanno raccontato della tua poco velata intenzione di spogliare Lukas stamattina...” ancora una volta Morten si ritrovò a non capire. Chi era Luk...

...Ooooh...intende Norvegia...

“Ti ha già rifiutato svariate volte...” vide Germania diventare rosso alle parole del fratello “...Non ti vuoi proprio arrendere, eh?” per poi alzarsi e tappare la bocca a Prussia con una mano.

“Non ascoltarlo, Danimarca, lo sai anche tu che strapparla...” e no, lui non lo sapeva Gilen era così riservato e silenzioso che quasi non si accorgeva della sua presenza!

 

Stai al gioco. Stai al gioco. Stai al gioco!

 

Annuì prima di riportare lo sguardo sulla sala. Il suo posto era ovviamente dove stavano gli altri nordici, chissà perché volevano sempre mischiarlo con quei quattro deficienti...

Finlandia si era voltato a guardarlo e con un cenno della mano gli indicò un posto vicino a Norvegia che lo stava completamente ignorando.

Non era particolarmente felice di doversi sedere proprio lì, vicino a quell'essere...

 

Coraggio, Dan, devi solo fingere...finché non ritorni nella tua realtà...

 

Peccato che non sapeva esattamente come doveva comportarsi, quel Matthias era un mistero.

Mentre si muoveva tra le file per raggiungere l'odiato posto si ritrovò a dover scavalcare la gambe lunghissime di Olanda che lo stava guardando con noia.

Morten non era solito a faticare perciò aveva valutato le varie opzioni per superare quell'ostacolo ma tutte richiedevano uno sforzo superiore a quello che di solito concedeva al suo corpo.

Aveva messo una gamba tra quelle di Olanda e mentre stava per alzare l'altra il suo sguardo si soffermò sulla mano, o meglio, su ciò che teneva in mano il giovane. Seguì il fumo alzarsi fino al mento del biondino, nel suo mondo Killian era un salutista -più o meno- ma a quanto pare lì era un fumatore...era la sua ancora di salvezza.

Appoggiò le mani sulle cosce dell'altro facendogli inarcare un sopracciglio, allungò il busto verso quello del giovane, così vicino che poteva notare il disagio che provava dentro a quelle iridi chiare, sorrise dentro di se prima di avvicinarsi ancor di più “Non è che me ne offri una?”

Gli occhi di Olanda si riempirono di avarizia, conosceva quel sentimento e beh in un certo senso lo faceva sentire a casa.

“Un euro.” fu la semplice risposta dell'olandese, bene voleva qualcosa in cambio solo che lui non sapeva che fosse quel euro. Lo guardò leggermente confuso mentre l'altro si portava la sigaretta alle labbra, “Se ne vuoi una mi devi dare un euro.” certo che quella bocca era veramente invitante mentre buttava fuori il fumo.

Si sporse in avanti e appoggiò le proprie labbra su quelle del più giovane e prima di chiudere gli occhi e approfondire il bacio -godendo così del fumo dell'altro- riuscì solo a vedere un flash alla sua destra.

 

 

 

 

Note:

Prima di tutto mi scuso per l'assenza. Non è stato un bel periodo questo.

Devo dire che è da poco che sono ritornata a guardare fanfic e a scriverle.

Da un mesetto non riuscivo proprio a scrivere o a divertirmi, e ora che le feste natalizie si avvicinano sono sicura che il dolore che ho provato in queste settimane si farà sentire più che mai, perciò penso proprio che ci sarà un altro buco in questa fanfic.

Eppure mi sono detta che dovevo riprendermi e soprattutto ritornare con la mia solita vita.

Detto questo vi voglio dire che cercherò di postare un altro capitolo prima di Natale (ci riuscirò? Mah...)

 

Ora passiamo ai nostri eroi. Morten qui bacia Abel...non pensate che Danimarca 2p sia uno semplice, per nulla, ma le labbra di Olanda sanno di nicotina e lui ne era in astinenza.

Qui è citato anche il nostro caro euro e che Morten non ha idea di che sia perché nella mia mente nel mondo dei 2p non ci sta l'Unione Europea e di conseguenza l'Italia ha ancora la sua lira!

 

Un abbraccio

Elisir

  
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